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Autore: FeBookworm    21/10/2016    0 recensioni
[Guerra e Pace]
Nikolaj Rostov torna a casa dopo aver visto con i suoi occhi la rivolta decabrista.
Con la morte nel cuore, c'è solo una persona a cui può confessare tutti i suoi pensieri: Sonja
Genere: Malinconico, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Notte del 14 dicembre 1825, San Pietroburgo
 
 
Quando entrai dalla porta della servitù, non mi stupii di trovare la casa immersa nel buio e nel silenzio più totale. I bambini dovevano essere a letto già da molte ore e Maša non è mai stata il tipo di moglie da aspettare alzata il marito.
Meglio così. Non era proprio in vena di parlare.
Abbandonai la spada e il mantello su una poltrona en entrai in salotto. Mi stupii nel vedere una candela, ormai quasi del tutto consumata, ancora accesa. Mi avvicinai al divano e quasi mi mancò il respiro.
Sonja si era addormentata in una posizione scomodissima, il libro che stava leggendo riposava anch’esso sul pavimento. Si mosse nel sonno, cercando una posizione migliore, e sussurrò:”Kolja”.
Il mio cuore perse un battito. A parte lei, mai nessuno mi aveva chiamato così.
Mi sedetti sulla poltrona vicino al divano e la osservai alla luce fioca della candela.
Oh Sonja… Io ricordo tutto.
 
Ricordo il meraviglioso
Istante: davanti a me
Apparisti tu
Come una visione fugace
Come il genio della pura
Bellezza
 
Ricordo la prima volta che papà ti portò nella nostra casa di Mosca. Indossavi un cappottino bianco, talmente candido che si confondeva con la neve sullo sfondo. Ricordo i tuoi occhi grandi, stupiti di vederci tutti alla porta. Ricordo che più avanti mi confessasti che quel giorno avevi temuto che papà ti portasse in un orfanotrofio o in un convento.
E invece ti portò da noi, Sonečka. Abbiamo passato una bellissima infanzia assieme; io, tu e Taša.
Ricordo che mi innamorai di te la prima estate tornato dal liceo. Ti avevo lasciata che eri uguale a Taša, una di quelle ragazzette che devono ancora sbocciare, e poi… E poi, una volta tornato, mi sei apparsa sotto un’altra luce. Eri per me come un tripudio di bellezza e di purezza.
Più di tutto, tu eri per me la misura di tutte le cose. Cercavo sempre, in un modo tutto mio e che forse non ti è mai stato chiaro, la tua approvazione. Anche quando decisi di arruolarmi, abbandonando i miei studi, per servire lo zar ad Austerlitz contro Napoleone.
Ricordo le tue lacrime il giorno in cui partii. Ma mi lasciasti andare, ottenendo da me solo la promessa di scriverti di tanto in tanto.
Forse avrei dovuto scriverti più spesso.
Forse avrei dovuto dirti quanto sentii la tua mancanza in quel periodo.
Non voglio sembrare un santarellino. Ho avuto le mie avventure, i miei sfoghi. Denisov mi ha fatto da chaperon nel mondo dei soldati e io di certo non mi sono tirato indietro. Ma all’alba, quando i divertimenti della notte erano ormai sbiaditi, la prima immagine su cui i miei pensieri si soffermavano era il tuo volto, i tuoi grandi occhi azzurri.
 
Nei tormenti di una tristezza
Disperata, nelle agitazioni di
Una rumorosa vanità
Suonò per me a lungo la
Tenera voce, e mi apparvero
In sogno i cari tratti.
 
Quando tornai, ti trattai malissimo. Ti diedi per scontata, certo del tuo costante affetto e devozione. Fui quasi lusingato quando Dolochov ti fece la proposta e lo rifiutasti. Lui era un eroe di guerra, poteva garantirti sicurezze e una posizione, ma hai sempre preferito me, il giovanotto di Mosca a cui piaceva divertirsi e con ideali romantici.
Hai sempre scelto me, Sonja, anche nei momenti difficili. Soprattutto nei momenti difficili. E poi, quando il mio amore è venuto meno, mi hai lasciato andare.
Ma Sonečka, te lo giuro, ero sincero quando promisi che ti avrei sposato. Tu eri, sei, tutto quello in cui ho sempre cercato in una futura sposa. Giurai che ti avrei sposato e l’avrei fatto, te lo giuro, te lo giuro Sonečka, ma poi venni travolto dal sentimento d’amore per Maša, talmente forte che l’inondazione dell’anno scorso della Neva è nulla a confronto.
 
Passarono gli anni. Il ribelle
Impeto delle tempeste
Disperse i sogni di una volta
E io dimenticai la tua tenera
Voce, i tuoi tratti celestiali
 
Nella mia remota ed oscura
Reclusione trascorrevano
Quietamente i miei giorni
Senza divinità, senza
Ispirazione, senza lacrime
Senza vita, senza amore
 
Oh, Sonja. Mi sei rimasta solo tu.
Della nostra grande e bella famiglia tutti ormai sono morti o mi sono completamente estranei.
La morte di Petruška è stata la più difficile da sopportare. Era uguale a me prima di Austerlitz. L’unica cosa che mi consola è che sia morto da eroe in battaglia, come ha sempre sognato. E papà… Avrei tanto voluto esserci, Sonja. Sono solo contento che la cara mamma non sia vissuta fino ad oggi per vedere quanto fredde ed estranee siano diventate Vera e Nataša. Mai avrei pensato che le mie stesse sorelle avrebbero rinnegato gli ideali con cui siamo stati cresciuti. Sono diventate così distanti, troppo occupate a badare alle loro perfette famiglie.
Tu, invece, mi sei rimasta vicina, fedele compagna silenziosa di ogni mio giorno.
Allungai una mano per accarezzarle i capelli. Sono ancora dello stesso color cioccolato di quando era ragazzina, senza nessuna ciocca argentata a segnalare lo scorrere degli anni.
A differenza di me e Maša, sembra che il tempo non abbia intaccato la pura e semplice bellezza di Sonja. Anche Taša ormai si è fatta donna, ma Sonja… Sonja è rimasta sempre la stessa, senza cambiare mai.
Vorrei che anche per la Russia fosse così. Vorrei poter tornare indietro di dieci anni, quando Napoleone fu sconfitto e noi festeggiammo gloriosi insieme allo zar.
Ma Alessandro è morto. L’ultima colonna portante di tutti i miei ideali, l’unico sovrano a cui sarò sempre fedele, è morto e il regno di suo fratello Nicola è appena iniziato ed è già macchiato di sangue.
Sapevamo tutti che la rivolta era nell’aria. Ma era un gruppo talmente piccolo, talmente disorganizzato… Ma lo zar Nicola I non ha mostrato nessuna pietà. Ci ha fatto intervenire, con l’ordine di non mostrare nessuna pietà.
Molti di loro erano così giovani, Sonja. Così giovani da ricordarmi Petruška quando partì come soldato.
Che fine farà la Russia se lo zar uccide così le giovani leve?
L’unico pensiero che riesce a consolarmi in questa triste notte è che io ho ancora te, Sonja.
“Kolja” sussurrò di nuovo nel sonno. E di nuovo mi venne meno il respiro e il mio cuore batté al ritmo dei cannoni di Waterloo.
 
Ma venne dell’anima il
Risveglio: ed ecco di nuovo
Sei apparsa tu,
come una visione fugace
come il genio della tua pura
bellezza
 
Gli occhi azzurro intenso di Sonja si aprirono e il sorriso di sollievo che nacque spontaneo sulle sue labbra mi scaldò il cuore.
“Sei tornato! Eravamo così preoccupate per te!” sussurrò alzandosi a sedere.
Le sorrisi, un sorriso tirato e stanco. Le accarezzai una guancia, meravigliandomi della sua morbidezza, la stessa di vent’anni fa:”Sto bene, Sonečka. Io sto bene”.
Ma lei non mi credette. Glielo lessi in quegli occhi azzurri che tanto mi avevano incantato da giovane.
Mi prese il volto tra le mani e me lo appoggiò sulla sua spalla. Calde lacrime iniziarono a scendermi sulle guance e, tra le sue braccia, diedi sfogo a tutta la tensione di questi giorni.
Oh, Sonja. La mia anima è sempre stata tua.
Il mio amore può anche andare a Maša e ai bambini, ma la mia anima, la parte più intima e più profonda del mio essere, è sempre appartenuta a te.
 
E il cuore batte
Nell’inebriamento, e sono
Per esso resuscitati di nuovo
E la divinità, e l’ispirazione
E la vita e le lacrime
E l’amore


Piccola nota:
La poesia inserita nel testo è Ricordo il meraviglioso istante di A. Puškin. Mi sembrava appropriata per questa coppia, che shippo dai tempi della serie televisiva della Rai del 2007.
All'interno del testo, per i nomi russi e i relativi nomignoli, ho usato la traslitterazione cientifica, e non quella inglese che di solito si vede in giro.
Spero di non essere andata troppo OOC con Nikolaj e Sonja ^^"
Vi lascio il link della mia pagina Autrice, nel caso vi interessi =)
https://www.facebook.com/FedeMorningRockEFP-663566033691978/

-Fé-
   
 
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