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Autore: slytherin_sev    20/10/2016    0 recensioni
Cosa potrebbe succedere se una babbana lavorasse al paiolo magico? Che razza di incontri farebbe?
Nota: ci sono cose che potrebbero non tornarvi ma poi spiegherò tutto, alcune cose non quadreranno ma voi sorridete e annuite e continuate la lettura.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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9 La risposta arrivò il mattino seguente, 'stesso posto, stessa ora, sta sera'.
Lei rimase tutto il giorno immobile a fissare il soffitto, non sapeva che fare, era felice di essere una maga ma non sapeva come affrontare tutto il resto delle cose, un attimo prima era felice l'attimo dopo pensava alle conseguenze della sua felicità.
Arrivò la sera e lei aveva due occhi così gonfi che nemmeno lei sapeva come facesse a vederci, si mise cose a caso e decise ce avrebbe mangiato al Paiolo, così svogliatamente ma per forza di cose si ficco a forza nella fredda notte inglese.
La strada le sembrò infinita, che dopo ogni passo che compiva la meta di allontanasse di due, quando vide le luci e sentì odore di cibo sapeva che finalmente era arrivata.
Ora gli avventori avevano un aspetto diverso per lei, non erano più bizzarri e folcloristici, avevano perso il loro fascino, si sedete al solito posto vicino al camino e ordinò la solita cena aspettando l'uomo.
Lui non tardò ad arrivare e si mise davanti a lei, ordinò anche lui e iniziò a parlare, "cosa succede? Perchè non sei sicura di voler venire a Hogwarts? Sembravi entusiasta ieri", lei gli raccontò tutti i suoi dubbi e le preoccupazioni fino a che non arrivarono i loro piatti.
Calò il silenzio, era una cena mesta e triste, il clima era ben diverso rispetto a qualche sera prima, era stato bello chiacchiera ma ora tutto era diverso, i loro rapporti sarebbero stati diversi e così ogni altra cosa.
Finita la cena lui si mise affianco alla ragazza, e la strinse a se, "non ti preoccupare, la troveremo una soluzione. Ma dimmi, tu vuoi venire a Hogwarts?", lei scosse appena la testa, poteva sentirgli il cuore e si accorse che le era mancato nonostante fosse un giorno che non lo vedeva.
"Visto che vuoi venire farai così: dirai ai tuoi amici che ti hanno preso a lavorare in un collegio che la paga non è tanta ma è pur sempre lavoro, e che non potrai uscire dal collegio eccetto il sabato e la domenica e ovviamente non puoi ospitare nessuno. Così dovrebbe andare no?".
Annuì nuovamente dal suo petto, non aveva intenzione di lasciare quel posto tanto presto e facilmente, Severus le poggiava di quando in quando le labbra sulla testa mentre la stringeva a se, lei alzò la testa per guardarlo "devo proprio aspettare una settimana per rivederti?".
Lui scosse la testa divertito "ma come? Qualche ora fa non volevi più venire e ora una settimana è troppa?", lei si alzò "ah ma non è per Hogwarts che ho fretta, è per te" disse abbottonandosi, "in che senso?" rispose lui con aria perplessa "non riesco a starti così tanti tempo lontana".
Si portò una mano alla fronte per fare la melodrammatica, nonostante fosse seria non voleva che lui lo sapesse, si sarebbero visti probabilmente ogni giorno la e questo la rendeva felice.
Finito di vestirsi si diresse verso la porta, "dove stai andando?" disse lui girando il busto, lei sorrise "dove stiamo semmai, forza muoviti che ti mostro la mia casa" lui si alzò velocemente per raggiungerla.
"Sta sera non c'è nessuno, i miei sono via per lavoro, così ho deciso di mostrarti la mia stanza" non sapeva nemmeno lei perchè lo facesse ma l'idea di portarlo a casa sua non le dispiaceva "se non ti va puoi sempre tornare indietro", in fondo era sempre una mossa azzardata e lui poteva non gradire.
Severus non aprì bocca e si limitò a seguirla, fino a che non arrivarono nei pressi di un complesso di villette vittoriane dove lei aprì un cancelletto "spero tu non abbia paura dei cani, ne ho due", lui sorrise "a meno che non abbiano tre teste sto tranquillo", la ragazza si girò a guardarlo non capendo la battuta.
Entrarono in casa, era calda e accogliente, si vedeva che chi viveva li amava quella casa e anche chi ci viveva, era pieno di foto di famiglia e tutto era stato scelto e gustato, era come se l'uomo, nonostante non conoscesse nessuno oltre lei, si sentisse a casa propria avvolto dal calore delle persone a lui care.
Salirono le scale e si diressero nella stanza della ragazza, era una stanza grande e spaziosa, la prima cosa che lo colpì fu una bacheca, strabordava di foto, braccialetti, spillette, dépliant di musei e vi dicendo.
Notò però che fra le varie cose c'era uno scontrino con sopra un piccolo cuore.
   
 
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