Quando
Madeline ebbe augurato la buona notte e fu salita in camera sua Amelia
estrasse
la bacchetta ed insonorizzò la stanza mentre mettendosi al
centro del soggiorno
Caleb prendeva la parola:<< Sapete tutti
perché siamo qui >> iniziò
poi con tono serio:<< Paul Dallfort è morto
ieri sera e sicuramente tra
pochi giorni manderanno qualcuno per risolvere la questione, siamo
tutti
sospettati e siamo tutti condannabili >> il piccolo
gruppo rimase in
silenzio poi un uomo dal pizzetto scuro e i capelli raccolti in un
codino sulla
nuca fece un sorriso acido:<<È inutile che ci
giri intorno Ascott, quello
che ha fatto fuori Dallfort è uno di noi, lo sappiamo tutti
solo che alcuni non
hanno il coraggio di dirlo >> << Grazie di
aver sottolineato l’ovvio
Arsen >> replicò un giovane dai capelli
castano chiaro guardando acido l’uomo:<<
Non fare lo sbruffone con me Murray, sei solo un ragazzino, lascia
parlare gli
uomini >> il ragazzo fece per scattare ma la mano di sua
sorella seduta
accanto a lui lo trattenne e la ragazza rispose acida:<<
Chi ci dice che
non sei stato tu Arsen? >> l’uomo sorrise
allargando le braccia sul
divano color crema del soggiorno degli Ascott:<< Se io
avessi ucciso quel
vigliacco non avrei fatto ritrovare il corpo honey>> <<
Non
chiamarmi… >> << Charlotte non
adesso ti prego >> la supplicò Amelia
torcendosi le mani, il pensiero che qualcosa sarebbe arrivato a turbare
il suo
piccolo mondo la rendeva ancora più nervosa di quanto non
fosse in realtà.
La
giovane
fece per rispondere quando qualcuno bussò alla
porta:<< Amee vai tu?
>> domandò Caleb guardando la moglie e lei
annuendo si alzò e quando aprì
l’uscio si trovò davanti l’ultima
persona che sperava di vedere quella
sera:<< Vivienne… >> e
guardò la sua amica e coetanea con un lampo
di tristezza negli occhi:<< Will è qui vero?
>> poi entrando e
squadrando il piccolo gruppetto riunito nel soggiorno la donna si
scostò dalla
spalla una ciocca di capelli biondi guardando storto il padrone di casa
che la
guardava con evidente acidità:<< Non sono qui
per rovinare la vostra
riunioncina Caleb anche se capisco perché non me lo abbiate
detto, ma ho
bisogno di mio marito >> l’uomo in questione si
alzò avvicinandosi alla
moglie:<<È successo qualcosa?
>> << No, è arrivata questa per
te, sembrava urgente >> William si alzò dal
divano e prese la busta tra
le mani:<< Viene da Londra, dal Ministero della Magia
>> <<
Aprila >> gli disse Caleb con le mani ficcate nelle
tasche per evitare di
stringere i pugni come faceva sempre quando era nervoso; Will
aprì la busta e
spiegò il pezzo di carta che vi era dentro, non erano che
poche righe ma furono
sufficienti a farlo sbiancare:<< Dice che la mia udienza
per la libertà è
rinviata, che devono aspettare l’arrivo del nuovo
amministratore prima di poter
prendere in considerazione la cosa, che sarà lui a decidere
se presentare o
meno la domanda >> poi scorrendo velocemente fino in
fondo
aggiunse:<< Io questo tizio non l’ho mai
sentito, a voi dice niente?
>> chiese poi voltando la lettera verso Caleb e quando
lui vide il nome
scritto sul foglio fu costretto a prendere un respiro profondo per
evitare di
prendere la bacchetta e fare qualche follia.
<<
Allora? Tu lo conosci Cal? >> e la voce di William lo
riportò alla realtà:<<
Sì Will, lo conosco >> poi guardando Amelia
con lo sguardo più triste che
si fosse mai visto aggiunse:<< Abel Cain, lo chiamano Radamanto
per quanto sia imparziale e spietato >> <<
Ci hai avuto a che fare?
>> domandò allora Charlotte guardandolo
preoccupata:<< Una volta,
molti anni fa >> e con quelle parole Caleb strinse la
mano di Amelia,
sapeva che quella notte gli incubi sarebbero sicuramente tornati e
sarebbe
toccato a lui prendersi cura di sua moglie proprio come quel giorno!
Una
volta
finita la festa, come Caleb amava chiamare le loro riunioni, tutti gli
ospiti lasciarono
il salotto e, come accadeva ogni volta, Charlotte fu l’ultima
a lasciare la
casa; di solito si fermava anche Vivienne ma dato che Caleb non
l’aveva
invitata la donna se n’era andata immediatamente dopo la
consegna della
lettera.
<<
Vuoi una mano a riordinare Amelia? >> e Charlie si
avvicinò alla donna
allungando una mano verso il vassoio con i bicchieri di whisky
incendiario che
era ancora appoggiato sul tavolino da caffè:<<
Non fa niente, non devi
disturbarti a… >> la ragazza scosse il capo
prendendo il vassoio:<<
Lo faccio con piacere >> e con un’occhiata
Amelia capì lasciando che
Charlotte si avvicinasse al lavandino:<<
Charlotte… >> a quel
richiamo la bionda si voltò:<< Non voglio
accusare nessuno, ma sai che
saremo le prime ad essere sospettate >> erano poche le
cose che ognuno
sapeva dell’altro in quel luogo dimenticato da dio, ma quello
che era sulla
bocca di tutti era il motivo per cui ognuno di loro era stato mandato
lì, ad
ogni nuovo arrivo infatti si teneva una sorta di
“presentazione pubblica” dove
venivano elencati i peccati di cui ognuno si era macchiato,
fortunatamente per
quanto riguardava lei e, soprattutto, Caleb la storia era stata
ripulita ed
infiocchettata per bene o per il suo bel maritino sarebbero stati guai.
<<
Chiunque di noi sarebbe in grado di uccidere Charlotte
>> << Sì, ma
quanti di noi lo facevano per professione >> Amelia
scosse il
capo:<< Anche se mi costa dirlo, Arsen Hakob ha ragione:
se fosse stato
un professionista non avrebbero trovato il corpo di Dallfort
>> <<
Non parlarmi di quel pallone gonfiato, nemmeno fosse un premio
Nobel… >>
Amelia sorrise:<< Beh in un certo senso…
>> Charlotte arricciò il
naso:<< Saprei io dove metterglielo quel premio!
>>
Mentre
sua
sorella si intratteneva per la sua solita chiacchierata a casa Ascott
Steven
aveva deciso di fare quattro passi approfittando della notte stellata e
di
godersi l’aria fresca del parco:<< Da quando te
ne vai senza salutare?
>> a quella voce lui si voltò con un sorriso
giusto in tempo per prendere
quel corpo morbido tra le braccia e sentire due labbra carnose posarsi
sulle
sue:<< Da quando scappi dalla finestra sul retro?
>> la ragazza
sorrise mettendogli le braccia dietro al collo guardandolo
felice:<< Mi
sei mancato oggi >> lui ricambiò il sorriso
baciandole il naso:<<
Avevo del lavoro da fare e poi sarebbe stato strano se fossi passato a
casa del
mio capo senza un valido motivo non trovi? >> la faccetta
imbronciata di
lei gli disse che aveva sbagliato la scelta delle
parole:<< Ah così io
non sarei un valido motivo? >> le mani di lui che le
accarezzavano i
capelli le impedirono di sottrarsi a
quell’abbraccio:<< Tu sei il più
valido
dei motivi my love…l’unico motivo
valido…ma se mai lo scoprissero… >>
la
ragazza annuì abbracciandolo stretto:<< Ti amo
Steve >> lui le baciò
la testa sprofondando in quel profumo che sapeva di zucchero, talco per
neonati
e fresia:<< Ti amo anch’io >> poi
facendole sollevare la testa
verso di lui chinò il capo per baciarla quasi con
reverenza:<< Domani
sera al solito posto? >> lei annuì
sorridendo:<< Non fare tardi
>> gli ricordò poi sciogliendosi da lui ma
continuando a tenergli una
mano:<<< Cercherò
>> << Dovrai fare di più che
cercare o
potrei ripensarci >> fingendosi offeso per quella
minaccia Steve la guardò
con fare melodrammatico:<< Tu sai come spezzare il cuore
di un uomo, ho
atteso per un anno questo momento e ora tu me lo neghi così
>> <<
Cerca di essere puntuale e non succederà >>
poi avvicinandosi di nuovo
gli baciò velocemente le labbra:<< Buonanotte
Mr Murray >> lui la
baciò di nuovo deciso a non lasciarla andare ma alla fine fu
costretto a
farlo:<< Buonanotte miss Ascott >> e mentre
lei si allontanava
rimase a guardare quella figura minuta e quei capelli scuri che
sparivano nella
notte.
<<
Caleb! >> e con il viso imperlato di sudore e gli occhi
spalancati dalla
paura Amelia si mise seduta stringendo la trapunta damascata con le
dita mentre
le grandi mani di Caleb le scorrevano su e giù lungo le
braccia per
calmarla:<< Va tutto bene Amee, va tutto
bene…sono qui >> lei
rabbrividì di nuovo:<< Non può
venire qui, lui non può venire qui. È un
incubo, un maledetto dannato incubo >> Caleb Ascott
baciò i capelli scuri
di sua moglie stringendola a sé e facendole sentire il
battito cadenzato del
suo cuore come sapeva l’avrebbe calmata:<< Non
ti può fare niente my
love, farò qualsiasi cosa per evitare che ciò
accada, ho giurato che vi avrei
tenuto al sicuro e lo farò >> Amelia strinse
le piccole dita attorno alla
casacca scura del pigiama di suo marito:<< Non voglio che
ti faccia del
male, non voglio che tu metta a rischio la tua vita >> la
mano di lui
sotto al mento la costrinse ad alzare il viso:<< Andrei
all’inferno per
te e Maddie e mi sembra di avertelo già dimostrato, posso
affrontare il Radamanto
>> << Ha giurato di ucciderti se ti avesse
rivisto, è per quello
che sta vendendo qui, non gli interessa della morte di Dallfort
>>
<< Ci serve solo tempo sweetie, con Paul sarebbe stato
più facile ma la
cosa non è impossibile nemmeno con Cain qui >>
<< Promettimi che
starai attento >> Caleb annuì poi prese ad
accarezzarle i
capelli:<< C’è Arsen con me, gli
affiderei la mia vita >> <<
Arsen Hakob è un pazzo >> commentò
Amelia poi sorridendo fece scorrere
una mano sul petto di lui slacciandogli piano i bottoni di
madreperla:<<
Ma è il solo pazzo di cui mi fido >> Caleb
sorrise cominciando a baciarle
le labbra:<< Felice di sentirtelo dire >>
poi facendo sdraiare
Amelia nel letto le si mise sopra scivolando con una mano fino al
ginocchio di
lei risalendo piano lungo la coscia e sollevando la camicia di cotone
azzurro
che lei indossava:<< Te la senti di…
>> lei sorrise allungando una
mano per accarezzare la barba bionda dell’uomo che quindici
anni prima le aveva
rapito il cuore:<< Con te sempre >> << Sei sempre
stata la mia dannazione
miss Haytham >> Amelia sorrise lasciandosi poi baciare
mentre le sue mani
correvano veloci a spogliare suo marito di ciò che restava
del pigiama:<<
Sarò gentile questa volta my love, sarò
molto…molto…molto gentile >> ed
ad ogni molto di quella frase Caleb baciò una piccola
porzione di pelle candida
della moglie facendola sospirare:<< Sai che se fai
così non resisto…
>> << Lo so >> sorrise lui
sornione tornando ad occuparsi di
quel corpo di porcellana.
Intanto
qualche casa più in là Will e Vivienne stavano
guardando i loro due bambini che
dormivano placidamente nei loro letti:<< Sono la cosa
più bella che
abbiamo fatto >> commentò William lasciandosi
andare ad un inatteso moto
di dolcezza che fece voltare la moglie:<< Fortunatamente
è una cosa che
hai fatto solo con me >> gli ricordò nervosa,
la loro ultima litigata era
ancora troppo fresca per poterla dimenticare con così tanta
facilità:<<
Ti ho già chiesto scusa, avevo bevuto troppo…non
avrei fatto nulla altrimenti
lo sai >> lei storse il naso in una
smorfia:<< So che avresti fatto
di peggio da sobrio quindi mi consolo del fatto che tu abbia scelto
un’oca
giuliva come Cindy Frisk e che lei fosse stata ubriaca e malleabile
anche più di
te >> davanti a quell’accusa Will rimase zitto,
amava sua moglie e in
cuor suo sapeva che non avrebbe mai amato nessun’altra ma
c’era una parte di
lui, una parte sempre più grande di lui, che gli diceva che
Vivienne e i bambini
meritavano di meglio di uno come lui.
<<
Che cosa vi siete detti in quella stupida riunione? >>
<< Niente di
importante, dopo che te ne sei andata Caleb ha parlato un po’
di quel tizio…Cain…a
quanto pare adesso è uno dei capi del dipartimento Auror,
è uno che non scherza
>> la donna annuì avvicinandosi al
bagno:<< Qualsiasi follia stiate
organizzando tu, Ascott e Hakob stai attento, non voglio dover spiegare
ad Emma
e David perché il loro papà non è
più con loro >> e William sapeva bene
che nel linguaggio di Vivienne quello era la cosa più vicina
ad un “ti amo” che
potesse avere in un momento del genere:<<
Cercherò di evitarti questa
incombenza Vivi >> lei sorrise appena a quello stupido
soprannome con cui
lui si ostinava a chiamarla da quando si erano
conosciuti:<< Sarebbe la
prima cosa sensata che fai da quando ti conosco >> gli
ricordò poi sparendo
in bagno e chiudendo la porta lasciando l’uomo in corridoio
con uno stupido
sorriso sulle labbra: non era l’uomo migliore del mondo ma
era un fottutissimo
bastardo fortunato ad aver trovato Vivienne Rose Dallfort sulla sua
strada e non l’avrebbe mai lasciata andare!
<<
Dove sei stato? Sei andato via prima di me e arrivi adesso
>> e Charlotte
seduta sul divano del soggiorno accolse Steven quando questi
rientrò dalla
porta sul retro del villino cercando, miseramente a quanto pareva, di
non fare
rumore:<< Ho ventiquattro anni Charlie, potresti evitare
di aspettarmi
alzata come se ne avessi quindici? >> la ragazza si
alzò incrociando le
braccia sul petto e scuotendo il capo:<< Se ti comporti
da ragazzino ti
tratto da ragazzino, con quello che è successo tu te ne vai
in giro così…c’è
stato un omicidio Steve, c’è un assassino in giro
e… >> << E
nessuno ti dice che sia tra di noi, sì certo noi siamo i
sorvegliati speciali,
ma c’è anche tanta altra gente in questo posto
dimenticato da dio che è in
grado di far saltare le cervella ad un uomo >> Charlotte
Murray
annuì:<< Lo so, credo che se avesse sospettato
di qualcun altro Caleb lo
avrebbe detto >> << Ascott non è
infallibile >> << Non
dico che lo sia, ma se non fosse stato per lui e Amelia io e te saremmo
ancora
soli e abbandonati a noi stessi da quando siamo arrivati, mi fido di
lui quasi
quanto mi fido di te >> Steve fece
spallucce:<< Sullo stesso piano
di Ascott…grazie sorellina >> Charlie
cercò di non sorridere del tono
offeso di lei:<< Sai cosa voglio dire…nessuno
potrà mai essere al tuo
livello Steve, nessuno >> lui le passò oltre
incamminandosi verso la sua
camera in fondo al corridoio:<< Sì, anche io
ti voglio bene sorellina,
buonanotte >> poi tagliando corto fece per lasciarla di
nuovo sola
quando:<< Non mi hai ancora detto dove sei stato
>> lui la guardò
da sopra la spalla con un sorriso:<< Era una bella
serata, sono stato un
po’ nel parco ad osservare le stelle >> che in
fondo non era davvero una
bugia, solo una piccola rivisitazione della verità.
Il
mattino
dopo il Radamanto entrò nel quartier generale degli Auror
sbattendo la porta
con violenza e urlando a gran voce:<< Davies! Benton! Nel
mio ufficio!
>> i due uomini si guardarono l'un l'altro preoccupati, non erano molte le cose in
grado di far
perdere le staffe a Cain in quel modo e di solito questo significava
guai.
<<
Tu sei divorziato vero Davies? >> domandò il
loro capo quando i due
entrarono nell’ufficio e l'uomo in questione
annui:<< Sì signore ma non
capisco come questo... >> Abel fece finta di non sentire
la sua
replica:<< Prepara le valige, abbiamo una passaporta
pronta per stasera
>><< Posso chiedere per dove signore?
>> domandò ancora
l'uomo azzardandosi ad alzare lo sguardo:<< Saints Peak,
a quanto pare
Paul Dallfort ha avuto la brillante idea di farsi ammazzare e serve
qualcuno
che prenda il suo posto e scopra chi l'ha ucciso >>
sentendo nominare il
paese Benton rimase sorpreso:<< Ma non è
dove... >> gli occhi
azzurri di Cain brillarono:<< Esatto Benton, sono sedici
anni che aspetto
questo momento, sedici anni che aspetto si farla pagare a quel bastardo
e a
quella stronza della sua mogliettina >> poi guardando la
foto dell’uomo
biondo che campeggiava sul fascicolo che aveva aperto davanti
aggiunse:<<
Tu resterai qui Benton e scoprirai tutto quello che ho bisogno di
sapere per
far sudare quei piccoli avanzi di galera, Davies sarà il tuo
contatto visto che
a nessuno oltre a lui sarà permesso di uscire dalla
città >> <<
Cosa? Ma signore io credevo che anche il capo sorvegliante
potesse… >> un
sorriso divertito si disegnò sulle labbra di Abel mentre lui
congiungeva le
mani portandosele davanti alle labbra:<< Ho chiesto io di
impedirmi questo
piccolo privilegio, in passato Paul Dallfort è stato
più volte chiuso fuori
dalla sua stessa città ad opera di Caleb Ascott e di quello
schizofrenico che
si porta sempre dietro >> poi guardando Benton aggiunse
iniziando a
sfogliare i fascicoli fino a trovare quello che gli
interessava:<< Ecco
prendi, Arsen Zer Hakob, scopri tutto quello che puoi su di lui,
è una testa
calda ed è ciecamente fedele ad Ascott, non voglio sorprese
>> l’auror
annuì poi ad un gesto di congedo di Cain tornò
alla sua scrivania cominciando
il suo nuovo incarico:<< Quanto staremo via signore?
>> domandò
allora Davies che era rimasto immobile di fronte alla
scrivania:<<
Dipende da quanto ci metteremo a sistemare quel covo di vipere Davies
>>
cantilenò l’altro come se stesse parlando ad un
bambino:<< Ho un conto in
sospeso con Caleb Ascott e intendo ripagarlo >> poi
portandosi
istintivamente la mano sulla lunga cicatrice che gli attraversava il
collo e
gli finiva sul petto il capo Auror congedò anche il suo
secondo:<< Fai in
modo di essere pronto Davies, voglio godermi la faccia di Mrs Ascott
quando mi
avrà di nuovo davanti >> Christopher Davies
non disse nulla annuendo e
uscendo dall’ufficio ma con il pensiero fisso che
l’ossessione del suo capo non
gli avrebbe portato altro che guai.
Steven Murray
Charlotte Murray
Vivienne Cotton
William Cotton
Abel Cain - il Radamanto
Christopher Davies
Personaggi secondari
Arsen Hakob
Solamente due cose: primo perdonatemi per la "cortezza" del capitolo ma volevo aggiungere tutti i personaggi prima di far iniziare veramente la storia, secondo nel mandare avanti questa storia ho preso una decisione: le iscrizioni saranno praticamente sempre aperte. Saints Peak è fondamentalmente una priogione per quanto sia grande e abbia strade e case e in una prigione può sempre arrivare qualcuno di nuovo.
Dal prossimo capitolo ci saranno alcune parti al presente e altre con dei flashback al passato, metterò data e luogo per distinguere i vari momenti.
Per il momento è tutto...buonanotte e a presto....