Storie originali > Drammatico
Ricorda la storia  |      
Autore: Wladimir    19/10/2016    22 recensioni
Avevo solo diciassette anni. La vita mi faceva schifo. Io mi facevo schifo. C'era una sola cosa da fare.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
Se la vita fosse bella


 
Rivedo quella stanza bianca, asettica, impersonale e odiosa come se ci fossi ancora dentro. Chiudendo gli occhi e riaprendoli subito dopo mi sembra ancora di vedere per prima cosa quei due strani apparecchi verdi.

Provo ancora quella sensazione di stupore, come se, svegliandomi, mi trovassi all’improvviso in un altro mondo. Un mondo fatto di pareti bianche, apparecchi verdi, gente sdraiata su letti angusti e con l’aria sofferente.

Ma più forte di tutto è il ricordo di quando provai a muovermi. Non potevo! Eppure sentivo che i muscoli rispondevano, ma non potevo muovermi. Ero legato! Come un pazzo, un criminale.

Poi all’improvviso, tutta quella gente intorno a me che gridava, che mi teneva. E io che ad un tratto mi rendevo conto di poter muovere le braccia, di agitarle. E la mia furia contro quella gente, vestita di bianco o azzurro, i graffi, i pugni, i morsi. Poi, delle punture dolorose alle braccia, ai piedi, alle mani, alla spalla. Una maschera di plastica sul viso e poi…  niente, il vuoto, il buio, l’inconscenza.

E di nuovo il risveglio, dolce o amaro. Ricordo che la prima cosa che vidi fu il volto di mia madre, quelle sue labbra stirate in un sorriso triste, con il pianto in fondo agli occhi e quella sua domanda: Perché figlio mio, perché.

Perché sì. Perché viene il momento che ti schifi dell’aria che respiri, di tutto ciò  che vedi, di chi ti sta intorno, di chi ami e hai creduto ti amasse. Di chi ti tratta male solo perché sei Gay, perché sei una nullità, e ti fanno i dispetti e ti disprezzano, e ti isolano, ti pisciano in testa, ti offendono… e la cosa più grave è perché tu stesso alla fine ti fai schifo.

Ecco la risposta a quel perché. Vigliaccheria? Forse. Sono tanti i nomi che si danno a quel particolare stato d’animo, a un suicidio, riuscito o no. A me non interessa conoscerlo, so quello che è.

Vedi il mondo, quello che ti eri creato sin da bambino, crollarti incontro e allora non trovi di meglio che ingurgitare le solite porcherie, con l’aggiuta di un po’ di alccoo. Il gioco è fatto! Non si sente niente. Io non ho sentito niente. Tranne il dolore delle punture, gli schiaffi, le urla e l’angoscia. E sentire mia madre che ti chiede perché, e tu che ti chiedi perché, anche se la risposta la conosci.

Poi all’improvviso ti senti rinascere. Vedi sorgere il sole, una pianta che ha messo le prime foglie, una gatta che ha la sua prima nidiata. E allora ti sorge un dubbio. E se la vita fosse bella, se valesse la pena di viverla?

Ancora oggi, a distanza di qualche anno, non ho saputo dare una risposta a queste domande. Forse ho capito solo una cosa: a volte  è brutto vivere ma è peggio morire, soprattutto a diciassette anni, quando c’è sempre una madre, un padre e perché no, tante persone che rimarrebbero male della tua morte. E allora per dispetto dei miei nemici io vivo, e voglio vivere il più a lungo possibile, perché la vita è un dono prezioso e va vissuta fino in fondo.

 

La sapete una cosa? La vita mi ha ricompesato. Vale la pena viverla. Dopo la tempesta viene sempre il sereno.

 

   
 
Leggi le 22 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: Wladimir