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Autore: Diotima_    19/10/2016    2 recensioni
[COMPLETA-primi capitoli MODIFICATI]
Ash ormai è grande e torna a casa ... più persone aspettano il suo ritorno ... altre la sua partenza ...il giovane ragazzo vivrà delle nuove avventure ... saprà come affrontarle?
Dal testo:
"Si diressero verso il cortile di casa, Ash si bloccò davanti all’entrata della rimessa. Si guardò intorno e poi la aggirò, ritrovandosi di fronte ad un cancello. Estrasse una chiave, il cigolio della serratura si disperse nell’aria notturna. Sempre tenendo per mano Misty, entrarono."
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ash, Gary, Misty, Pikachu, Serena | Coppie: Ash/Misty, Drew/Vera
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
Capitoli:
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 -Secondo te dovremmo svegliarli?-
 
Il respiro regolare dei due rimbombava per tutta la grotta.
Il piccolo Pokemon giallo era accoccolato sulle gambe dell’allenatore.
 
-Non so Paul, sono così carini.-
 
-Chi li capisce è bravo. Ieri non si parlavano e ora guardateli!-
 
Brock iniziò a ridacchiare, Tracey aveva ragione ma erano sempre stati così, anche anni prima. Litigavano come matti e poi non appena uno dei due faceva qualcosa di spericolato si preoccupavano in modo esagerato.
 
Il sole splendeva ormai alto nel cielo e iniziava a rischiarare l’umida ombra notturna che aleggiava nella grotta.
Piano piano, i sensi di Ash iniziarono a svegliarsi, avvertendo il calore del mattino ed uno strano chiacchiericcio, non proprio normale per una foresta…
Iniziò a muoversi, ma qualcosa gli impediva di alzarsi.
Finalmente riuscì ad aprire gli occhi e la sua attenzione si focalizzò su una chioma rossa, appoggiata proprio sul suo petto. Sorrise inconsciamente.
Averla lì gli provoca una strana sensazione, sicuramente positiva, ma strana.
I suoi pensieri furono interrotti da una risata soffocata.
Alzò il suo sguardo e il suo volto prese la stessa sfumatura dei capelli che stava fissando.
Praticamente colto in flagranza di reato, si alzò di scatto cercando di mettere insieme due parole che avessero senso compiuto.
 
-Io… ecco… ma voi? E tu cosa diamine ci fai qui Paul? Come ci avete trovato?-
 
E solo dopo aver detto quel “ci” si ricordò della splendida ragazza che era posata su di lui e che stava dormendo beatamente. Stava.
Ora lo guardava in modo truce, era assonnata, imbarazzata e ovviamente arrabbiata.
Arrabbiata perché stava facendo un bellissimo sogno…
Lei, Ash, un bel tramonto…
Al solo ricordo arrossì.
Solo per un breve istante però, perché poi fu bruscamente riportata alla realtà dallo sguardo impaurito del ragazzo, lo stesso che nel suo sogno era così sicuro di sé…
 
Si rialzò a fatica, scrollandosi la polvere di dosso e prendendo in braccio un Pikachu ancora intontito, anche lui vittima dell’impulsività di Ash.
Guardò i tre ragazzi all’ingresso della caverna, non aveva nessuna voglia di affrontare le loro risate, così cercò di cambiare discorso, avrebbe sgridato quel ragazzino più tardi.
 
-Buongiorno ragazzi! Finalmente qualcuno con un po’ di sale in zucca è venuto a prenderci! Perché voi sapete come tornare a casa, sì?-
 
Brock e Tracey, ancora ridendo annuirono, Paul sembrava incuriosito, aveva le sopracciglia alzate, le mani in tasca e si dondolava avanti e indietro.
Misty era un po’ perplessa. Si avvicinò a quel ragazzo dai capelli viola e gli occhi scuri.
 
-Scusa la domanda, ma ci conosciamo?-
 
-Ehm, io sono Paul, piacere di conoscerti! Sono uno degli avversari di Ash più forti che abbia mai incontrato e… un amico… di Lucinda.-
 
La sua voce aveva subìto un enorme calo sulle parole “amico” e “Lucinda”.
Misty capì immediatamente che il ragazzo di cui le aveva parlato l’amica fosse lui, così gli sorrise dolcemente e gli tese la mano. Ma Ash intervenne prima di lei.
 
-Beh ora non esagerare! Ti ho battuto, ricordi? Ma ora che mi ci fai pensare… Lucinda ti ha invitato qui, giusto?-
 
Quella domanda lo aveva imbarazzato ancora di più, ma Paul non era il tipo che cedeva alle emozioni. Rispose con voce tranquilla, senza lasciar venir fuori un minimo di sentimento.
 
-Sì, sì. È un disturbo per te, Ash?-
 
La ragazza bloccò il corvino prima che potesse dire qualcosa di sbagliato.
 
-Ma no! E ora ragazzi andiamo! Torniamo a casa. Fa freddo in questa grotta.-
 
Brock fece strada e lo seguirono Paul, Ash e Pikachu. Tracey, invece, si avvicinò alla rossa e chinando il capo le disse qualcosa sottovoce.
 
-Ma tu hai chi ti riscalda, vero?-
 
Misty si bloccò, impietrita. Guadò il suo amico allontanarsi a passo svelto verso gli altri. Gli urlò contro.
 
 
-Paura, eh?-
 
 
Il sentiero che avevano intrapreso portò il gruppo alla villa in meno di un quarto d’ora.
Questo significava che si erano rifugiati non molto lontano dagli altri, ma nessuno dei due se ne era accorto.
Fu un viaggio silenzioso, non proferirono parola. Sembravano tutti assorti dal bellissimo paesaggio che la foresta offriva loro.
O meglio, quasi tutti, Ash e Misty arrossivano ogni qual volta i loro sguardi si incrociavano.
Il ragazzo non sapeva se avessero chiarito o meno, il modo in cui stavano dormendo gli diceva di sì, ma il fatto che lei lo osservasse a testa bassa, forse significava il contrario.
 
Quando giunsero a destinazione Lucinda, Vera, Drew e Gary avevano gli zaini in spalla ed erano pronti per il ritorno a Biancavilla.
Con un enorme sorriso la ragazza di Sinnoh corse incontro agli altri.
 
-Finalmente! Li avete trovati! Vi stavamo dando per dispersi! Dove eravate?  Avete passato la notte fuori! Con questa pioggia poi. Avete trovato riparo? State bene?-
 
I due ragazzi si guardarono e simultaneamente scoppiarono in una fragorosa risata.
 
-Quante domande tutte insieme! Calma, ho una fame da lupi. Perché sembrate in procinto di una spedizione? Dove si va? Non facciamo prima colazione?-
 
A prendere la parola questa volta fu Brock.
 
-Ash, tua madre ci ha mandato un messaggio in cui ci pregava di ritornare subito. Deve dirti una cosa importante. Quindi forse sarebbe meglio che vi preparaste. Così da poter arrivare lì il prima possibile.-
 
Vedendo l’espressione terrorizzata di Ash, Vera lo rassicurò dicendogli che Delia aveva aggiunto anche che non era niente di brutto, anzi era una bella notizia per lui. E le belle notizie non si fanno attendere.
Il ragazzo era molto confuso, cosa poteva mai dirgli sua madre?
 
Rientrò in villa con Misty al seguito e in salotto incontrarono Serena.
La biondina si gettò tra le braccia del ragazzo, lasciando l’altra di stucco. Era quasi riuscita a mettere da parte ciò che aveva visto. Ora le era tutto ritornato in mente. Strinse i pugni lungo i fianchi e senza dire niente andò nella camera in cui vi erano le sue cose.
Nel frattempo Serena era ancora stretta ad un Ash che stordito non riusciva a sciogliere quell’abbraccio.
 
-Sei qui! Hai ritrovato la strada di casa! Sono così contenta! Perché hai passato la notte con lei? Mi hai lasciata sola. Con persone che non conosco.-
 
-Mi dispiace, ma abbiamo avuto un imprevisto, Misty era in pericol… dov’è Misty? Era qui, dietro di me fino ad un secondo fa.-
 
Il corvino si guardò intorno, non poteva essersi volatilizzata.
 
-Non importa, dai andiamo! Ti aiuto a preparare lo zaino?-
 
-No, no grazie. Tu piuttosto perché non eri fuori con gli altri?-
 
La ragazza si strinse nelle spalle, sorridendo.
 
-Lo sai che ci metto tanto tempo per prepararmi. Ti aspetto fuori, va bene?-
 
Senza lasciargli il tempo di rispondere gli diede un bacio sulla guancia e corse all’esterno.
Ash continuava a sorprendersi per tutto quello che stava succedendo in quei giorni.
 
Entrò in camera, prese il suo zaino e ci infilò le Poké Ball ma quando si girò trovò Gary appoggiato allo stipite della porta, che ridacchiava.
 
-Ashy, allora vuoi dirmi che ci hai fatto con Misty stanotte? Eh? Se la gita era una scusa per restare solo con lei potevi anche dirlo. Non ti avrei certo biasimato. -
 
Divenne rosso, tutto d’un colpo. Cosa stava insinuando? Come si permetteva?
 
-Numero uno: smettila di chiamarmi Ashy. Numero due: non sono affari tuoi. Numero tre: ti ho già detto di lasciarla stare.-
 
Voleva solo uscire dalla stanza e tornare a casa, non aveva intenzione di parlare con lui di queste cose, non aveva tempo da perdere. Ovviamente Gary non mollò la presa.
 
-E perché dovrei lasciarla stare? È una così bella ragazza, non trovi?-
 
Ash lo spinse via con una spallata.
 
-Basta Gary, dobbiamo andare.-
 
Si avviò verso l’uscita della villa ma fu bloccato per un secondo dalle parole dell’amico.
 
-Continua pure ad arrossire di nascosto, Ashy. Ma se non ti dai una mossa qualcun altro se la porterà via. E non ti escludo che quel qualcuno potrei essere io.-
 
 
 
Poco dopo arrivarono a casa tutti insieme e ad attenderli con Delia vi era il professor Oak, che vedendo così tante persone rimase piacevolmente colpito.
Iniziò il suo discorso dopo aver abbracciato e salutato tutti.
 
-Sono qui per un avviso importante per il nostro amico Ash. Gli organizzatori della Lega mi hanno appena avvisato: le iscrizioni verranno riaperte tra due giorni. Solo per un giorno.-
 
La notizia spiazzò non poco il ragazzo che sgranò gli occhi e iniziò a guardarsi intorno.
Erano tutti sorridenti. Delia lo guardava con orgoglio e speranza, Serena era al settimo cielo, avrebbero fatto rientro a Kalos, quella vacanza non stava prendendo la direzione che lei sperava. Era inizia malissimo, ma forse si poteva concludere in bellezza. Sarebbero ritornati a viaggiare da soli, senza nessuno intorno, senza quella ragazza dai capelli rossi.
Quella ragazza che ora era scioccata quanto Ash. Lui doveva ripartire, lasciandola nuovamente sola. Era un bugiardo, solo un bugiardo. Aveva detto che sarebbe rimasto lì per un mese. E invece ora se ne andava. Si sentì una stupida, aveva sprecato quel poco di tempo passato con lui. Ma non poteva accettare il bacio con Serena così facilmente.
Poi i suoi occhi del colore dell’oceano incontrarono i suoi, così scuri.
Non poteva mentire a quegli occhi. Una lacrima silenziosa scese giù per la guancia, dividendola in due. Piegò la testa e senza che gli altri se ne accorgessero si ritirò in camera sua.
L’unica persona che vide quella scena fu Ash.
Stava vivendo tutto a rallentatore.
Da un lato era felice, finalmente avrebbe avuto l’occasione di battersi con i più bravi allenatori della regione, dall’altro non voleva lasciare quella ragazza impulsiva, forte, ma che in realtà era fragile, dolce e che ora stava andando via, trattenendo le lacrime.
 
-Ash! Su forza di’ qualcosa! Sei contento?-
 
-Vera? Certo… io… io sono contento! Ce la farò ragazzi! Ce la farò!-
 
Doveva batterli tutti, doveva farlo anche per lei. Avrebbe capito.
 
-Beh a questo punto non ha più senso rimanere qui… andiamo a preparare le valigie ragazzi!-
 
Lucinda aveva ragione, l’indomani sarebbero ripartiti tutti.
Tornarono nelle loro camere e iniziarono a prepararsi.
Ash stava entrando nella sua, ma improvvisamente cambiò idea e si diresse verso quella di Misty.
Bussò e lei strofinandosi gli occhi gli aprì.
 
-Posso entrare? Ti posso parlare?-
 
La ragazza lo fece entrare emettendo un sonoro sospiro. Poi richiuse la porta e vi si appoggiò. Avrebbe dovuto dirgli cosa provava? Era il momento giusto? Forse no.
 
-Mi spieghi una volta per tutte quello che ti passa per la testa?-
 
Misty chiuse gli occhi, mordendosi il labbro inferiore. Quando li riaprì ebbe chiaro cosa fare.
 
-Perché non ti sei fatto sentire in tutti questi anni? Perché hai lasciato che io soffrissi così tanto? Mi sarebbe bastata una chiamata, una tua lettera, un tuo messaggio, un fax, qualunque cosa. Perché non ho mai ricevuto niente?-
 
Non ci poteva credere, lo aveva detto davvero. Tutto il dolore represso in quegli anni ora era uscito fuori. Ma non le importava, non le importava di aver messo a nudo le proprie frustrazioni. Doveva sapere.
Lui doveva capire. Non poteva continuare così. Era furiosa.
 
Ash era immobile, non si aspettava una simile risposta. Fu investito appieno dalla sua sofferenza. Vederla così lo faceva stare male. Avrebbe tanto voluto abbracciarla. E invece restava zitto e fermo.
Lei, ancora più ferita dall’immobilità di lui, continuò con le domande.
 
-Allora? Non mi dici niente? Devi andare via?-
 
Il ragazzo le rispose a fatica. Le parole gli uscirono una dopo l’altra, provocandogli dolore, parole come se fossero lame.
 
-Sì Misty. Io… io devo realizzare il mio sogno.-
 
Lei ovviamente non faceva parte del suo sogno. Chi non è con lui durante i suoi viaggi viene lentamente gettato nel dimenticatoio della mente e del cuore. Poteva solo accettare la cosa, doveva dimenticarsi di lui.
 
-E allora vai, ti riesce così bene andare via.-
 
Ma perché faceva così proprio non riusciva a capirlo. Era arrivato a Kanto con tantissimo entusiasmo. Era felicissimo di rivederla e lei? Lo ignorava, lo accusava di chissà cosa e si mostrava così ostile nei suoi confronti.
 
-Fino a prova contraria quella che ha lasciato il gruppo sei stata tu. Non ti avrei mai lasciato andare. Ma l’ho fatto perché dovevi e devi occuparti della palestra. Ora non puoi certo dire qualcosa contro la mia partenza. Sai quanto ci tengo. Ma ti prometto che ci vedremo presto. Te lo prometto.-
 
Non era la prima volta che lo diceva. E ormai Misty non ci credeva più di tanto.
 
-Questo significa che dovrò aspettare anni e anni prima che tu venga a trovarmi? Sai quanto tempo è passato dall’ultima volta che l’hai detto?-
 
Ash era in piedi con la visiera sulla prima parte del viso. Nascondeva le proprie insicurezze e le proprie paure, quel cappello era la sua armatura.
 
-Lo so, lo so. Cosa credi? Ma devo andare.-
 
La ragazza stava tremando, avrebbe voluto piangere, doveva lasciarlo andare. Lui era così, non sarebbe mai cambiato. I Pokemon prima di tutto.
 
-E allora vai via.-
 
Ash uscì dalla sua camera frustato e arrabbiato. Forse doveva rimanere lì per davvero. Per lei, perché avrebbe fatto di tutto per vedere il suo sorriso. Ma rinunciare alla Lega… era troppo. O forse no?
Fino a qualche giorno fa niente e nessuno avrebbero potuto intaccare la sua partenza per Kalos, ma ora… qualcosa era cambiato. In quel momento gli ritornarono in mente le parole di Vera.
“L’amore cambia le persone.”
L’amore? Ma cos’era?
Confusione più totale. Decise di andare in cucina per prendersi qualcosa da mangiare. Non aveva fatto ancora colazione. Forse era la fame a farlo delirare.
Amore.
Ma come gli era venuto in mente? E per chi poi? Per una ragazza che lo trattava malissimo? No impossibile.
Arrivato nella stanza vi trovò Drew, seduto su una poltrona a leggere.
Vedendolo lì, gli venne un’idea. Prese una sedia e gli si sedette accanto.
 
-Drew? Cos’è l’amore? Cioè… quando hai capito di essere innamorato di Vera?-
 
Lo aveva veramente detto? Si schiarì la voce, ma la situazione non migliorò soprattutto dopo il sorriso un po’ sconcertato che gli rivolse il ragazzo.
 
-Insomma… voi eravate rivali accaniti. Come avete fatto?-
 
Drew fece spallucce e posando il libro sul tavolo si portò una mano sotto il mento, con fare pensieroso.
 
-È una bella domanda Ash. Beh ti dirò, ho capito di provare qualcosa per quella magnifica ragazza quando le sue vittorie non facevano più così male. Ricordi quando le diedi quella rosa? Ecco, quella era un’ammissione. Mi aveva sconfitto. Dopo quell’episodio ci siamo scontrati più volte, io volevo rivederla ogni giorno. All’inizio pensavo volessi farlo per riparare il mio orgoglio ferito, poi dopo tanti incontri, abbiamo capito. Abbiamo capito che la vittoria più grande è l’amore.-
 
Il ragazzo ascoltò tutto il racconto con attenzione e stupore. Forse poteva proporre uno scontro tra Pokemon a Misty…
Salutò Drew e tornò in camera sua, senza sapere cosa fare.
 
La giornata passò in fretta.
Paul e Lucinda ripartirono quella sera stessa, insieme. Questo non sollevò il morale né a Misty né ad Ash.
Prima di partire la ragazza strinse in un abbraccio l’amica.
 
-Non essere triste, sei una ragazza forte. Ce la farai anche questa volta.-
 
-Non lo so. Forse dovrei dare ascolto a Daisy, Lily e Violet, cancellarlo definitivamente dal mio cuore.-
 
Sentiva le lacrime prepotenti volerle invadere nuovamente il viso, ma le ricacciò indietro. Si sforzò di sorridere, era contenta per Lucinda, stava per iniziare una nuova avventura con il ragazzo dei suoi sogni.
Ash, dal canto suo, era sempre più smarrito, tutte queste partenze improvvise lo stavano scombussolando. Era come se stesse vivendo tutto dall’esterno, in una bolla di sapone.
Non uscì dalla sua camera nemmeno per cena.
Preparò lentamente lo zaino. Si coricò a letto, senza aver visto nessuno. Guardò la sveglia sul suo comodino, l’una di notte.
Pikachu era sveglio e ogni tanto emetteva un “Pika-pì” sommesso.
Si stava per addormentare, quando bussarono alla porta.
Il ragazzo corse, sperava fosse Misty, forse voleva parlargli, aveva cambiato idea.
Invece si ritrovò Serena, sorridente.
Ash la fece entrare di malavoglia.
 
-Ho visto che non sei sceso per cena. Tutto bene? Perché sei triste? Avrai una grandissima occasione, Greninja potrà mostrare il suo valore. Vi siete preparati tanto.-
 
Non aveva nessuna intenzione di parlare con lei. Sapeva già a cosa andava incontro. E che i suoi Pokemon erano pronti. Ma lui forse no, forse.
Non rispose a Serena e la ragazza parve capire.
 
-Cosa c’è? È per lei, vero? La ragazza dai capelli rossi.-
 
-Si chiama Misty…-
 
Il solo pronunciare il suo nome gli provocava una forte emozione. Abbassò lo sguardo, ripensando ai suoi occhi pieni di tristezza. Quei bellissimi occhi verdi.
Fu riportato alla realtà dai singhiozzi soffocati della biondina.
 
-Serena non piangere, verrò con te. Torneremo a Kalos, ma non posso partire senza prima chiarire con lei.-
 
Doveva assolutamente parlarle. Anche se era notte fonda. Uscì dalla sua camera, lasciando la ragazza lì, impalata.
 
In assoluto silenzio, si avvicinò alla stanza di Misty.
Bussò per almeno quattro volte.
Alla quinta lei aprì la porta, assonnata. Aveva una canottiera blu e dei pantaloncini azzurri. I capelli sciolti e la spallina sinistra scesa.
Sbadigliò.
 
-Oh mamma Ash, che ci fai qui? A quest’ora poi?-
 
Il ragazzo rimase immobile con gli occhi sbarrati per un bel po’ di secondi.
Non doveva guardare. Non doveva.
 
-Ash? Perché mi hai svegliata? Cosa succ…?-
 
Poi si rese conto delle condizioni del suo pigiama, anche per la faccia completamente rossa di lui.
Lanciò un urlo che avrebbe svegliato mezza Kanto e diede un ceffone ad Ash.
Il secondo.
 
-Ma cosa fai? Non si bussa di notte alle porte!!-
 
-Ahi! Mi hai fatto male, tanto male, ragazzina irruenta.-
 
Si ritrovava nuovamente con una porta in faccia. Ma questa volta lei era lì dietro e continuava ad urlare. Questo fece sorridere Ash, anche se la guancia gli doleva.
 
-Non si fanno queste cose.-
 
-Ma ti devo parlare!-
 
-Non voglio!!-
 
-Dai è importante.-
 
La ragazza ci pensò su un momento… poi decise di accontentarlo, doveva affrontarlo prima o poi.
 
-Va… va bene. Però aspetta… d… devo vestirmi.-
 
Ash si appoggiò al muro con le braccia conserte.
A causa dell’urlo di Misty, Delia si era recata in corridoio per verificare che tutti stessero bene. Vedendo suo figlio sveglio e fermo si preoccupò.
 
-Cosa sta succedendo? Chi ha gridato? State tutti bene?-
 
-Sì, mamma. Non ti preoccupare. Io e Misty usciamo un attimo.-
 
-A quest’ora?-
 
-Ehm… sì. Un giro in giardino, dovrei parlarle.-
 
Delia abbracciò suo figlio, aveva capito quanto quella ragazzina fosse importante per lui. Ora spettava ad Ash capirlo.
 
-Non vi allontanate troppo. Buonanotte!-
 
-Buonanotte mamma.-
 
Dopo due minuti Misty uscì dalla sua camera. Il ragazzo la prese per mano e la trascinò giù per le scale.
 
-Ma dove mi porti?-
 
-In un posto speciale.-
 
Si diressero verso il cortile di casa, Ash si bloccò davanti all’entrata della rimessa. Si guardò intorno e poi la aggirò, ritrovandosi di fronte ad un cancello. Estrasse una chiave, il cigolio della serratura si disperse nell’aria notturna. Sempre tenendo per mano Misty, entrarono.
Quello che videro fu un giardino ricoperto di fiori. Splendevano alla luce della luna.
Erano caprifogli e campanelle notturne. La ragazza rimase a bocca aperta.
 
-Ci venivo da bambino, quando combinavo qualche disastro e mia madre mi rincorreva per tutta Biancavilla, mi rifugiavo qui.-
 
Misty non sapeva che dire, era tutto così magico. Ash le sorrise ed improvvisamente l’abbracciò.
Lei non si aspettava di certo una cosa simile e lo allontanò, confusa.
Il ragazzo ci rimase malissimo.
 
-Ma perché mi respingi? Io non credo di aver fatto qualcosa di sbagliato.-
 
Di nuovo non sapeva cosa fare. Stava combattendo con se stessa. Chiuse gli occhi per non guardare i suoi. E finalmente gli disse ciò che la stava tormentando da giorni.
 
-Tu… tu domani parti. Io… non so se ti potrò aspettare ancora. L’ho fatto per tutto questo tempo, ma tu stai con lei… tu… l’hai baciata. Certo puoi fare quello che vuoi... non mi interessa… -
 
Ash sgranò gli occhi e prendendole le braccia si avvicinò a lei.
 
-Ferma, ferma. Chi avrei baciato?-
 
Quando riaprì gli occhi mise a fuoco il suo viso, vicinissimo. Misty si liberò dalla sua presa, allontanandosi.
 
-Come chi? Serena. E non dirmi che non è vero. Vi ho visti dalla finestra della mia camera, la sera in cui sei tornato. Ma ovviamente a me non interessa…-
 
Il ragazzo cercò di fare mente locale, ecco perché era scappata. Ma lui non aveva dato nessun bacio. Sospirò.
 
-Smettila di dire “non mi interessa”. Io non ho baciato nessuno. Ma che ci stavi spiando? Mi stai dicendo che avresti visto un bacio, che non c’è mai stato, da almeno dieci metri d’altezza? Beh direi che molto probabilmente tu abbia lavorato un bel po’ di fantasia.-
 
Misty arrossì di colpo.
 
-Così mi fai sembrare una stupida!-
 
-Perché lo sei!! Non ho mai avuto intenzione di baciare Serena. Mai.-
 
-Ma… ma adesso partirai con lei.-
 
Ash le sorrise e cercò di avvicinarsi nuovamente.
 
-Devo andare… lo capisci questo? Devo partecipare alla Lega.-
 
Ecco ora era davvero una stupida. Il bacio con Serena non c’era mai stato e lei aveva passato tutto questo tempo a star male per niente. Iniziò a piangere.
 
-Ehi? Non piangere per favore. Non posso vederti piangere.-
 
-Io… non sto piangendo…-
 
-Ma come fai a negare l’evidenza? Sei proprio incorreggibile.-
 
Quel sorriso. Dannazione avrebbe fatto di tutto per quel sorriso.
 
Misty si gettò tra le braccia del ragazzo che, incapace di reagire se ne stava lì fermo.
Poi capì, capì che la sensazione che stava provando in quel momento era la più bella che avesse mai provato in tutti quegli anni. Averla lì, tra le sue braccia, mentre lei non aspettava altro che le sue attenzioni, il suo amore.
La strinse forte a sé.
Poi prese un enorme respiro.
 
-Misty promettimi che non mi picchierai.-
 
-Perché?-
 
Sollevò il capo e si ritrovò a pochissima distanza da lui, dalle sue labbra, che con un movimento repentino si posarono su quelle di lei.
 
Si distaccarono a fatica. Respirando affannosamente. Un enorme sorriso soddisfatto apparve sul viso dell’allenatore. Mentre Misty lo guardava trasognata.
Aveva aspettato anni quel momento. Lo aveva immaginato in mille modi. Ma la realtà, certe volte, supera la fantasia.
Riuscì a spiccicare qualche parola.
 
-E questo? Che… che cosa?-
 
Ash infilò una mano tra i suoi capelli, così morbidi.
 
-Questo è un bacio, sciocchina. Così forse capirai la differenza tra uno vero e uno inesistente. Questa volta sarà davvero diverso. Non potrei mai lasciarti qui.-
 
Misty lo strinse ancora più forte. Voleva sentirlo, voleva essere sicura che non fosse solo un sogno, un’illusione.
 
Rimasero in quella posizione per un tempo che sembrò illimitato, poi si avviarono verso casa, mano nella mano.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Nota: eccolo qui il settimo capitolo! In stratosferico ritardo. Spero solo ne sia valsa la pena! Non so ditemi voi. Vi piace?
Momenti romantici finalmente! Il prossimo sarà molto probabilmente l’ultimo.
Vorrei ringraziare chi legge/recensisce la mia storia! Chi la segue chi l’ha messa tra ricordate/preferite. Grazie! Spero di non deludervi.
Sto già scrivendo l’ottavo capitolo. Quindi arriverà presto.
Alla prossima!
 
 
 
 
 
  
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