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Autore: Little Redbird    22/10/2016    4 recensioni
“Magnus è il migliore amico di Raphael.” Indicò con il mento il numero cinque della squadra. Non ce n'era bisogno, perché quando Simon non stava guardando le persone che indicava Isabelle, i suoi occhi erano fissi sulla maglietta nera con il cognome Santiago sul retro. Ma questo Izzy non poteva saperlo. “Raphael passa un sacco di tempo con la sua squadra, e Magnus è sempre con lui. Di conseguenza, è sempre con mio fratello. Eppure, quando si incontrano per i corridoi o in classe fanno finta di non conoscersi.”
Malec | Saphael | Clizzy. The holy trinity. Cosa volete di più?
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Alec Lightwood, Isabelle Lightwood, Magnus Bane, Raphael Santiago, Simon Lewis
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'You just found me in the wrong universe. That’s all. '
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A good friend

 

Simon era l'amico migliore al mondo. Chiedete a chi vi pare.

Quante persone conoscete che vi aspetterebbero per due ore dopo la fine delle lezioni mentre voi frequentate un corso d'arte fuori dall'orario scolastico? Nessuna, probabilmente. Clary invece ne conosceva due: Simon e Isabelle. Quest'ultima lo faceva perché alla fine del corso Clary l'avrebbe ricompensata con baci e promesse; Simon, al contrario, lo faceva perché era il migliore amico al mondo. E perché “Ti prego, Si. Non riesco a concentrarmi sulla lezione se penso ad Izzy tutta sola che mi aspetta”.

Lui e Izzy non erano nemmeno esattamente amici. Non che non si piacessero, ma non avevano mai avuto la possibilità di chiacchierare da soli. Con loro c'era costantemente Clary, che aveva sempre la cosa giusta da dire nei momenti di imbarazzato silenzio.

Izzy aveva proposto di aspettarla sulle gradinate del campo da calcio, occupato dai Vampires che si allenavano, così che non fossero completamente isolati. Simon aveva acconsentito di buon grado, pensando che la squadra di calcio sarebbe stata un ottimo argomento su cui focalizzarsi in caso di silenzio troppo prolungato.

Aveva scoperto, invece, che con Izzy poteva parlare di tutto. Le piacevano molte delle cose che piacevano a Clary, ma anche molte di quelle che piacevano a Simon, come i libri e i film splatter. Non se lo sarebbe mai aspettato da un tipo come lei, tutta vestiti attillati e rossetto rosso sempre impeccabile, e si sentì parecchio idiota nell'averla giudicata solo un'altra bella ragazza qualunque quando invece era un'ottima compagnia.

Alla fine, finirono a parlare comunque della squadra che si allenava nel campo sotto di loro, ma non perché non avessero altri argomenti.

“Quello è mio fratello” disse Izzy, indicando il numero nove, che correva verso la porta con la palla tra i piedi.

“Sì, Alec. Avevo sentito dire che siete fratelli. Ne hai anche un altro che viene a scuola qui, vero?”

Izzy annuì e puntò il dito verso la porta all'estremità destra del campo, dove un ragazzo dai capelli biondi stava appoggiato a uno dei pali e gridava oscenità ad Alec per indurlo a segnare. “Quello è Jace.”

“Oh.”

“Già.” Izzy gli diede una leggera gomitata. “È adottato.”

“Ora si spiega tutto.” Simon si tappò la bocca immediatamente, imbarazzato dalla sua uscita infelice e terrorizzato all'idea che Clary venisse a sapere che insultava la famiglia della sua ragazza per una volta che li lasciava soli.

Ma Izzy stava ridendo. “Esattamente” disse. “Non preoccuparti. È per questo che 'è adottato' è la prima cosa che dico alle persone, per chiarire che non ho geni in comune con la sua boccaccia.”

Simon le sorrise, ma il rossore non scomparve dal suo viso. “Però è davvero bravo come portiere. Non prende un goal da almeno cinque partite.”

“Sei. Sta tenendo il conto.”

Restarono un attimo in silenzio per osservare Alec che finalmente segnava, nonostante tutti gli sforzi di Stan di cercare di deviare la palla.

“Quello è il ragazzo di Alec” disse Izzy in tono confidenziale.

Simon perlustrò il campo, in cerca di un compagno di squadra, ma Izzy stava indicando l'ultima gradinata alla loro destra. Lì seduto c'era un ragazzo con un ciuffo di capelli invidiabile, con le punte colorate di fucsia. Seguiva l'allenamento con tutto il corpo, muovendo la testa a destra e sinistra per tenere d'occhio la palla e stava sul bordo della gradinata nei momenti in cui Alec si avvicinava all'altra metà del campo.

“Si chiama Magnus” spiegò Izzy. “E lui e mio fratello credono che io sia cieca.”

“Non li ho mai visti insieme” disse confuso Simon.

“Esattamente” disse Isabelle. Simon continuava a non capire, quindi spiegò: “Magnus è il migliore amico di Raphael.” Indicò con il mento il numero cinque della squadra. Non ce n'era bisogno, perché quando Simon non stava guardando le persone che indicava Isabelle, i suoi occhi erano fissi sulla maglietta nera con il cognome Santiago sul retro. Ma questo Izzy non poteva saperlo. “Raphael passa un sacco di tempo con la sua squadra, e Magnus è sempre con lui. Di conseguenza, è sempre con mio fratello. Eppure, quando si incontrano per i corridoi o in classe fanno finta di non conoscersi.”

Simon fece una faccia poco convinta. “Potrebbero non sopportarsi.” Come me e Raphael, aveva quasi aggiunto, ma si era fermato in tempo, perché a quel punto non sapeva quali conclusioni avrebbe tratto Isabelle dal suo non-rapporto con il capitano della squadra di calcio.

Izzy scostò i capelli che il vento autunnale le aveva soffiato sul viso. “Ti prego. Magnus non è mai venuto a vedere un singolo allenamento della squadra da quando Raphael ne fa parte, dal primo anno. Poi mio fratello maggiore entra in squadra e lui si presenta tutti i pomeriggi, nonostante il freddo e il gelo, e se ne va solo quando non c'è più nessuno negli spogliatoi.”

“Magari aspetta Raphael” insisté Simon, sebbene fosse meno sicuro di prima.

“Magnus è il penultimo ad uscire dagli spogliatoi, quando Raphael se n'è già andato da un pezzo.” Fece una pausa drammatica. “Sai chi è l'ultimo ad uscire dallo spogliatoio?” Non c'era bisogno di specificarlo, ma Izzy ci teneva ad essere chiara: “Alexander Gideon Lightwood.”

Melodrammatica come poche, la ragazza. Simon l'adorava.

“Perché nasconderlo allora?” le domandò.

Raphael stava scompigliando i capelli di Elliot, che aveva fatto un ottimo tiro nella porta di Jace. Sorrideva da orecchio a orecchio, con le labbra carnose distese in due spesse linee e i denti bianchi in contrasto con la pelle ambrata e sudata del viso.

Simon non poteva fare a meno di notare certe cose, stando seduto così vicino al campo. Anche se, a dirla tutta, non avrebbe saputo distinguere tutti gli altri giocatori l'uno dall'altro. Raphael aveva semplicemente qualcosa in più. Un carisma che attirava tutta l'attenzione e che l'aveva reso capitano già il suo primo anno, nonostante ci fossero compagni di squadra più grandi ed esperti di lui. Aveva i capelli spettinati a causa di tutte le volte in cui vi aveva passato le dita mentre studiava le mosse dei suoi compagni. Solo durante gli allenamenti si vedeva un Raphael Santiago con i capelli spettinati, perché il gioco era più importante dei suoi capelli. Forse l'unica cosa più importante. E Simon si sentì quasi privilegiato nel poterlo vedere in quello stato, con i pantaloncini sollevati su una coscia bruna e la maglietta appiccicata alla schiena dal sudore.

“E chi lo sa” disse Izzy, facendolo sobbalzare. Aveva completamente dimenticato di averle fatto una domanda e ci mise un attimo di troppo a ricordarsi quale fosse. “Forse teme che l'avere un fidanzato possa renderlo meno virile agli occhi della squadra.” Scosse le spalle, sconfortata. “Purtroppo con lui sì, condivido dei geni.”

Non sapendo come risponderle, Simon le sorrise.

Qualche minuto dopo, il coach Garroway interruppe l'allenamento e invitò i ragazzi a fare la doccia se – testuali parole – non volevano puzzare come le chiappe di un toro sudato.

Simon si costrinse a non ridere come un imbecille per quella battuta stupida, ma si sentì risollevato nel vedere che anche Izzy ridacchiava al suo fianco.

“Vieni” gli disse lei, alzandosi e scendendo il primo gradino. “Ti presento i miei fratelli e poi andiamo a prendere Clary. Dovrebbe aver quasi finito ormai.”

Simon esitò. Non si sentiva mai a suo agio intorno alla squadra di calcio – soprattutto perché i ragazzi lo prendevano in giro ad ogni occasione –, ma forse diventare amico di un attaccante e di un portiere avrebbe indotto gli altri a comportarsi più civilmente. La seguì all'entrata degli spogliatoi e salutò Luke con un gesto della mano. Il patrigno di Clary gli lanciò un'occhiata meravigliata, ma non disse nulla.

“Alec! Jace!” chiamò Isabelle, ma a girarsi fu l'intero gruppo.

Come Izzy aveva predetto, Magnus seguiva i ragazzi verso gli spogliatoi. Simon gli lanciò uno sguardo amichevole e ricevette in cambio un accenno di sorriso, ma nulla di più.

“Izzy!” La salutò Jace. Le si fece incontro, con Alec alle calcagna, e cercò di abbracciarla, ma Izzy gli sfuggì nascondendosi dietro Simon, il che mise proprio lui al centro dell'attenzione. Salutò i ragazzi con una mano, ma nessuno si degnò di ricambiare.

“Non ti azzardare a toccarmi” intimò Isabelle. “Sei tutto sudato.”

“Che cosa ci fai qui?” chiese Alec, lanciandosi un'occhiata alle spalle.

Era difficile stabilire se stesse guardando Magnus, perché tutti gli altri erano ancora lì ad ascoltare senza ritegno.

“Io e Simon stiamo aspettando che Clary esca dal suo corso d'arte.”

“Tu sei Simon?” domandò Magnus. Sembrava estremamente interessato ora che conosceva il suo nome e Simon si sentì arrossire fino alla punta dei capelli. Annuì, sentendo gli occhi di tutti addosso. “Interessante” fece Magnus, come se ci fosse bisogno di altro imbarazzo. Lo squadrò dalla testa ai piedi con i suoi occhi a mandorla definiti da uno spesso strato di ombretto nero.

Izzy fece vagare lo sguardo tra loro due e poi scosse la testa. “Volevo presentarvelo, visto che siamo amici, ma suppongo a questo punto sia inutile fare le presentazioni.”

“Molto piacere” disse Alec con freddo garbo.

“Okay” si limitò a dire Jace.

Isabelle alzò gli occhi al cielo alla loro mancanza di entusiasmo.

Con la coda dell'occhio, Simon vide Magnus sussurrare qualcosa a Raphael, che sorrise debolmente e scosse la testa. Per qualche strana ragione, gli sembrò che parlassero di lui e la cosa lo fece rabbrividire.

Raphael si allontanò per fare la doccia e, uno alla volta, lo seguirono anche gli altri. Nel tunnel verso gli spogliatoi rimasero solo Simon, Izzy e Magnus. Izzy gli lanciò un'occhiata che aveva tutta l'aria di significare “te l'avevo detto”.

“Ciao, Magnus” salutò, tirando Simon verso l'uscita.

“È stato un piacere” disse Magnus con un sorrisetto.

“Anche per me” riuscì a dire Simon mentre veniva trascinato di nuovo verso il campo.

Lui e Izzy raggiunsero l'entrata della scuola in silenzio, timorosi di aver perso l'uscita di Clary.

“Vai a vedere se è ancora dentro” suggerì Simon. “Vi aspetto qui, in caso sia uscita e ci stia cercando.”

Isabelle si avviò verso la scuola con tutta calma.

Dieci minuti dopo, Simon non aveva dubbi: quelle due si stavano sbaciucchiando da qualche parte nei corridoi. Aveva accennato al fatto di essere il miglior amico del mondo, vero?

Pajarito” lo chiamò una voce.

Simon si immobilizzò, seduto sul muretto che recava la targa della scuola. Non aveva bisogno di voltarsi per sapere di chi era la voce. Non ne avrebbe avuto bisogno nemmeno se non avesse parlato in spagnolo e non avesse pronunciato quel ridicolo nomignolo che gli aveva affibbiato.

Raphael gli si avvicinò, i capelli di nuovo perfettamente acconciati, la giacca dei Vampires che gli fasciava le braccia e la sacca abbinata che gli penzolava da una spalla. “Ancora qui?” domandò con vago interesse.

“Sono un ottimo amico” rispose lui, altrettanto vago.

Raphael si accigliò, evidentemente ignaro del significato delle sue parole.

“Le ragazze si stanno baciando da qualche parte” spiegò. “Ma le aspetto perché sono un ottimo amico.”

“Capisco” disse Raphael, anche se dalla sua espressione Simon dubitava capisse veramente.

“Ottima partita, comunque” si complimentò, non sapendo cosa dire.

Raphael lo squadrò per un lungo secondo poi, sollevando un angolo della bocca in un sorriso arrogante, constatò: “Non ti avevo mai visto agli allenamenti”.

“È stata un'idea di Izzy” spiegò. “Non voleva aspettare Clary senza far nulla e… abbiamo pensato di venire a vedervi.”

Si era interrotto per un attimo, perché Raphael aveva posato il borsone a terra, pur tenendolo ancora con la manica, e si era appoggiato al muretto su cui lui era seduto. E lui e Raphael stavano parlando civilmente. E il suo cuore sembrava non essere in grado di accettare la realtà dei fatti e cercava di fuggire dalla sua gabbia toracica.

Si costrinse a distogliere lo sguardo dai bicipiti di Raphael. “Stai aspettando Magnus?”

Lo guardò come se fosse una domanda stupida e Simon sentì le guance accaldarsi. “Magnus resterà lì dentro per almeno un'altra mezz'ora. Io non sono un buon amico.” Voltò il viso verso di lui per fare un altro di quei sorrisi a metà. Raphael doveva sapere quello che succedeva negli spogliatoi quando non c'era più nessuno.

“I Lightwood devono avere qualche specie di regola di famiglia che impone di sbaciucchiare la gente nei momenti meno opportuni.”

Raphael scosse le spalle. “Ho smesso di aspettare Magnus dopo la seconda volta.”

“Io sono già alla quarta, accidenti.”

Raphael sorrise un po' più apertamente. Lanciò un'occhiata al di sopra del muretto, dietro di loro, e si rimise il borsone in spalla. “Trovati qualcuno da sbaciucchiare anche tu, Pajarito.” Con questo, si voltò e si allontanò senza nemmeno salutare.

Simon fissò la sua nuca, grato della sua maleducazione, che almeno gli aveva impedito di vederlo arrossire per la terza volta in un'ora.

“L'ho trovata!”

L'esclamazione di Izzy quasi lo fece cadere dal muretto, ma riuscì a rimettersi in equilibrio per guardarle. Clary aveva vernice dappertutto e sorrideva soddisfatta. Izzy non aveva più il rossetto.

Simon alzò gli occhi al cielo e scosse la testa, esasperato ma contento per loro.

“Com'è andata?” domandò Clary, perché evidentemente non aveva avuto modo di domandarlo alla sua ragazza.

“Bene” disse Simon. Scese dal muretto e si lanciò un'ultima occhiata alle spalle prima di allontanarsi con le ragazze nella direzione opposta di quella presa da Raphael.

“La prossima volta che hai il corso, io e Simon torniamo a guardare gli allenamenti di calcio” disse Izzy.

Simon considerò di protestare, ma tenne la bocca chiusa. In fondo, poteva guardare gli allenamenti con Izzy e lasciarle a baciarsi mentre lui aspettava che la squadra uscisse dagli spogliatoi.

Si diede dell'idiota per aver osato anche solo sperare, ma l'immagine dei capelli arruffati di Raphael e poi di quei suoi sorrisi sghembi gli tornò in mente.

“Certo” acconsentì e si lasciò prendere a braccetto da Clary.

Simon era un ottimo amico. E aveva una cotta per Raphael.

 






 


AN:

Stavo impiegando quasi più tempo a scrivere le note che per l'intera one shot, quindi vado dritta al sodo e non se ne parla più.

Non scrivevo del Saphael da mesi. È stato un periodo orribile, ho scritto pochissimo in generale e non avevo ispirazione per nulla. Do la colpa al fatto che ho scritto di questi due in tutte le salse e, partendo già con poche scene originali tra di loro, ho finito ben presto le cose di cui parlare. Per fortuna ci sono le AU, però. E per fortuna sono ancora completamente innamorata di A good start e di Raphael che chiama Simon Pajarito.

Non credo scriverò altro a breve, ma la seconda stagione è vicina e non ci resta che pregare che ci fornisca nuovo materiale su cui lavorare.

So che questa OS non è nulla di che, ma mi sentivo tantissimo in colpa ad aver abbandonato questa sezione così all'improvviso, soprattutto quando ho conosciuto delle persone carinissime tramite le recensioni. Spero siate ancora tutti qui a shippare questi due e che la vita vi stia andando bene.

Buon week-end.

Red.

   
 
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