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Autore: DelilahAndTheUnderdogs    15/10/2016    1 recensioni
Sedici ragazzi e una casa tutta per loro.
Un anno di tempo per riuscire ad andare d'accordo.
Riusciranno i nostri eroi a uscirne illesi?
Credo proprio di no.
***
Dal testo:
"Speravo dicessi qualcosa di simile” trillò prendendo il colletto della maglia del maggiore, tirandolo verso di sé pericolosamente.
“Tu-tutto questo è sbagliato Jim-” balbettò venendo interrotto dalle labbra del minore che, non volendolo più sentir parlare, decise di interromperlo.
Coscienti dello sbaglio, decisero di continuare a sbagliare, dimenticandosi di aver lasciato la porta aperta.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LONELY LIPS, 
ON ACCOUNT OF 
'I LOVED THAT OTHER GUY'
(storia in collaborazione con phenomenonXm)




 
Feeling so blessed 'cause I have everything 
Everything except for a woman with a ring 
Somebody help me I got too many options 
So many fishes in my DM like an ocean
- "Late Night Selca", Salv & Family (Ft. JRE x KENNY)





capitolo 1:
§will you hold my hand?§

Namjoon guardò fuori dalla finestra e notò che la brina depositata accanto alla rimessa dei camion, si era sciolta.
Si era messo nei casini e gli piaceva di brutto.
Dopotutto il suo stage name era Rap Monster e denotava certamente una sicurezza disarmante sulle sue abilità.
Prima di tutto, come amava spesso sottolineare, era nato e cresciuto come rapper, non un idol: le sue cose se le scriveva, non se le faceva scrivere.
Come ballerino faceva veramente pena, rispetto agli altri e poi il sogno di diventare idol non era mai stato il suo ma quello di Jungkook o di V: è a lui che piace quello status, è lui che riesce a fare proprio di tutto.
Lui, Kim Namjoon, ha sempre avuto sogni più grandi di sé e una maturità che tutti invidiano.
E non invidia di sicuro l'incomprensione che si è creata fra lui e Chanyeol degli EXO.
Maledetto bastardo che l'ha chiamato in causa: come può dire che rappa male se il sogno di quel subessere è cantare instead of spit bars, if ya know what I mean.
Vorrebbe un bel martini liscio pur di dimenticare le offese che quello gli aveva rivolto in modo subdolo e viscido.
E lascia scorrere il tempo e questi pensieri sulle parole di Notorius B.I.G e sorride appena.
***
Ha labbra solitarie su mille cuori infranti, sogni andati in fumo e cercando sempre di dare il massimo.
Ha labbra solitarie su occhi flirtuosi e su piccole bugie, come a dire che ama un altro ragazzo.
Se tornasse indietro nel tempo cambierebbe delle cose ma non è sicuro su quali.
Le sue labbra solitarie vogliono dire che qualcuno l'ha già trovato e che si sente triste e sconsolato.
Forse ha perso quell'amore?
Ed era come seguire un branco invisibile in cui tutti facevano attenzione a non cadere ma far cadere gli altri.
E deglutisce sonoramente.
Sarebbe caduto e avrebbe tramutato la nave candida in fragole estive.
***
Chanyeol si sentiva un macigno nel corpo: doveva e ripeto doveva dire qualcosa su quel pseudo-idol dei suoi stivali.
Si vedeva lontano un miglio che la vita che conduceva Kim Namjoon non gli piaceva, affatto: cercavano con le loro fan di essere quanto meno reali, quei Bangtan Sonyeondan, erano genuini e non qualcosa di manufatto.
Sapeva che quel ragazzo se la tirava in modo assurdo: aveva ascoltato Joke, una volta, ed era rimasto basito da tanta sfrontatezza.
Di conseguenza gli sembrò logico prendersela con lui ai MAMA e fare una bella diss in diretta nazionale.
Neanche a dirlo, su Twitter si scatenò la terza guerra mondiale fra le EXO-L e le A.R.M.Y.s (nome alquanto stupido, dal suo punto di vista).
Le fan internazionali se la ridevano poiché trovavano infantile tutta la situazione, nulla di più.
Tornati ai dormitori, i manager e i produttori erano tesi per questa sua uscita: il capo non l'avrebbe fatta passare liscia.
Quella notte, fra le braccia di Baekhyun, pianse perfino l'anima non tanto perché era dispiaciuto di quel che aveva fatto, affatto.
Ma che per colpa sua, il gruppo ci avrebbe rimesso.
***
Jongin quando vide per la prima volta Rap Monster, si ritrovò la faccia in fiamme tanto che ci poteva cuocere due uova al tegamino per guancia.
Era rimasto incantato per la classe con cui aveva risposto a quel deficente di Chanyeol: con tono pacato ed elegante gli disse di "andare egreggiamente 'affanculo" e accennando un sorriso in cui si formarono le due fossette più belle del mondo conosciuto.
E tutto questo lo vide sul maxi-schermo.
Sentì le farfalle nello stomaco per la prima volta.
E non voleva che il tutto svanizze, che si fermasse a quell'episodio isolato.
Sperava di poterlo incontrare nuovamente.
Ovviamente, senza l'interferenza di quella testa di cazzo di Chanyeol.
***
Nana Tanaka era stata chiamata da un'agenzia discografica per fare da donna delle pulizie inuna casa in riva al mare.
Atterrò a Seul con le migliori intenzioni, tra le quali imparare il coreano.
Un corso l'avrebbe aiutata sicuramente: veniva da Seattle ed era giapponese ma americana di prima generazione.
Aveva trentacinque anni ed era sposata con l'amore della sua vita, LaSean Robinson: si rifiutava categoricamente di usare il cognome del marito, più che altro perché le dava ancora un senso di libertà.
Aveva una bambina, a suo parere la più bella del mondo: Nobuko Robinson, in onore di sua nonna Nobu, era molto vivace e fin troppo amichevole, difetti che aveva preso dalla madre.
Arrivò a quella che le sembrò una villetta abbastanza spaziosa per una decina di persone.
Sentì un inglese maccheronico arrivare dalla cucina e si incuriosì: chi poteva già esserci alle tre di notte? Dei ladri?
Si affrettò a ragiungere le voci: davanti a sé non aveva un essere umano, questo era certo, ma un gigante dai capelli rossi e un milliardo di lentiggini e in più, come bonus, una ragazza di colore che sorrideva divertita al suo stupore.
"Who are you?"
"Oh, well, we are Fiammetta" disse indicandosi "and Renée" aggiunse facendo avanzare l'altra ragazza "and you are ...?" chiese, infine.
"I'm Nana, nice to meet you both" disse non ancora ripresa da tutto ciò "why we are here?"
"Aparently, we are here to take care of sixteen total morons and their gayness - I'm not sure about one of them" e la sua voce si fece piccata "but they are totaly gay, believe me"
"Hachi" la chiamò Renée dalla cucina "is it cool if I call you Hachi?"
"Well, if you want call me 'eight' ok then" fece una piccola risatina e lasciò i suoi bagagli vicino alla porta.
Si lavò le mani nel lavandino e sentì Renée mettere su musica anni cinquanta dal computer.
"Don't you be such hold back" e iniziò a ballare sulle note di Sh-Boom dei The Chords dando dimostrazione delle sue doti alquanto scarse "come on, come here and dance with me"
"Ok, then" disse Fiammetta "but they're going to arrive, like, in a couple of minutes"
"Oh, I don't care to be honest" Renée fece un'alzata di spalle "let's enjoy ourselves, don't ya?"
Nana si ritrovò con una pazzoide e un acida sarcastica nella sua vita e non poteva chiedere di meglio.
Sa solo che si ritrovò a cantare Earth Angel a squarciagola.
***
Kai sospirò guardando fuori dal finestrino, senza prestare ascolto alle parole degli altri ragazzi. 
Era nel furgoncino assieme a Chanyeol, Baekhyun e Minseok e dio sapeva quanto quei ragazzi fossero rumorosi e fin troppo agitati. 
La chiamata di Suho ha reso i loro animi agitati perché qualcosa stava accadendo. 
Lui e Minseok l'avevano intuito, si erano confrontati giorni prima ed avevano immaginato che non l'avrebbero fatto passare liscia la litigata con qual ragazzo dei BTS, sapevano che qualcosa doveva succedere ma di certo, pur avendo pensato a qualsiasi cosa, non avrebbero immaginato a tre mesi di vacanza in una casa più o meno fuori dal mondo.
***
"Benvenuti in questa 'umile' dimora, miei baldi giovani" disse Fiammetta, accogliendoli in salotto "madonna, il polo nord è più caldo gente!" 
Chanyeol stava fulminando Namjoon e Baekhyun gli diede uno scapellotto facendolo voltare verso la rossa di malavoglia.
"Siccome le vostre case discografiche hanno dato il pieno potere a me" un sorriso comparì in quella marea di lentiggini "ho deciso di decidere - Jin sussurrò 'cacofonia portami via' - io le varie disposizioni delle camere" gemiti di lamento provenirono dagli EXO "e non discutete!"
"Fateci l'abitudine, fra un po' potrebbe decidere anche come vi dovrete vestite"
"Kim Seokjin, nessuno ha chiesto il suo parere" non lo degnò nemmeno di uno sguardo.
"Uh, disse quella che mi mandò 'affanculo"
"Sinceramente, non c'entra un cazzo" replicò sorridendo "e non è colpa mia se qualcuno qui non vuole deludere i propri genitori"
Jin le si avvicinò completamente, guardandola dal basso: "Stai zitta, non sai niente"
"Cosa vorresti alludere, sentiamo" gli occhi divennero due fessure insondabili.
"Che non sei un'idol, porca miseria"
"Ora, Kim Seokjin, sei in stanza di isolamento fino a nuovo ordine" il tono della ragazza era sadico.
"Vi chiamo e dovete mettervi alla mia sinistra" si schiarì la voce "iniziamo con la coppia che scoppia: Park Chanyeol e Kim Namjoon, altrimenti noto come Rap Monster"
Con le braccia incrociate, si misero dietro all'arma- alla rossa e continuando a guardarsi in cagnesco.
Andò avanti, non prima di aver notato lo sguardo di Lay su Jimin: era lo stesso suo quando guardava Jin.
"V e D.O." 
"Lay e Jimin" 
"J-Hope e Sehun"
"Suho e Suga"
"Jungkook e Baekhyun" si rivolse agli altri tre "tu signorino in stanza di isolamento" disse austera rivolta a Jin "e voi due, uhm" la faccia si fece pensierosa "allora, Xiumin dorme con Renée" Xiumin la vide e fece una faccia schifata "sì, con lei! Chen, tu sarai in stanza da solo" e rivolgendosi a Kai "tu condividerai la stanza con me"
Suga vide la faccia di Jin contrita e si domandò fino a che punto poteva amarla.
Yoongi, invece, si chiese perché non poteva amare lui al posto di quel codardo senza onore né dignità.
Bulkkoch meritava certamente di meglio e non quella faccia da schiaffi.
***
Lay si era rinchiuso nella sala prove di quella immensa casa per non sentire le voci di nessuno. 
Erano arrivati da due giorni e litigavano di continuo per la divisione della casa: chi deve usare il campo da tennis, la sala prove, la cucina. 
Cosa che peraltro lui non capiva, visto che nemmeno conosceva bene quei BTS: non vedeva il perché di questi litigi e di queste divisioni. 
La porta si aprì e lui subito si alzò da terra quasi spaventato, si tenne la mano sul petto respirando rapidamente e guardando la porta, sorrise agitando la mano libera. 
“Ti disturbo? Non credevo ci fosse qualcuno, volevo allontanarmi da quei due” esclamò uno dei BTS sorridendogli, indicandogli la porta dove nel corridoio Bulkkoch - era stata soprannominata così la ragazza dai capelli rossi - e un vocalist dei Bangtan stavano dando spettacolo. Avvicinandosi a lui, gli sedette di fronte, sul pavimento e lo guardò appena “tu sei quello cinese giusto? Hai capito quello che ho detto?” ridacchia spostandogli un ciuffo dagli occhi, gesto totalmente involontario che fa arrossire appena il ragazzo. 
“Ti ho capito sì, ma non so come ti chiami. Sono Lay” sorrise, si domandò perché questo giovane lo mette tanto in soggezione “tu non sei il rapper che tanto odia Chanyeol, giusto?” domandò, rendendosi conto della sua stupidità.
Jimin sorrise a sua volta, negando con il capo: “No, io sono Jimin. Canto e ballo, sai. Ci sono troppi rapper tra di noi, e non oserei farmi nemico quel gigante 2.0” annuì lanciando uno sguardo al cellulare lasciato a terra da Lay, poco distante da loro “tu ci hai mai visti cantare?” chiese quasi di getto, avvicinandosi per prendere il telefono. 
Lay negò: “Se Chanyeol scopriva che guardavamo qualche vostro video di sicuro ci avrebbe picchiato” spiegò sbloccando il telefono con la sua impronta, lasciando che il giovane cerchi liberamente qualche video. 
“Tu sei più grande di me, no? Sai” iniziò, scrivendo sul telefono qualcosa “ho fatto delle ricerche su di voi giorni fa ed ho scoperto che siete tutti più grandi di me, persino Sehun” ridacchiò passandogli il telefono sospirando “ti ho salvato qualche link, guardalo non appena hai tempo” mormorò sdraiandosi a terra, chiudendo gli occhi per provare, forse, a recuperare il sonno perduto in viaggio. 
Non appena bloccò il telefono Lay ritrovò a guardare il giovane di fronte a sé: spostò subito lo sguardo dai suoi pantaloni forse leggermente stretti, e sospirò. 
“Credo di volerti baciare” mormorò, inconsciamente ad alta voce e si poggiò al muro.
A quelle parole, Jimin sgranò gli occhi e sorrise nervosamente, si sedette e veloce si avvicinò al maggiore. 
“Speravo dicessi qualcosa di simile” trillò prendendo il colletto della maglia del maggiore, tirandolo verso di sé pericolosamente. 
“Tu-tutto questo è sbagliato Jim-” balbettò venendo interrotto dalle labbra del minore che, non volendolo più sentir parlare, decise di interromperlo. 
Coscienti dello sbaglio, decisero di continuare a sbagliare, dimenticandosi di aver lasciato la porta aperta.
***
Quello che successe dopo quel contatto fu confuso, quasi vitale. 
Fu sudato, caldo, violento e dolce, silenzioso ma internamente caos, urla trattenute, lacrime asciugate con baci, semplicemente tutto in niente. 
La prima cosa che Jimin decise di fare fu di rubare il maglione di Lay, voleva possedere qualcosa di quel momento, che trattenesse l'energia tra i loro corpi. 
Si spinse sul bacino del maggiore che, respirando irregolarmente, lo lasciò fare. 
Prese il bordo del maglione nero e lo strinse con la punta delle dita, il contatto tra lui freddo ghiaccio e la pelle fuoco del cinese fece rabbrividire entrambi. 
Si morse allora il labbro inferiore deciso a sfilare quel benedetto maglione e, non appena riuscì nell'impresa, anche aiutato dal soggetto usato come manichino, si soffermò sul corpo leggermente sudato del maggiore ed un soffio uscì quasi spontaneo. 
Non disse nulla, sfiorò il profilo delineato con la punta delle dita, facendo venire i brividi al giovane che decise di agire. 
“Non ti lascerò fare così” sussurrò, ricordandosi improvvisamente delle altre quindici persone in casa, e con un gesto esperto fece sdraiare il minore sul pavimento, stando attento a non fargli del male fisico. 
Sfilò i pantaloni neri della sformata tuta dal suo corpo, mordendosi il labbro per non accelerare troppo le cose: baciò le labbra tremanti del minore che lì, in quel momento, si stava sentendo nudo. 
E non solo fisicamente, si sentiva tremendamente nudo a livello emotivo. 
Lay sorrise, mentre le sue labbra erano ancora legate a quelle del ragazzo, e con un paio di rapidi gesti si sfilò a sua volta i vestiti rimasti. 
Chiuse gli occhi di Jimin con una mano e sorrise nel sentirlo terrorizzato e rigido sotto il suo tocco: “Sì, ma se resti così rigido per me sarà complicato e per te doloroso tesoro” provò a farsi sentire, iniziando ad accarezzargli l'interno coscia “anche se ti preparassi non so quanto servirebbe ma non rischierò di farti urlare quindi” ed invece di finire la frase infilò un dito nell'apertura ancora rigida di Jimin che sgranò gli occhi pronto ad urlare. 
Lo fermò solo il bacio di Lay. 
La preparazione continuò per svariati minuti, minuti nei quali le labbra di Lay e quelle di Jimin rimasero incollate quasi a non potersi più separare, a non volersi più separare. Quando finalmente Lay completò Jimin quest'ultimo non pote non urlare, e nonostante la mano di Lay stesse soffocando il grido, si sentì. 
Quello che successe fu breve ed intenso, doloroso e magnifico. 
Fu tutto per Jimin
Fu tutto per Lay.
***
La mattina successiva Jimin si ritrovò nel suo letto con indosso un maglione non suo, dolori in ogni parte del corpo e una nuova consapevolezza. 
La notte prima l'aveva passata disteso sul pavimento della sala prove con indosso quello stesso maglione che stava ancora stringendo, un Lay in pantaloni e basta, ridendo e parlando di cose a caso. 
Dopo aver vissuto uno dei momenti più intensi della sua vita, dopo aver capito cosa significa avere qualcuno al proprio fianco, dopo essersi sentito per la prima volta utile e completo. 
Il dolore provato è subito stato rimpiazzato da quella consapevolezza felice che ti colpisce quando capisci che da quel momento tutto andrà per il verso giusto. Sospirando si alza e raggiunge la cucina, con una lentezza giustificabile. 
Prima di entrare si ferma, rendendosi conto che molti dei ragazzi erano in cucina per la colazione, compreso lui. 
Decise di farsi forza, sapeva che prima o poi dovrà affrontare il suo sguardo, ed entrare con un timido sorriso. 
Una serie di saluti coperti da tazze di ogni tipo raggiunsero il suo orecchio, cosí credendo di averla superata si avvicina al bancone e prese una tazza di caffè, iniziò a soffiarci sopra. 
Si voltò per andarsi a sedere quando incontrò il suo sguardo. 
Tutto sembrò congelarsi qualche istante, immagini dell'unica e meravigliosa notte passata insieme piombano davanti agli occhi dei due ragazzi come un flash che li destabilizza. 
E non servono parole, basta uno sguardo per far capire ogni cosa. 
Lay spostò leggermente la sedia in fuori e timidamente Jimin si avvicinò, sedendosi delicatamente sulle sue gambe, gli sorrise ed iniziò a bere il suo caffè.
Jin, V, Baekhyun e Xiumin che, in religioso silenzio avevano osservato la scena quasi si strozzarono, in contemporanea, non appena intuirono.
La voce squillante di Baekhyun fu la prima a riempire la stanza: "Ditemi che state insieme, vi prego ditemi che sarete sempre cosí vicini" chiese fin troppo eccitato. 
Le voci di Jimin e Lay risuonano all'unisono con due sillabe differenti. Jimin poggiò rapido la tazza e guardò il ragazzo: "Abbiamo fatto sesso ma non stiamo insieme, nemmeno ti conosco perdio!" esclama sorpreso, ma sotto sotto felice, della risposta positiva del maggiore.
"Io dico che ci possiamo conoscere, ma stiamo insieme. Non vuoi stare con me?" la tattica di Lay era molto semplice ma efficace, intenerirlo. 
E ci riuscì subito, visto il sospiro sconfitto del ragazzo che si limitò a baciargli il naso, tornando a bere.
   
 
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