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Autore: Padme Undomiel    21/10/2016    2 recensioni
A volte, la memoria è come un portafoto, capace di immortalare fugaci frammenti di vita e immagini indelebili.
Raccolta slegata di flash-fic a tema libero, protagonisti i Digiprescelti e il loro rapporto con se stessi, con gli altri e con Digiworld.
Dall'ottavo capitolo: Invece che rasserenarsi, Ken nascose il viso nella tovaglietta con la quale si stava detergendo il sudore. “Non posso farcela”, si lamentò miseramente.
“Sì che puoi!” Daisuke gli passò in fretta una bottiglietta d’acqua, un occhio alle tribune: i loro amici si stavano avvicinando in fretta, tutti chiacchiere e sorrisi. “Se davvero vuoi parlare con Miyako devi scioglierti un po’, e fare come ti ho detto. Fai finta di essere me, ok? Io ci parlo sempre, con lei!”
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Stylish

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Stylish (Takaishi Takeru, Izumi Koushiro)







“Un’aragosta?”
“Sì.”
“Un’aragosta.”
Koushiro sospirò, finalmente sollevando lo sguardo dal suo portatile, osservandolo con la calma pazienza di chi parla con un individuo incomprensibile. “Non ti piacciono le aragoste, forse?”
Questa volta Takeru fece molta fatica a trattenere le risate. “Più che altro”, riuscì a dire con la voce strozzata, “la domanda giusta è: com’è possibile pensare lucidamente di travestirsi da aragosta, se non ci sono feste in maschera di mezzo?”
Koushiro sembrò sinceramente spiazzato dalla domanda. Osservò lo schermo del pc e il programma da lui inventato per fabbricarsi abiti ad hoc, come se cercasse di individuare la stranezza della cosa.
Takeru, intanto, cercava disperatamente di non concentrarsi sugli altri costumi lì presenti - quello lì in fondo non era da coniglio, vero?
“Ci pensi eccome, se dai un’occhiata alle statistiche”, ribatté sorprendentemente il genio informatico.
Takeru batté le palpebre ripetutamente. “Cosa?” Articolò.
“Statistiche”, ripeté Koushiro. “A quanto pare, personaggi famosi e considerati attraenti dalle ragazze indossano spesso costumi stravaganti nelle trasmissioni televisive. Nonostante ciò, il parere delle ragazze resta sempre lo stesso: citando testualmente, Che carino!” Fece una pausa, aggrottando le sopracciglia. “Non riesco proprio a capire come questo fenomeno sia possibile, ma la deduzione è ovvia: costumi di animali sono considerati carini. Quindi questo dovrebbe andar bene, suppongo …”
Forse fu la serietà con la quale imitò gli entusiasmi facili delle ragazze, forse l’assoluta convinzione nelle sue parole, o forse quel maledetto costume da aragosta che continuava a catturare la sua attenzione ogni volta che abbassava lo sguardo sul pc, ma Takeru non ce la fece più: scoppiò a ridere fragorosamente, rischiando di cadere a terra.
“Quello che si vede in tv non conta!” Disse tra le lacrime, tenendosi la pancia. “Se indossassi una cosa simile passeresti per pervertito e basta.”
“Pervertito?” Esclamò scandalizzato Koushiro.
“O per svitato!”
Questo sembrò offenderlo. “Guarda che è una cosa accuratamente studiata, e-”
“Certo, con quel costume addosso potresti avere ogni ragazza per te.” Takeru sapeva che avrebbe dovuto avere più tatto, che Koushiro gli aveva chiesto un parere perché era un mondo tutto nuovo per lui e non sapeva bene come muovercisi con naturalezza; ma non riusciva a darsi un contegno. “Ti basterebbe catturarle con le chele, e il gioco sarebbe fatto!”
Ne avrebbe avuto ancora per molto: aveva un sacco di battute in testa, e non facevano che aumentare ogni volta che immaginava Koushiro indossare quel coso. Ma Koushiro si incupì d’un tratto, voltandosi verso il pc.
“Sempre meglio di quei tuoi cappelli ridicoli”, borbottò.
Takeru si pietrificò.


Ridicoli, ha detto! Ti sembrano ridicoli? Ma se sono così alla moda!”
“Takeru …”
“E poi piacciono a tutti. Hikari-chan ha detto che I cappelli fanno molto Takeru-kun, vuol dire che senza non sarei io, no?”
“Takeru. Ma santo cielo.”
“A te piacciono, vero?”
“Ma cosa c’entro io?” Yamato alzò le braccia al cielo, esasperato. “Perché vieni a lamentarti con me di una cosa simile?”
“Perché sei mio fratello!” Ribatté ostinatamente Takeru.
“Posso appellarmi al cognome diverso?”
“No, non puoi.”
Diamine.”









E' tanto che non ci si sente, eh?
In questo bel clima di sofferenza e perdita da Kokuhaku, io ho pensato bene di inaugurare le mie produzioni di Tri con una flash-fic idiota, ispirata a Saikai. In ritardo come sempre, ma pazienza. 
Seriamente: in preda a quali trip mentali Koushiro può aver progettato quegli outfit orripilanti? Più faccio fermo immagine, più i miei occhi sanguinano. Non che il resto della combriccola sia chissà quanto alla moda... ma lasciamo credere a Takeru di essere strafigo, visto che è diventato un adolescente con una faccia di bronzo invidiabile.
(Detto tra noi: io amo i suoi cappelli. Ma potrei essere di parte.)
Miracolosamente, posso promettervi aggiornamenti tempestivi: ho una flash-fic già pronta che vedrà presto la luce! 

Padme Undomiel



   
 
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