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Autore: Una_Ragazza_Qualunque    17/10/2016    1 recensioni
[Kuroken]
Ho voluto scrivere questa fan fiction per racchiudere un po' lo sviluppo della loro relazione attraverso un sogno pieno di ricordi di Kenma.
Kenma è un po' preoccupato perché non riesce a esprimere a parole i propri sentimenti. Ci riuscirà alla fine?
"Nonostante il loro rapporto fosse forte e duraturo, Kenma non aveva ancora trovato il coraggio di dire quelle tre famose paroline magiche. Non perché non le sentisse. Kenma amava Kuroo. Lo amava davvero, solo che non aveva mai sentito il bisogno di esprimerlo a parole."
Buona lettura. Enjoy! :)
Genere: Angst, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Kozune Kenma, Tetsurou Kuroo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Fear

 

In una stanza illuminata solo dal chiaro di luna si riusciva ad udire il riecheggiare dei gemiti di piacere di due giovani amanti che, accompagnati dal cigolio costante ed insistente delle molle del letto, si lasciarono andare abbracciando la passione, approfittando dell'assenza dei genitori.

I gemiti riempivano la mente di Kenma ormai incapace di trattenersi dall'emettere mugolii sconnessi.

<< Kuro. >> Gemette cercando di non fare ulteriore rumore mentre raggiungeva l'apice del piacere seguito dall'altro.

Kuroo posò le sue labbra sulla fronte del più piccolo per poi distendersi accanto a lui tenendolo tra le braccia.

Questo era uno dei momenti più belli per Kenma: dopo essersi lasciati trasportare, il silenzio e il tepore tra le braccia del più alto riuscivano sempre a calmarlo.

Kenma alzò il viso per osservare quello di Kuroo che, ormai tra le braccia di Morfeo, era illuminato dalla luna piena. Lo faceva spesso ultimamente.

Kuroo era bello, si ritrovò a pensare una notte Kenma. Non che non se ne fosse mai reso conto ma, durante l'infanzia trascorsa insieme, non lo aveva mai ritenuto un fattore importante. Ma adesso che aveva la possibilità di osservarlo da così vicino si rese conto di amare quel viso.

Immerso nei suoi pensieri il più piccolo, senza neanche accorgersene, passò le dita tra gli zigomi perfetti dell'altro sperando di non svegliarlo. Persino quella strana acconciatura ribelle e impossibile da domare che il più grande si ostinava a non pettinare ogni mattina, faceva parte della bellezza di Kuroo. Non sarebbe stato lui senza.

Kenma prese un respiro profondo e chiuse gli occhi esausto.

Nonostante il loro rapporto fosse forte e duraturo, Kenma non aveva ancora trovato il coraggio di dire quelle tre famose paroline magiche. Non perché non le sentisse. Kenma amava Kuroo. Lo amava davvero, solo che non aveva mai sentito il bisogno di esprimerlo a parole. Non era nel suo carattere e non credeva che ce ne fosse bisogno ma quando Kuroo una mattina, a differenza sua, gli aveva aperto il cuore capì che anche le parole erano importanti. Era stato bello sentirselo dire.

Il cuore dell'alzatore aveva scalpitato talmente forte nel suo petto che lo aveva lasciato senza parole. Voleva far provare le stesse emozioni al suo amico d'infanzia.

Kuroo, in quell'istante, aveva emesso una risatina nervosa notando il silenzio dell'altro ma lo aveva rassicurato dicendogli che aveva tutto il tempo che voleva e che non doveva rispondere subito. Ma Kenma non rispose mai e ogni volta che ci ripensava sentiva i morsi del senso di colpa nello stomaco.

In fondo quanto poteva essere difficile?

 

 

 

<< Kenma! >>

Il bambino si sentì chiamare all'improvviso.

Sobbalzò per lo spavento riconoscendo la voce del vicino di casa provenire da fuori.

Si era appena trasferito e Kenma non capiva tutta quell'attenzione che gli serbava l'altro bambino alla quale non era abituato.

Decise semplicemente di ignorarlo tornando all'unica cosa che riuscisse a tenergli compagnia: i videogiochi.

Almeno era quello che aveva in mente di fare finché non si accorse che l'altro non lo stava più chiamando e non era proprio da lui arrendersi così facilmente.

Mise in pausa il gioco e prestò attenzione a ciò che stava succedendo intorno a lui.

Quando sentì rumore di passi si irrigidì. Sua madre doveva averlo fatto entrare. Lei e la sua fissazione che doveva farsi degli amici.

La porta si spalancò provocando un altro sobbalzo al proprietario della camera.

Kenma si volse lentamente verso l'entrata, sapendo cosa avrebbe visto. Infatti Kuroo aveva un sorrisetto soddisfatto stampato in faccia, per essere riuscito ad entrare, e nella mano sinistra teneva un pallone.

Con ancora la console in mano, il piccolo Kenma sospirò. Non voleva uscire.

<< Kenma. >> Lo richiamò Kuroo << E' da un po' che ti chiamo e lo so che riuscivi a sentirmi. >>

<< Perché insisti tanto? >> Chiese Kenma ripensando a tutte le volte che lo aveva iinfastidito per passare del tempo insieme.

<< Che domande. >> Ribatté l'altro facendo l'offeso. << Perché tengo a te. >> Continuò mostrando il sorriso più luminoso che Kenma avesse mai visto.

 

 

- - -

 

<< Perché insisti nel voler rimanere chiuso in camera? >> Chiese preoccupato Kuroo. << Oggi è il tuo compleanno! >>

<< Come lo hai saputo? >> Domando l'altro bambino sorpreso.

<< Tua madre. >> Rispose semplicemente il più grande.

Ah, certo. ” Pensò Kenma.

<< Non posso credere che tu non me lo abbia detto prima! >> Continuò a lamentarsi Kuroo.

Kenma fece spallucce senza neanche rivolgergli uno sguardo, troppo preso dalle figure che si muovevano nello schermo della sua console.

Kuroo sospirò. << Aspetta, torno subito. >> E senza neanche aspettare la risposta dell'altro uscì.

Kenma, inizialmente, non era interessato a ciò che stesse facendo l'altro ma quando dopo quasi un'ora che lo stava aspettando lui non era ancora tornato, cominciò a preoccuparsi.

<< Eccomi! >> Urlò Kuroo correndo verso la camera di Kenma. << Sono tornato. Come promesso. >> Continuò col fiatone.

Kenma lo fissava stupito. Aveva i capelli arruffati, più del solito, per la corsa. Ansimava, stanco ma ancora sorridente e solo allora si accorse che teneva un sacchetto in una mano e una torta nell'altra.

Non una torta di compleanno qualsiasi. Una torta di mele. La sua preferita.

<< Tieni! >> Disse Kuroo porgendogli entrambe le mani.

Kenma allungò le proprie titubante. Aprì il sacchetto e spalancò gli occhi senza parole.

<< So che volevi questo videogioco e così... Sono stato fortunato sai? Era l'ultimo! >>

<< Kuroo. >> Sussurrò Kenma in modo quasi impercettibile.

<< Si? >>

<< Puoi restare oggi se vuoi. >> Disse distogliendo lo sguardo imbarazzato. << Così lo proviamo insieme. >>

<< Davvero? >> Chiese con entusiasmo Kuroo illuminandosi in viso, era la prima volta che Kenma gli chiedeva di giocare ad un videogioco con lui.

Kenma si limitò ad annuire arrossendo.

 

 

- - -

 

<< Non fare il testardo Kenma. >> Lo rimproverò Kuroo avvicinandosi allo scalino dove era seduto. << Dici così solo perché sei stanco. >> Continuò appoggiando un piede vicino all'amico d'infanzia.

<< Esatto, sono stanco quindi lasciami in pace. >> Disse nascondendo il viso tra le braccia appoggiate alle ginocchia. << Non voglio più giocare a pallavolo. >>

<< Io non credo che tu lo voglia davvero. >> Disse il nuovo capitano della Nekoma alzando lo sguardo verso il cielo. << Vorresti dirmi che oggi non ti sei divertito? >>

Kenma non rispose subito. << Non importa. >>

<< Certo che importa. >> Ribatté l'altro tornando a guardarlo. << Non permetterò che tu lasci la pallavolo. >>

<< Perché? >> Chiese Kenma incrociando il suo sguardo.

<< Perché la squadra ha bisogno di te. >> Rispose Kuroo. << Io ho bisogno di te. >>

Kenma lo fissò a lungo ma non ebbe il coraggio di ribattere.

<< Ci penserò >> Disse alla fine alzandosi e dirigendosi verso l'uscita della scuola.

Kuroo, dietro di lui, sorrise.

 

 

- - -

 

Kenma stava fissando il banco pensieroso. Kuroo era in ritardo.

La campanella della pausa pranzo era suonata da un pezzo ma di Kuroo nemmeno l'ombra. Era diventata ormai un'abitudine.

Non appena la campanella suonava Kuroo si presentava nella classe di Kenma, sicuro di trovarlo per conto suo, e si sarebbero diretti sul tetto a mangiare in tranquillità. Ma questa volta qualcosa non andava.

Kenma si alzò e si diresse verso i corridoi per poi fermarsi davanti alla classe dell'altro.

Cominciò ad agitarsi.

Gli sudavano le mani e il battito del suo cuore iniziò ad accelerare. Entrare e chiedere di Kuroo era l'ultima cosa che voleva fare. Per un attimo pensò anche di rinunciarci finché un ragazzo, mentre usciva dalla classe, gli sorrise.

<< Hey, io ti conosco. >> Iniziò osservandolo meglio. << Sei un amico di Kuroo, giusto? >> Disse schioccando le dita.

Kenma non rispose e abbassò lo sguardo guardandosi le mani mentre se le torturava. Non si trovava a suo agio con gli sconosciuti.

<< Bhé, non è qui adesso. Credo sia all'entrata della scuola. Sembra che una ragazza gli stia facendo una dichiarazione d'amore. >> Continuò il ragazzo abbassando la voce ma visibilmente eccitato. << Ah, fortunato. >>

Kenma sentì un dolore al petto e istintivamente se lo toccò.

Kuroo stava davvero ricevendo una dichiarazione da una ragazza? Chi era e cosa avrebbe risposto lui? Ma soprattutto perché la cosa lo turbava tanto?

<< Kenma, ti ho trovato finalmente! >> Si sentì chiamare riconoscendo la voce. << Ti ho cercato in classe ma non eri lì. >>

Kenma si girò verso Kuroo ma non proferì parola, ancora scosso dai nuovi sentimenti che stava provando.

<< Che succede? >> Chiese Kuroo. << Non mi rimproveri per il mio ritardo? >>

<< Stai zitto. >> Rispose Kenma cominciando a camminare.

Probabilmente non era niente ” Si convinse Kenma dicendosi che quei sentimenti erano nati solo per la paura di perdere il suo migliore amico.

In fondo Kenma odiava i cambiamenti.

 

 

- - -

 

Kenma, quel giorno, non aveva nessuna voglia di allenarsi tanto meno di fare un allenamento congiunto con la Fukurodani e tutto questo solo perché Kuroo era diventato un buon amico del loro capitano, Bokuto.

Buon per lui. ” Si ripeteva Kenma, la cosa non lo aveva mai toccato ma adesso, la loro amicizia, aveva compromesso i suoi allenamenti e il suo tempo libero. Eh sì, perché Bokuto aveva avuto la brillante idea di invitare tutti a mangiare carne dopo gli allenamenti.

Kenma sospirò e si guardò intorno. Fece una smorfia, troppa gente.

Kenma non seppe bene né quando di preciso né il perché ma il cuore cominciò a battergli forte in petto. Ebbe la sensazione che tutto gli si stesse schiantando addosso e il pavimento sembrava pericolosamente vicino.

Quando si rese conto che aveva difficoltà a respirare, lo riconobbe. Stava avendo un attacco d'ansia.

Il suo primo pensiero fu quello di cercare Kuroo.

Non era la prima volta che succedeva ma fortunatamente il suo amico d'infanzia non si faceva mai prendere dal panico e riusciva sempre a calmarlo.

Kenma cercò di combattere la nausea e lo cercò con lo sguardo ma Kuroo sembrava scomparso.

Decise che era meglio uscire fuori a prendere una boccata d'aria ma le sue gambe non avevano alcuna intenzione di muoversi.

Il panico aumentò. Aveva bisogno di Kuroo. Lo voleva al suo fianco.

<< Kenma! >> Sentì urlare ma il suono sembrava troppo distante.

Sapeva di chi fosse quella voce. Di colui che sapeva sempre di cosa avesse bisogno. Di colui che amava.

 

 

- - -

 

Hinata, dobbiamo parlare. ” Kenma inviò il messaggio pensando che, forse, parlarne con qualcuno sarebbe stato meglio.

La risposta dell'altro non tardò ad arrivare. “ Che succede Kenma? Così mi fai preoccupare. ”

Kenma prese un respiro profondo, anche scriverlo era strano.

Credo di avere una cotta per Kuro. ”

Posò il cellulare nel letto, accanto a sé mentre l'ansia cominciava a colpirgli lo stomaco.

<< A chi scrivi? >> Chiese Kuroo alzando lo sguardo dal libro che stava leggendo, seduto con la schiena poggiata nel bordo del letto.

<< Hinata. >> Rispose l'altro.

<< Chi? Oh, il ragazzo della Karasuno. >> Disse chiudendo il libro << Il gamberetto >> Aggiunse sorridendo.

<< Guarda che non ci scambiamo poi di tanto in altezza. >> Ribatté l'altro.

<< Lo so. >> Rispose semplicemente Kuroo.

<< Hey, che vorresti insinuare? >> Chiese Kenma.

<< Niente. Io non ho detto niente. >> Rispose Kuroo divertito, girandosi completamente per guardare Kenma seduto sul letto a gambe incrociate.

<< Si, lo hai fatto. >> Ribatté Kenma.

<< No. >>

<< Si. >>

<< No. >>

<< Si. >>

<< Oh >> Rise Kuroo << Come te lo difendi bene. >>

<< Cosa?! Io sto difendendo me stesso. >>

<< Mmh-mmh >> Canticchiò Kuroo.

<< Cosa adesso? >> Chiese infastidito Kenma.

<< Sono contento che tu ti sia fatto un amico. >> Rispose Kuroo riaprendo il libro.

<< Ma? >> Incitò a continuare Kenma.

<< Non c'è nessun “ ma ” >> Rispose l'altro fingendo di leggere.

<< Che succede? Sei geloso? >> Chiese ora divertito Kenma ma quando non sentì alcuna risposta il sorriso gli morì sulle labbra e il sangue gli imporporò le guance.

<< Non essere sciocco. >> Rispose infine Kuroo continuando a tenere lo sguardo basso.

Kenma decise di far morire lì quella stana conversazione allungando una mano per prendere il cellulare.

Cosa?! Davvero?

Ma è fantastico Kenma! ”

 

 

- - -

 

<< Kenma e Kuroo stanno insieme? >> Si chiese Lev ad alta voce mentre li fissava da lontano.

<< Uh? >> Yaku era sorpreso da quella domanda.

<< Sì, insomma è evidente... Voglio dire, sembrano una coppia. >> Rispose Lev.

Yaku sembrò pensarci su. Lev non stava sbagliando del tutto. Erano sempre insieme e sembrava che avessero bisogno l'uno dell'altro, ma il libero lo aveva sempre associato al fatto che loro due fossero cresciuti insieme.

<< Perché lo chiedi a me? >>

<< Hai ragione. >> Disse infine Lev. << Vado a chiederlo direttamente a loro. >>Continuò diventando improvvisamente allegro.

Ma se da una parte Lev era tutto eccitato all'idea, Yaku era impallidito alle parole del più alto.

<< No, no! >> Urlò Yaku afferrandolo per la maglietta quando si accorse che si stava precipitando da loro.

Yaku gli tirò un pugno sul braccio quando vide che avevano attirato l'attenzione dei due. Ma quando Kenma starnutì e Kuroo, prontamente, gli asciugò il viso con un fazzoletto dovette ricredersi sulla sua teoria.

Forse Lev aveva ragione.

<< Ahi, farà male per giorni. >> Si lamentò Lev con le lacrime agli occhi mentre si strofinava con una mano il braccio dolorante.

 

<< Gira voce che siamo una coppia. >> Disse improvvisamente Kuroo mentre camminavano verso casa.

Kenma, accanto a lui, si fermò e alzò lo sguardo dal suo cellulare per scrutare il viso del suo vicino di casa.

<< Sai com'è la gente, parla sempre. Non è importate. >> Continuò Kuroo quando i loro occhi si incontrarono.

<< Certo che è importante. Come fai ad essere così tranquillo? >> Chiese Kenma perplesso.

<< Non mi preoccupano queste voci. Semplicemente non mi danno fastidio. >> Spiegò l'altro facendo spallucce.

<< Dovrebbero dato che non dicono il vero. >> Disse Kenma leggermente agitato.

Calò il silenzio.

C'era tensione nell'aria e questo bastò per far capire a Kenma che, forse, aveva esagerato ma ormai era troppo tardi, non poteva più rimangiarselo. Si morse il labbro inferiore aspettando una qualsiasi reazione da parte di Kuroo che, però, tardava ad arrivare.

Kuroo, sorpreso dalla reazione del compagno di squadra, rimase stordito.

<< Non preoccuparti. >> Iniziò distogliendo lo sguardo. << Se ti creano tanti problemi farò in modo che la smettano. >>

Kenma non seppe spiegarsi il perché ma ad un tratto si sentì triste. Ma in fondo sapeva che era la cosa più giusta da fare. Non erano davvero una coppia.

 

 

- - -

 

Kenma e Kuroo non tirarono più fuori l'argomento delle voci di corridoio sul loro rapporto da quel giorno. Ma questo non era servito a tranquillizzare Kenma, anzi lo rendeva ancora più nervoso cosa che non passava inosservato a Kuroo.

<< Si può sapere cos'hai oggi? >> Chiese Kuroo.

<< Niente. >> Rispose Kenma, non poteva dirgli la verità.

<< Non costringermi a passare alle maniere forti. >> Ribatté l'altro.

Kenma non riuscì a trattenere una risatina al pensiero. << E sarebbero? >>

Kuroo si alzò di scatto con un ghigno malizioso sul viso e allungò le mani verso i fianchi di Kenma facendoli muovere su e giù. Sapeva che era il suo punto debole, il solletico.

<< No, fermo- ahah- Kuro! >> Urlava Kenma cercando di trattenere le risate.

<< Come ti arrendi già? >> Chiese divertito Kuroo ormai sopra di lui.

Kenma si rese conto che Kuroo non avrebbe smesso tanto facilmente e così decise di passare al contrattacco .

Si sentì più leggero quando udì la risata di Kuroo mischiarsi con la sua.

<< Ah, amo la tua risata. E' così rara. >> Si lasciò sfuggire Kuroo.

Entrambi si fermarono di botto e arrossirono.

Kuroo, rendendosi conto solo ora della posizione in cui erano, si alzò e si strofinò la testa con una mano nervosamente.

<< Si è fatto tardi. >> Affermò guardando un orologio che, palesemente, non indossava. Imprecò, si stava rendendo ridicolo ma questo non lo fermò dal continuare quella pagliacciata e con un saluto impacciato lasciò Kenma solo in camera ancora rosso in viso.

 

 

- - -

 

Era un pomeriggio come tanti quando accadde la prima volta. Kenma preso dal suo nuovo videogioco, mentre Kuroo guardava la televisione.

Kenma non si era reso conto di aver poggiato la testa sul braccio di Kuroo e quando sentì delle mani tra i capelli decise di rimanere in quella posizione.

Era una sensazione piacevole, rilassante. Kuroo prendeva delle ciocche tra le dita, se le rigirava su di esse fino ad arrivare alle punte.

L'alzatore chiuse gli occhi beandosi di quel momento.

Kuroo sentì un tonfo all'improvviso e distolse lo sguardo dallo schermo della televisione. La console di Kenma gli era caduta tra le gambe.

<< Kenma? >> Lo chiamò Kuroo ma quando non sentì nessuna risposta capì che si era addormentato.

Sorrise continuando a giocare con i capelli del più piccolo.

Kenma quel giorno ebbe come la sensazione che non si sarebbe tagliato i capelli tanto presto.

 

 

- - -

 

Kenma si era chiuso in camera, steso sul letto sotto una pila di coperte.

Avevano perso.

Non che pensava che fosse stata colpa sua ma non sentiva neanche di aver dato il massimo, poteva fare di più. Ma ormai era inutile pensarci. Era finita.

<< Kenma? >> Sentì bussare alla porta. << Sono Kuroo, posso entrare? >> Chiese educatamente.

L'alzatore gli diede il permesso. Non avrebbe mai potuto negarglielo, non in quel momento.

Sentì muovere le lenzuola e capì che il capitano si era seduto sul letto accanto a lui.

Sbirciò dalle coperte e vide che Kuroo lo stava guardando con l'espressione più dolce che avesse mai visto.

<< Forza, vieni qui. >> Lo incitò Kuroo aprendo le braccia.

Kenma accettò l'invito e si gettò tra di esse.

Kuroo gli accarezzò i capelli stringendolo forte a sé.

<< Su, non è la fine del mondo. >> Cercò di consolarlo Kuroo.

<< Sì che lo è. >> Rispose Kenma << Tu stai per andartene e io volevo... >> Le parole gli morirono in gola.

<< Hey, sono qui. >> Lo rassicurò Kuroo prendendogli il viso tra le mani per asciugargli con il pollice le lacrime che scorrevano su di esso.

<< La Nekoma vincerà l'anno prossimo. >> Iniziò Kuroo. << Vinceremo l'anno prossimo. >>

<< Si, ma tu... >>

<< Niente “ ma ” >> Lo rimproverò Kuroo guardandolo negli occhi. << Pensa positivo. >>

Kenma si perse negli occhi scuri dell'altro, i loro visi erano pericolosamente vicini. Troppo vicini.

Arrossì lievemente, vergognandosi di averci pensato in un momento simile.

<< Come fai ad essere così sereno? Sei il capitano della squadra, stai per lasciare il liceo, non volevi vincere? >> Esplose Kenma.

Perché non capiva i suoi sentimenti? Perché non capiva che voleva donargli la vittoria? Che gli sarebbe mancato da morire una volta diplomato?

Kenma si placcò quando sentì le mani di Kuroo tremare sulle proprie guance.

<< Certo che volevo vincere. >> Disse Kuroo con la voce spezzata dal pianto. << Certo che volevo vincere... >>

<< Kuro... >>

<< Era questo che volevi sentirti dire? >> Chiese Kuroo con le lacrime agli occhi e un sorriso amaro.

A Kenma gli si strinse il cuore. Non lo aveva mai visto in quello stato e faceva male. Tanto male.

Mise una mano dietro il collo di Kuroo adagiandolo sulla sua spalla e lasciando che si sfogasse.

Kuroo lo strinse forte, come se l'avere il corpo di Kenma più vicino a sé placcasse il suo dolore.

Restarono così per svariati minuti, finché non si calmarono entrambi.

Quando si staccarono Kenma sentiva che non servivano parole. Era un momento così intimo che, aveva timore, le parole potessero solo rovinarlo.

Come se si fossero letti l'uno il pensiero dell'altro, entrambi avvicinarono i loro visi sempre di più. Sempre più vicino finché le labbra di entrambi non si toccarono.

Così fu il loro primo bacio. Un semplice tocco di labbra, casto e un po' goffo ma, per Kenma, era perfetto perché era il suo primo bacio. Il suo primo bacio con Kuroo.

 

 

 

Kenma si svegliò ancora tra le braccia di Kuroo.

Cercò di stiracchiarsi senza dare troppo fastidio al più alto girandosi verso il comodino per controllare l'orario. Era decisamente troppo presto per alzarsi.

Si sentì stringere la vita, segno che Kuroo si stava svegliando, e il respiro caldo sul collo che gli provocò un brivido lungo la schiena.

<< Hey >> Lo salutò Kuroo.

<< Hey, scusa se ti ho svegliato. >> Gli sorrise Kenma.

<< Fa niente. >> Rispose l'altro.

<< Quando dovrai tornare a Tokyo? >> Chiese Kenma con un velo di tristezza.

<< Domani >> Rispose Kuroo sospirando all'idea di dover prendere il treno.

<< Di già? >> Chiese in un sussurro Kenma.

<< Di già. >> Ripeté Kuroo << Mi sei mancato. Io ti sono mancato? >> Chiese con un sorrisetto malizioso.

<< Ma sta zitto. >> Disse Kenma arrossendo, non riuscì a trattenersi nel sorridere per quanto si sforzasse di nasconderlo sotto le coperte.

<< Lo prendo per un sì. >> Rise Kuroo. << Un anno, eh? >>

<< Sembrerà un'eternità. >> Si lamentò Kenma mentre sentiva accarezzarsi i capelli da Kuroo per provare a consolarlo. Funzionava sempre.

Come gli mancheranno questi momenti, spontanei e semplici. Come Kuroo.

<< Kuro. >> Lo chiamò Kenma girandosi per guardarlo.

<< Si? >> Aspettò l'altro.

<< Ti amo. >> Confessò Kenma con le guance completamente rosse.

Il sorriso di Kuroo gli morì sulle labbra e lo shock glielo si leggeva in faccia.

<< C- come? >> Chiese ancora stupito.

<< So che l'hai sentito. >> Cominciò Kenma << Non lo ripeterò un'altra volta. >>

Kuroo rise e, con il cuore pieno di gioia, abbracciò Kenma.

<< Ti amo anch'io. >>

 

 

 

 

 

 

 

- - -

 

NdA: Sono riuscita a scrivere questa Kuroken che mi frullava in testa da un po', finalmente!

Innanzitutto grazie di essere arrivati fino a qui.

Ho messo il cuore in questa fan fiction perché volevo mostrarvi quanto amo questa coppia e quanto ami il loro rapporto.

E' molto importante per me anche perché la descrizione dell'attacco d'ansia di Kenma è la descrizione di uno dei miei attacchi. Descriverlo è stata un emozione molto forte, e per poco non me ne veniva un altro, ma sono contenta. :)

In fondo credo che scrivere significhi anche questo: descrivere le proprie esperienze e sensazioni.

Mi sento ancora un po' arrugginita ma riprenderò poco a poco e quindi, come al solito, i consigli sono ben accetti.

Speravo di finire la fan fiction ieri, per il compleanno di Kenma, ma ahimé non ci sono riuscita.

Adesso posso concentrarmi sulla Victuuri. :3

Un bacio. Alla prossima :)

 

 

   
 
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