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Autore: AuroraEverdeen99    16/10/2016    2 recensioni
"Sofia merita due mamme felici. Sto dicendo di essere tutti felici!"
"Grazie!"
E mi abbracció. Fu uno degli abbracci piú dolorosi della mia vita. Stavo lasciando andare le "mie ragazze".
Non perdete neanche un capitolo di questa storia, anzi leggete gli ultimi due capitoli freschi di giornata.
La storia verrà conclusa entro e non oltre domenica prossima. Affrettatevi!
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Arizona Robbins, Callie Torres, Sofia Robbins Sloan Torres, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro, Contesto generale/vago
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Mi fermai di colpo.
  - Cosa?!- non riuscivo a crederci.
  - Arizona...-
  - Dimmi che stai scherzando! Callie ...- mi alzai, raccolsi la mia biancheria e cercai di rivestirmi.
  - Arizona! Aspetta, fammi spiegare..- mi prese per un braccio e mi fece sedere di nuovo.
 Cercavo di non guardarla negli occhi, se lo avessi fatto avrei iniziato a piangere.
  - Arizona... io non posso tornare con te, tu...tu sei l'amore della mia vita, ma sono convinta che se tornassimo insieme io ti farei soffrire poi tu faresti soffrire me. E io non voglio più soffrire in questo modo, non ne ho più le forze.- disse con dolcezza.
  Sentivo il suo sguardo pesare sopra di me, ma non avevo il coraggio di rispondere, di muovermi, di guardarla.
  - Arizona, guardami... ti prego...- mise una mano sotto il mio mento e mi costrinse a guardarla. Non me ne ero accorta ma alcune lacrime già rigavano il mio viso.
  - No, Arizona... ti prego non piangere...- disse Callie e mi abbracciò mentre io cercavo in tutti i modi di staccarmi da lei. Le tiravo pugni sul petto e sulle braccia, urlavo e mi dimenavo. Ma lei continuava a stringermi.
  - Callie, lasciami... ho detto lasciami. IO TI ODIO... non.. voglio rivederti... mai più...- Callie continuava a stringermi come se non ascoltasse ció che le urlavo. Piano piano però stavo cedendo. I miei pugni diventavano sempre più deboli, mentre si facevano strada i singhiozzi e un dolore nel petto.
  -... lasciami, ti prego...- continuavo a ripetere mentre Callie mi stringeva a sé e io invece rimanevo immobile con le mie braccia contro il suo petto. Mi teneva stretta, quasi da non respirare. Le sue braccia però dopo un pó mi fecero calmare, mentre la sua bocca baciava punti inprecisi della mia testa. Quando mi calmai e i singhiozzi sparirono, mi ritrovai a fissare un punto di fronte a me. Ero arrabbiata. Ero arrabbiata che Callie continuasse a baciarmi e ad accarezzarmi i capelli. Aveva le guance umide e non sapevo se erano le mie lacrime oppure aveva pianto anche lei. Con calma e timore inizió a scendere per tutto il mio viso con i suoi baci. E anche le sue braccia iniziavano ad allentare la presa. Una sua mano liberò il mio viso dai capelli che avevo davanti agli occhi, poi prese ad asciugare le mie lacrime e poi accerezzó il mio viso.
Quando mi ripresi del tutto e realizzai ciò che era successo mi mancava il fiato. 
  - Shh.. Arizona calmati, sono qui.. andrà tutto bene.. respira...- e dopo aggiunse: - ora peró si è fatto tardi e dovremmo andare a prendere Sofia. E poi volevo andare a cenare con Penny...- continuava a guardarmi cercando una mia reazione. 
  - Se non vuoi venire capiró...- mi propose. Feci segno di no con la testa. Volevo uscire, dovevo. E in silenzio uscimmo di casa.
 Cercai di comportarmi normale, risi con la mia bambina come se niente fosse, perché lei non centrava e meritava tutte le mie attenzioni visto che il tempo che ci rimaneva insieme era poco. Anche durante la cena con Penny cercai di concentrarmi solo su Sofia, ma Penny era una ragazza sveglia e se ne accorse.
  - Arizona ti senti bene? - mi chiese realmente preoccupata.
  - Si si solo un leggero mal di testa, nulla di preoccupante.- le risposi cercando di farle uno dei miei migliori sorrisi. 
  Poi guardai in direzione di Callie: aveva la testa bassa. Poi presi in braccio mia figlia mentre lei mi raccontava tutto ciò che aveva fatto. La sera tornammo tutte a casa insieme e le uniche due persone felici in quella casa erano Penny e Sofia. 
A Penny piaceva giocare con Sofia e prenderla in giro. E alla mia piccola peste piaceva Penny e di questo ero felice. 
Passarono le settimane in fretta, troppo in fretta. Io avevo ripreso quasi del tutto a fumare, ormai era una volvola di sfogo, come al college. Dovevo ritrovare le mie persone e per farlo dovevo aspettare il giorno della mia partenza. Il giorno in cui sarei tornata a Seattle, a casa mia, da Alex, da Andrew, da April. Quelle erano le uniche persone care che mi rimanevano. 
Arrivó la metà di settembre, Sofia avrebbe iniziato la scuola e io dovevo tornare a lavoro. In tutto quel tempo io e Callie non avevamo più parlato di ció che era successo. Io non volevo, era troppo doloroso e pericoloso, non volevo rischiare di fare ancora casini, di farmi del male. Avevamo fatto finta di niente per non allarmare Penny. Avevamo ritrovato una sorta di equilibrio. E giorno dopo giorno era arrivato anche quello della mia partenza. 
Quel giorno accompagnammo prima tutte insieme Sofia a scuola. Piansi, non mi sembrava vero che la stavo lasciando andare. Lei sembrava non rendersi conto del fatto che ci stavamo salutando e che non ci saremo più viste per un po. E poi soprattutto dopo cio che era successo com Callie, non potevo proprio tornare spesso. La cicatrice non si sarebbe mai rimarginsta. Ma pensare che di essere sua mamma e che non l'avrei avuto piú con me molto spesso mi stava distruggendo. Fortunatamente le avevo promesso che sarei tornata per Halloween, cosí da festeggiare insieme. L'abbracciai forte e stranamente lei si fece abbracciare per tutto il tempo di cui avevo bisogno. Era una bambina intelligente. Poi accompagnammo Penny.
  - Beh, dottoressa Robbins... anzi Arizona- si corresse la rossa- buona fortuna per tutto e spero di rivederla presto.
   Mi porse la mano. E io la strinsi: - Grazie di avermi ospitata..e si ci vedremo presto!- le sorrisi.
  - È stato un piacere.- rispose. Poi Callie si allontanó perché la sua macchina stava bloccando il traffico e Penny fece per entrare nell'ospedale dove lavorava. 
  - Penny!- la richiamai. - Devi promettermi una cosa.
  La ragazza fece una faccia sorpresa ma annuì.
  - Devi prenderti cura di loro da parte mia. Di Callie e di Sofia. Soprattuto di Cal.. di Sofia. Se qualcosa non va, non esitare a chiamarmi. Qualsiasi cosa. Rendile felici. Dovrai essere un buon marinaio nelle tempeste... ma non dirle che te l'ho detto.
  - ... un buon marinaio nelle tempeste.. Si certo, non devi preoccuparti. Sarò più che un buon marinaio nelle tempeste. Saró un capitano.- mi fece lei, molto convinta di ciò che aveva detto. 
  Le sorrisi e poi l'abbracciai. Restò inizialmente sorpresa ma poi ricambió l'abbraccio. Sapevo che sarebbe stata molto più brava di me. Sarebbe stata un capitano. 
Ritornai da Callie e per tutto il tragitto in macchina fino in areoporto non ci scambiammo una parola.
Aspettammo l'apertura del gate in silenzio, sedute senza neanche guardarci. Era nervosa perche muoveva ke gambe in modo frenetico e si stava torturando le mani. Le sue bellsisime mani. 
Quando chiamarono il mio volo per Seattle scattammo in piedi. Ci guardammo e ci avvicinammo ai canelli. Era arrivato il momento di salutarci, così mi girai verso di lei.
Le sorrisi, uno dei miei super sorrisi magici, poi dissi parole che mi avevano giá portato fortuna in passato: 
  - Calliope... prenditi cura di te stessa. Tu stai qui e sii felice. E io andrò li e saró felice...- 
 Sorrise anche lei, aveva capito cosa stavo facendo cosí mi rispose:
  - Se sali su quell'aereo senza di me, è finita...- e una lacrima le scese sulla guancia sinistra.
  - Siamo nel mezzo di un areoporto a gridare l'un l'altra... é gia finita.- Continuai trattenendo le lacrime. 
  - no.. Arizona..- disse ormai piangendo. 
  Si avvicinò velocemente, lasciando cadere a terra la sua borsa e posó le sue labbra sulle mie. 
Era un bacio casto, adatto alla situazione. Le sue lacrime avevano bagnato il mio viso. Portai dolcemente una mia mano sulla sua guancia. Non era un bacio d'addio. Era un bacio che prometteva ancora amore, forse un giorno avremmo avuto il nostro lieto fine, come nelle favole. Volevo crederci, perché con Callie era stata tutta una favola. Forse avremmo superato anche questo. Io l'avrei sempre aspettata, perché per lei ne sarebbe valsa sempre la pena. Ne ero certa. 
Quando allontanó le sue labbra dalle mie, mi guardò negli occhi. I suoi occhi, erano dei begli occhi, i suoi occhi erano magici.
  - Quindi.. ci vediamo...- disse lei asciugandosi le lacrime. 
  - Quindi si, ci vediamo..- le sorrisi. Ci guardammo per qualche istante poi le dissi soltanto:
  - Calliope... ad un certo punto dovrai perdonarmi per tutto il dolore che ti ho dato..- sorrise ricordano quando avevo già detto quelle parole.- .. non metterci troppo però!- e scoppiammo entrambe a ridere.
  - Vuoi una seconda occasione? - mi disse sempre ridendo.
  - Si più di ogni altra cosa. - le risposi, guardandola negli occhi.
  Callie si avvicinò al mio orecchio e sussurró :- Allora aspettami.
L'abbracciai e prima di superare i cancelli. Prima di staccarmi da lei le dissi: 
- Sempre Calliope, per te sempre.
Le donai un ultimo mio super sorriso magico e lei me ne donò uno dei suoi più sinceri per poi allontanarci e ognuna proseguire per la propria via. 
 
 
{Mi manchi ogni giorni, credi. É il modo di dirtelo che io non ho. Ti devo un ritorno vedi e solo il percorso che io non so.
Chiedilo al cielo, forse ce lo dirà cosa succede contro la volontà. Come un grattacielo che precipita, il vuoto che vanifica. A volte ci si perde per errore. 
Chiedilo al cielo, forse ce lo dira cosa succede contro la volontà, come un grattacielo precipita, l'impatto vanifica l'intera costruzione di un amore. A volte ci si perde per errore. 
Dopo tanta polvere, la pace. Non farà rumore quando cadono le foglie in pieno ottobre. 
Chiedilo al cielo, forse ce lo dirà quando lo scopri, dimmi come si fa. Come un tempo perso si recupera e l'abbraccio si fortifica se è vero che una volta è stato amore.
Chiedilo al cielo o chiedilo a chi lo sa, quando lo scopri dimmi come si fa. Come un tempo perso si recupera e l'abbraccio si fortifica se è vero che una volta è stato amore. Se tutto si riduce ad un errore.}
 
●Con questa canzone di Laura Pausini, Chiedilo al cielo, volevo informare che questo è il penulitimo capitolo. Questo a mio parere sarebbe dovuto essere il finale adattoa due grandi personaggi come i loro. Volevo ringraziare quelli che hanno recensito o che semplicemnte hanno messo tra le favorite o seguite questa storia. Per prepararvi al prossimo e ultimo capitolo, vi consiglio di ascolatre una canzone, anzi due di Elisa: "Un filo di seta negli abissi" e "Bruciare per te". 
Con questo vi auguro una buona settimana, e aggiungerò il prossimo capitolo nel prossimo weekend. 
A presto!●
 
 
 
  
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