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Autore: FairyCleo    18/10/2016    4 recensioni
“Vedo che la signora ha buon gusto…” – aveva detto il commerciante, avvicinandosi maggiormente a lei.
“Come?” – Bulma era trasalita, persa com’era nei suoi pensieri – “Ah, sì… Certo”.
Sollevando il capo, aveva avuto modo di osservare meglio l’uomo che aveva davanti. Era uno strano figuro, alto, dinoccolato ed estremamente magro, con la pelle color dell’ebano, la testa pelata e un singolare pizzetto azzurro che terminava in un ricciolo accuratamente acconciato che gli dava un’aria del tutto singolare. Persino la voce di quell'uomo era bizzarra, così come i suoi occhi gialli con le iridi allungate simili a quelle dei gatti. La cosa veramente strana, però, era che lei non lo avesse notato sin dall’inizio. Era come se fosse sbucato dal nulla, ma non era il caso di fare tanto la sospettosa e di farsi tutti quei problemi per un semplice mercante, no?
Genere: Angst, Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Chichi, Goku, Nuovo personaggio, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 13

Non sempre i sogni son desideri

 
Avevano raggiunto l’ingresso della grotta tutti insieme. Dopo aver perso Vegeta in modo a dir poco inspiegabile, né Goku né suo figlio volevano rischiare di lasciare qualcun altro indietro. Avevano impiegato un po’ più del dovuto, forse, ma era stato giusto così. Tutti avevano azzerato le proprie aure e si erano mossi cautamente, nascondendosi all’occorrenza tra i rami e dietro gli spuntoni di roccia. Nessuno di loro amava celarsi come un animale braccato, ma c’era ben poco da fare: non erano pronti a combattere. E, se non lo erano Goku e Gohan che godevano ancora del pieno delle forze, non potevano di certo esserlo coloro che per tanto tempo avevano sopportato un’orribile prigionia.
Il saiyan cresciuto sulla Terra non aveva idea di come trovare le parole adatte per spiegare a una moglie e a un figlio che l’uomo a cui tenevano più al mondo non aveva avuto la possibilità di tornare indietro sano e salvo e che, purtroppo, questo era capitato per colpa sua. Era ovvio che non avesse perso di vista il suo compagno di proposito, ma non riusciva ad accettare di non aver neanche percepito che qualcosa non andasse prima e durante il teletrasporto, e di aver appreso quanto accaduto solo quando ormai era troppo tardi. Gohan aveva ragione. E non c’era stato bisogno che Goku lo sentisse parlare o che leggesse tra i suoi pensieri per arrivare alle sue stesse conclusioni: tutto quello che avevano vissuto era stato una macchinazione di quel viscido verme di Vickas. Ma cosa voleva da Vegeta? Lui non era una divinità, e di certo non avrebbe potuto assorbire i suoi poteri. Che fosse in verità in grado di fare una cosa del genere anche con chi non aveva una natura divina? Del resto, Vickas era una sorta di leggenda rivelatasi una realtà concreta, ed era possibile che molti dettagli della storia che veniva tramandata fossero inesatti. Ma, se davvero era così, perché scegliere solo Vegeta e non assorbire i poteri di tutti? Non voleva attribuire demeriti al suo amico, ma lui e Gohan avevano dimostrato maggiore forza rispetto al principe dei saiyan. Lui soprattutto, che tra tutti i saiyan, sia purosangue che mezzosangue, era l’unico in grado di raggiungere lo stadio di super saiyan di terzo livello senza dover ricorrere alla tecnica della fusione. Cercare di capire come ragionasse quel pazzo era praticamente impossibile. E l’avere le mani completamente legate rendeva tutto più complicato e frustrante.
Dove diamine era Vegeta? Certo, si trovava all’interno della fortezza, di questo ne aveva la certezza matematica. Ma in quale punto preciso?
Era certo che Bulma lo avrebbe accusato di non aver avuto il fegato di tornare indietro a salvare l’uomo che amava. Così come era certo che avrebbe urlato, pianto e scalciato e che il piccolo Trunks avrebbe fatto di tutto per cercare di salvare il suo adorato papà. Ma non poteva permetterglielo. Vegeta poteva perdonargli di essere stato il cretino che lo aveva servito a Vickas su di un piatto d’argento, ma mai gli avrebbe perdonato di aver fatto lo stesso con Trunks. Non sarebbe stato facile, ma doveva riuscirci a tutti i costi: doveva proteggere i suoi amici e i suoi cari.
“Ci siamo quasi. La grotta è laggiù. Mi raccomando, avviciniamoci tutti con cautela. Non vorrei che la mamma e gli altri si spaventassero”.
La voce di Gohan aveva riportato Goku sulla Terra, distogliendolo dai suoi pensieri. Il momento di dire la verità era arrivato. Sperava solo che Dende – ovunque egli fosse – gliela mandasse buona.
“Chichi?” – aveva deciso di aprire lui la strada e di affrontare di petto lei, Bulma e Trunks. Sarebbe stato stupido rimandare o delegare tutto a Gohan. Per cui, con il cuore in gola, aveva chiamato flebilmente il nome di sua moglie, attirando così l’attenzione di chi aveva preso dimora in quell’anfratto. E, dopo aver incrociato lo sguardo di chi doveva affrontare, aveva sperato per un fugace istante di trovarsi al posto di Vegeta.

 
*

“FERMATI! ADESSO BASTA TRUNKS!”.
Non riusciva a fermarlo. Ma non riusciva neppure ad attaccarlo. L’unica cosa che Vegeta continuava a fare, era scansarsi a ogni assalto e schivare ogni singolo pugno, calcio o onda di energia prodotte da suo figlio.
Perché lo stava attaccando? Perché il sangue del suo sangue si stava rivoltando contro di lui in quel modo? Perché sentiva delle strane, assurde voci?
Non poteva essere vero. Suo figlio non poteva essere vittima di una sorta di maleficio o stregoneria, Trunks non poteva aver perso il senno! Si rifiutava di crederlo allo stesso modo in cui si rifiutava di attaccare. Mai, mai avrebbe torto lui un capello. Ricordava ancora quel giorno nella camera gravitazionale e ricordava ancora meglio quando aveva dovuto colpirlo per fare in modo che perdesse i sensi prima di sacrificarsi nello scontro con Majin-Bu. Suo figlio non avrebbe più sofferto per mano sua. Piuttosto, la morte.
Ma come avrebbe fatto a fermarlo? Continuava a urlargli di fermarsi, lo stava supplicando. Lui, il fiero principe dei saiyan, stava supplicando un marmocchio di placare la sua ira e di ascoltarlo. Ma quello non era un marmocchio qualunque. Quello era suo figlio, e lui avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di salvargli la vita.
“DANNAZIONE, DEVI TORNARE IN TE!” – aveva detto, schivando l’ennesimo colpo energetico che aveva divelto una delle gigantesche colonne portanti. Questo aveva causato la caduta di parte della copertura, e Vegeta aveva scoperto che altri piani si ergevano sopra la stanza in cui aveva trovato Trunks. Aveva potuto scorgere una lunghissima scala a chiocciola con all’estremità una sorta di lucernario, ma ogni volta che provava a imboccare quella fortuita via d’uscita, finiva con l’arrivo di Trunks che gli impediva di mettere in atto quanto progettato.
“Tu non puoi uscire” – aveva detto il piccolo saiyan – “Non hai il permesso”.
Il saiyan dai capelli lilla aveva un aspetto raggelante. Sembrava una sorta di automa, un manichino controllato da qualcuno di molto più furbo e potente. Ma perché? Perché giocare proprio con lui? Che male aveva fatto per meritarsi questo?
“Che male ho fatto, dici?”.
Nuovamente, Vegeta era rimasto di sasso. Come poteva essere possibile che Trunks sapesse esattamente quello che lui stava pensando? Non aveva senso!
“Oh, sì che ce l’ha. Qui tutto ha un senso, papà. Dovresti saperlo” – e aveva nuovamente attaccato, stavolta con maggiore veemenza.
“Trunks, io…”.
“Tu. Sì, papà. Tu. Io sono qui per colpa tua. Hanno ragione le voci. Hanno avuto ragione sin dal primo istante. Io sto pagando nuovamente i tuoi errori e quelli della razza da cui discendiamo. Io soffro e muoio a causa tua!”.
“Ma che cosa stai dicendo?”.
“La verità. E non puoi dire il contrario. Tu mi hai ucciso, papà. Mi hai ucciso nello stesso momento in cui hai fatto in modo che io venissi al mondo. Non ho chiesto io di nascere. Non ho chiesto io di essere tuo figlio. Eppure sono qui, a combattere contro di te e contro queste voci che mi hanno fatto impazzire. Ma tra poco finiranno… Oh, sì. Hanno promesso che mi avrebbero lasciato libero se avessi fatto in modo di distruggerti. Mi dispiace, io non voglio farti del male. Ma io devo prendermi cura della mamma. Me lo hai detto tu, ricordi? Lei non c’entra… E neanche io. Non vorrei ucciderti, non vorrei che tu morissi, ma non ho scelta”.
“Trunks… Devi ascoltarmi… Sono tutte bugie. È Vickas che ti fa avere questi pensieri! Tu sei più forte di lui! Sei più forte di questa specie di stregoneria!”.
“Davvero dici?” – e sembrava essere tornato in sé. Ma, così come era rinsavito, un istante dopo era tornato esattamente come prima. Anzi, se ciò era possibile, i suoi occhi erano diventati ancora più freddi e crudeli – “Sì, papà… Hai ragione. Io sono forte”.
“Esattamente, Trunks… Tu sei mio figlio. Sei il figlio del principe dei saiyan. Sei il più forte di tutti”.
“È vero. Ma questo significa che sono anche più forte di te”.

 
*

“Siete tornati!” – Chichi aveva raggiunto suo marito di corsa, gettandosi senza esitazioni tra le sue braccia. Era così contenta di vederlo e di sapere che finalmente stava bene! E aveva potuto constatare che con lui ci fossero anche Gohan e tutti gli altri – “E li avete trovati!”. Non riusciva a credere ai suoi occhi, ma ce l’avevano fatta. Crilin, Marron, C18, Yamcha, Mr Satan e Videl erano lì con loro. Certo, erano un po’ ammaccati, ma stavano bene.“Oh, ragazzi…” – aveva le lacrime agli occhi dalla gioia. Per un istante, aveva dimenticato dolore e sofferenza, persino l’angoscia e la fame. Non aveva potuto non ricompensare suo marito con un bacio rapido e pieno di tenerezza. Ma perché Goku sembrava non essere altrettanto felice, non riusciva a spiegarselo. Era andato tutto per il meglio, no? Erano sani e salvi, giusto? E se non erano riusciti a trovare proprio tutti non poteva biasimarsi per questo. Avrebbero potuto fare altre missioni, pensare a un piano d’azione comune e… E….
“Goku” – una vocina trepidante aveva interrotto il filo dei suoi pensieri e aveva attirato l’attenzione di suo marito – “Dov’è il mio papà?”.

 
*

La stanza era buia, come solitamente la preferiva. Pesanti tendaggi di velluto rosso schermavano le ampie finestre arcuate e ogni fonte di luce artificiale era stata opportunamente resa inefficace. Qualsiasi tipo di bagliore o di scintillio lo avrebbero distolto dallo spettacolo di cui era artefice e spettatore.
Adorava le urla, adorava gli strepitii, adorava provocare dolore, fisico o mentale che fosse. La sua specialità era trovare i punti deboli dei propri nemici e giocare con loro sino allo sfinimento. Amava i giocattoli nuovi, soprattutto se si trattava di giocattoli particolarmente difficili da rompere. Osservare la loro fine era a dir poco estasiante. Godere dei frutti del proprio raccolto lo era ancora di più. E quel principe, quel borioso membro della famiglia reale, doveva essere il pezzo più pregiato di quella sua collezione da troppo tempo priva di un nuovo acquisto. Era bastato trovare un punto debole, una falla in quel suo cuore di pietra per portarlo a cedere. Ed era stata una grossa sorpresa scoprire che, dopotutto, quel cuore non era così duro come credeva.
Gli era bastato qualche passo per raggiungere l’altare di giada su cui lo aveva adagiato. Il suo corpo brillava di luce propria, quasi fosse una stella che ardeva nello spazio infinito. Ma lui sapeva che Vegeta non era una stella. Quanto era bello vederlo agitarsi nel coma. Quanto era meraviglioso sentire i suoi gemiti sommessi, fiutare il suo dolore, il suo smarrimento, la sua paura. Era perfetto. E le cose perfette dovevano essere rese immutabili, no? Almeno, fin quando da loro si continuava a trarre godimento.
Oh, sì, aveva avuto davvero un’ottima idea, doveva ammetterlo. Era davvero fiero di se stesso.
“Dormi Vegeta… Dormi…” – aveva detto, chinandosi leggermente sul suo orecchio – “E sogna. Prima o poi, sarà mio piacere svegliarti”.

Continua…
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*Cleo è in perfetto orario*
Sono fiera di me stessa. Sono rimasta sveglia fino alle 2.00 di stanotte per scrivere il capitolo e poco fa ho finito di revisionarlo (spero non ci siano i soliti orrori).
Dunque, Vickas ce l’ha proprio fatta sotto il naso. Trunks è ancora nella grotta e Vegeta è in una specie di stato comatoso come in qualche capitoletto fa. Dio mio quanto detesto questo mostro abominevole! Ma ora, cosa faranno i nostri amici? Andranno a salvarlo o rimarranno esattamente dove sono?
Lo scopriremo presto!
Grazie per le recensioni e i consigli! Vi adoro!
Bacini
Cleo
   
 
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