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Autore: udeis    17/10/2016    0 recensioni
Come un angelo e un diavolo che avevano già fermato l'apocalisse una volta decidono di convincere due esponenti della loro stessa specie a fare lo stesso e a salvare un altra volta l'umanità e il Ritz. Crossover con Supernatural.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Premessa.
Spero profondamente di non avervi rovinato per sempre la lettura di Good Omnes e, altrettanto, spero di aver dato dignità a questi personaggi che adoro. è un crossover con Supernatural perchè sono profondamente convinta che i produttori della serie abbiano preso in qualche modo spunto dal libro e perchè, dai, far interagire i personaggi di quste due opere è fantastico, sopratutto se non li si sovrappone. Non ricordo perfettamente la trama di Supernatural riguardante l'Apocalisse, ma ricordo con precisione che alla fine nè Crowley nè Castiel ne erano troppo entusiasti o comunque avevano iniziato a nutrire dei dubbi a riguardo. In ogni caso non è solo colpa di Sam e Dean se quei due hanno smesso di essere gli impiegati del mese, mettiamola così. Spero davvero di aver rispettatoi personaggi, buona lettura.





Una Bentley nera sfrecciò sul vialetto e si arrestò con una pericolosa sgommata in doppia fila. La portiera fu aperta di malagrazia facendo quasi perdere l’equilibrio a un ciclista. L’uomo che ne uscì sembrava molto soddisfatto, allegro, quasi, e si diresse verso una panchina calpestando un’aiuola fiorita con particolare noncuranza. L’uomo che lo attendeva gli rivolse uno sguardo di rimprovero e mosse distrattamente una mano. I fiori dell’aiuola tornano come nuovi. “Mio caro, fai attenzione, sono appena sbocciati.” Disse.
L’uomo con la Bentley nera alzò gli occhi al cielo, si scusò in maniera poco convincente e poi chiese: “come ti è andata, Angelo?” Sembrava ansioso di ricevere una risposta.
“Oh cielo, era così turbato!” Rispose l’altro. “Potrebbe commettere qualche atto sconsiderato. Ho provato a rassicurarlo, ma il ragazzo è così rigido! Immagino che Laggiù sia lo stesso per quelli di voi che non hanno mai lasciato il loro posto…”
“Non hanno la minima idea di cosa sia il mondo.” Concluse l’uomo della Bentley scuotendo la testa rassegnato. Quello tra i due che era stato chiamato Angelo, ma che, in verità, assomigliava più a un bibliotecario in sovrappeso che a una creatura sovrannaturale, annuì con trasporto e lanciò qualche pezzo di pane alle anatre del laghetto. Poi, tormentato dall’ansia e dal rimorso aggiunse: “Oh cielo, cielo, Crowley era proprio necessario? Quel caro ragazzo mi è sempre stato simpatico non vorrei proprio che…”
“Lo sssai benisssimo che non avevamo scelta. Qualcuno deve buttare un occhio sssu quella faccenda. E noi ci ssssiamo già essssposti troppo, sssenza contare che questa volta non è neppure di nostra giurisdizione.” Disse Crowley cercando di nascondere la propria preoccupazione, poi concluse amaro: “c’era solo da aspettarselo, d’altronde…” Il bibliotecario scosse la testa, sconsolato, e si aggiustò la sciarpa con le sue belle mani curate. “Ci stiamo spingendo troppo oltre, mio caro.“
“Ci stiamo spingendo troppo oltre, Angelo? Ma non farmi ridere, quello che abbiamo fatto a Tanfield è stato spingersi troppo oltre!”
“Sì, ma allora il piano ineffabile e tutto il resto….” Crowley alzò nuovamente gli occhi al cielo, irritato.
“Ah sì? vuoi tirare in ballo proprio il piano ineffabile? Proprio tu? Proprio ora?”
“No, no, ma…” Il bibliotecario ci pensò su per un attimo e poi esplose: “oh  cielo, Crowley! Impedire l’Apocalisse due volte in nemmeno cinquant’anni, non ti sembra troppo?”
“Tecnicamente questa volta non saremo noi a farlo.”
“Non materialmente, ma la responsabilità rimane nostra. E questa volta potrebbe andarci molto peggio.”
“Noi diamo dei suggerimenti, Angelo, è il nostro mestiere.” Ghignò l’uomo della Bentley. “Non obblighiamo mai nessuno ad accettarli. È il grande piano ineffabile, no? Il libero arbitrio e tutto il resto…”
Angelo sbuffò e rivolse al suo interlocutore uno sguardo scocciato: ”Il libero arbitrio è una prerogativa umana.”
“Sarà, ma a me non sembra proprio… E comunque è tutto già scritto nel piano di Dio, perciò che problema c’è?”
“Mi sembra una scusa molto comoda.”
“Perché non è vero?”
“Certo che è vero, pero…”
I due tacquero per un po’ mentre le anatre si contendevano rumorosamente il pane che il bibliotecario continuava a lanciare.
“pensi che possa funzionare?” Chiese il bibliotecario al suo compare.
“Non lo sapranno mai, fidati di me, Angelo. Sono troppo pieni di sé per guardare oltre il proprio naso.” Rispose Crowley.
“Magari questa volta ci faranno più caso.”
“E quando lo faranno vedranno solo noi due che svolgiamo il nostro compito come al solito e che non ci intromettiamo minimamente nel loro nuovo progetto di Apocalisse. Oh per l’amor di… qualcosa! Perché non hanno aspettato un altro paio di secoli prima di riprovarci?!”
L"uomo più anziano approvò le parole dell’altro con un cenno della testa, ma non sembrò molto convinto dalle sue rassicurazioni. Poi la curiosità ebbe finalmente la meglio: “e a te, mio caro, come è andato l’ incontro?”
Crowley ghignò.
“Angelo, lo sai bene: io sono il migliore quando si tratta di tentare la gente.”
 
 
C’erano una volta, quindi, un angelo e un diavolo che vivevano a Londra e che, una volta, avevano fermato l’Apocalisse.
I due abitavano sulla Terra dai tempi della creazione e sorvegliavano l’operato degli uomini, cercando di indirizzare il loro comportamento per il meglio o per il peggio ed erano piuttosto bravi a farlo.
Forse era proprio questo il motivo per cui non erano stati puniti per l’Apocalisse Che Non C’era Stata[1], all'opposto, gli era stato dato un elogio ufficiale dal contenuto piuttosto vago, l’ordine di tenere la bocca chiusa su quegli avvenimenti e l’intimazione non riprovarci mai più.
Era solo naturale, quindi, che Inferno e Paradiso, non volessero far sapere ai due che stavano architettando una seconda Apocalisse. Questa volta si sarebbe svolta davvero in America e perciò avevano deciso di fare in loco anche i preparativi, ma avevano fatto i conti senza l’oste. O meglio non avevano considerato il fatto che a un novellino fosse venuta l’insana idea di copiare il nome del suo più anziano e irritabile collega.
Fatto sta che i due vennero a sapere della seconda Apocalisse e quando ebbero raccolto abbbastanza informazioni decisero di nuovo di agire. A difesa dell’ineffabilità, della Terra e del Ritz.
 
Questa volta, però, si mossero con più prudenza e circospezione: non volevano di certo rischiare di trovarsi faccia a faccia con il Metatron e Lucifero. Una volta nella vita bastava ed avanzava.
Ognuno dei due, perciò, contattò uno dei colleghi direttamente implicati in quell’affare e lo convinse che, forse, la fine del mondo non era una grande idea. Crowley ottenne ciò con le minacce. Azraphel con una lunga chiacchierata davanti a una tazza di tè.
 
E fu così che un angelo e un diavolo che avevano già fermato l’Apocalisse una volta, convinsero due esponenti della loro stessa specie a fare lo stesso, rimandando la fine ancora per un po’. Certo, i loro sostituti non avevano né la loro classe, né il loro stile: infatti, si fecero scoprire da Inferno e Paradiso in un batter d’occhio e crearono un sacco di problemi aggiuntivi; ma era anche vero che i due, in un certo senso, erano americani e in quanto tali praticamente ignoravano il vero significato della parola discrezione. Senza contare, poi, la loro giovane età: i due erano stati creati quando i due colleghi più anziani sapevano ormai da tempo come trattare sia con gli esseri umani, sia con la parte concorrente. Era ovvio che non fossero alla loro altezza.
Nonostante tutto ciò, quei due, Castiel e Crowley, si rivelarono una scelta vincente.
Le quattro creature antropomorfe, riuscirono addirittura a mantenere dei buoni rapporti, se si eccettua il tentativo di uno dei due diavoli di squartare il suo omonimo mentre lo minacciava con uno spruzzino per le piante e urlava qualcosa su copyright e promemoria mai arrivati. E il fatto che uno dei due angeli cercò di pugnalare l’altro, perché il collega “aveva venduto la sua anima[2] a ributtanti creature demoniache tradendo ignobilmente il Paradiso e inducendolo a disobbedirgli”.
Nel primo caso il diavolo alzò le mani in segno di resa riconoscendo con terrore lo spruzzino[3], provando, poi, a farlo esplodere senza grande successo[4].
Nel secondo caso l’angelo rivelò una notevole agilità[5] e, dopo avergli fatto notare che, in quanto angeli, dovevano mantenere alti i loro standard morali e che aggredire un collega non rientrava nelle cose giuste da fare, gli offri una tazza di tè[6]. Cercò anche di spiegargli come funzionavano davvero le cose nel mondo umano e perché il suo accordo con Crowley, non tradisse in alcun modo il Paradiso e la sua sacra missione. Non ci riuscì: dopotutto, sei millenni di umanità sono difficili da riassumere in un quarto d’ora.
 
 
 
[1] Azraphel e Crowley non ne erano sicuri. L’unica volta in cui avevano osato accennare all’argomento entrambi i loro superiori avevano borbottato qualcosa di vago ed incoerente per poi uscirsene con un “Va’ all’inferno!” che aveva messo le due massime autorità profondamente in imbarazzo.
[2] Si fa per dire. Aziraphale non aveva un’anima immortale perché non era un essere umano e, anche se l’avesse avuta, di sicuro non l’avrebbe venduta a Crowley. È incredibile come certi modi di dire umani ti rimangono attaccati.
[3] La storia di come un semplice diavolo avesse battuto un duca infernale era molto nota all’inferno, anche se tutti negavano di conoscerla. Hastur aveva chiarito con abbondanza di particolari cosa sarebbe successo a chi avesse anche solo osato pronunciare il nome di quel Crowley in sua presenza.
[4] Lo spruzzino non conteneva acqua benedetta, perché Crowley era il tipo che imparava dai propri errori anche quando, effettivamente, non li aveva mai commessi. Inoltre, era troppo tardi ormai: Crowley l’aveva già colpito con l’attizzatoio benedetto che teneva nell’altra mano.
[5] Più precisamente schivò il coltello, lo disarmò e disintegrò l’arma in rapida successione. D’altronde aveva secoli di esperienza alle spalle, molti dei quali passati tra le infinite guerre umane.
[6] Anche in Paradiso era la storia della quasi Apocalisse era molto nota e anche in Paradiso agli angeli più alti in grado non andava di parlarne. Tra quelli meno importanti invece, c’era grande ammirazione per la saggezza di Azariphale che alcuni pensavano avesse ricevuto ordini direttamente da Dio.
 
  
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