Finalmente ecco qui il nuovo
capitolo!Il mio vecchio pc si è rotto ed ho dovuto comprarne uno nuovo,
ma ho anche perso tutti i dati. Per bontà divina gran parte li ho
recuperati e pochi giorni fa ho ritrovato anche questa fan-fiction di cui ora
mi accingo a completarne la pubblicazione. Se non mi avete ancora abbandonato
lasciate che vi auguri come sempre una…
BUONA LETTURA!
Il sole era già alto
da tempo ma i suoi raggi impertinenti non avevano ancora raggiunto i suoi occhi
ancora chiusi. Fu un profumo caldo e dolce a destarlo.
-Sapevo che con questi ti
saresti svegliato di certo...-esclamò una voce divertita. Un sorriso si
dipinse sulle labbra del biondino che poco a poco aprì gli occhi bruni.
-Guten Morgen...-disse Ban
dandogli un bacio veloce sulle labbra.
Ginji si leccò le
labbra e poi esclamò sorpreso
-Ban-chan non vale!Non mi hai
aspettato!Hai già mangiato una brioche!-.
Quello sorrise e gliene porse
una che immediatamente Ginji addentò felice, talmente era buona e
fragrante.
-Ero sicuro che potessero
farti piacere...-esclamò sorseggiando del caffè. Il biondino
sorrise con le labbra zuccherate che vennero poi attentamente ripulite da
quelle di Ban.
-Dove vuoi andare
oggi?-domandò accarezzandogli il capo.
-Dovunque,mi basta restare
con te ,Ban-chan...-disse ingurgitando un secondo croissant. Il moro sorrise.
-Come vuoi,allora vestiti...-e detto questo si alzò.
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Avrebbero potuto anche
rimanere tutta la mattina seduti su di una panchina per quello che gli
importava. Non aveva rilievo il dove fossero, l’importante era starci
insieme. Così pensava Ginji, affiancando Ban in quella passeggiata verso
l’ignoto. Aveva più volte avuto la tentazione di prendergli la
mano, ma la situazione sarebbe divenuta certamente imbarazzante, anche per Ban.
Così si limitava a stragli accanto e guardarlo con la coda
dell’occhio. Dal canto suo Ban sperava di non sbagliare strada, aveva un
posto speciale dove avrebbero potuto starsene in pace senza dover tener conto
di nessuno.
Avevano superato tutte le spiagge
attrezzate e ora il biondino si guardava in giro curioso.
-Dove stiamo andando
Ban-chan?-domandò allegro. Il compagno sorrise e si fermò.
-Stiamo andando qui. Siamo
arrivati...-esclamò voltandosi verso una spiaggia libera totalmente
deserta. Ginji la osservò a lungo, era totalmente deserta eppure non
erano troppo lontano dal centro d’Okinawa.
Era un’isola felice in
mezzo ad un arcipelago infinito. L’unico suono che rompeva il silenzio
era quello del mare adornato da una tiepida brezza marina e il richiamo di
qualche gabbiano lontano.
-Che dici?-domandò il
moro attendendo con trepidazione una risposta. Ginji gli sorrise.
-Davvero bello Ban-chan...-Bastò
quello,non servivano tante parole per comprendersi.
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Il sole era già alto
nel cielo cosicché non ritennero opportuno prendersi
un’insolazione il penultimo giorno di vacanza e non appena
l’orologio segnò le 12.30
uscirono dall’acqua e
si sdraiarono sulla sabbia facendosi asciugare dal sole.
Ginji aveva lo sguardo fisso
in cielo e sembrava costantemente immerso nei suoi pensieri. -Non mi hai ancora
detto cos’hai...sono giorni che sei taciturno...- esclamò Ban
mentre si scrollava della sabbia e si metteva a sedere sotto
l’ombrellone.
-Eh?-domandò Ginji
uscendo da chissà quale meditazione.
-Ecco appunto...- disse sospirando il
moro. Il biondino si alzò e andò a sedersi vicino con un mezzo
sorriso sul volto.
-Vuoi sapere
cos’avevo?- domandò come se volesse essere certo di ciò che
aveva udito. Ban annuì debolmente con il capo non togliendogli gli occhi
di dosso. Ginji mostrò un sorriso radioso.
-A dir la verità ero
confuso...riguardo noi ecco...-disse facendo arrossire le sue guance.
-Ah...-esclamò
abbassando il capo.
-Quella sera dopo che quel gruppo di
bulli ci avevano sfidato,beh ecco...c’è stato un momento che
tu...ecco a me sembrava...-come poteva spiegare il tutto?
Assurda poi la situazione che
s’imbarazzasse ancora in quella maniera.
-...che ti volessi baciare
per caso?-finì la frase il moro mostrando un sorriso affascinante.
-Beh ecco...si.- ammise
timoroso il biondino.
-Capisco...-e detto questo
Ban si alzò stiracchiandosi.
-Vado a prendere qualcosa da
mangiare o ben presto ti brontolerà lo stomaco,ho visto prima di venire
qui che c’era un negozio di...-venne bruscamente interrotto.
-Ban-chan!Non mi hai
risposto...-sul finire la frase perdeva ogni genere di sicurezza. Il moro dopo
avere mostrato uno sguardo sorpreso. Si avvicinò al compagno e gli diede
un veloce bacio sulle labbra. -Hai bisogno di ulteriori conferme,baka?- disse
queste parole solleticandogli le labbra. Il biondino sorrise e per risposta lo
baciò con passione.
-Ok,ho capito che hai
fame...torno subito!-esclamò Ban staccandosi un poco mal volentieri dal
compagno e infilandosi le ciabatte si avviò verso la strada.
Ginji lo osservò sino
a quando lo vide attraversare e scomparire alla sua vista. Fu colto
d’improvviso da un desiderio irrefrenabile di ridere, saltare, cantare
come un matto. Era così folle essere innamorati?Forse perchè non
aveva mai provato a convivere con un Ban dolce ventiquattro ore su
ventiquattro, anche se la cosa non gli dispiaceva minimamente, gli faceva uno
strano effetto.
Filtrò i raggi del
sole con la mano e osservò i gabbiani che con le ali immobili si
lasciavano cullare dal vento, erano liberi in cielo, senza preoccupazioni. Lo
sarebbero stati anche loro?
Passò una
mezz’ora buona e il biondino cominciava a chiedersi che fine avesse mai
fatto il compagno quando la luce venne improvvisamente a mancare, due mani gli
avevano oscurato la vista. Ginji sorrise.
-Ban-chan?-domandò
già certo della risposta.
-Spero ti vada bene...- disse
il moro mettendogli tra le mani un panino dal profumo decisamente invitante.
-Come mai ci hai messo
così tanto?-domandò mentre Ban si sedeva a fianco.
-C’era coda...-tagliò secco
il ragazzo addentando il suo panino.
-Capisco...-esclamò
Ginji leggermente turbato. Era calato un silenzio strano, misterioso a dirla
tutta. Ban era strano, sembrava pensieroso. Il biondino non ritenne opportuno
fare domande o le risposte sarebbero state tutte certamente negative,
così che spazzolò rapidamente il suo pranzo per poi alzarsi
facendo finta di stiracchiarsi e così fare qualche passo indietro per
poi sedersi dietro Ban e cingerlo con le braccia,gesto che sorprese
notevolmente il moro.
-C’è qualcosa che non va,
Ban-chan?-domandò appoggiando il capo sulla sua schiena. Il compagno
stupito sulle prime, abbandonò per un momento il suo pranzo e strinse
una mano a Ginji
-No,non è
nulla...forse...-fece una pausa in cui sorrise-...forse mi fa uno strano
effetto tutto questo...-esclamò piano. Il biondino rise
-Ban-chan non pensavo fossi così
sentimentale...-.
Il moro rispose subito con
quanto sarcasmo era capace di utilizzare in quel momento
-Infatti io non sono sentimentale,
sono solo un ottimo attore-.
-Lo sospettavo. Infondo
rimarrai sempre manesco, venale ed
egocentrico...-e Ban stava per rispondergli su tono quando le labbra del
compagno si fecero vicino al suo orecchio
-...ed è anche per
questo che sono innamorato di te...-. Il moro fu zittito in un modo che certo
non si aspettava, non avrebbe mai creduto di udire simili parole dalle labbra
di Ginji, o perlomeno non rivolte a lui,nonostante il loro rapporto si fosse
notevolmente evoluto.
Terminò quel che rimaneva
del suo pranzo mentre Ginji gli si era accoccolato sulla schiena con gli occhi
semichiusi.
-Non credere che ti permetta
di restare lì all’infinito...-disse mentre beveva avidamente una
bottiglietta d’acqua. Il biondino si risvegliò come
d’improvviso ed esclamò con tono lamentoso
-Anch’io Ban-chan!-
riferendosi alla bottiglietta che con un gesto divertito Ban allontanò
alla sua presa.
-Sapevo che l’avresti fatto-disse
staccandosi da lui e tentando di afferrare la fonte della sua salvezza.
Ovviamente il moro non aveva nessun’intenzione di cedergliela così
facilmente, era un piacere troppo forte vedere i tentativi inconcludenti di
Ginji per rubargliela. Se aveva avuto alcune possibilità quando erano
seduti, ora che erano in piedi era inutile dire che finiva per mangiare sabbia
per tutte le volte che scivolava nel prenderla. Alla fine il compagno si arrese
sedendosi sulla sabbia con le ginocchia strette al petto.
-Sei cattivo Ban-chan!Mi si
seccherà la gola e non
potrò più parlare...-esclamò piagnucolando tentando di
commuovere in qualche maniera il moro.
-Quale dispiacere...mi priverai di
sentire i tuoi capricci?- esclamò sarcastico.
-Non parlerò
più e avrò la voce rauca e mi seccheranno anche le
labbra...-esclamò tentando di puntare su qualcosa che interessasse nel
vivo il compagno. Il moro sospirò e poi si avvicinò mettendosi di
fronte.
-Questo in effetti sarebbe
problematico...-.Ginji alzò appena il volto felice di aver raggiunto il
suo scopo.
-Ecco vedi...dai
Ban-chan!-esclamò allungando la mano. Il moro sorrise e anziché
dargliela la bevve fino all’ultimo goccio e prima che Ginji potesse
recriminare ancora si abbassò e lo baciò permettendogli di bere
direttamente dalle sue labbra. A Ginji quell’azione sorprese in maniera
inverosimile, tanto che per poco non gli andò di traverso la bevanda.
-Dissetato?-domandò il
compagno a pochi centimetri da lui.
-Sei sempre il
solito...-esclamò imbarazzato il biondino.
-Sei stato tu a dirmi che ti
piaccio per questo, no?-rispose prontamente Ban sistemandogli una ciocca di
capelli dietro l’orecchio.
Ginji sorrise. -Mi arrendo.-
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Ban si era addormentato sotto
l’ombrellone cullato da quella piacevole brezza, riparato da quei raggi
cuocenti da un ampio e ombroso ombrellone, mentre Ginji se ne stava seduto ad
osservare con sguardo perso il mare e le sue indomabili onde che sembravano
quasi voler fuggire dal mare e raggiungere la spiaggia, ma ad ogni slancio
queste venivano ricatturate dal mare e di nuovo allontanate dalla spiaggia.
Si voltò poi a
guardare Ban, in quell’istante appariva in tutta la sua debolezza,
respiro tranquillo, muscoli rilassati, occhi chiusi e mente totalmente lontana
dalla realtà. In quell’istante avrebbero potuto fargli di tutto e
non se ne sarebbe accorto, era davvero raro vedere Ban Mido così
indifeso, era davvero un privilegio. Il biondino gli si avvicinò piano
senza far rumore, voleva vederlo da vicino. Con estrema delicatezza gli tolse
gli occhialetti viola e li appoggiò con cura sopra le salviette. Senza
quelle difese Ban appariva in tutta la sua bellezza angelica e demoniaca
insieme, logico capire il perchè avesse così tante ammiratrici.
Lui più che quegli occhi da cucciolone non poteva mostrare, non aveva
quell’eleganza innata e quello spirito che contraddistingueva Ban da lui.
Aveva ancora indosso il
profumo del mare e Ginji lo assaporò chiudendo gli occhi e sfiorando
appena quella pelle lattea. Poi un’idea gli balenò in mente, era
rischiosa ma sicuramente piuttosto divertente. Si mise subito all’opera.
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Essere svegliati con un bacio
è sicuramente il massimo del romanticismo e certo Ban non poté
che apprezzare quel gesto da parte del compagno. Lo assaporò solo con il
tatto, non aprendo gli occhi, voleva gustarsi quelle sensazioni rimanendo
cieco, ma quando volle sfiorare con le sue mani quel volto qualcosa glielo
bloccò. Le sue mani erano come paralizzate e non potevano muoversi, ma
anche tutto il suo corpo!
Subito spalancò gli
occhi e la sua ansia si placò quasi immediatamente. In effetti, a dirla
tutta, era veramente prigioniero e impossibilitato a muoversi.
-Ginji...-esclamò con tono incline all’infuriarsi. Questo fu
subito ben inteso dal compagno che nonostante piangesse per le risate
già correva verso il mare, con la speranza di salvarsi.
-...Io ti
uccido!-esclamò Ban saltano fuori della sua prigione di sabbia e
scattando verso il biondino.
Superfluo è ormai
spiegare cosa avesse fatto Ginji per ingannare il tempo,era stata una
tentazione troppo forte ricoprire completamente Ban di sabbia lasciandogli
fuori solamente la testa a riccio.
Invano il compagno
scappò da Ban che in pochi istanti l’aveva acciuffato braccandolo
da dietro.
-E così mi attacchi durante il
sonno, eh?-esclamò sprezzante ma allo stesso tempo sorridendo.
-Gomen...Ban-chan...-tentò il
giovane.
-No,no...questa volta il suo
sguardo da cucciolo non ti salverà...-esclamò con un sorriso
ambiguo.
Inutile dire che la
“pena” inflitta da Ban non fu poi così dolorosa. Diciamo che
si divertiva come un gatto con la sua preda. Permetteva a Ginji di scappare,
poi lo riacciuffava e lo cacciava sott’acqua oppure lo spruzzava, senza
mai però allentare la presa, adorava vederlo alle strette, soprattutto
se era lui a metterlo in quelle situazioni.
Trascorsero così il
pomeriggio, accorgendosi dell’ora solo quando il sole tramontava, e fu
allora che Ban raccolse le preghiere di Ginji.
-...Ban-chan...stop...per
piacere...- ansimò il biondino scostandosi i capelli bagnati dalla
fronte e raggiungendo una zona del mare in cui si toccasse. Ban lo seguì
ma quando intuì che il compagno voleva raggiungere la riva lo prese per
un braccio e lo voltò ritrovandosi a pochi centimetri.
-Credi di aver già
finito?-gli sussurrò
baciandogli una guancia.
-Ma Ban-chan...avevi detto...-tentò
di ribattere il ragazzo. Ban sorrise.
-Allora l’ultimo...-disse
continuandolo a baciare sul viso e ritornando in una zona in cui a mala pena si
toccava.
-...Ban-chan...-.
Non capiva cosa il compagno
volesse fare, ma gli piaceva da matti quella situazione. -Fidati...-gli
sussurrò Ban e costringendolo ad andare sott’acqua con lui. Il
biondino tenne chiusi gli occhi e percepì distintamente i movimenti di
Ban, le sue mani che gli prendevano il volto, le sue labbra che si avvicinavano
e lo baciavano.
Indescrivibile cosa
provò in quell’istante, sentire improvvisamente freddo intorno e
un calore nascere dall’interno e diramarsi per tutto il corpo. Un
desiderio irrefrenabile di non staccarsi mai più e di bloccare il tempo
in quel singolo istante.
Nonostante questo
però, quando l’ossigeno finì furono costretti a riemergere.
Ginji con un lieve rossore sulle guance, poiché certo non si aspettava
un simile gesto, Ban divertito nel vederlo così. Si guardarono un attimo
e poi Ginji esclamò.
-Altre sorprese Ban-chan?-.
Il moro sorrise indeciso su come rispondere,ma pi si limitò a rimanere
in silenzio e a seguire il compagno fuori dall’acqua. Ora doveva dirgli
la cosa più difficile.
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-Dai Ban-chan!Ho una fame
tremenda!-strepitò Ginji lamentandosi della lentezza del compagno. Ban
si allacciò l’ultimo bottone della camicia e fece cenno a Ginji di
avvicinarsi e sedersi. Il biondino piuttosto incuriosito, ubbidì senza
fare domande.
-Cos’hai
Ban-chan?-domandò vedendo quell’espressione seria sul suo volto.
Il compagno per tutta risposta si accese una sigaretta e solo dopo arene
aspirato gli si sedette di fronte.
-Ginji mi spiace,ma questa
sera dovrai rimanere ad aspettarmi in albergo da solo...-.Il biondino fu
piuttosto sorpreso per quell’affermazione, voleva dire solo una cosa.
-Perché mi dici questo?Avevo
ragione io a pensare che ci fosse di mezzo una missione,vero?E vuoi tenermi
fuori per delle assurde ragioni,per caso?Ban-chan avevi detto che...-lo sguardo
di Ban lo fece zittire.
-Non c’è nessuna
missione Ginji. La cosa è molto più semplice...-esclamò
aspirando nuovamente dalla sigaretta.
-Il problema è che non
ci bastano i soldi per i biglietti sia per l’aereo e per lo
shinkansen...così oggi a pranzo ho ricontattato il gestore di quel
bar...gli ho chiesto di prendermi per questa sera...così domani possiamo
partire senza problemi...-.Ginji rimase in silenzio e poi replicò
–
Allora vengo
anch’io!Non voglio che debba lavorare solo tu!E poi so bene che tu
preferisci fare solamente il riportatore e non altro...-.Ban sorrise e poi gli
avvicinò il volto e gli sussurrò
-Meglio di no. Mi distrarresti
troppo...-e gli baciò l’orecchio.
-Non è vero
Ban-chan...-mugolò il biondino.
Alla fine, in un modo o in un
altro era sempre Ban ad averla vinta. Inutile dire che sapesse alla perfezione
come ottenere il consenso del compagno. Ora stavano camminando nel centro
diretti verso l’albergo.
-Fino a che ora starai via?-
domandò ad un certo punto il biondino. Ban lo guardò sorridendo.
-Ehi,mica devi abbatterti
così!Guarda che mica ti lascio per sempre, saranno tre o quattro
orette...-.
Ginji sobbalzò.
-Così tanto?Posso venirti a
trovare?-domandò ansioso.
-No,mi faresti distrarre,lo
sai. E poi non ti ricordi nel Mugenjo quanto siamo stati divisi?Tu eri con
Akabane ed io con quel garzone da circo...Sei sopravissuto, no?- disse gettando
il mozzicone in un cestino.
-Per bontà divina,Akabane avrebbe
potuto attentare alla mai vita in ogni istante,...e poi non è vero che
non mi mancavi!-esclamò arrossendo un poco. Ban rimase in silenzio, ma
poi sorrise e senza preavviso lo cinse
a lui con un braccio.
-B...Ban-chan?-era un poco imbarazzante
andare in giro così. Come avrebbero potuto?
-Non ci guarda nessuno,baka.
E comunque per me non è un problema...-e fece per staccarsi quando Ginji
rafforzò la presa.
-No...-.
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Quando furono le 19.30 Ban
dovette abbandonare il suo cucciolotto e recarsi a quel bar. -Non fare tardi,
ok?-esclamò Ginji sulla porta della stanza.
-Si mamma...ah il maglione di
lana ce l’ho...-e si beccò un cuscino in faccia.
-Spiritoso!-esclamò
andandosi a sedere sul letto con le gambe e braccia incrociate. Ban sorrise e
raccogliendo il cuscino gli si avvicinò.
-Su, non tenermi il
broncio...-esclamò iniziando a mordicchiargli le labbra.
-Non...non vale...-mugolò il
biondino, accettando di buon grado quelle attenzioni.
-Devo andare...-disse Ban,
non volendo interrompere per nulla al mondo quel contatto tanto piacevole.
-Va bene...-annuì il
biondino. Ma nonostante questo Ban non accennò ad andar via e ciò
fece sorridere Ginji che fece un piccolo risolino.
-Ban-chan...devi andare...-
esclamò staccandosi da lui.
Il moro sospirò
-Dannata anguilla diligente...-esclamò prima di alzarsi e uscire dalla
porta. Ginji rimase in contemplazione della porta per alcuni minuti poi accese
la tv sperando che il tempo passasse in fretta.