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Autore: _Akimi    15/10/2016    1 recensioni
[Rin x Rei]
"Rin lo trova bello, non nel senso universale del termine; probabilmente qualcuno gli direbbe che ha delle pessime preferenze estetiche, ma Matsuoka è un sentimentalista e immagina che dietro a quella montatura di un rosso cangiante indossata dall'altro si nasconda un ragazzo brillante, forse un po' introverso, ma incredibilmente singolare."
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Rei Ryugazaki, Rin Matsuoka
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Rin lo ha notato spesso, in questi ultimi giorni, ciò nonostante i loro sguardi non si sono incontrati neppure per un breve attimo.
E' intimorito, è interessato, sì, il Rosso è nella fastidiosa posizione di dover nascondere la propria curiosità davanti a quel ragazzo di cui non sa nulla.
Lo vede spesso leggere, con la mano sinistra si sorregge alle maniglie che oscillano ogni qualvolta il treno riparte, e un piccolo sorriso è abbozzato misteriosamente sulle sue labbra.
Rin lo trova bello, non nel senso universale del termine; probabilmente qualcuno gli direbbe che ha delle pessime preferenze estetiche, ma Matsuoka è un sentimentalista e immagina che dietro a quella montatura di un rosso cangiante indossata dall'altro si nasconda un ragazzo brillante, forse un po' introverso, ma incredibilmente singolare.

Così lo osserva, alle volte di sbieco, altre con particolare passione, e immagina di lui cose che, in un modo o nell'altro, è convinto che il suo volto gli stia raccontando.
Rin legge nelle sue espressioni un qualcosa di vagamente intellettuale, trova che sia quel genere di persona che ami mettersi alla prova, che non conosca limiti e che superi le proprie insicurezze con fatica e dedizione.
Rin si sente uno sciocco poiché adora tutto di lui, anche quando non conosce nulla, ammira tutto di lui, anche se quel poco che sa è la sua passione per i libri e il suo essere studente.

Per i primi giorni si convince di non avvicinarsi a lui se non con lo sguardo, qualche volta – quando è abbastanza vicino – tende l'orecchio per sentirlo parlare al telefono, ma non va mai oltre perché ha dei valori che non può infrangere e origliare lo fa sentire in colpa subito dopo.
Almeno si accontenta di riconoscere la sua voce tra mille altre, ne apprezza le variazioni quando è arrabbiato o quando è stanco, imprime nella mente il suo timbro e capita che ripensi a lui durante gli allenamenti, distraendosi al pensiero che possa essere lì, in piscina a guardarlo.

Passano settimane prima che possa sapere come si chiami; è quasi una casualità, a dire il vero, poiché un ragazzo suo amico lo chiama e l'unico dettaglio su cui si sofferma Matsuoka sono le lettere che compongono il suo nome.
Rei – lo ricorda anche tornato a casa, lo ripete guardandosi allo specchio e capita che arrossisca perché non ha mai provato sentimenti così forti e contrastanti al tempo stesso, e questo Rei, del tutto ignaro di lui, inizia lentamente a rubargli energie.
Pensa a lui quando ricominciano le lezioni; adora la matematica e non può che pensare che per il megane sia lo stesso.
Lo immagina svelto nei calcoli, ordinato nello scrivere, disperdendosi in tutte quelle lettere e incognite ove anche lui si smarrisce, ritrovando la strada una volta risolto il problema.

Poi giunge ancora il sabato e quando Rin lo ritrova davanti a sé non resiste dal posare lo sguardo su di lui; si umetta le labbra perché nervoso e il piede si muove senza controllo, disubbidendo al volere del Rosso.
Sono a pochi centimetri di distanza, i posti a sedere sono tutti occupati e si sta stretti, eppure Rei ignora il fastidio di avere il respiro di un altro sulla nuca e continua imperterrito a leggere.
Qualche volta perde l'equilibrio, è così preso con il suo romanzo da non rendersi conto di muoversi a piccoli passi verso Rin che, disperato dalla loro crescente vicinanza, sente già la presa della sua mano sul suo zaino farsi scivolosa.
Il nervosismo inizia a crescere in lui, le labbra tremano, l'aria inizia a mancargli e prova la surreale sensazione che i fianchi del treno si stiano restringendo verso di loro.
Lo spazio è minimo, le ultime molecole di ossigeno si consumano in un suo unico respiro e il tempo si ferma, dimenticandosi di qualsiasi legge fisica studiata precedentemente dall'uomo.

«Scusa.»
Le loro spalle si sfiorano, Rin percepisce il calore del corpo dell'altro contro di sé e non ha neppure tempo per riflettere.
Rei ha perso definitivamente l'equilibrio, è scivolato verso di lui – seguendo la direzione della brusca frenata del mezzo – e si poggia contro Rin poiché non ha altro modo per non cadere.
Il libro abbandona le sue mani, la forza di gravità lo attira verso il pavimento e Rin lo osserva richiudersi sino a fermarsi vicino ai suoi piedi.
«Non – non ti preoccupare.»
Non sa come ci sia riuscito, essere sopravvissuto a quel momento lo porta ad affaticarsi come se avesse appena concluso numerose vasche a farfalla; eppure, si sente soddisfatto e si china verso il basso per poter raccogliere il libro.
Flette le ginocchia, scompare dal campo visivo del megane e rimane in quella posizione quanto basta per poter leggere il titolo del romanzo.
Robinson Crusoe – Rin ne ha letta una parte, quando era in Australia, ma ricorda ben poco delle vicende del protagonista.
Quando rialza il capo, sente le dita di Rei scorrere sulle proprie e i loro volti sono così vicini dall'obbligare Rin a celare malamente un'espressione di stupore.

Le nota ora, le sue iridi color ametista; si accorge di come le sue gote arrossiscano in fretta e non può che arrossire di rimando poiché tutto aveva immaginato, ma mai di poterlo osservare da così vicino.
«Penso che sia impossibile riprendere il se-» «Non dovevi-»
Parlano l'uno sull'altro, i loro palati sono secchi, le lingue intorpidite e il suono che fuoriesce dalle loro labbra pare un sospiro confuso.
«Grazie, davvero.»
Entrambi si rialzano in piedi, Rei riprende il suo libro ed è così cortese da lusingare il Rosso; quest'ultimo nota le sue dita tremanti sfiorare la montatura, inforca gli occhiali e Rin non risponde perché intimorito dall'accecante fascino che quel semplice gesto racchiude.
Il silenzio imbarazza Rei, si comprende da come le sue iridi si perdano nell'osservare l'altro, ma finalmente Rin ritorna alla realtà e replica con un cenno del capo.
«Si sta un po' stretti qui, magari qualcuno poteva rovinarlo.»
Lo bisbiglia come se fosse un segreto che solo Rei ha il diritto di conoscere; il ragazzo accenna un sorriso di cortesia e poi , subito dopo, ritorna ad essere serioso.
«Hai ragione.»
La sua è solo una conferma, si tratta di una conversazione che è destinata a morire pochi attimi dopo e, sebbene Rin ne sia tremendamente dispiaciuto, non può che allontanarsi e scendere alla fermata per raggiungere casa.
 
* * *

 

Rei sta morendo, non sa ancora di quale malattia, ma conosce già i sintomi.
Il cuore palpita più veloce del dovuto, il suo orologio indica un vertiginoso aumento della sua frequenza cardiaca e le sue gambe tremano tanto dal costringerlo a distrarsi, camminando avanti e indietro sulla banchina ferroviaria.
Lui è lì, se ne sta seduto con le proprie cuffie, batte il piede a ritmo di musica, ma con l'orecchio sinistro ascolta vagamente l'amico al suo fianco.
Rei sente lo stomaco restringersi; si ripete che potrebbe riconoscere la sua figura tra mille altre, forse complici i suoi capelli rossi o il sorriso aguzzo, ma sono anche gli occhi stessi del megane ad essersi abituati alle sue espressioni: lo vede spesso increspare le labbra a qualcun altro, un ragazzo dai capelli scuri e i lineamenti del volto rigidi e severi.

Finalmente scopre il suo nome: il moro sospira un semplice «Rin, non cambi mai.» e lo sguardo di Rei si illumina poiché quelle semplici lettere rivelano un suo nuovo, importante dettaglio.
Rin – il megane si ripete che è un inizio, non che possa accontentarsi solo di quello, ma è un dettaglio che influenza positivamente la sua intensa ricerca di indizi.

«Quindi, seguendo la tua logica, mi stai dicendo che hai perso la testa per questo ragazzo di cui conosci solamente il nome?»
A quelle parole, nota il viso di Rin avvampare, abbassa lo sguardo per evitare gli occhi dell'amico, ma Rei osserva tutto e non può che condividere il suo imbarazzo.
«Ci siamo parlati. Solo una volta, a dire il vero.»
La voce di Rin trema, parla di un dettaglio apparentemente insignificante, ma Rei si sente subito afflitto poiché basta una banale affermazione per abbattere tutte le sue speranze.
«Come ti sembra, è un nuotatore?»
Il megane trattiene il fiato, i polmoni si riempono di aria e l'attesa e il silenzio si colmano di aspettativa e interesse.
«No,» Inizia a parlare passandosi nervosamente una mano dietro alla nuca; «legge molto, è l'unica cosa che so.»
L'amico sbuffa, Rin arrossisce e il tempo per Rei pare rallentare per un solo attimo; ricorda all'improvviso del primo giorno in cui i loro sguardi si sono incontrati, le loro dita che si sfiorano e una breve conversazione conclusa a causa delle circostanze del momento.

Non sa cosa lo abbia convinto, ma Rei è certo che stia parlando di lui.
Calcola mentalmente le possibilità che quel che spera sia vero, tuttavia il riscontro non è dei migliori; molti ragazzi prendono i mezzi pubblici, molti studenti leggono e non c'è modo di pensare che lui sia il fortunato tra quei tanti.

«Si chiama...»
Rin parla, il treno giunge sui binari e le sue parole svaniscono tra il discorrere delle persone, le porte che si aprono e la voce metallica che avvisa di non attraversare i binari.
 
* * *

 

Rin lo ha spiegato chiaramente, non ha intenzione di parlargli né tanto meno di dichiararsi; Sousuke lo schernisce dicendo che non ha nulla da perdere, ma è una sciocchezza e il Rosso accetta di essersi preso una pessima sbandata per un ragazzo, quel ragazzo per cui poche settimane prima avrebbe davvero rischiato di seguire il lato più istintivo di sé.
Rei rimane così un semplice sogno, un'illusione che lo fa sorridere ogni qualvolta si ritrova a prendere il treno per raggiungere la sua famiglia.

E' un bel sogno, non può che pensarla in questo modo, e in quanto tale, deve rimanere irrealizzato.
Rin Matsuoka odia le cose semplici - nonostante stia diventando adulto – e rimane il solito idealista che crede solamente a ciò che prova.
Tuttavia, in questa situazione si ferma, non segue più i suoi sentimenti.
 
Rei rimarrà Rei.
Un ragazzo scorbutico o disponibile? Dall'indole razionale o emotivo?
A tutto questo, Rin non ha e mai avrà risposta, ma immagina, immagina vedendolo ora salire sul treno e lo farà anche nei giorni futuri quando, come per la prima volta, lo vedrà leggere al centro del medesimo vagone.

 
  
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