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Autore: Yuki Delleran    17/10/2016    3 recensioni
« Deve essere per forza Tobio? Puoi volare solo se è Tobio a darti la spinta? Non potresti permettere anche a qualcun altro di ammirare le tue ali? »
« Cosa intendi dire? »
« Lascia che sia io a farti spiccare il volo. »
E l'espressione di totale incredulità che si dipinse sul volto di Hinata fu così impagabile che Oikawa si rammaricò di non poterla immortalare per ricordarla per sempre.
[OiHina]
Genere: Sentimentale, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hajime Iwaizumi, Shouyou Hinata, Tobio Kageyama, Tooru Oikawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cap. 5

Ennesima mattina sonnolenta, ennesimo caffè al bar dopo una nottata in bianco: per Hinata il problema del riposo si stava facendo estremamente serio. Prima era stata la discussione con Kageyama a rovinargli il sonno, poi il bacio apparentemente senza senso di Oikawa e ora quel messaggio, così freddo e all'apparenza così distaccato da fargli credere di essersi fatto castelli in aria per nulla. Certo, era felice che i dirigenti della squadra lo avessero convocato, ma si aspettava che Oikawa lo chiamasse, che glielo comunicasse con quel tono squillante e carico d'entusiasmo che lo contraddistingueva. Gli costava ammetterlo, ma era deluso da quell'apparente mancanza d'interesse e l'idea che fosse solamente quello lo scopo dell'alzatore lo faceva sentire sconfortato nonostante, fin dall'inizio, fosse il loro obiettivo comune.
Rimuginando, rimase seduto al consueto tavolo, mescolando lentamente il liquido scuro nella tazza senza realmente vederlo. Impiegò qualche istante a rendersi conto che qualcuno si era seduto di fronte a lui e per un attimo credette si trattasse di Oikawa. Solo quando incrociò un paio di occhi blu si rese conto di essersi clamorosamente sbagliato.
« Kageyama... »
« Ehi. »
L'altro lo salutò con un cenno del capo come se niente fosse, come se non avesse disertato quel consueto appuntamento per giorni.
Hinata aprì la bocca, poi la richiuse indeciso: da una parte avrebbe voluto parlare con Kageyama dei suoi dubbi, di certo avrebbe potuto essergli d'aiuto, ma dall'altra era certo che avrebbe finito per farlo innervosire nuovamente e non aveva intenzione di scatenare una nuova lite. Del resto era impensabile nascondergli la storia della convocazione.
« Senti... »
« Ho parlato con Oikawa-san. » lo interruppe bruscamente Kageyama.
Dalla sua espressione era chiaro che non si era trattato di una chiacchierata rilassante né tanto meno chiarificatrice, eppure anche solo il fatto che un tipo così orgoglioso fosse andato a cercare il suo più acerrimo rivale per tentare un dialogo lo faceva ben sperare.
« E...? »
« E ho avuto la conferma che è una persona orribile! » sbottò l'alzatore. « Forse è vero che non ha cattive intenzioni nei tuoi confronti adesso, ma ciò non toglie che ti farà del male. Lo fa a chiunque gli si avvicini. »
Hinata si ritrasse istintivamente: anche se questa volta non aveva detto una parola, era riuscito a far arrabbiare comunque l'amico. Non poteva dare tutti i torti a Kageyama, il carattere a dir poco bizzarro del suo senpai era noto ai più, inoltre Hinata aveva sperimentato sulla sua pelle cosa significasse essere messo alle strette da lui. Ma se le sue intenzioni erano buone, se quella che voleva offrirgli era l'opportunità che aspettava da sempre, allora non aveva importanza quello che poteva accadere in seguito.
« Anche se fosse, » iniziò fissando il compagno dritto negli occhi, con rinnovata energia. « oggi mi ha scritto che i dirigenti della sua squadra vogliono vedermi. É molto probabile che mi reclutino. »
Kageyama s'irrigidì e il suo sguardo si fece duro, segno che l'irritazione era stata sostituita dalla rabbia.
« Ti avevo detto di non dargli corda! Se continui a frequentarlo io non... »
« Smettila! »
L'esclamazione disperata di Hinata colse l'altro di sorpresa. Il piccolo schiacciatore non voleva sentire quelle parole, che gli provocavano un dolore sordo all'altezza del petto, non voleva assolutamente che Kageyama gli ponesse quello che assomigliava pericolosamente ad un ultimatum. Non aveva problemi ad ammettere di tenere a Kageyama come al migliore amico che avesse mai avuto, e detestava il pensiero di fare qualcosa che potesse farlo soffrire, ma, allo stesso tempo, non tollerava di essere trattato in quel modo. Quella che gli si apriva davanti era una strada con delle opportunità completamente nuove: l'ingaggio in una squadra importante, sì, ma anche la possibilità di capire cosa significava il bacio che Oikawa gli aveva dato. Ora più che mai desiderava saperlo, per dare un senso a quel nodo che aveva iniziato a stringergli lo stomaco ogni volta che sentiva il suo nome.
« Smettila, ti prego. Domani andrò a quell'incontro, se mi vorranno entrerò in quella squadra e se avrò fatto un errore, beh, allora sarà solo colpa mia. Ma non voglio rimpiangere di non averci nemmeno provato. Kageyama-kun, per favore, non chiedermi di scegliere tra te e lui, non posso e non voglio farlo. Tu mi hai dato le ali quando non credevo nemmeno fosse possibile, lui me le ha restituite quando le avevo perse. Siete entrambi importanti. »
Quelle parole resero l'espressione di Kageyama ancora più tormentata, come se fosse indeciso se dire qualcosa d'importante o no. Hinata si chiese di cosa si trattasse e se le radici di quell'intolleranza che rasentava l'odio non affondassero in qualcosa di più concreto della semplice rivalità sul campo e di qualche incomprensione infantile. Non poteva obbligarlo a parlare, sapeva che con Kageyama un atteggiamento del genere sarebbe stato controproducente, ma poteva sempre tentare di rassicurarlo.
« Non importa cos'è successo in passato tra voi, non lascerò che l'opinione che ha Oikawa-san di te influenzi la mia. Sei stato il mio primo vero alzatore, il mio primo vero compagno di squadra, come puoi pensare che questo cambi? Sarebbe assurdo! »
Suo malgrado, quell'esclamazione strappò un sorrisetto a Kageyama, uno di quelli inquietanti che in campo l'avrebbero fatto scappare a gambe levate.
« Se permetterai a quell'idiota di farti qualcosa di male, prima ammazzerò lui e poi ammazzerò te, sappilo. »

Il giorno dell'incontro Hinata si presentò alla palestra sforzandosi il più possibile di nascondere il proprio nervosismo: sapeva di non dover far altro che comportarsi come sempre, che quella sarebbe stata la chiave della sua riuscita, ma era comunque complicato non lasciarsi sopraffare dall'emozione come durante la sua prima partita da liceale.
All'interno la squadra si stava già allenando e Hinata lasciò scorrere lo sguardo incantato su tutti i giocatori, ammirandone i movimenti e la forza, ma anche cercandone uno in particolare. Incrociò di sfuggita lo sguardo di Oikawa ma bastò quell'istante perché l'altro gli strizzasse l'occhio sorridendo in segno d'incoraggiamento.
Il colloquio con i dirigenti per fortuna fu breve e verté soprattutto sulle sue esperienze alla Karasuno, subito dopo l'allenatore gli chiese di dare una piccola dimostrazione di gioco, nulla d'impegnativo, solo un modo per mostrare i suoi punti forti.
« Oikawa-kun, vieni a fargli da spalla. » esclamò il coach rivolto all'alzatore titolare che si avvicinò di corsa. « Fagli un paio di alzate, voglio vedere la sua elevazione e come schiaccia. »
Hinata saltellò sul posto, nervoso e impaziente di mostrare le proprie capacità, finché Oikawa non recuperò un pallone da una delle ceste.
« Facciamo una veloce? » si azzardò a chiedere quindi.
Lo sguardo che gli giunse in risposta fu fin troppo compiaciuto e accompagnato da un sorriso carico di sfida.
« Facciamo la veloce. Ti farò avere la palla in qualunque punto del campo. »
La volta precedente Oikawa aveva sottolineato come, con le sue seppur ottime capacità, non fosse certo di riuscire in quell'azione. Quel giorno invece sembrava molto più sicuro di sé e questo rassicurò anche Hinata che, dopo aver risposto al sorriso con un cenno d'assenso, si mise in posizione sulla metà campo. Iniziò correndo verso sinistra, come se volesse schiacciare una normalissima alzata, poi schizzò verso destra e saltò proprio sotto rete. La palla raggiunse la sua mano in un batter d'occhio e si schiantò nel campo avversario all'istante.
Hinata fissò incredulo il proprio palmo poi spostò lo sguardo su Oikawa, che aveva una luce d'entusiasmo negli occhi.
« Tooru-san! Ce l'abbiamo fatta! É stato così GWAAAHH!! » esclamò saltellando verso di lui e finendo per spiccare un salto che costrinse l'altro ad afferrarlo quando gli balzò praticamente in braccio.
Alle loro spalle risuonò una risata compiaciuta e l'allenatore batté le mani un paio di volte.
« Complimenti, ragazzo, non è da tutti schiacciare su un'alzata del genere. »
Quelle parole riportarono Shoyou alla realtà, rendendolo improvvisamente consapevole della vicinanza con il corpo dell'altro ragazzo, ma riuscì solo ad arrossire prima che Oikawa lo posasse di nuovo a terra.
« Veramente sono io che mi sono dovuto adeguare a lui, coach, e non è stato facile! » esclamò l'alzatore ridendo e passandosi una mano tra i riccioli sulla nuca.
I dirigenti della squadra e l'allenatore erano piacevolmente impressionati e l'esito di quell'incontro era ormai più che chiaro. Hinata non poteva credere ai suoi occhi: avrebbe fatto parte di un club professionista, avrebbe giocato sullo stesso campo con talenti mondiali, il suo sogno si era avverato e per questo doveva ringraziare qualcuno che aveva sempre considerato un rivale.

All'uscita dalla palestra, Hinata non riusciva a trattenere la propria euforia: se fosse dipeso da lui sarebbe rimasto direttamente ad allenarsi con la squadra, ma il coach gli aveva detto di tornare l'indomani per i vari documenti. Tuttavia il suo entusiasmo si gelò non appena vide chi lo stava aspettando al cancello.
Kageyama era appoggiato ad una delle colonne laterali del muretto di cinta, aveva il borsone del suo club in spalla e un'espressione assorta con cui si fissava la punta dei piedi. Solo quando Hinata fu a pochi passi di distanza alzò gli occhi.
« Ehi. » lo salutò con la solita aria imbronciata.
Il piccolo schiacciatore accennò un sorriso tirato temendo l'ennesima discussione che avrebbe rovinato il suo buonumore: non voleva che il suo rapporto con Kageyama si riducesse a quello, men che meno pensare che vederlo potesse rovinare qualcosa. Ma l'altro riuscì a stupirlo.
« Sono venuto a congratularmi del tuo successo, o a raccogliere i cocci se qualcosa fosse andato storto. » spiegò. « Ma a giudicare dalla tua faccia direi che è buona la prima. »
Il sorriso entusiasta tornò a sbocciare sul volto di Hinata, che prese a descrivere appassionatamente l'incontro con i dirigenti della squadra e la successiva prova della veloce.
« … E poi Tooru-san ha alzato al volo WAAAHH! E SBAAAM!! É stato incredibile!! »
Hinata gesticolava preso dal racconto e Kageyama non aveva occhi che per lui, al punto che nessuno dei due si rese conto della presenza che giungeva alle loro spalle.
« Allora è proprio vero che avete un linguaggio tutto vostro! » esclamò Oikawa con una risatina maliziosa.
Hinata si voltò di scatto arrossendo e Kageyama lo fulminò con lo sguardo.
« Oh, andiamo, Tobio-chan, non guardarmi in quel modo! Giuro che questa volta non ho fatto niente di male. »
Oikawa alzò le mani in segno di resa, sempre con il sorriso sulle labbra, ma questo non sembrò placare per niente Kageyama.
« Forse dovrei ringraziarti, ma non lo farò. » disse quest'ultimo. « E nemmeno mi scuserò. Sappi che ti tengo d'occhio, non ho cambiato opinione su di te! Quanto a te, » continuò rivolgendosi a Hinata. « ci vediamo in campo da avversari! E... domani mattina al caffè. » borbottò infine prima di voltare le spalle ai due e allontanarsi.
Oikawa lo fissò per qualche istante poi si lasciò sfuggire una risatina sollevata.
« Tobio-chan sembra uno yakuza quando si atteggia in quel modo, fa paura. Però sembra che abbia accettato la situazione. »
Hinata spostò lo sguardo dalla schiena dell'amico che si allontanava al volto del nuovo compagno di squadra, mentre il suo sorriso si velava appena d'incertezza: per “situazione” Oikawa intendeva il nuovo ingaggio o qualcos'altro? Tra loro c'erano ancora delle ambiguità che andavano chiarite e forse era giunto il momento di farlo.
« Ti ringrazio tanto per quello che hai fatto per me, Tooru-san. » esordì il rossino. « É un sogno che diventa realtà e non sarebbe mai successo se non fosse stato per te. Cosa posso fare per sdebitarmi di un favore tanto grande? »
Oikawa scosse la testa, senza perdere l'espressione allegra.
« Io non ho fatto nulla, mi sono limitato a porre rimedio ad un errore, se sei qui è solo grazie alle tue capacità.»
Hinata rimase a fissarlo incerto su cosa aggiungere e vagamente imbarazzato all'idea di accennare a ciò che voleva veramente sapere. Tooru ricambiava lo sguardo dall'alto dei suoi centimetri in più, con un'espressione serena negli occhi scuri, come se finalmente avesse raggiunto un traguardo agognato. La frangia castana gli si arricciava sulla fronte, appena umida di sudore e la maglietta della squadra ondeggiava leggermente nella brezza della sera. Aveva un aspetto tanto semplice e, allo stesso tempo, tanto attraente che Hinata si ritrovò a pensare che doveva essere quello il motivo del suo stuolo di ammiratrici.
« Tooru-san... »
« Mh? »
« OI! STUPIKAWA! DOVE TI SEI CACCIATO?! » La voce di Iwaizumi proveniente dall'interno spezzò l'incanto del momento. « Se pensi di dartela a gambe senza pulire la palestra ti sbagli di grosso!! »
Oikawa ridacchiò.
« A quanto pare sono richiesto. Ci vediamo domani. » commentò avviandosi per tornare indietro.
La mano di Hinata si mosse di propria iniziativa quando si alzò e lo afferrò per l'orlo della maglia, trattenendolo. Non poteva permettere che se ne andasse così, non poteva rimandare ancora il dubbio che aveva in testa, doveva saperlo adesso.
« Tooru-san, perché... Perché l'altro giorno mi hai baciato? É stato solo uno scherzo? Io... »
Sentiva il rossore salire sempre di più man mano che parlava e, quando la mano di Oikawa si posò sulla sua guancia in un gesto dolce ed incredibilmente tenero, ebbe la certezza che il suo volto stesse andando a fuoco.
Le dita dell'alzatore scivolarono sotto il mento per alzargli il viso ed incrociare il suo sguardo, i suoi occhi erano luminosi e pieni di speranza.
« Se sei curioso di saperlo e se ci tieni tanto a sdebitarti, perché non andiamo a prenderci un tè insieme uno di questi giorni? Scommetto che non avrò nemmeno bisogno di spiegartelo. »

 

END

 

Noticina di Yuki:

Venite a trovarmi! Fairy Circles

   
 
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