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Autore: Shainareth    10/05/2009    1 recensioni
[Gundam SEED Destiny] «Lasciarli soli potrebbe essere deleterio per entrambi», iniziò a spiegargli l’amico, affrettando il passo. «Quando siamo saliti a bordo della Minerva in seguito all’incidente ad Armory One, lui non faceva altro che darle addosso. Non credo che Shinn ce l’abbia ancora con lei, ma preferirei evitare un qualunque scontro verbale tra loro. Anche se lo nasconde bene, Cagalli è molto fragile.»
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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TUFFO




«Sei preoccupato?» Athrun gli lanciò uno sguardo furioso. «Ok, sei preoccupato», concluse Kira, facendo spallucce.

   «Lasciarli soli potrebbe essere deleterio per entrambi», iniziò a spiegargli l’amico, affrettando il passo. «Quando siamo saliti a bordo della Minerva in seguito all’incidente ad Armory One, lui non faceva altro che darle addosso. Non credo che Shinn ce l’abbia ancora con lei, ma preferirei evitare un qualunque scontro verbale tra loro. Anche se lo nasconde bene, Cagalli è molto fragile.»

   L’ex-soldato dell’EAF non poté dargli torto: per quanto forte cercasse di essere, il cuore di sua sorella era tenero almeno quanto quello di Lacus, che pure appariva molto più eterea e delicata di lei.

   «Perciò vorrei trovarli il prima possibile», continuava frattanto il figlio di Patrick Zala.

   Durante una visita commemorativa alla lapide che era stata eretta in ricordo di quanti avevano perso la vita ad Orb durante le ultime due guerre, era accaduto un piccolo incidente senza gravi conseguenze, che tuttavia in seguito avrebbe potuto risultare pericoloso. Quella volta si era unita all’ultimo momento anche il Delegato Athha, riuscita a liberarsi appena in tempo dalla riunione governativa di quel pomeriggio. E mentre Shinn si sporgeva verso lo strapiombo su cui affacciava il monumento per dare un’occhiata ai nuovi fiori che erano stati piantati tutt’intorno, il cappello che Meyrin aveva indossato quel giorno era volato via con il vento, e Cagalli si era istintivamente mossa per afferrarlo a mezz’aria. Facendo qualche passo indietro, però, aveva finito con l’inciampare sui piedi del giovane, travolgendolo e rovinando giù dalla scogliera insieme a lui. Tra urla, imprecazioni e lacrime dovute a sensi di colpa, gli altri erano riusciti comunque a mettersi in contatto con Shinn grazie al cellulare di Lunamaria: erano vivi e stavano bene, anche perché avevano avuto la fortuna di cadere in acqua senza battere sulle rocce sottostanti.

   «In effetti c’è il rischio che Cagalli lo prenda a pugni, se lui dovesse dire qualcosa di troppo», provò a sdrammatizzare Kira.

   Athrun sospirò. «È esattamente per questo che mi preoccupo», gli diede corda, divertendolo non poco.

   «Che guaio ti è capitato…»

   «Ti ricordo che sei suo fratello, quindi anche tu ci sei dentro fino al collo», ci tenne a precisare. A dirla tutta sapeva che ormai la fanciulla era abbastanza in grado di controllare le mani, ma il rischio di una lite, sentita la voce esagitata di Shinn al telefono, non era del tutto da scartare, visto anche il carattere pessimo di entrambi. E Athrun lo sapeva che, dopo ogni sfuriata, Cagalli non sempre riusciva a trattenere le lacrime. Così, mentre le ragazze si erano attardate nel tentativo di calmare la minore delle sorelle Hawke, atterrita per quanto accaduto, i due veterani di Jachin Due si erano subito messi in marcia per recuperare i dispersi.

   Li trovarono sulla spiaggia, zuppi d’acqua e visibilmente nervosi. Venivano loro incontro. «Siete feriti?», si premurarono all’istante di sapere i soccorritori.

   «No, ma il cappello di Meyrin è andato perduto», si dispiacque il Delegato, stringendosi nelle spalle per il freddo.

   «Era talmente spaventata che vi foste fatti male per colpa sua, che non credo farà storie per una simile sciocchezza», cercò di tirarla su di morale Kira, mentre Athrun si sfilava la giacca e la avvolgeva attorno al corpo della ragazza.

   «Tanto valeva lasciarlo volare via», mormorò Shinn, seccato, chinandosi a raccogliere una conchiglia dalle striature gialline. La ripulì dalla sabbia con un gesto veloce delle dita e la strinse nel palmo della mano. «Abbiamo fatto un bel tuffo per niente.»

   «Scusa ancora», fu la mortificata risposta della bionda.

   «Va bene, va bene, lascia perdere», sbuffò lui, riprendendo il cammino. «Andiamo? Comincio a sentire freddo anch’io.»

   Seppur stupito dalla sua reazione matura, Athrun passò un braccio sui fianchi di Cagalli e la sospinse gentilmente in avanti, così da seguire il minore del gruppo insieme a Kira.

   «Ti bagnerai anche tu», osservò Cagalli, timorosa per la salute di lui.

   Il suo accompagnatore sorrise per rincuorarla. «Preoccupati piuttosto di non esser tu a prendere un malanno.»

   «La gramigna non muore mai», intervenne l’ex-pilota dell’Impulse, spiazzando tutti.

   «Shinn!» lo riprese quello che fino a non molto tempo prima era stato un suo superiore.

   Inaspettatamente, invece, l’erbaccia in questione non alzò la voce per ribattere, anzi. «Anche gli  scarafaggi hanno la scorza dura.»

   «Scarafaggi?», ripeté Kira, perplesso.

   «Beh, la frangia di Shinn ricorda molto le antenne degli scarafaggi», fece presente lei, inducendo il fratello e la guardia del corpo a mordersi le labbra per non scoppiare a ridere alla luce di quella sacrosanta verità.

   Giusto Athrun cercò di dominarsi maggiormente per rabbonirla. «Cagalli, per favore…»

   Il più giovane fra loro decise di lasciare correre, mostrando finalmente di essere cresciuto. «Non importa, Athrun. Dopotutto, quella tipa fa già miracoli per quello che è: le scimmie possono essere addestrate solo fino ad un certo punto.»

   «TU!», esplose infine il Delegato, e se non corse a spaccargli il setto nasale fu unicamente grazie ai riflessi pronti del giovane che le stava accanto e che riuscì a placcarla per tempo. «Stupida bestia antropomorfa! Un’altra parola e ti taglio le antenne!»

   E frattanto che Kira rischiava di piegarsi in due dal ridere, Shinn si lasciò scappare una parola di troppo circa il posto in cui lei avrebbe dovuto andare a lavorare.

   «Quello è vilipendio alla più alta carica di Orb, lo sai?», fu la voce stanca che mise infine a tacere i due litiganti.

   «Luna?»

   Lei e le imbarazzate Lacus e Meyrin, ora calmatasi, li avevano raggiunti. Cagalli si affrettò a liberarsi dalla stretta di Athrun per andare a scusarsi con la proprietaria del cappello. «Mi dispiace, non sono riuscita a recuperarlo!»

   La ragazzina scosse i codini che le conferivano un’aria ancora piuttosto infantile. «È colpa mia, avrei dovuto stare più attenta! Sono mortificata per averla costretta ad un bagno fuori stagione!» dichiarò, omaggiandola di un profondo inchino di scuse. «Sono felice di sapere che stia bene!»

   «To’», bofonchiò Shinn passando accanto a Lunamaria e lanciandole qualcosa contro il petto.

   La fanciulla riuscì a prenderlo al volo, ma non mancò di lamentarsi per i modi bruschi di lui. Quando però i suoi occhi chiari caddero sulla conchiglia, il malumore le passò e subito lei lo affiancò sulla strada del ritorno.

   «È stato un gesto molto carino», commentò Lacus, intenerita dalla timidezza del giovane.

   «Anche se spesso è scontroso, è davvero un bravo ragazzo», ci tenne a far sapere Meyrin, rivolgendosi in particolare al Delegato.

   La quale subito le sorrise. «Senza dubbio. Quando siamo caduti, è corso a tirarmi fuori dall’acqua per paura che fossi ferita e non riuscissi a nuotare da sola.»

   «Sul serio?», uscì spontaneo dalla bocca di Athrun, non essendo capace di immaginare la scena, benché sapesse bene quanto Shinn potesse essere gentile. Alle volte.

   «Certo», gli assicurò Cagalli. «È solo che è stupido», non mancò tuttavia di aggiungere con espressione a metà fra la dolcezza ed il divertimento, posando poco casualmente lo sguardo sul fratello e sul migliore amico di lui. «Ma non c’è da preoccuparsi: ne conosco altri come lui.»

   «Oh, grazie», sospirò bonariamente Kira.

   «Figurati. E poi a me gli stupidi piacciono, dovresti saperlo», ammise la bionda, riprendendo anche lei il cammino insieme a Lacus e a Meyrin. «Vero, Athrun?»

   «Non so davvero se ridere o piangere», mormorò lui.

   «Guarda il lato positivo: non è vero che il loro tuffo non è servito a niente, perché almeno ora quei due sono in buoni rapporti», affermò il pilota del Freedom.

   «Tu dici?», fu la scettica risposta che gli diede l’altro, mentre insieme seguivano le orme lasciate dagli altri sulla sabbia bagnata.













Grazie a NicoDevil per la sua recensione, nonché per la ramanzina... ma tanto lo sa già che non cambierò idea. XD
Shainareth



  
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