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Autore: TheStrangeCaseOfCass    17/10/2016    2 recensioni
Dal capitolo 3: "Scosse la testa, contrariata. Diamine, era lì per divertirsi o no? Via questi cavolo di pensieri, occupavano già troppe delle sue giornate. Doveva lasciarsi andare quella sera, divertirsi come non faceva da troppo tempo, o forse come non aveva mai fatto."
Dal capitolo 5: "Lzzy annuì, felice di non dover tagliare fuori dalla sua vita quella magica ragazza che vi era entrata così all'improvviso. Era sempre stata una persona molto espansiva, aperta alle nuove esperienze, in diciotto anni aveva stretto amicizia con centinaia di persone in tutto il mondo e sentiva in qualche modo una speciale affinità con la strega."
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 16

 
- Le hai davvero detto così? -
L’ologramma di Lzzy aveva uno sguardo ammirato che fece sorridere Icy.
- Sì, e le sue guance paonazze erano una soddisfazione che non ti dico. - rispose compiaciuta riferendosi ad Amaryl.
Appena finite le lezioni era tornata in camera e, stesa sul letto, aveva chiamato la ragazza per raccontarle tutto.
- Sei stata grande, gliene hai dette quattro ma in modo da essere inattaccabile. Devi darmi lezioni. - scherzò la terrestre.
- Sai, quando ha detto quelle cose per un momento le ho creduto. - confessò Icy. Stava per aggiungere altro quando una voce alle sue spalle la interruppe.
- Cretina! - esclamò Stormy dalla scrivania - Miss Stelline-luminose è a malapena consapevole di avere un cervello, credi che sia in grado di dire qualcosa di giusto?-
- No! Ma… -
- Ma niente, dovevi disintegrarla dopo la prima parola, altro che storie! - la zittì la strega delle tempeste con il tono di chi non ammette repliche.
Lzzy si intromise prima che Icy iniziasse a rispondere a tono.
- Ehi Storm, dove sei? -
Icy girò il cellulare verso la sorella in modo che Lzzy la vedesse.
- Oh, eccoti. Devi farmi un favore: quando finiamo puoi per favore assicurarti che Icy cancelli Teen Idle dalla playlist? Anzi, cancellala tu direttamente. -
La richiesta lasciò Icy alquanto interdetta.
- Ehi, è una delle mie canzoni pre… -
- Se dici “preferite” giuro che non rispondo delle mie azioni sis! - la bloccò Lzzy.
- Cosa mi sono persa? - chiese Stormy, leggermente confusa.
- Niente. - risposero le due all’unisono, ma Lzzy aggiunse:
- Tu cancellala però. Il resto della giornata com’è andato? -
Icy sospirò sconsolata e rinunciò a protestare, aveva imparato abbastanza in fretta che Lzzy sapeva essere anche più testarda di lei e preferì rispondere:
- Dafne ha fatto finta di non conoscerci e davvero non so come abbia fatto, io non riuscivo neanche a guardarla in faccia; a rune Avalon ci è quasi rimasto secco quando Stormy gli ha snocciolato a memoria tutto l’alfabeto runico. Impagabile. -
- Dovrebbe sapere che a Torrenuvola lo insegnano al primo anno. - commentò la diretta interessata con un sorrisetto ironico.
- Invece l’ultima ora l’abbiamo passata a fare un incantesimo dopo l’altro perché Wizgiz voleva, cito, ripassare le basi. Tutto sommato il bilancio è positivo. - concluse Icy reggendosi il mento con la mano.
Lzzy era curiosa come una bambina che vede un grosso regalo infiocchettato a cui viene chiesto di aspettare ad aprirlo: il concetto di “scuola di magia” la affascinava terribilmente e non le sarebbe affatto dispiaciuto iscriversi ad Alfea o a Torrenuvola, salvo il fatto che avrebbe detto addio alla sua carriera e che non aveva idea di cosa volesse essere.
- Le rune fanno parte delle cose che mi insegnerete? - chiese con gli occhi che scintillavano.
- Non credo che ti servirà mai ma niente ce lo impedisce. - rispose Icy divertita.
La cantante sorrise soddisfatta e chiese come avrebbero trascorso il pomeriggio.
- Beh, domani avremo due ore di letteratura, due di pozioni e, purtroppo, una di espressione; quindi penso che ripasserò un po’ le basi per pozioni prima di farmi trascinare in palestra da Musa. Vuole che scelga una canzone da portare domani. Sembra che faremo teatrini fin dalla prima lezione. - disse Icy, storcendo il naso al solo pensiero.
- Dov’è il problema? La musica ti piace, cantare ti piace, ballare… ehi, ti piace ballare? - disse Lzzy portandosi una mano al mento e stringendo gli occhi, come un detective a caccia di indizi.
- Non particolarmente. Le coreografie, la danza che ha un significato, quella mi piace. Fulminella qui ha fatto un corso da piccola e si divertiva ad insegnare i passi a me e Darcy. -
- Chi hai chiamato Fulminella? - disse Stormy mentre Icy sogghignava.
Lzzy trattenne a fatica le risate mentre  Stormy brontolava. Quel soprannome glielo avevano affibbiato le insegnanti quando aveva scoperto i suoi poteri e non lo aveva mai sopportato, le suonava troppo dolce.
- Avete già pensato a che canzone portare? - chiese Lzzy.
- Io sì. - disse Stormy rasserenandosi - Bubblegum Bitch di Marina&TheDiamonds. -
- Tu sei tutta matta. - rise Icy - “Life gave me some lemon so I made some lemonade”? - disse guardando la strega che scosse la testa.
- No, più che altro “I’ll chew you up and spit you out, ‘cause that’s what young love is all about, so pull me closer and kiss me hard, I’m gonna pop your bubblegum heart!” - rispose con uno sguardo furbo.
- Proprio da strega vero? - commentò Lzzy.
Per tutta risposta Stormy le strizzò l’occhio.
- Io non ho idea di cosa portare, o meglio, avrei delle idee ma le scarto tutte. - disse Icy - Porterei qualcosa di Marina anch’io, ma quelle canzoni mi rappresentano troppo e non mi va di scoprirmi tanto; ci sono una decina delle tue canzoni, Lz, che porterei volentieri ma il cui lessico non sarebbe appropriato… perché a differenza di Stormy io me ne preoccupo. Fondamentalmente sono indecisa tra Familiar Taste Of Poison, che è abbastanza da strega, come dici tu, e Runaway di Avril Lavigne che mi piace e basta. Penso che finirò col decidere domani all’ultimo secondo. Tu e gli altri invece? Cosa avete fatto oggi? -
- Siamo tornati ognuno a casa propria, a parte Arejay che ha raggiunto Jessie. - Lzzy rise - Nostra madre si è quasi offesa perché né io né lui saremmo andati a trovarli. Se l’è presa soprattutto con me dato che io non sono sposata. Ma non potevo tornare da lei e da mio padre, mi avrebbero letto in faccia che è successo qualcosa e non sono pronta per dirglielo… -
Il sorriso della ragazza si era spento velocemente. Le dispiaceva stare lontano dai suoi genitori per tanto tempo, ma sapeva di essere una pessima bugiarda e non voleva dire loro dei suoi poteri, non ancora. Doveva prima prenderci la mano perché no, poteva illudersi e cercare di tranquillizzare Icy quanto voleva, ma la verità era che non sapeva ancora controllarli a dovere e temeva che questo avrebbe spaventato i suoi genitori. Voleva dimostrare loro di saper gestire questa cosa, che niente era cambiato. Ne aveva parlato con le ragazze, ma naturalmente queste non potevano assicurarle che tutti l’avrebbero accettata, quindi aveva deciso di tenere il segreto con tutti e aveva chiesto ai ragazzi di fare altrettanto. Sospirò e abbozzò un sorriso.
In quel momento entrò Musa, in tenuta da palestra.
- Andiamo ragazze? Oh, ciao Lz. -
- Ciao Musa, te le lascio subito. Vai, e fammi un video, o una registrazione, qualcosa insomma, così ti dico cosa dovresti portare secondo me. - disse rivolta ad Icy.
 
§§
 
Joe uscì dal bagno avvolto nell’accappatoio e andò in camera da letto. Mentre si vestiva, sentì la porta aprirsi e poi chiudersi.
- Finita la telefonata? - chiese rivolto a Lzzy.
Lo sguardo di lei indugiò sulla schiena ancora nuda del moro, facendole impiegare un paio di secondi per mugugnare qualcosa in risposta.
- Mi ha chiesto cosa abbiamo fatto. - disse, come se questo spiegasse tutto.
Per Joe fu abbastanza.
- E tu non le hai detto che sono con te. -
- … No. -
Joe si frizionò i capelli in silenzio per qualche secondo, poi disse:
- Se non ti piace avere segreti con lei perché non glielo dici? -
Lzzy si passò stancamente una mano fra i capelli e chiuse gli occhi.
- Joey… -
- Ok, ok, lascio perdere. - disse il chitarrista andandole vicino e stringendo la ragazza in un abbraccio. - Sei complicata sai? - le disse mentre le accarezzava la testa.
- E sono anche così confusa… Ho paura che non sia solo il Bonding a legarmi ad Icy. Sai cosa intendo. -
- Lo so. - rispose Joe prendendole la testa fra le mani - E mi va bene così. -
La gratitudine che Lzzy riversò nel suo sguardo lo attraversò da cima a fondo e lo fece sorridere. Sapeva che, per quanto Lzzy lo amasse, aveva bisogno di una boccata d’aria dalla loro relazione di tanto in tanto: quando lui le aveva chiesto, dopo mesi e mesi di sguardi e baci nascosti, di provare, lei aveva abbassato lo sguardo e gli aveva confessato di avere quasi paura di imbarcarsi in una relazione stabile, non si sentiva pronta, ma alla fine aveva ceduto. Da circa cinque mesi erano solo loro due e Joe sapeva che presto Lzzy gli  avrebbe chiesto una pausa.
- Vuoi provare a… -
- No, no, no. Lei non è come me e inoltre non voglio lasciarti. Tu, Arejay e Josh siete le mie uniche certezze ora più che mai, non voglio fare niente che possa allontanarvi. - Lzzy avvertì cosa stava per dire il ragazzo che ancora la stringeva fra le braccia e gli posò un dito sulla bocca. - So che non te ne andresti, ma ho comunque paura che accada. -
Sentì l’abbraccio farsi più stretto, fin quasi ad impedirle di respirare.
- Piccola fanatica incasinata. - l’apostrofò bonariamente Joe per poi baciarla teneramente.
Lzzy si abbandonò al bacio per qualche secondo per poi staccarsi all’improvviso.
- Ho un’idea per un nuovo riff, devo andare a provar… - esclamò, ma l’ultima sillaba le morì in bocca quando Joe le baciò il collo.
- Uh… credo di riuscire a tenerlo a mente per un po’. - disse chiudendo gli occhi.
Joe sogghignò.
 
§§
 
Icy si massaggiò il collo, infastidita. Le sembrava di aver preso una piccola scossa, anche se non l’aveva toccata nessuno.
In palestra avevano trovato Giunia, Ioanna e Cassandra che, come loro, provavano alcune canzoni per il giorno successivo, e Icy aveva il sospetto che Musa lo avesse fatto apposta.
- I know the sun must set to rise! This could be para-para-paradise... - stava cantando Giunia, mentre Cassandra (Cass, come voleva essere chiamata) cercava di capire quale cavetto servisse a collegare il suo cellulare alle casse. In effetti la cosa poteva risultare complicata, dato che il cellulare era terrestre e casse e cavetti no.
La canzone era finita.
- Niente male. - disse Musa, facendo cenno ad Icy di alzarsi dal comodissimo materasso, perché non poteva chiamarsi semplicemente “tappetino”, sul quale si era accomodata.
- Fai finire lo… - protestò pigramente.
- Sei indecisa, no? Qualche parere in più non fa male. Muoviti, canarino. -
Musa fece l’errore di distrarsi per scegliere la traccia perché Icy ne approfittò per lanciarle una palla di neve come vendetta per il soprannome. Lei non poteva chiamarla canarino.
La fata lanciò un gridolino di sorpresa e la fulminò con lo sguardo.
- Pari. - disse la strega con una piccola linguaccia.
Musa alzò gli occhi al cielo e fece partire la canzone. La melodia lenta di Familiar Taste Of Poison riempì la stanza e Icy iniziò a cantare. La trovava facile come tonalità, non le richiedeva un grande sforzo. Doveva solo dosare bene il fiato. Quando finì vide che Cassandra sembrava pensierosa.
- Canti da dio - disse - ma non so quanto portare una canzone che parla di avvelenamento possa esserti utile. Lo scopo principale della lezione di domani è farci conoscere fra di noi, lo fa tutti gli anni. -
Questo non lo aveva messo in conto. Icy sospirò.
- Musa, quando pensavi di dirmi che la canzone sarebbe stata il mio biglietto da visita? -
La fata si strinse nelle spalle e fece partire Runaway per impedire ad Icy di parlare ancora.
- Got up on the wrong side of life today, yeah, crash the car and I’m gonna be really late. My phone doesn’t work ‘cause it’s out of range, looks like it’s just one of this kind of days. You can’t kick me down I’m already on the ground- no, you can’t ‘cause you can’t catch me anyhow. -
La fata della musica sorrise soddisfatta mentre Icy cantava meccanicamente senza neanche pensare alle parole, perdendosi dietro ai ricordi. A circa dieci anni la macchina con cui la accompagnavano a scuola si era effettivamente rotta e lei era stata costretta ad andare a scuola a piedi per un po’. Un giorno però non aveva sentito la sveglia ed era uscita di casa tardissimo, tirando un calcio al parafango mentre passava accanto alla macchina. Da quella mattina Runaway era diventata la canzone della sua vita. A pensarci le veniva da ridere.
- I just wanna scream and lose control, throw my hands up and let it go, forget about everything and run away, yeah! I just wanna fall and lose myself, laughing so hard it hurts like hell, forget about everything and run away, yeah! -
Non ricordava che fosse così sua. Era perfetta. Anche le altre sembravano approvare. Quando la musica si spense Ioanna assunse un espressione seria, rovinata dal suo solito gesticolare, e disse: Io voto la seconda. -
Chissà se sarebbe piaciuta alla sua compagna di mente.
 
§§
 
Il lungolago era deserto, eccezion fatta per tre ragazze che camminavano fianco a fianco. Una di loro reggeva in mano un paio di ballerine azzurre e camminava con i piedi nell’acqua, combattendo contro la voglia di tuffarsi. Era settembre anche a Magix, ma era un settembre molto più caldo di quello terrestre e l’acqua era ancora piacevolmente tiepida.
La ragazza inspirò profondamente, assaporando l’aria dolciastra del pomeriggio, e disse:
- Grazie per avermi impedito di passare il pomeriggio sui libri Ade, questo vento fra i capelli è splendido. -
Adelaide fece una faccia da “te l’avevo detto” ma Francesca non la vide perché aveva gli occhi chiusi.
- Posso spingerti in acqua? Mi hai fatto perdere mezz’ora per convincerti a venire con me e Maria. -
- Preferirei di no, siamo quasi al White Horse e non voglio che qualcuno mi veda che tremo di freddo con i capelli e i vestiti fradici. - rispose Francesca.
- Non vuoi che Richard ti veda casomai. - insinuò maliziosa Maria.
- Ma che c’entra Richard adesso? - chiese Francesca arrossendo violentemente.
Le altre due iniziarono a canzonarla finchè la bionda non le schizzò, esasperata.
- Ok ok mi arrendo basta Francesca non schizzarmi! - implorò Adelaide saltellando lontano dall’amica.
Francesca si asciugò la mano bagnata sul vestito e uscì dall’acqua, quindi si asciugò i piedi con un incantesimo e si rimise le ballerine.
- Francesca non guardare in alto a sinistra! - esclamò Adelaide.
Naturalmente Francesca guardò in alto a sinistra, dove un gruppo di ragazzi stava passando sul marciapiedi a livello della strada. Una ragazza in particolare attirò l’attenzione della bionda, una ragazza con i capelli lunghi e castano scuro, liscissimi e con la frangetta. Era vestita di scuro e teneva sotto braccio un ragazzo alto e magro dai capelli a spazzola. Francesca rimase impietrita a fissarli mentre si allontanavano, folgorata. Maria le si avvicinò.
- Vuoi che le faccia una fattura? - chiese.
Francesca fece segno di no con la testa, nonostante fosse convinta che il verde rana dovesse stare molto bene addosso a quella ragazza.
- Sembra che Lontricha sia ancora in piedi eh? - chiese Francesca.
- Già. - disse Adelaide.
- Già. - ripetè Francesca.
La fata dai capelli bianchi sbuffò.
- Però adesso non deprimerti perché il ragazzo che ti piace sta con una lontra. -
Francesca rise e riprese a camminare con le amiche.
 
§§
 
Aire stava leggendo un libro distesa sul suo letto. In realtà impiegava cinque minuti per leggere un paragrafo, indecisa com’era se chiudere o meno la porta della sua stanza a chiave. Non sapeva come fosse possibile, ma tutta la scuola sapeva che aveva parlato con le Trix e non c’era strega che la guardasse normalmente: chi la guardava con disgusto, chi con paura (come si poteva avere paura di una ragazzina pelle e ossa con delle foglie di quercia intrecciate fra i capelli?), ma almeno nessuno osava farle scherzi come alle altre matricole. Una sua compagna di classe si era misteriosamente trasformata in una lucertola dopo aver bevuto del succo di mirtillo, mentre un’altra si era ritrovata con gli stivaletti fusi con il pavimento ed era rimasta scalza tutta la mattina perché non riusciva a far apparire altre scarpe.
La porta della camera si aprì e Aire comprese che avrebbe dovuto chiudere a chiave. Le tre streghe che dividevano l’appartamento con lei si avvicinarono al letto.
Una di loro aveva i capelli rossi e gli occhi azzurri e al collo portava un ciondolo con la testa di un giullare, indossava un top bianco cortissimo e dei pantaloncini verde scuro, la gamba destra era fasciata da una calza lilla mentre la sinistra da una calza a rete smagliata in alcuni punti, le pareva si chiamasse Henna. Accanto a Henna c’era Yami, una ragazza minuta dalla carnagione ambrata e la “r” moscia che avrebbe potuto passare per una brava ragazza, se non avesse avuto su una spalla il tatuaggio di un drago stilizzato e la camicetta con le maniche strappate, cose che una dolce fatina non si sarebbe mai sognata. Aveva i capelli lunghi e scuri, con una frangia sfilacciata che ad Aire aveva dato l’impressione che stesse prendendo in giro il mondo col suo apparire una brava bambina, con tanto di ballerine senza tacco e gonna a borsellino degna di un college. Eppure quella mattina si era presentata come strega delle catastrofi naturali. Quella più vicina al letto si chiamava Laverna ed era stato chiaro fin da subito che, se fra loro c’era una leader, era lei. I capelli grigi rasati ai lati ma lunghi fino a metà schiena al centro della testa, i pendenti a forma di tibie incrociate, la canotta aderentissima, gli stivaletti slacciati, tutto in quella ragazza faceva presupporre una personalità spavalda e arrogante.
- Confettino, come mai te ne stai qui tutta sola a leggere? Dovremmo fare conoscenza, non credi? - le chiese Laverna con un tono melenso che sapeva di falso.
Aire si morse la lingua per non chiamarla “spolverino” in risposta. Riuscì a rispondere con una certa indifferenza.
- Mi sembrava doveste disfare le vostre valigie, non volevo disturbare. -
Henna si appoggiò alla testiera del letto e le sfilò il libro da sotto il naso.
- Oh, abbiamo fatto in fretta come vedi. -
- Sai, abbiamo sentito alcune delle voci che girano su di te - intervenne Yami - e devo farti i miei complimenti, sei la ragazza più chiacchierata di Torrenuvola dopo neanche ventiquattrore di permanenza, un vero record! Ma… ci chiedevamo se questi pettegolezzi fossero reali. -
Aire sospirò.
- Ho incontrato le Trix ieri, sì. Questo è tutto. Posso riavere il mio libro adesso? - disse allungando un braccio verso Henna, che però lo sollevò di più, ridacchiando.
- Abbiamo fretta eh? -
- Chi ha fretta nasconde qualcosa. - insinuò Laverna - Non è che è vero che hai visto i ricordi di Icy? -
Aire impallidì, questa non l’aveva sentita. Come facevano a saperlo? Che Desirè o Maria…
- Ah-ah, bingo! Sapevo che doveva essere successo qualcosa! - esclamò trionfante Laverna davanti al suo silenzio.
- A-aspetta, che diavolo stai dicendo? - disse Aire passando violentemente dal bianco cadaverico al rosso fuoco, suscitando le risate delle tre streghe.
- Andiamo confettino, ho solo fatto due più due: stamattina mezza scuola ti ha vista restare impalata nel corridoio con gli occhi chiusi e, hai presente quella strega del quarto anno che ti è venuta accanto?, beh, l’ho sentita dire “oh no, un altro ricordo”. E cosa poteva aver spinto le grandi Trix a parlare con una come te, che ai loro occhi probabilmente sei uno zero? Dovevi aver visto qualcosa, ma ammetto che ho tirato a indovinare sul “chi”. - spiegò orgogliosa Laverna.
Aire si diede della cretina, aveva praticamente confessato da sola. Henna si esaminò le unghie smaltate di rosso e verde della mano libera e disse:
- Tranquilla, non lo diremo a nessuno. Anzi, ti vogliamo nel gruppo, hai stoffa. Naturalmente dopo una piccola prova d’ingresso. -
- Mi sembra prematuro parlare di gruppo già adesso… - osservò diffidente la strega del tempo, immaginando come sarebbe andata a finire. Non aveva una gran voglia di rischiare l’espulsione.
- Se non te la senti… -
- Certo che me la sento! - sbottò Aire alzandosi a sedere di scatto.
- Bene. - sogghignò Laverna - Yami, spiegale cosa dovrà fare. -
- Sai che fra due giorni ci sarà la festa di inizio anno e che le streghe ne verranno escluse come al solito, no? Le Trix, in quanto allieve di Alfea, saranno sicuramente costrette a partecipare e tu ne approfitterai per entrare nella camera di Icy e portarci un suo oggetto. Non un oggetto qualsiasi, si intende, uno che abbia… qualcosa da dire. -
- Voi siete pazze! Io non vedo i ricordi di tutto e tutti, inoltre mi piacerebbe arrivare ai diciotto anni! Se Icy mi scoprisse nella migliore delle ipotesi mi farebbe la pelle! -
- Vedi di darti da fare confettino, o presto ci sarà una nuova voce di corridoio in giro. - disse annoiata Laverna per poi uscire dalla stanza, seguita da Henna.
Aire guardò disperata Yami, che la guardava a sua volta con aria dispiaciuta.
- E’ un’idea di Laverna, non piace neanche a me. Non si scherza con le Trix, ma a lei non importa. Dice che ormai non possono più fare niente quindi devi solo stare attenta a non farti beccare dalle fate. Secondo me il rischio che corri è vedere un ricordo che… - esitò - …che non sarebbe molto bello, ecco. -
Aire rimase un po’ stupita da quella manifestazione di solidarietà, quasi innaturale per una strega.
- Anche Icy sembrava temere che avessi visto qualcosa di brutto ieri, e come darle torto? - disse la mora.
- Già… Senti, è meglio che vada dalle altre, cercherò di convincerle a facilitarti il compito. E non arrabbiarti troppo per questa storia, conosco Henna già da un po’ e ti assicuro che le ci vuole solo del tempo per essere meno strafottente. A dopo. - la salutò uscendo dalla stanza.
“In fondo è simpatica” pensò Aire riprendendo il libro che Henna aveva lasciato sul comodino. Magari sarebbero diventate amiche col tempo. Ritrovato il segno, Aire cercò di tornare a rivolgere la sua attenzione al giovane Cutter che stava per rimanere senza ossigeno sulla sua aeronave, senza riuscirci. Seccata, chiuse il libro, si alzò dal letto e aprì l’armadio. “Dunque, cosa potrei mettere alla festa di Alfea? Se vado in abiti civili mi notano subito, ma non ho vestiti stile gonnine-a-balze e inoltre li detesto. E poi volare con una minigonna è tremendamente imbarazzante. Ehi, questo è perfetto!”

Spazio dell'autrice
Non credevo sarei riuscita ad aggiornare prima di questo fine settimana, ma si è verificato un miracolo che potrebbe essere definito "assemblea sindacale+materie in cui sono già stata interrogata", ergo ho il pomeriggio praticamente libero. In più oggi Aire mi ha praticamente chiestgo di aggiornare causando un aumento di zucchero nel cuore :)) 

L'idea che esista qualcuno più testardo di Icy fa strano ma credo che Mz.Hale se la giochi abbastanza bene ;)
La Jessie che ha raggiunto Arejay è Jessie Covets/Hale, sua moglie (occhi a cuore). E non uccidetemi per quanto ha detto Lzzy su Icy, grazie. ^^
Runaway è una canzone che in realtà avevo inizialmente scelto solo per il flashback di Icy, ma poi mi sono resa conto che in realtà la rappresentava abbastanza bene anche nel resto. Ce ne siamo praticamente accorte insieme, per quanto possa suonare assurdo.
Lontricha è storia vera, superata ma vera. E se dico di più Francesca mi uccide e non conoscerete mai la fine di Anche una strega.
Per quanto riguarda le adorabili compagne di stanza di Aire, Laverna deve il suo nome e la sua abilità nel carpire le informazioni alla dea romana dei ladri; Yami è invece un nome indiano che significa "sovrana". Quando riuscirò a ritrovare la foto ci sarà anche il disegno.
Queste sono invece le canzoni presenti nel capitolo:
- Bubblegum Bitch di MArina&TheDiamonds
 https://youtu.be/4dnqwuRYpys
- Paradise dei Coldplay (c'è pure il lyric video ufficiale, che voglio di più dalla vita?)  https://youtu.be/1G4isv_Fylg

- Familiar Taste Of Poison degli Halestorm (obv), della quale però metto il lyric video a malincuore perchè l'originale è strutturato come un film *w*  https://youtu.be/yZOmtPR_MTU
- Runaway di Avril Lavigne https://youtu.be/0BhburxrPVo
E
 con questo ho finito :)
Ringrazio tutti i lettori e in particolare Tressa che un pò da una parte un pò dall'altra sopporta i miei messaggi e recensioni :))
See ya
Cass

 
   
 
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