Anime & Manga > BeyBlade
Ricorda la storia  |       
Autore: Noeru    21/10/2016    1 recensioni
"I BladeBreakers hanno un'amicizia in grado di fronteggiare le peggiori avversità, i cinesi sono una famiglia, gli americani si fanno reciprocamente il tifo alle partite e noi? Tentiamo di capire se una ragazza è fidanzata oppure no! è ridicolo!"
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Andrew McGregor, Gianni, Nuovo personaggio, Oliver, Ralph Jurges
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Buonasera!
Dopo anni sono tornata con una nuova versione per "In Joy and Sorrow", mia storia che stava divenendo parecchio confusa. Nel caso l'abbiate già letta sappiate ho apportato parecchi cambiamenti ai personaggi in primo luogo ed in fondo troverete dei link per canzoni di diversi generi il cui ascolto è consigliato nel corso della lettura in quanto ispirandomi hanno contribuito alla stesura!
Spero vi piaccia!
Baci!


Olivier rientrò nella lussuosa cabina della nave da crociera: "Comincia a fare fresco!"
"Inizia?" Gianni si strinse nel cappotto rosso: "Mi sono perso il caldo?" Proveniva da Roma e trascorreva le sue vacanze nella tenuta di famiglia estiva all'Isola d'Elba.
Altrimenti albergava a Portofino o volava in Sardegna o Sicilia, ma già Milano d'inverno lo faceva rabbrividire e cercava di evitare il freddo come la peste.
Da bambino aveva preso lezioni di sci che si erano rivelate fallimentari sebbene lo sport non gli dispiacesse; seguiva il calcio, come la maggioranza dei ragazzi italiani ed il sogno di diventare un campione lo aveva avuto almeno una volta.
"Almeno ti metti nei miei panni quando ho accettato di accompagnarti sulla riviera! Ho sudato più stando in spiaggia lì che in un anno di tennis!" Lo rimbeccò Andrew, il quale oltre a non sopportare l'eccessiva altezza delle temperature adorava polemizzare ed avere l'ultima parola con chiunque: maggiordomi, inservienti, genitori e perfino suoi pari.
A scuola o nei campi sportivi non aveva mai avuto amici veri ed erano i compagni di squadra i primi ad approcciarsi a lui, ma era più per dovere che desiderio di rapporto sincero, non avendo nulla in comune al di là della passione per il beyblade e l'appartenenza ad una famiglia importante e facoltosa.
A Parigi, i coniugi Boulanger possedevano diversi ristoranti e locali destinati all'intrattenimento mentre in quel di Roma Marcello Tornatore era una figura di spicco nelle imprese grazie alla sua integrità morale così come Sir Stuart McGregor era tanto in vista nel Regno Unito grazie al proprio glorioso passato nella rivoluzione industriale che si era protratto anche nel presente.
Leopold Jurgens invece aveva ereditato il gigantesco maniero dai suoi avi e si impegnava più che poteva affinché si preservasse negli anni a venire lavorando a stretto contatto con grandi aziende tedesche.
"Venite fuori! Le stelle si vedono meravigliosamente!" Il più giovane del team riuscì a sedare un possibile diverbio; per essere il quarto in ordine di età era il secondo caratterialmente più maturo e la sua diplomazia era un pilastro per l'insolito quartetto spesso in subbuglio, tanto che altre squadre li avevano ribattezzati "European Freaks" un po' a causa dei loro scontri un po' perché a volte sembravano rimasti indietro nel tempo, date le pesanti armature che indossavano agli incontri ufficiali.
"Mi basta il finestrino!" replicò l'italiano.
Ralf li sorvegliava senza partecipare alle discussioni, ma curandosi non litigassero; né aveva i loro stessi interessi né voleva stressarli imponendo la sua volontà, conoscendo la differenza fra leader e tiranno attraverso i libri di storia gelosamente conservati nella biblioteca del maniero, suo personalissimo pensatoio.
Passava più ore lì che nella sua camera da letto, arredata in maniera insolitamente sobria rispetto alle altre stanze del maniero caratterizzate da ricchi arazzi, mobilia antica e cimeli pregiati conservatisi nel tempo.
Era per la neonata squadra degli European Dreams l'inizio di una meritatissima vacanza nel Nordeuropa: la prima in assoluto, volta a testare la loro capacità di collaborare e convivere al di fuori delle arene di beyblade, ambiente nel quale avevano qualche problema a cooperare, essendo stati molto tempo improntati all'individualismo, che li aveva portati addirittura a prendere sottogamba il team destinato al titolo mondiale.
Ognuno di loro aveva sviluppato la propria personalità: il saggio e severo Ralf Jurgens, eletto capitano grazie ad autorevolezza e disciplina, Andrew McGregor, la pecora nera ancora profondamente radicata nelle sue vecchie convinzioni, il sognatore artista Olivier Boulanger e la scherzosa anima della festa Gianni Tornatore.
Questi ultimi erano già amici dentro e fuori le competizioni e in buoni rapporti con il blader tedesco, il quale si ritrovava spesso a mediare fra l'italiano, il francese e lo scozzese siccome era il solo in grado di tenergli testa e farlo ragionare.
A beyblade ne aveva sfruttato impazienza ed impulsività con lo scopo di sfinirlo e pure negli scacchi riusciva a silenziarlo; i giochi di strategia non erano il forte del rosso, che preferiva l'azione, il pensiero immediato e l'istinto al contrario dell'eccessivamente riflessivo Ralf, il quale stava vincendo una partita on-line con estrema facilità: teneva i bianchi e la maggior parte dei neri era all'angolo fuori dalla scacchiera.
Improvvisamente la regina avversaria gli mangiò due pedoni e al turno successivo riuscì a metterlo in scacco, a dispetto della sua bravura.
Si incamminò sul pontile confuso e turbato. Aveva accettato di intraprendere quel viaggio soprattutto per staccare con una quotidianità sempre più pesante. Erano iniziati gli incontri con le possibili promesse spose tra le figlie dell'alta aristocrazia tedesca e non sarebbe stata una scelta affatto facile trovare il compromesso soddisfacente sia i suoi gusti che la brama di ricchezza dei suoi familiari ai quali l'immenso castello situato nella parte meridionale della Germania vicina alla foresta nera sembrava non bastare; gli antenati non mostravano pietà verso i vinti e li spremevano fino all'ultimo ettaro terreno.
Il vento sferzò i suoi capelli e l'aria salmastra gli riempì le narici: "Chissà come avrà fatto" Era una delle poche sconfitte in un'attività nella quale si distingueva per i risultati brillanti.
La terza dopo la rivincita di Takao senza cui sarebbe ancora fra le pietre del suo castello a scrutare sprezzante le formiche sottostanti; quell'insolitamente caparbio giapponese aveva demolito in tre giorni qualsiasi stereotipo vedesse il paese del Sol Levante popolato da lavoratori stitici di emozioni e la sua concezione del bit-power equivalente a macchina da combattimento. Il passaggio di Gryffolion di padre in figlio era avvenuto al compimento del suo decimo anno di vita e grazie al suo immenso potere era riuscito ad imporsi miglior blader continentale, ma il campione mondiale gli aveva insegnato a guardare oltre le sue mura: "Forse non sono ancora totalmente sceso dal piedistallo"
"Tutto bene, Ralf?" Gianni gli si avvicinò: "Ti vedo sovrappensiero. Non dovresti pensare né al beyblade né agli scacchi. Altrimenti subentrerà l'ossessione e..."
"...Morirò!" Tagliò corto il tedesco, stroncando quel tentativo di conversare sul nascere e suscitando riso in Andrew.
Come poteva quel ragazzo giocoso e spensierato improvvisarsi analista?
"Perdonami. Non volevo impicciarmi nei tuoi affari"
Detestava mostrarsi debole; gli era stato insegnato fin da piccolo di essere del sesso forte. Il che significava non poter piangere, abbattersi, crollare, soffrire.
Se qualcosa lo turbava o non era nelle condizioni di affermare il suo benestare nascondeva tutto dietro la sua indecifrabile espressione seria, dentro di sé.
Ma per quanto ancora avrebbe potuto funzionare tale modo di affrontare la vita?
Le andava incontro come un carro armato verso un muro le cui macerie si abbattevano poi sull'efficiente macchina da guerra danneggiandola pesantemente.
Nel cielo la luna si levava alta, quasi piena e la musica del mare da essa illuminato, giunse alle sue orecchie insieme al chiacchiericcio.
"Vuoi mietere conquiste ed ammirare le bellezze scandinave e ti lamenti per qualche grado in meno?" Andrew stava infierendo sul biondo, la cui ragione della partenza era insita nel desiderio di sedurre quante più ragazze possibile; aveva solo quindici anni, ma aveva avuto più relazioni di un trentenne medio, se tali potevano essere considerate siccome la più lunga in assoluto aveva raggiunto i due mesi.
Spesso poi finivano come iniziavano, attraverso scuse e frasi fatte che una qualsiasi persona matura avrebbe giudicato inconsistenti, ma finché era giovane, pensava Gianni, il diritto di divertirsi non glielo poteva togliere nessuno, nemmeno un padre che gli risultava troppo autoritario ed incapace di lasciarsi andare.
"Perlomeno non sono partito col desiderio di bere, sfasciare mobili ed essere ripreso contro la mia volontà!"
"Non farmelo ricordare!" Olivier scoppiò in una risata, contagiando anche il romano, memoricdi una serata dell'estate precedente in cui lo scozzese ci aveva dato dentro, alternando allegria, rabbia, tristezza e stanchezza e sparando frasi nonsense accuratamente trascritte dagli altri due.
"Devi solo provarci a condividerlo!" Ringhiò il britannico; da allora aveva giurato a sé stesso non si sarebbe più lasciato andare e soprattutto non sarebbe più andato in una discoteca, dove oltretutto la musica era di pessima qualità e vuota, in grado solo di farcire con l'ignoranza chi provava a sentirla.
Non aveva gusti musicali ben definiti, ma era certo quella roba non gli sarebbe mai piaciuta, insieme al rap che alle sue orecchie suonava come parole sparate fuori da una mitragliatrice accompagnata da basi sonore piatte; ogni pezzo suonava uguale all'altro e persino chi lo cantava sembrava essere la stessa persona divisa in tante fotocopie di sé.
Ralf se ne andò e accese il televisore. Stavano vivendo l'era del digitale onnipresente, delle dirette e delle storielle istantanee destinate al dimenticatoio. Gianni ed Olivier si muovevano con sorprendente agilità fra filtri, selfie, foto al cibo e citazioni filosofiche spicce; lui, lo stesso valeva per Andrew, aveva altre priorità che di gran lunga battevano il contributo all'universo virtuale.
Evitò un dibattito politico, un documentario sulla forgiatura delle spade alla vecchia maniera ed uno scollacciato varietà finché sullo schermo ad alta risoluzione una figura sottile divisa fra luci ed ombre si alzò dalla sua posizione accovacciata al suolo.
La musica forse avrebbe funzionato.
Prediligeva la classica e conosceva a menadito le trame e I personaggi delle maggiori opere liriche; la sua famiglia investiva un sacco sulla sua formazione e cultura, ma disdegnavano tutto ciò che non era classico o legato all'età di mezzo.
Ogni volta Leopold Jurgens, anche solo per sbaglio, si trovava a guardare -sì, perché le note erano divenute il mero sfondo delle immagini- o sentire qualcosa di moderno, avviava una lunghissima filippica su come le danzatrici che oltrepassavano i limiti della decenza e i neri che parlavano un inglese incomprensibile avessero rovinato la generazione di suo figlio. Non per il colore della loro pelle, ma per come ostentavano la ricchezza attraverso vestiario inelegante ed oggettistica di cattivo gusto.
Se la prendeva in particolar modo con i musicisti rock, rei secondo lui di aver dato il via al passaggio in secondo piano della classica.
Quanto si vedeva sullo schermo non sembrava da condannare però. I piccoli piedi nudi accennarono passettini fluidi e le gambe si divisero in leggiadri Plié e piroette; gli arti superiori erano impegnati a suonare un violino scuro, padroneggiandolo con maestria.
Nonostante fosse a malapena coperta da un vestitino nero opaco senza fonzoli era una figuretta priva di volgarità.
I capelli biondo scuro le ricadevano disordinati su fronte e spalle non impedendo ai grandi occhi azzurri di rivolgere un'occhiata verso l'inquadratura.
La più eterea ed affascinante creatura che avesse mai visto: dal semplice incrociare i piedi al complesso salto in giravolta rendeva magica qualsiasi mossa. Non apparteneva al Pianeta Terra né alla sua stessa specie; troppo delicata e bella per essere umana e vera.
Nemmeno alle feste danzanti organizzate alla fortezza Jurgens c'erano ballerine tanto aggraziate nonostante ogni damigella degna di rispetto prendesse lezioni di danza e portamento fin dalla tenera età.
Ralf si illuse stesse cercando un dialogo con lo spettatore, come fece capolino un giovane snello e atletico il quale venne respinto, ma senza demordere le si avvicinò nuovamente, includendo salti e capovolte fino a seguirne i saltelli in sincronia e sollevarla da terra. Un'espressione estatica le si dipinse sul volto mentre scendeva e si lasciava guidare dal partner in una serie di giri.
Alla fine i loro visi erano talmente vicini da suggerire un bacio e le braccia di lui sembravano marmo bianco levigato costruito intorno a lei per proteggerla dai rischi e dalle insidie nei quali una silfide poteva incappare.
In quell'istante Ralf desiderò non essere il rampollo di una delle più nobili famiglie tedesche e campione di beyblade nazionale e continentale: avrebbe voluto i panni di quel ragazzo, a prescindere dal suo ceto sociale e nazionalità, le sue lentiggini,
la chioma platinata ribelle e sicurezza, agilità e velocità in ogni suo movimento; non era un dilettante e doveva allenarsi parecchie ore al giorno per riuscire a compiere prodezze del genere.
Per tale ragione aveva il privilegio di avvicinarlesi e accarezzarla, prenderla in braccio ed essere il suo cavaliere.
"A-ha!" Andrew lo sorprese assorto davanti a quelle acrobazie: "Non sapevo avessi una preferenza verso i maschi!"
"Davvero?" Olivier gli sorrise: "Non cambia niente! Resterai sempre mio amico!"
Gianni ebbe un fremito: "Come faranno gli Jurgens?! Non hanno mai avuto un...figlio Omo..."
Ralf si sentì le guance in fiamme: "Niente affatto! Semplicemente apprezzo il suo modo di ballare" sebbene in verità fosse la primissima volta vedeva qualcuno capace di tanto; lanciarsi in prodezze fisiche agli eventi mondani significava espulsione priva di se o ma.
"Io invece non disprezzo affatto la ragazza..." intervenne il biondo, venendo subito fulminato dal leader il cui colorito virava verso i capelli di Andrew.
"Forse piace a te?" Controbatté il romano, conscio Cupido stesse svolazzando lì intorno e Ralf stesse per finire nella sua stretta.
La domanda si rivelò un ariete di sfondamento: "Sei sempre il solito!" Si limitò a rispondere Ralf, dirigendosi verso la camera da letto col cuore sul punto di saltar fuori dalla gabbia toracica e l'immagine della biondina davanti agli occhi e in ogni angolo del cervello, impegnato a ricostruirne le iridi del colore dei fiordalisi e i capelli simili a oro grezzo.
"Non posso innamorarmi...Non posso innamorarmi...Non posso innamorarmi...Non di lei..." ripetè a guisa di mantra poco prima di cadere addormentato.
Chiunque lei fosse, mai si sarebbero incrociate le loro strade; era irraggiungibile e il suo compagno di danza lo aveva battuto sui tempi.
Ralf nascose la testa sotto al cuscino: in quale recondito angolo del pianeta si nascondeva quando lei era libera?

LINKS:
Musica:

https://www.youtube.com/watch?v=25PiHqKan-Q

Danza:

https://www.youtube.com/watch?v=qk00gbDwGqM

https://www.youtube.com/watch?v=Oe4-ZNcP14E

 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > BeyBlade / Vai alla pagina dell'autore: Noeru