Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Ricorda la storia  |      
Autore: DolceZeref    19/10/2016    2 recensioni
Rigorosamente PruAus, con la speciale partecipazione di Ungheria nei panni di una fujoshi, dedicata a tutte le persone che amano questa coppia. Ispirata ad un'immagine trovata completamente a caso, quindi evviva!
Comunque...
Sulle note della 'Sonata al chiaro di luna', o meglio 'Quasi una fantasia', di Beethoven si sviluppa questa one-shot ad alto contenuto di fluffosità. In poco tempo tutto può cambiare. Basta uno sguardo per capire cosa prova qualcuno perché gli occhi sono il palco dei nostri sentimenti.
Spero che vi piaccia!
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Austria/Roderich Edelstein, Prussia/Gilbert Beilschmidt, Ungheria/Elizabeta Héderváry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Austria's favourite colour is red - the colour of Prussia's eyes
Il colore preferito di Austria è il rosso - il colore degli occhi di Prussia

Lo leggo nei tuoi occhi

Le note della Sonata al chiaro di luna, o meglio Quasi una Fantasia, di Beethoven aleggiavano limpide nell'aria. La stanza era pervasa da quella sinfonia suonata magistralmente. Dei timidi raggi di sole filtravano attraverso le leggere tende e dei rivoli di vento s'infiltravano dalla finestra semiaperta rinfrescando l'ambiente. Era presente un ragazzo castano seduto al pianoforte, che faceva quasi volare le mani sullo strumento ed aveva gli occhi chiusi, a bearsi di quella melodia. Pareva che le sue dita accarezzassero i tasti da quanto i suoi tocchi erano lievi, come quelli di un musicista esperto il quale non ha bisogno di sforzarsi per creare un'armonia perfetta.

Comunque, in quel momento di assoluta pace niente importava.

Fino a quando tutti questi buoni pensieri vennero interrotti bruscamente dal rumore squillante del campanello, che spezzò l'incantesimo creatosi e di conseguenza il religioso silenzio che pervadeva la casa. E che diede leggermente ai nervi ad un certo musicista di nostra conoscenza, il quale si avviò di malavoglia ad aprire dopo aver capito che chi stava fuori non se ne sarebbe andato.

-Chi...no-
Richiuse, o meglio sbatté, subito la porta quando vide la persona che aspettava dall'altra parte. Quello non era sicuramente il momento di disturbare e lui non voleva di certo essere disturbato. Soprattutto da lui.

Dall'altra parte, invece, il sopracitato, chiuso fuori, non sapeva se innervosirsi o al contrario impensierirsi, così bussò più volte, finché non gli venne aperto di nuovo.

-Pare che alla fine tu ti sia arreso , non potevi resistermi per molto dopotutto- si vantò l'albino. Al che l'altro sbuffò infastidito, chiedendosi per quale assurdo motivo fosse lì.

-Non farti strane idee, sto ancora valutando di sbatterti di nuovo la porta in faccia...comunque dato che sei qui ci sarà un motivo, spero-

-Come sarebbe a dire? Seppur mi diverta molto infastidirti sono venuto perché mi ha chiamato Eliza- Adesso aveva colto l'attenzione del musicista, che era diventato all'improvviso sorpreso.

-Forse allora sei arrivato presto, perché lei è uscita ed al momento non è in casa- spiegò poi sovrappensiero, per tornare subito dopo all'espressione infastidita -Aspettala dentro, è meglio- borbottò prima di lasciarlo entrare e successivamente dirigersi verso la stanza dove si trovava prima.

Lo seguì a ruota pure il Magnifico, non sapendo che fare.

Roderich si sedette davanti al suo piano e dopo aver fatto un respiro profondo si rilassò e riprese a suonare. Le note della sinfonia riempirono di nuovo l'aria e mai come in quel momento Gilbert pensò che fosse celestiale. Restò impalato sulla porta della camera a fissare il Damerino per un tempo indeterminato, tanto che non si rese nemmeno conto che si era incantato a bocca aperta. Il fatto era che non lo vedeva molto spesso così calmo ed a suo agio, gli pareva bellissimo: la posa elegante, le mani che volavano sui tasti, i ciuffi castani che gli incorniciavano il viso, gli occhiali che gli davano un'aria professionale, l'espressione rilassata del volto ma al contempo particolarmente concentrata...tutto di lui lo affascinava. Non c'erano parole per descriverlo adeguatamente, anche se non l'avrebbe mai ammesso.

Dal canto suo, invece, Austria si sentiva leggermente imbarazzato. Aveva notato lo sguardo di Prussia fisso su di lui e...non poteva ignorarlo. Insomma, non riusciva nemmeno a capire perché gli facesse quell'effetto quando di solito lo considerava egocentrico, vanitoso, tronfio, fastidioso, fin troppo affascinante e chi più ne ha ne metta...la lista dei suoi difetti sarebbe potuta continuare all'infinito, ma allora perché ogni volta che stava troppo tempo con lui il suo cuore cominciava a battere a mille e sentiva le guance andare a fuoco? Ci pensava sempre quando suonava, perché era come se potesse provare tutti i vari sentimenti moltiplicati al massimo. Senza contare che quegli occhi, i suoi occhi...erano così perforanti e magnetici, tanto che ne era inevitabilmente attratto.

Ad un certo punto la melodia si interruppe ed il castano si rivolse all'altro, puntando lo sguardo su di lui.
-Non puoi continuare a stare lì sulla porta con quella faccia ebete, fai qu...-
Non fece in tempo a concludere la frase che il Magnifico si riscosse dirigendosi verso il primo, sorprendendolo, e fissando curioso lo spartito.
-Conosci la sinfonia?- chiese l'austriaco interessato.
-Sì, in effetti è una delle mie preferite...-
-Sai suonarla al piano?-
Questa domanda fatta a bruciapelo gli era sfuggita dalla bocca prima che potesse pensarci... gli era uscita spontanea. Da quando esattamente facevano conversazioni di questo tipo? Che fosse per l'atmosfera fuori dal mondo di quel momento?
Comunque il prussiano annuì una seconda volta in risposta, prima di accarezzare i tasti con tocco leggero e far volare qualche nota.

Roderich riprese a suonare i primi righi* e Gilbert si unì a lui dopo un po', cominciando a creare insieme una melodia doppia, la quale poco a poco che andava avanti si perfezionava e non presentava più alcun tipo di sbavatura. Pareva che ognuno stesse cercando di comunicare qualcosa attraverso quella sonata, molti sentimenti che altrimenti sarebbero rimasti nascosti.

Inoltre si erano seduti vicini, quindi erano entrambi piuttosto imbarazzati, anche se comunque molto concentrati sull'armonia: non potevano permettere che venisse spezzata.

Quando terminarono, poi, si girarono per guardarsi negli occhi e si ritrovarono a poca, minima distanza fra loro. Si scrutarono a vicenda: nessuno dei due fino a quel momento aveva mai notato quanto fossero stupende le iridi dell'altro. O almeno non l'avevano mai notato veramente: ci si potevano specchiare da tanto erano limpide. I rispettivi respiri erano sincronizzati, il tempo pareva essersi fermato soltanto per i due.

-Lo so, sono fantastico, fammi pure tutti i complimenti che vuoi-

Incantesimo spezzato.
Prussia...era bravissimo a spezzare gli incantesimi. Il motivo era forse che era impreparato davanti a queste emozioni?

Inutile dire che Austria ebbe la stessa reazione, ergo: non la prese affatto bene, per niente, e la sua faccia sorpresa e contrariata all'affermazione dell'albino non trasmetteva i sentimenti che in realtà provava dentro di sé. In effetti, perché si sentiva come deluso? Sapeva che l'altro non poteva essere diverso da com'era sempre, eppure perché continuava ad essere in quello stato d'animo? Si alzò da dove era seduto, senza perdere il contatto visivo.

-Ho ragione di credere che tu sia tutto il contrario, invece-

Il Magnifico restò spiazzato da quella frase e sgranò gli occhi scarlatti, non riuscendo più a sostenere quello sguardo. Non sapeva esattamente cosa lo avesse turbato, però c'era un tono nella sua voce...sembrava quasi non accettasse il suo atteggiamento, come se ne fosse rimasto...insoddisfatto. Il vero problema era che non ne capiva il motivo. Soprattutto non capiva perché anche lui stesso sentiva di aver sbagliato. Lui non poteva sentirsi sbagliato. Non nei suoi confronti. Fece una smorfia ed iniziò a trovare estremamente interessante il pianoforte, mentre si ostinava a non soffermarsi su nient'altro.

Dal canto suo, il musicista provava a scorgere i suoi occhi invano. Adesso aveva capito che voleva rivedere quel suo lato nascosto ed incredibilmente dolce. Peccato che si comportava come un riccio: si rivestiva di aculei per proteggersi, quando per mostrare i suoi sentimenti avrebbe dovuto aprirsi e per paura di essere attaccato restava chiuso in se stesso, anche se pareva tanto forte all'esterno.

Restarono in silenzio per minuti che sembrarono infiniti, finché Roderich non si sedette di nuovo al piano, incurante del fatto che il cuore avesse ripreso a battergli di nuovo più velocemente del normale, ricominciando a suonare la sinfonia. Resistette per un po' all'impulso di girarsi e fissare Gilbert cosciente che se lo avesse fatto si sarebbe inevitabilmente incantato, ma soltanto per poco. Dopo non molto lo scrutò con la coda dell'occhio dato che si sentiva il suo sguardo perforante addosso e venne travolto dal palco di emozioni che erano le sue iridi. Quasi non riusciva a distinguerle, anche se non si sarebbe di certo fermato per farlo.

Nessuno dei due, per quanto si sforzasse, era capace soffermarsi su cose diverse.

Non ci fu un fiato fino a quando non venne suonata l'ultima nota dello spartito ed i due ragazzi non si guardarono: l'albino lasciava trapelare nuovamente un piccolo spiraglio di dolcezza, mentre nello sguardo del castano si poteva leggere una rinnovata determinazione.

Quest'ultimo si avvicinò lentamente al viso del primo, non smettendo di scrutarlo nemmeno per un secondo, prima di dire qualcosa.

-Sei proprio un idiota-

Lo prese in contropiede, sorprendendolo con quella semplice affermazione.

-Non capisci che non hai bisogno di quella corazza di egocentrismo per essere Magnifico, te lo si legge negli occhi. Sei idiota e Magnifico-

Fu proprio in quel momento che, contrariamente a quello che ci si sarebbe aspettato, Prussia annullò le distanze fra loro baciando lievemente Austria, quasi come a voler concordare con le parole del Damerino. Il musicista restò per un attimo sorpreso, ma solo per un attimo perché quello dopo chiuse le palpebre e si arrese a quel contatto dolce.

Quel pomeriggio era cambiato tutto fra loro, in un modo che nessuno dei due si sarebbe mai immaginato. Era accaduto qualcosa che non avevano affatto previsto, anche se forse lo avevano aspettato entrambi con impazienza.

Ovviamente nessuno dei due si ricordava più di Ungheria, la quale era ritornata a casa e li osservava trionfante da dietro la porta: il suo piano di farli in qualche modo dichiarare aveva funzionato come previsto.

E secondo voi, qual è il colore preferito di Prussia?
Probabilmente il colore degli occhi di Austria.

Concordate?





*righi: questa parola esiste veramente, non l'ho inventata io, al singolare è 'rigo'. Non so spiegarlo meglio, mi dispiace.


Spazio dell'autrice
Salve a tutti, adesso arrivederci!
*prova invano a dileguarsi*
Coscienza: Ferma, ritorna indietro.
Uffaaa, mi vergogno e non so cosa dire: è la prima volta che scrivo su questa coppia e sono leggermente imbarazzata.
Coscienza: Ma leggermente, eh.
Comunque in effetti non c'è molto da commentare. Ho il terrore di essere andata OOC e mi ansio tanto, ma questo succede sempre. Spero che vi sia piaciuta, la dedico a tutti i fan di questi due, io inoltre mi immagino davvero troppo bene Ungheria come shippatrice accanita della PruAus. Probabilmente volevo aggiungere qualcos'altro ma non mi ricordo appunto cosa, quindi questa volta mi dileguo sul serio.
Mi fareste molto piacere se recensiste, senza contare che plachereste la mia ansia!
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: DolceZeref