Anime & Manga > Yuri on Ice
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Autore: MoniqueRain    22/10/2016    4 recensioni
Mi chiamo Yuri Plisetsky, ho 15 anni e sono un pattinatore russo. La mia vita era perfetta finché il mio coach e idolo, Victor Nikiforov non ha deciso di andare in Giappone ad allenare uno yaponskiy incompetente, che ha il mio stesso Nome, Yuri Katsuki. Adesso farò di tutto per riportare Vicotr in Russia e sconfiggere quel maledetto yaponskiy una volta per tutte.
Disclaimer: E se non fosse Yuri Katsuki ad essere il protagonista di Yuri on ice, ma il suo "nemico" Yuri Plisetsky? L'importanza di chiamarsi Plisetsky narra le vicende con la voce del vostro secondo russo preferito (dopo Victor, s'intende).
Ogni capitolo corrisponde più o meno ad un episodio dell'anime.
Genere: Commedia, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Victor Nikiforov, Yuri Plisetsky, Yuuri Katsuki
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Delle brevi note forse scontate ma che servono per comprendere il testo:

yaponskiy in russo significa Giapponese.

Il kiss and cry é la postazione dove i pattinatori insieme con coach e coreografi aspettano i loro punteggi.

Alcuni nomi sono inventati da me perché non ancora rivelati nell'anime. Nel caso si scoprano modificherò o farò un ulteriore nota a riguardo.

Detto questo buona lettura!

 


Capitolo 1 La promessa da mantenere
ovvero come uno yaponskiy mi ha rubato il coach!

 

La prima volta che vidi una pista di pattinaggio fu grazie a mio nonno. Mi portò nell'arena, mi aiutò a mettere i pattini e mi accompagnò su quella distesa di ghiaccio limpida e bianca. Ci fu qualche caduta, ma, essendo già troppo caparbio pur avendo solo 6 anni, riuscii in breve tempo ad acquistare l'equilibrio e a scivolare con grazia.Ben presto non ebbi più bisogno della mano del nonno che mi teneva e aiutava. Non ti serve aiuto quando sei in pista: sei da solo, tu e il ghiaccio. E quando salti e fai un triplo lutz o un triplo toe loop non c'è nessuno a sostenerti. Devi solo atterrare e continuare a pattinare.
A volte, però, quella stretta sicura della mano del nonno mi manca...

 

Intorno a me c'è il delirio, mentre sono seduto al kiss and cry in attesa di vedere il punteggio della mia esibizione. Non che me ne importi molto, visto che so già di aver vinto. Jakov accanto a me si lamenta, dice che non dovrei sembrare così arrogante, così sicuro della mia vittoria, per i fan e per i giudici che stanno ancora decidendo sul punteggio. Non mi importa nulla di quello che dice, lo lascio parlare.
Non appena siamo inquadrati e i nostri volti compaiono sul grande schermo del pala ghiaccio e sulle TV di mezzo mondo il mio coach fa un sorriso falsissimo, mi mette un braccio sulle spalle e mi avvicina a se. Saluta con la mano e dice muovendo appena la bocca: "Forza, Yuri, saluta, accidenti!"
Il mio sguardo però non è rivolto alla telecamera, ma in alto: la voce dell'altoparlante sta annunciando i miei risultati e sullo schermo che sovrasta la pista leggo che sono il primo classificato al Grand Prix Final, sezione Juniores. Sorrido, mentre Jakov mi abbraccia per compiacere le telecamere e ripete: "Bravo ragazzo! Hai visto? Te lo avevo detto!" Non lo ascolto perché il mio pensiero ritorna alla promessa che Victor mi aveva fatto anni prima.


"Non hai bisogno di fare dei quadrupli per vincere. Ti dirò di più: se vincerai la finale del Grand Prix senza fare neanche un quadruplo sarò io stesso a fare la coreografia per il tuo debutto in Seniores."
Questo mi aveva detto Victor Nikiforov, spettatore inatteso alla mia prima gara della stagione di 3 anni fa. Nessuno si aspettava che lui, campione del mondo per due volte consecutive, fosse venuto ad assistere a una gara di bambinetti incompetenti. Eppure era lì, aveva visto la mia esibizione e sentendo Jakov lamentarsi con me per aver fatto un perfetto quadruplo Salchow non previsto dal programma, lui aveva preso le mie difese e mi aveva fatto quella promessa che mi ha portato ad impegnarmi ancora di più per tutte le stagioni successive.
Victor era il mio idolo, una leggenda nel pattinaggio, e io volevo essere come lui: volevo vincere tutto. E con la sua coreografia vincere era una certezza.


Anche per i Seniores il Grand Prix é terminato e naturalmente Victor ha vinto stracciando tutti i suoi avversari. Non che la competizione fosse poi tanto spietata, anzi, ci sono certi elementi che mi chiedo perché partecipino a queste competizioni. Come quel yaponskiy, che condivide il mio nome, Yuri Katsuki. Una gara terribile, un ultimo posto meritato, non c'è altro da dire. Come può competere con Victor uno così?
Me lo chiedo da quando ho visto la sua esibizione ed eccolo spuntare nel corridoio finita la gara, diretto verso i bagni con il cellulare in mano. Mi appoggio al muro e rifletto un attimo. Non mi faccio certo scrupoli a fare quello che voglio e dire quello che penso. E io penso che lo yaponskiy non meriti di continuare a partecipare alle gare: non è al mio livello, non è al livello di Victor. Lui è spazzatura e anche se nella prossima stagione lo straccerò senza alcuna fatica, tanto vale che si ritiri già in questa. Voglio proprio vedere che faccia farà quando gli dirò queste cose. Con un ghigno sulla faccia mi dirigo anch'io verso il bagno.
Entro e c'è un silenzio quasi sovrannaturale. No, anzi, si sente qualcosa: un singhiozzo, mezzo trattenuto. Chiaramente il poverino, disperato per la sua incapacità, si è chiuso nel cubicolo a piangere. Che rabbia! I perdenti che si disperano mi fanno davvero incavolare.
Mi avvicino all'unico cubicolo chiuso, dietro il quale lo yaponskiy sta chiaramente piangendo. Ed è allora che lascio che la rabbia che mi è cresciuta negli ultimi minuti esploda in un calcio che fa tremare la porta rossa. Tutto tace per qualche secondo e poi, lentamente, la porta si apre e spunta il suo viso paffuto. Gli occhi dietro gli occhiali dalla montatura blu si spalancano pian piano mentre realizza chi sono. Avanza fuori leggermente e noto che trema come una foglia. Ha paura di me e fa bene ad averne.
"Il prossimo anno gareggerò anch'io nei Seniores. Non c'è posto per due Yuri." Gli punto addosso un dito e lo guardò dritto negli occhi. "Un incompetente come te farebbe bene a ritirarsi già ora." Mi guarda sconvolto e impaurito e io provo un piacere immenso ad avvicinare il mio viso al suo e urlagli: "IDIOTA!"
Non serve dire altro e mi dirigo verso l'uscita.


Victor è un uomo molto espansivo e ama i suoi fan. Nei corridoi del palaghiaccio si ferma, fa foto e autografi a tutti; gira un video della folla che lo acclama con i cartelloni in mano, video che finirà sul suo profilo Instagram. Jakov lo guarda sorridente e dice che dovrei fare anch'io come lui e farmi voler bene dai fan. Mi ha costretto a fare qualche autografo ma io sono filato via il prima possibile. Poi, quando una ragazza timidamente mi ha chiesto una foto, è stato il mio coach e posizionarmi accanto a lei e a scattare la foto con il cellulare della stessa. Non ho sorriso: ho tenuto la mia solita faccia, il cappuccio calato sul viso e non l'ho toccata, mentre lei sorrideva facendo una V con le dita.
Victor mi passa quasi davanti e io abbandono la mia fan correndogli dietro e adeguandomi al suo passo lungo. Forse è troppo presto per ricordargli della promessa, ma tanto vale accennarglielo, perché di sicuro dovremmo lavorare tanto alla coreografia. Lui ha ancora delle gare prima di concludere la stagione, ma per la prossima c'è il mistero; i giornali dicono che lui voglia ritirarsi, ma non ci credo. Non ha motivo di farlo visto che si trova sulla cresta dell'onda. E poi lui adora pattinare, non potrebbe mai rinunciarci. In ogni caso decido di parlargli per capire come vuole organizzarsi.
Apro la bocca, ma lui mi precede. "Yuri" dice, ma mi rendo immediatamente conto che non si riferisce a me ma allo yaponskiy. È fermo vicino ad un'uscita e sembra parlare con un giornalista. Appena sente il suo nome si volta nella nostra direzione e guarda Victor stupito, come se non credesse che si stia rivolgendo davvero a lui. Che rabbia: Victor dovrebbe rivolgersi a me e non a lui.
"Per quanto riguarda la tua esibizione, la sequenza di passi sarebbe dovuta essere più..." Victor è un perfezionista: sembra allegro e spensierato ma quando si tratta del pattinaggio diventa molto preciso; la precisione dopotutto è importante durante le gare e basta davvero poco per perdere dei punti preziosi. Victor lo sa e vuole che la competizione sia giusta e non perde mai occasione di dare consigli ai suoi compagni di squadra, ma anche ai suoi avversari. Quello yaponskiy però non merita i suoi preziosi consigli. Alzo gli occhi al cielo e dico a Victor: "Che importa, tanto hai vinto!" Spero che lo yaponskiy abbia sentito e che la vergogna della sconfitta lo porti ad abbandonare la pista al più presto...
Rimane imbambolato a fissare Victor. Jakov mi sta urlando che non dovrei comportarmi così, non dovrei essere così arrogante e bla bla bla... Che rompiscatole...
Victor chiede allo yaponskiy se vuole una foto ricordo con lui, ma questo non risponde e se ne va. Mah, che tipo strano...
Mi volto e guardò Victor: il suo sguardo segue la schiena dello yaponskiy che si sta dirigendo verso l'uscita. Il viso di Victor non trasmette rabbia per il rifiuto maleducato, ma c'è un velo di tristezza impercettibile che traspare dai suoi occhi. Victor sa essere davvero imperturbabile, ma le emozioni di quel momento sono molto chiare.
Vorrei dirgli qualcosa, ma Jakov, dopo aver smesso di lamentarsi, ci dice di andare e ci accompagna verso l'uscita dove la folla, ancora una volta, acclama me e Victor.


La stagione è finita, ma non c'è tempo di fermarsi: Jakov vuole che il mio debutto in Seniores sia eccellente e lo voglio anch'io. Continuo ad allenarmi e aspetto Victor: lui ha un'ultima gara, quella che lo decreterà campione del mondo e poi, a stagione conclusa, potrà dedicarsi esclusivamente a me e alla coreografia. Non ne abbiamo parlato molto: quando gli ho ricordato della promessa, lui ha detto di ricordarsela perfettamente anche se in realtà aveva una espressione un po' confusa. Poi tra i vari allenamenti e le gare non siamo riusciti a dirci tanto altro. Lui ha accennato a qualcosa riguardo al fatto che deve pensarci su, che sarà difficile perché ultimamente gli manca l'ispirazione. Non so che significhi questo, cos'è questa ispirazione che non trova? La verità è che non mi importa: conta solo che lui crei per me una coreografia pazzesca per il mio debutto.


Arrivo alla pista di pattinaggio e c'è un certo trambusto: Sasha e Mikail, gli altri due ragazzi nella squadra russa che Jakov allena oltre a me e Victor, stanno guardando qualcosa al cellulare a bordo pista.
"È la sua copia! Non pensavo fosse capace di replicare i suoi movimenti così alla perfezione." Dice Mikail, alimentando la mia curiosità.
"Incredibile davvero! Chissà poi chi l'ha messo su YouTube..." interviene Sasha mentre mi avvicino a loro due.
"Che guardate?" Gli domando senza aggiungere altro e allungando il collo per intravedere lo schermo.
Loro si voltano verso di me e sorridono.
"Non ci crederai mai Yuri! Il pattinatore giapponese, hai presente? L'altro Yuri, no? È comparso un suo video mentre esegue alla perfezione la coreografia del programma libero di Victor, Stay close to me. Incredibile!" Sasha mi butta addosso tutte le informazioni e io non credo alle sue parole.
Mikail nota il mio sguardo sperduto e mi passa il suo cellulare. "Guarda con i tuoi stessi occhi. Chissà se Victor lo sapeva..."
Jakov è arrivato in pista e chiama tuti a raccolta. Sasha e Mikail pattinano verso di lui ma io non mi muovo: devo assolutamente vedere quel video. Schiaccio play ed eccolo, lo yaponskiy al centro di una pista vuota. La posizione già fa intuire le mosse che sta per compiere, ma é quando alza la testa che tutto cambia e da quel preciso momento è come vedere Victor che pattina sulle note di Stay close to me all'ultima gara. Manca il pubblico, mancano i costumi, manca anche la musica; si sentono solo delle risatine infantili e degli "Oh!" e "Ah!" di meraviglia.
"Ma lo Yuri giapponese é stupido?" Mi viene da dire a voce alta continuando a vederlo scivolare sul ghiaccio eseguendo ogni singolo movimento come fa Victor. Anche i salti e gli atterraggi, pure quello dei quadrupli, sono perfetti e mi chiedo come è possibile, visto il fiasco della sua ultima gara dove aveva traballato su un banale triplo lutz. Perché imitare la coreografia di Victor? Che senso ha? Non riesco davvero a capirlo...
Lui si mette nella posa finale, con le braccia intorno al busto e il volto verso l'alto. Si vede che ha il fiato corto per lo sforzo effettuato. Si volta nella direzione della telecamera. C'è un urlo femminile di gioia e qualcuno che urla: "Sei una copia perfetta di Victor!". Credo che sia il pensiero di chiunque abbia visto il video, ma non trovo così straordinario tutto ciò. Se è capace di pattinare come Victor, lo yaponskiy dovrebbe essere al suo livello e riuscire a pattinare alla grande; dovrebbe essere salito sul podio più e più volte e invece non è così. Non merita di stare al livello mio e di Victor e di competere con noi. Davvero, non ha senso.
Il video termina bruscamente: il cellulare che aveva ripreso tutto il pezzo oscilla, le immagini sono sfuocate e prima che finisca si sente una vocina che dice: "Gli otaku del pattinaggio lo adoreranno!". Mah... spero che chi ama il pattinaggio comprenda che questa è solo una ridicola imitazione di Victor e che nessuno potrà essere al suo livello. Forse solo io: lo dicono tutti, Jakov in primis, ma anche i telecronisti e i giornalisti, che io potrei davvero essere l'erede di Victor Nikiforov. Potrei superare il mio maestro. E io voglio farcela: voglio vincere e so che Victor mi aiuterà a farlo.


Abbiamo fatto delle riprese per una qualche televisione straniera che è venuta in pista a riprendere i nostri allenamenti. Mi sono comportato come al mio solito, mi sono impegnato e ho fatto dei salti pazzeschi che faranno meravigliare tutti gli spettatori. Mi hanno ripreso anche nei momenti di pausa, quando parlavo con Victor che mi consigliava come migliorare una sequenza di passi. Jakov era più gentile del solito e sorrideva alle telecamere; ha risposto a tutte le domande e ha scherzato riguardo al fatto che è sicuro della mia vittoria in Seniores. Victor, che di solito adora essere al centro dell'attenzione mediatica e gli piace essere allegro ed ammiccante, questa volta è stato molto più calmo: era alquanto pensieroso, lo beccavo spesso con gli occhi chiusi a riflettere su qualcosa. Non so che gli prende. Vorrei parlargli della coreografia, ma non davanti alle telecamere. Aspetto che se ne vadano e finito l'allenamento mi dirigo verso gli spogliatoi dove spero di trovarlo.
Lo vedo invece che esce; Jakov, visibilmente scosso da non so cosa, lo insegue e cerca di fermarlo chiamandolo a gran voce. Victor però non si ferma e anzi, valigia in mano, prosegue spedito anche se fuori la neve scende copiosa. Chissà che sta succedendo...
Decido di lasciar perdere per questa sera. Ci penserò domani a parlargli della coreografia.


Mi reco in pista più allegro del solito e vado dritto agli spogliatoi. Sono solo e mi cambio velocemente pronto ad incontrare Victor e parlargli della coreografia. Sento che questa giornata andrà alla grande.
All'improvviso il mio cellulare vibra. Vedo che è appena uscito un articolo su Victor. Ho attivato le notifiche per poter leggere tutto quello che esce sul web riguardo a lui, nella speranza che parli anche di me. Niente mi renderebbe più orgoglioso e felice di sentirgli dire quanto è contento del mio lavoro e di come pattino bene. Magari vuole comunicare che si occuperà della mia coreografia per i Seniores in qualche intervista esclusiva. Forse è per quello che lui ieri era arrabbiato, perché Sarkov non gli ha permesso di dirlo in televisione. Si, forse si tratta di questo...
Apro il link e mi aspetto un titolo bomba tipo: "Victor si prepara a far debuttare il suo allievo Yuri Plisetsky in Seniores". Ma in realtà quello che leggo è "Victor in Giappone a fare l'allenatore di Yuri Katsuki."
Quello non è il mio nome. Non sono io lo Yuri che Victor sta inseguendo. Victor non è volato per me dall'altra parte del mondo. Lo ha fatto per lo yaponskiy!
Cerco di trattenermi, di trattenere la rabbia che fa fremere il mio corpo. Scorro il sito per poter leggere il resto dell'articolo ma non riesco. La rabbia mi blocca e rimango su quel titolo e sulla foto di un Victor sorridente con in mano la sua ultima medaglia. Non posso crederci. Tutti i miei piani si stanno frantumando e so benissimo di chi è la colpa: di Yuri Katsuki.
Devo assolutamente fare qualcosa, devo riportare Victor in Russia e convincerlo a fare la mia coreografia. A qualunque costo.

 

Ciao a tutti e grazie per aver letto la mia primissima fan fiction!

Vi scrivo qui sotto perché temevo di andare troppo per le lunghe e volevo che vi godeste subito la storia. Voglio fare una breve premessa e dir che io mi lego molto ai personaggi di libri, serie e film ma non esterno così tanto il mio amore e la mia passione con immagini, FF o altro, visto che prima di iniziare a navigare nel web non avevo molte persone con le quali condividere le mie passioni quindi sono una fan alquanto silenziosa. Con Yuri!!! on ice è stato diverso perché mi sono messa a vederlo in diretta e altre cose assurde, scleri che non facevo da anni e dopo aver visto il terzo episodio (<3) non riuscivo a dormire. Non solo per le forti emozioni che avevo provato, anche per altro, ma nella mia testa ha preso forma questa storia, la versione di Yuri Plisetsky, il mio personaggio preferito! Sia chiaro che non odio assolutamente Victor o lo Yuri giapponese, anzi: li adoro alla follia! Diciamo solo che mi sono subito trovata in sintonia con Yuri P (Yurio) da subito perché alcuni lati del suo carattere mi appartengono, adoro le sue facce assurde e spero che andando avanti il suo personaggio venga ulteriormente approfondito e continui a essere il protagonista/antagonista che tutti noi amiamo  (Intanto ci sono io che ho provato ad entrare nella sua testa e narrare i suoi pensieri).

Detto questo, come vi stavo dicendo, quella notte, non riuscendo a dormire ecc, mi sono alzata e fino alle 2 e mezza ho scritto la storia che leggete qui sopra. Naturalmente la mattina dopo l'ho rivista poiché c'erano errorini vari, ma ero davvero contenta e soddisfatta di averla scritta; quindi, dopo i pareri positivi di alcune amiche che l'hanno letta e la passione che anima il fandom di Yuri!!! ho deciso di pubblicarla!

Seguirà ovviamente la serie e pubblicherò in linea di base seguendo lo schema che ogni capitolo corrisponde ad un episodio. Vorrei dirvi che ogni settimana ci sarà un nuovo capitolo ma non voglio farvi promesse che non manterrò (non so neanche se qualcuna leggerà questo primo capitolo per di più XD); cercherò di pubblicare e continuare la storia, credo che ogni 15 giorni dovrei riuscire a presentarvi un capitolo nuovo. Voglio scrivere innanzitutto per me stessa perché ho iniziato storie di vario genere che non ho mai finito ma questa volta voglio farcela, voglio arrivare infondo a questa storia e completarla: per una volta voglio concludere un racconto!

Non so che altro dire se non che spero davvero che L'importanza di chiamarsi Plisetsky vi piaccia e se avete consigli e suggerimenti non esitate a scrivermi!

Grazie per la lettura e a presto

   
 
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