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Autore: MimieHilly    10/05/2009    3 recensioni
{Tanti auguri, Lee!}
Temptation: «Vuoi baciarmi, Em?»
Melin le: «L’ho uccisa.» mormorò Emmett osservandosi inorridito le mani.
[Emmett x Rosalie]
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Emmett Cullen, Rosalie Hale
Note: Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti
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Dedicata a Lee,

che, nonostante tutto,

è ancora una giovincella.

 

(You want to) Make a memory

Em e Rose –

 

Like an angel

Un bambino di circa sei anni sbuffò infastidito, osservando indispettito il piccolo grappolo di ciliegie sopra la sua testa.

Si flettè sulle ginocchia ossute, storcendo il viso in un’evidente espressione di sforzo; con un balzo si lanciò nuovamente verso l’alto – sollevandosi sì e no due centimentri da terra – tentando di afferrare i frutti con le piccole mani.

Ricadde malamente a terra e, quasi come se una mano l’avesse spintonato, perse l’equilibrio sbilanciandosi all’indietro. Probabilmente sarebbe caduto malamente a terra se due mani delicate ma decise non l’avessero sostenuto.

Sollevò leggermente il capo rivolgendo un sorriso di gratitudine al suo salvatore.

Lo spettacolo che gli si parò di fronte lo lasciò senza fiato:un volto femminile più simile a quello di una dea che a quello di un essere umano contornato dalla luce solare lo fissava con un sorriso di divertimento, i capelli lunghi e biondi ricadevano in avanti andando a solleticargli la fronte.

«Tutto bene?» domandò con voce gentile l’angelo – perché sì, per lui quello era un angelo – sollevandolo e rimettendolo in posizione eretta.

Senza aspettare alcuna risposta la giovane si avvicinò al ciliegio osservando il ramo incriminato.

«Ne vuoi?» chiese sorridendo allusiva.

Il bambino annuì ebete, completamente rapito da quella bellezza folgorante.

Rosalie sorrise mefistofelica allungando una mano verso il ramo e abbassandolo verso di sé. Afferrò un grappolo, porgendolo poi al piccolo.

«Grazie.» sussurrò riconoscente, prendendo tra le mani le ciliegie e mettendosene subito in bocca una.

«Tu non ne mangi?» chiese rivolto alla bionda.

Questa scosse il capo in segno di diniego, allontanandosi da lui con passo elegante.

Con la bocca sporca di succo e una mano rivolta verso l’alto il bambino la salutò.

«Grazie, bella signora!» urlò a squarciagola «Io sono Emmett, ricordatelo!»

 

Cold

Era corsa via come il vento quando l’odore rugginoso e salato del sangue le sfiorò le narici, saltando agilmente i vari ostacoli incontrati sul suo cammino ed ignorando gli insistenti richiami di Carlisle dietro di sé.

Aveva dimenticato ogni cosa: gli sguardi indifferenti di Edward, la caccia, Esme; nulla sembrava più avere importanza, c’era solo l’odore piacevole del sangue nella sua mente.

Si bloccò di colpo, i capelli per la prima volta spettinati, un’ammucchiata di fili d’oro che le donavano una bellezza quasi selvaggia, quasi fosse un’amazzone e non la perfetta ed elegante Rosalie Hale.

La prima cosa che pensò, quando lo vide, fu quello che possedesse i riccioli neri più belli del mondo – oltre all’odore così invitante – e che non doveva rimanere molto tempo per lui, visto il sangue – odore meraviglioso – che colava a terra e sporcava il manto erboso.

Si morse le labbra rosse, chiudendo gli occhi, l’immagine di un bambino sorridente che giocava con i suoi boccoli nella mente.

«Però…sono felice…di morire…con te di fronte», sussurrò quello, ignaro di aver di fronte il più pericoloso dei predatori.

Rosalie si mosse lenta, cauta e, cercando di non guardare la ferita profonda – di non ispirare il suo profumo – lo caricò sulle sue esili spalle, iniziando a corre e urlare il nome di Carlisle, sentendo sotto le sue dita una pelle fredda quasi quanto la sua.

 

Temptation

Gli occhi d’ambra di Emmett carezzarono con affetto la figura elegante di Rose, seduta di fronte a lui, sui polverosi gradini di entrata.

Il fruscio del vento le muoveva i capelli biondi, spettinandola e facendola innervosire, quasi fosse orribile per lei non essere perfetta.

Eppure, mentre la guardava, gli sembrava sempre meravigliosa.

Probabilmente era un pensiero sbagliato voler sentire il sapore di Rose nella sua bocca, o il voler accarezzare quel corpo tentatore che sembrava chiamarlo ad ogni singolo movimento.

Avrebbe pagato oro per poter sentire il suo nome invocato dalle labbra di rosa della vampira.

«Vuoi baciarmi, Em?», domandò a quel punto la bionda a bruciapelo, gli occhi che lo fissavano con insistenza.

Se avesse avuto ancora un cuore capace di battere, pensò l’uomo, probabilmente in quel momento sarebbe esploso.

Le sorrise con colpevolezza, allungando una mano grande e pallida fino ad accarezzare il suo viso.

«Solo se lo vuoi anche tu», mormorò in un soffio di voce, che lei udì perfettamente.

Gli sorrise dolcemente come lui non le aveva mai visto fare con nessuno, mentre gli occhi di Rose erano sempre più vicini.

«Lo prendo come un sì»

 

Melin le*

Puzzava di sangue, su questo non c’erano dubbi.

Sulle sue mani sentiva ancora la pelle di quella ragazza che si sgretolava, quasi fosse fatta di cera.

Le urla terrorizzate rimbombavano ancora nella sua mente come un eco sordo, come una punizione divina per ciò che aveva fatto.

Come avrebbe fatto a guardare ancora negli occhi Rose?

Cosa avrebbe potuto dirle?

Quando se la trovò di fronte, ancora non aveva trovato una soluzione.

«Rose…» mormorò con un filo di voce, una voglia matta di piangere nel cuore inesistente.

Lei se ne stava lì in piedi, la bocca semi aperta, gli occhi sbarrati che fissavano inorriditi le macchie di sangue sulla sua maglietta bianca, tremante per la prima volta nella sua vita da vampira.

«L’ho uccisa.» mormorò Emmett osservandosi inorridito le mani.

Avrebbe voluto strapparsi gli arti a morsi, prostrarsi a terra e chiederle perdono anche mille volte se fosse stato necessario.

Quando le braccia fredde [calde] di Rose gli circondarono il collo si zittì all’istante.

«Ti amo.» la voce velluttata della bionda sembrò una melodia irresistibile alle sue orecchie, una luce nel buio.

Strinse forte a sé l’esile figura della sua compagna, affondando il volto fra i suoi boccoli biondi ed amandola a sua volta.

 

Black Cat

Rosalie inarcò un sopracciglio e storse il naso patrizio captando, allo sbattere violento della porta d’ingresso, un forte odore di erba gatta. Sbuffò infastidita chiudendo la rivista di moda con un gesto secco e gettandola sul divano accanto a sé.

«Rose, c’è un regalino per te» la voce allegra e forte di Emmett invase il salotto, subito seguita da un miagolio strozzato.

«Un gatto?» chiese scettica, spostando lo sguardo sull’imponente figura del marito.

Schioccò la lingua sul palato non appena notò la piccola palla di pelo che Emmett teneva tra le mani, così piccola a differenza di lui.

«Nero, tra l’altro.»

«Perché?» chiese il vampiro spalancando gli occhi dorati e fissando il gatto come se avesse qualche malattia «non è carino?»

La bionda si alzò lentamente dal comodo divano, avvicinandosi a lui e analizzando con occhio critico l’animale.

«È spelacchiato.» mormorò storcendo la bocca in una smorfia.

Emmett ridacchiò, avvicinando il musetto del gatto al viso di Rose, che ebbe la tentazione di tirarsi indietro quando il suo odore provocò dispettoso i suoi sensi di cacciatrice.

Rimase per qualche minuto a contemplare gli occhi dorati del felino e, dopo attimi di smarrimento, Rosalie sentì la ruvida lingua del gatto leccarle affettuosamente le labbra.

«Visto? Gli piaci!» commentò entusiasta Emmett.

La vampira si leccò lievemente la bocca, lasciandosi poi andare in un sorrisetto divertito.

«Ha un buon sapore.»

 

So damn sexy

La stava aspettando da più di mezz’ora, appoggiato allo stipite della porta, la cravatta e la giacca ormai solamente ricordi di quell’abito che si era comprato appositamente per quella sera.

Non avrebbe mai capito le donne. Se poi si trattava di donne vampiro la cosa diventava ancora più impossibile.

Emmett non sarebbe mai riuscito a comprendere perché Rosalie ci tenesse così tanto all’aspetto esteriore: era bella. Non aveva bisogno di acconciature particolari, trucchi o vestiti particolarmente alla moda.

Lui, probabilmente, l’avrebbe trovata meravigliosa anche con un sacco dello sporco, a detta di Edward.

«Sono pronta», sussurrò una voce dall’intonazione angelica ad un soffio da lui, facendolo voltare di scatto.

In quel preciso istante Emmett smise di pensare alle assurdità delle donne, incantandosi a fissare il vestito rosso che fasciava alla perfezione le curve di Rosalie, in piedi con un sorriso compiaciuto e malizioso di fronte a lui.

«Em, i tuoi pensieri sono un tutt’uno con la tua espressione», disse l’avvenente vampira prendendolo sottobraccio e trascinandolo con sé verso la propria macchina.

Emmett rise divertito, chinandosi per baciarla con passione.

«Colpa tua che sei così dannatamente sexy, amore»

«Ma sentitelo, questo scimmione!», rise di cuore, sollevandosi sulle punte per poter gustare appieno ancora una volta quel sapore inesistente sulle labbra di Emmett.

 

Jealous

Rosalie lo sguardò in cagnesco dall’alto della sua posizione, le sopracciglia inarcate e gli occhi ambrati che lanciavano saette.

Si sentiva un vero e proprio idiota. O come un bambino scoperto a rubare le caramelle, faceva lo stesso.

Fatto stava che nemmeno quando aveva rotto il tavolo preferito di Esme Rosalie l’aveva odiato tanto. E nemmeno quella volta…sì, forse era decisamente venuto in momento di chiederle scusa.

«Rose, tu sai vero di essere bellissima?», domandò cauto, avvicinandosi d’un passo alla vampira. Di conseguenza, lei si allontanò con due falcate, arrivando ad un centimetro dal muro.

«Ti conviene stare immobile se non vuoi che ti trituri quel poco cervello che hai, Cullen», sibilò muovendo appena le labbra, tanto che Emmett la trovo allo stesso tempo meravigliosa e terribile.

«Andiamo era solo una serata per far svagare Ed!»

Con le braccia aperte, quasi volesse accoglierla in un abbraccio, avanzò ancora verso di lei.

«Rose, non…»

Non aveva visto il piatto arrivargli dritto, dritto in fronte: Rosalie era stata troppo rapida nei movimenti ed aveva calcolato ampiamente il colpo in una manciata di decimi.

«Non è che sei gelosa, eh?», domandò massaggiandosi la parte dolente – a dire il vero, era più un senso di fastidioso solletico – e sorridendo sornione, tanto che li lo detestò maggiormente.

«So per certo di essere mille – anzi! – milioni di volte più bella di quelle squallide vampire di Denali, maledetto idiota!», strillò e Emmett rise di cuore, correndo verso di lei e prendendola fra le braccia.

Rosalie l’avrebbe preso a pugni se non avesse avuto le braccia magre bloccate dietro la schiena: cercare di combattere Emmett era un’impresa persa sin dal principio.

«Se ti può interessare,» sussurrò al suo orecchio, sensuale, baciandole una ciocca di capelli biondi, «hai decisamente più fascino e sex appeal di loro»

E prima che Rosalie potesse ribattere, se la caricò in spalla come un sacco di patate, ignorando le proteste e i pugni, diretto all’ultima casa che Esme aveva costruito appositamente per loro.

 

Seduction game

L’aveva fatto apposta, Emmett ci avrebbe messo la mano sul fuoco – non che avrebbe rischiato molto, a dirla tutta.

Sbuffò, non propriamente infastidito, osservando per quella che doveva essere la milionesima volta le avvenenti gambe della sua compagna.

Aumentò la velocità della corsa superandola senza guardarla e avvicinandosi di più alla preda, un giovane cervo maschio dall’aria molto invitante – mai quanto Rosalie.

Dietro di sé la voce maliziosa della bionda gli giunse chiara [provocante] e forte [canzonatoria] alle orecchie.

«Qualcosa non va, Emmett?»

Qualcosa non va, Emmett?, la scimmiottò il vampiro in falsetto nella propria mente.

Sbuffò per l’ennesima volta quando sentì la risata divertita di Rosalie alle sue spalle.

L’aveva fatto apposta, Emmett ne era certo. Impossibile che fosse solo una coincidenza quella maledetta gonna inguinale proprio quando Carlisle e Esme non potevano prendere parte alla caccia.

 

Noise

La notte, da quelle parti, si sentivano sempre strani rumori.

C’era chi non ci faceva più caso, ormai abituato, chi si era trasferito altrove e chi, ignaro di tutto, associava quei rumori ad un qualche atto di vandalismo di un teppista.

Per questo, la nuova coppia di sposini, arrivata a Forks decise di chiedere l’aiuto della polizia e, in particolar modo, dell’ispettore Charlie Swan di turno quella notte.

«La casa è circondata.» esclamò il capo all’altoparlante osservando la casa buia di fronte a sé ed interrompendo la quiete della notte «Uscite con le mani alzate.»

Dopo qualche minuto l’imponente figura di Emmett Cullen – rigorosamente in mutande -  fece capolino sulla soglia di casa, prendendo in contropiede i poliziotti.

«Che succede?» domandò confuso il moro, fissando Charlie.

Quest’ultimo inarcò un sopracciglio interdetto.

«Cullen? Tu vivi qui?»

«Certo, non ha notato il citofono?»

Il capitano della polizia spostò lo sguardo dal campanello al proprietario della casa, riponendo la pistola nella fodera.

«Scusa, Cullen.» borbottò imbarazzato, grattandosi la nuca «I vicini hanno segnalato strani rumori da queste parti.»

Emmett sorrise divertito, incrociando le braccia mentre al suo fianco appariva Rosalie più scarmigliata che mai.

«Oh, parla dei lavori di ristrutturazione della camera da letto?»

 

Bed

Esme accarezzò con estrema delicatezza le cosmee appena sbocciate del suo giardino, appoggiandovi un leggero bacio sui petali turchesi.

Lasciò che la rugiada baciasse le sue labbra di pietra, sorridendo con calore quando le braccia di Carlisle le circondarono la vita sottile.

«Buongiorno», le sussurrò all’orecchio, inspirando a pieni polmoni il profumo meraviglioso che i capelli della donna emanavano.

Si lasciò sfuggire un mugugno di piacere quando Esme lo baciò leggera sulle labbra, come aveva appena fatto per le sue cosmee. Piacere interrotto dal silenzioso – almeno ad un orecchio umano – arrivo di Alice, seguita dall’ombra affascinante di Jasper.

«Buongiorno Esme, buongiorno Carlisle. Dormito bene?», domandò con una punta di ironia, sedendosi sul tavolo di vetro ed accavallando le gambe. Dietro di lei, Jasper cacciò una risatina divertita, gli occhi ambrati che la guardavano con adorazione.

«Ho visto una cosa», trillò la ragazza con voce flautata, l’ombra di un sorriso intriso di malizia sul viso da folletto.

Esme arcuò un sopracciglio castano, osservandola con curiosità.

«Em e Rose stanno per arrivare, e hanno di nuovo quel problema», annunciò facendo ridere Jasper di cuore, seguito in lontananza dalla risata melodiosa di Edward.

Carlisle alzò gli occhi al cielo, mentre Esme invocò tutti gli Dei conosciuti per chiedere venia.

«Io non so più cosa fare con quei due», disse la donna esasperata, guardando il marito neglio occhi.

Questi sbuffò, prima di scrollare le spalle.

«Non molto, cara. Penso che nemmeno un letto d’acciaio durerebbe con loro»

 

*melin le = ti amo, in elfico.

 

Delucidazioni [Mimi]:

Essenzialmente, bisogna spiegare in che vari spazi temporali sono collocate alcune Flash Fic.

Like an angel: prequel di Twilight e della trasformazione di Emmett.

Melin le: post assassinio della ragazza con l’odore irresistibile per Emmett.

So damn sexy: prima del ballo, alla fine di Twilight.

Parlando da parte mia non avrei mai creduto di poter scrivere su questa coppia, che a dire la verità non mi appassiona poi così tanto.

Però mi piacciono e per una cara amica si fa questo ed altro.

Il titolo l’ho scelto io, è preso da una canzone di Bon Jovi che amo da morire.

Io ho scritto le Flash cold, so damn sexy, temptation, jelous e bed.

Mi sono divertita. Loro sono maliziosi al punto giusto.

Buon compleanno, Twin. Il secondo regalo arriva presto, te lo giuro.

M.

 

Spazio Autrice [Hilly]:

C’è da dire che ero completamente bloccata.

Non riuscivo a scrivere niente, quindi gran parte del merito va a Mimi che mi ha aiutata a fare la mia parte con like an angel, melin le, black cat, noise e seduction game.

Sono carine, sebbene quelle che scrivo io ancora non mi convincono.

Spero che a te piacciano, Lee! Buon compleanno!

Hilly

  
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