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Autore: Raven_Death    17/10/2016    0 recensioni
Una semplice ragazza di nome Yume vedrà la sua vita sconvolta dalla presenza di Shinigami e Dei. Tra piccole avventure e avvenimenti, Yume riuscirà a scoprire l'amicizia, l'amore ma anche la tristezza e la follia che porta le persone ad abbandonare per sempre la propria vita.
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'inverno si faceva sempre più sentire, le pioggie erano frequenti e la voglia di dormire era sempre maggiore. Ogni volta che il tempo era cupo, mi piaceva osservarlo e, per non cadere troppo in depressione, pensavo all'estate che sarebbe potuta venire. Amavo l'estate con i suoi colori, con la sua musica frizzante, con l'odore salmastro del mare e con il suo cielo azzurro limpido. Le serate con gli amici, il suono della risata più vivace, il pensiero che la scuola non l'avresti vista per un bel po' di tempo; io volevo sempre sperimentare tutto questo ogni volta che la stagione più calda sarebbe venuta. Purtroppo esistevano anche le altre e l'unico modo per poterle superare era passare del tempo con persone che ti avrebbero reso la vita più bella. Per molto, troppo tempo non avevo mai provato la sensazione di stare con qualcuno che ti rendeva piacevole anche la storia de "La Piccola Fiammiferaia". Stavo esagerando ma da quando era venuta Amaya nella mia classe, mi era venuta anche più voglia di seguire le lezioni. Dal giorno in cui ci siamo incontrate, ci siamo sempre aiutate a vicenda. Soprattutto lei: mi supportava sempre anche quando non sembra esserci un apparente motivo. Mi capitava spesso di pensare se anche io riuscissi a farla sentire in quel modo, avrei voluto fare tutto quello che potevo per lei. Anche se non mi aveva ancora detto niente, sapevo che era successo qualcosa di terribile nel suo misterioso passato. L'unica cosa certa era che lei non aveva più dei genitori e viveva in una casa famiglia. Mentre camminavo per andare a scuola, quel pensiero mi aveva invaso ma non volevo farmi vedere dalla mia nuova amica con quella faccia. Così mi diedi due piccoli schiaffetti sulle guance e ripresi determinata il percorso: stavo per attraversare la strada, quando ad un tratto udì una voce. "Sii mia" Mi girai attorno con il cuore in gola ma intorno a me c'erano solo ragazzi che parlavano con i compagni o che ascoltava della musica. Pensai di essermelo immaginato. Rivolsi lo sguardo verso l'alto e vidi delle piume nere cadere. "Delle piume nere?" Ne afferrai una e la osservai. "Forse qualche Gazza ladra smarrita si trova da queste parti" abbandonai la piuma e proseguì. Riuscì ad arrivare a scuola senza problemi. Entrai in classe e mi sedetti vicino Amaya. "Ciao Amy" "Oggi mi siedo io dentro, hai fatto un po' tardi" mi fece la linguaccia. "Se per te due minuti significa essere in ritardo,non oso immaginare cinque" le dissi. Rise in modo sarcastico. "Quanto sei spiritosa" L'insegnante entrò nell'aula e iniziò la lezione. Le prime ore non volarono ma almeno non successe niente di particolare. Verso la terza ora, arrivò qualcuno a sostituirci e tutta la classe era al settimo cielo. Potevamo fare, quasi, tutto quello che volevamo. E io partì col mangiare la mia merenda. Alle superiori o perlomeno nel mio istituto non esisteva la pausa, quindi se volevi sgranocchiare anche solo il tappo della bottiglia dovevi o uscire fuori con il permesso oppure mangiare di nascosto, mentre la prof di storia tentava di tenere la classe sotto controllo. Non ricordavo quante volte avevo mangiato furtivamente durante le ore dei professori che non ti permettevano neanche di nominare la parola "merenda". Ma cosa puoi fare quando la fame ti viene durante le ore sbagliate? Comunque sia, riuscì a "riempire" il mio stomaco almeno per un po'. Io e la mia compagna di banco avevamo pensato di passare il tempo ad ascoltare la musica assieme e così facemmo. Ma qualcosa non andava per il verso giusto. O perlomeno era la mia cuffia a non funzionare. "Sii mia" Sentì di nuovo quella voce. Picchiettai sulla cuffia e quella ripartì ma la cosa successe nuovamente. "Vieni dalla mia parte" Stanca chiesi ad Amaya. "Amy ma ha dei difetti questa cuffia? No perché mentre ascolto "Sober" sento un'altra voce in sottofondo " chiesi preoccupata. "Scherzi?! Sono nuovissime queste cuffie, ti devi essere impressionata. Facciamo a cambio." facemmo così ma questa volta sentì una piccola risata. "Se continui così dovrò usare le maniere forti" mi minacciò la voce. Agitata, scossi la testa e alzai lo sguardo per gettare un'occhiata alla classe. Scrutai uno per uno e notai qualche "difetto". Uno dei miei compagni stava seduto da solo al primo banco e osservava il vuoto con occhi stanchi. Non mi piaceva per niente la cosa. Si fece un'aurea nera intorno a lui e il suo volto non sembrava lo stesso. Si girò lentamente verso di me, come se fosse una bambola impossessata, e il mio cuore fece un salto nel vuoto: il suo volto era scuro, i suoi occhi erano più tondeggianti e rossi e, per finire, aveva un sorriso raccapricciante che gli arrivava quasi agli zigomi. Sembra un cosplay fatto male del " Joker". Mi scese un brivido lungo la schiena quando quel "coso" iniziò a parlare. "Unisciti a lei" disse con voce sottile e un po' tremolante. "A lei?" pensai ad alta voce senza rendermene conto. Di scattò si girò anche il compagno di banco dietro di lui. "A lei, unisciti a lei" Amaya mi toccò la spalla e io mi girai. "Se mi vuoi bene,sii sua" mi disse con quel volto agghiacciante. Mi alzai di scatto e mi gettai contro la porta chiusa a chiave. Scivolai lentamente vicino alla porta fino a sedermi. Tutti quanti si alzarono e si avvicinarono a me come dei zombie dicendo: "Unisciti a lei" all'infinito. Ossevai il restante dell'aula e vidi uno di loro. "Brutto bastardo, sei tu a fare tutto questo!" così mi alzai e gettai tutti per l'aria. Aki non era con me perché come al solito doveva fare l'antipatico così dovetti prendere una penna con una bella punta. L'ayakashi era piccolo così riuscì a farlo fuori in poco tempo. Tutto sembrò essere come prima e in più ricevetti un potente urlo dal prof. Mi sedetti al mio posto e preferì non dire nulla per il momento ad Amaya. La terza ora finì e proseguimmo con la quarta. Speravo che fosse finita ma ormai tutta quella speranza dovevo solo buttarla da qualche parte; mentre la prof segnava delle cose alla lavagna, i gessetti si rompevano e si udivano dei graffi su di essa. Non parliamone delle finestre che si aprivano da sole. La classe era stata infestata e nessuno l'aveva capito tranne me. Ma ecco che un avvenimento attirò l'attenzione di tutti: lo spegnimento e l'accendimento continuo delle luci. Alcuni si spaventarono, altri cretini invece urlavano "Ci sono i fantasmi!" e non avevano tutti i torti. L'unica luce debole presente era quella del sole coperto dalle nuvole. Le finestre si spalancarono completamente e il gelo abbracciò tutti. L'aria fredda dava senso di sonnolenza tanto da farmi addormentare. Aprì i miei occhi e urlai dallo shock: un ragazzo era morto con un piccolo coltello da tasca davanti a me. Il restante della classe si era rannicchiata in un angolino che mormorava parole. Amaya era tra di loro, così mi avvicinai a lei. "Amy cos'è successo?" le chiesi. Lei alzò il suo volto pallido e mi guardò con due occhi tremolanti e i suoi bei capelli rosa era tutti in disordine. "P-perché ci odi? Perché non mi hai ascoltata? Lei ti vuole, fallo per noi...sei la peggiore" I ragazzi mi salirono addosso e mi ferirono al petto con delle forbici, come se volessero il mio cuore ormai distrutto. Mi svegliai al suono della campanella, la quarta ora era finita. Ero sudata e con il cuore che batteva all'impazzata. "Yume, tutto bene?" mi chiese la mia compagna. Feci un sì tremolante con la testa e notai sul mio banco una piuma nera. "Una piuma?..." Le lezioni erano finalmente concluse e io potevo tornare a casa. Portai con me quella piuma per poterla osservare durante il traggitto: era la stessa che avevo visto quella mattina, ne ero sicura. Non vedendo dove stessi andando, mi ritovai in qualche vicoletto. Ero confusa, così mi riposai appoggiandomi vicino a un muro. "Yume...vieni via con me" mi guardai a torno ma non vi era nessuno. Ad un tratto, qualcuno appoggiò delle mani fredde e sottili come una lama sui miei occhi. "C-chi sei?" "Prova a scoprilrlo, Yume" mi disse la voce. "L-lasciami stare" mi scansai da lei e mi girai. Era un angelo dai capelli scuri, con un viso pallido e gli occhi erano piccoli e rossi. E le sue ali nere. "Tu chi sei?" Mi fece un grande sorriso e mi rispose. "Io sono Rukia, un angelo caduto" "Un angelo...cosa vuoi da me?!" le urlai. "Mia cara, voglio solo averti, voglio solo il tuo potere. Unisciti a me" mi allungò la mano. "No!" le urlai tremando. L'angelo si limitò a sorridere per poi dirmi. "Non mi arrenderò mia cara. Pensaci su" stava per andarsene quando continuò dicendo "Salutami il tuo amico Shinigami" e se ne andò. Corsi di fretta a casa e mi recai nella mia camera. Vidi il ragazzo seduto sul mio letto. "Rivaille! Chi diamine è Rukia!" gli urlai
   
 
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