Serie TV > Once Upon a Time
Ricorda la storia  |      
Autore: ValexLP    22/10/2016    1 recensioni
Regina e Robin hanno una figlia... Juliet. La sua passione è il disegno, ma un pomeriggio non riesce a realizzare qualcosa per i suoi genitori. Con l'aiuto di alcuni racconti della madre, qualcosa le verrà in mente.
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Regina Mills, Robin Hood
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Eccomi di nuovo :) 
...questa è una ONE SHOT che mi ha ispirato una manip vista su Twitter. 
..di solito lei mi legge, quindi... Virginia, sì sei tu! :) 
Era da tempo che volevo scrivere qualche storia con l'OutlawQueen Baby, ed eccola qui! 
Spero vi piaccia e fatemi sapere. 
Buona lettura a tutti! 








Dalla cucina di villa Mills fuoriusciva un odore inconfondibile di crostata di mele. Rosse.
Ma di certo non quelle che Regina usava nella foresta incantata per cercare di uccidere Biancaneve. Queste erano mele speciali, come la crostata. Da un po’ di anni a questa parte, le sue crostate erano ancora più buone. Glie lo dicevano tutti a Storybrooke. Perfino Granny. In effetti un piccolo segreto dietro tutta quella bontà c’era. Ma non era un ingrediente che si poteva acquistare ovunque. Era l’amore per qualcosa di davvero speciale. Anzi, qualcuno. E il suo nome era Juliet.

Juliet aveva 5 anni. Ed era l’amore più grande di mamma e papà. L’amore più desiderato da sempre. Quello che ha vinto e ha spezzato, grazie al vero amore che c’era tra Robin e Regina, la maledizione dell’infertilità su Regina. Una gioia immensa per il loro grande amore. Occhi celesti del padre e capelli neri della mamma. Una ‘piccola principessa’, come amava chiamarla
Robin.

Regina aveva appena cacciato la crostata dal forno e stava finendo di aggiustarla. Un po’ di zucchero a velo sopra ed era pronta. Si stava togliendo il grembiule che indossava per non sporcarsi quando si rese conto che in casa c’era troppo silenzio.
Da quando c’era Juliet il silenzio voleva dire solo una cosa: qualcosa stava combinando.

‘Juliet? Amore dove sei?’, cercò di chiamarla avanzando per casa, ma qualcosa la fece fermare.
‘Ma che diavolo?!’, stava per inciampare su un pennarello colorato. Lo prese in mano e come notò, non era l’unico a terra.
Per tutto il pavimento del salone c’erano tutti quelli che Juliet usava per disegnare e colorare. Era uno dei suoi hobby preferiti.

‘Tesoro quante volte ti devo dire che i colori vanno rimessi dentro la loro scatola? Oppure posali sul tavolino. Guarda qui che disordine!’, disse mentre si avvicinò sempre di più alla piccola che era seduta sul suo tavolo da ‘lavoro’, regalato da Snow.
Juliet però non rispose nulla. Si era appoggiata sul tavolino con la testa sulle braccia conserte. Ed era abbastanza triste.
Regina si avvicinò e si abbassò sulle ginocchia accanto a lei.

 ‘E cos’è quel visino triste? Che succede tesoro?’, disse mettendole una ciocca di quei lunghi capelli neri dietro il piccolo orecchio della figlia e lasciandole una carezza sul capo.
La bimba si lamentò con qualche verso e si nascose ancora di più tra le proprie braccia.
‘Ah è così? Ci vogliamo nascondere e non dire niente alla mamma?’, iniziò a punzecchiarle con le dita vicino al bacino.
Regina continuò per farla sempre di più ridere. Fino a quando ormai le loro risate erano sempre più forti e caddero a terra entrambe mentre si facevano solletico a vicenda.

‘No mamma smettila!’, rideva, ‘…mi fai solletico!!’.
‘Chi è che la deve smettere?’ scherzando ancora.
‘Tu mamma!’
‘Io? La mamma deve smettere? Ma qua non abbiamo proprio messo le cose in chiaro signorina!!’, e così Regina continuò con il solletico e alternò a dolci baci sotto il collo e sulla guancia.
‘Ti prego ti prego mamma …basta basta!’, rideva la piccola quasi senza più fiato con il sorriso a mille, cercando di girarsi da una parte e l’altra.
‘E va bene… tregua!’ si fermò Regina, ‘ma a patto che mi dici cos’era quel visino triste di prima. E perché qui regna il caos!’.

Juliet si alzò e andò a prendere il foglio che stava usando per fare un disegno. Ed era ancora tutto bianco. Lo portò alla madre.
‘Ecco perché!’, con una vocina infastidita e dispiaciuta.
Regina prese il foglio e capì subito quale fosse il problema.
‘Non riesci a disegnare vero?’.
Juliet annuì con la testa, mantenendo lo sguardo basso.
‘Ma amore mio…’ la prese in braccio cercando di consolarla, ‘non devi preoccuparti… può succedere! Ma tanto qualunque cosa farai, sarà sicuramente un disegno bellissimo…’
‘Ma io volevo fare un disegno stupendissimo per te e papà…’, disse mentre con la manina si toccava l’occhietto per asciugare una piccola lacrima.

Regina la guardava con gli occhi innamorati che solo una madre poteva farlo. Le faceva così tanta tenerezza che avrebbe voluto dirle che qualunque cosa facesse per lei e Robin era qualcosa di davvero prezioso. Anche solo uno scarabocchio. Ma nello stesso tempo, capiva che per la loro piccola era importante iniziare ad avere le sue prime piccole soddisfazioni. E poi, conoscendo ormai il carattere di sua figlia, che assomigliava molto al suo, sapeva benissimo che se non realizzava qualcosa come voleva lei, non era contenta.
Così le diede un bacio sulla fronte.
‘Allora…visto che papà tornerà stasera, e noi due abbiamo un lungo pomeriggio davanti… che dici se ora, ci andiamo a mangiare una buona crostata di mele, quella che ti piace tanto? Dopo la merenda, vedrai che ti verrà in mente qualcosa…’
‘Siiii la crostata di mele!! La voglio, la voglio!!’, di colpo le tornò il sorriso.
‘Come torna il sorriso quando si tratta della tua merenda preferita eh? Come siamo golose!’, scherzò Regina facendo scontrare i loro nasi, ‘…allora facciamo così, io vado a prendere la crostata… e tu signorina, raccogli tutti questi pennarelli da terra, è chiaro?’.
‘E va beneeee mamma!’, accettò storcendo un po’ il nasino.
 
Regina così andò in cucina e tagliò due belle fette di crostata, per lei e Juliet.
Ovviamente quella più grande la riservò per la bimba, che intanto rimetteva tutto in ordine. Tornò nel salone e vide tutto in ordine.
‘Wow! Come siamo state brave! È incredibile i miracoli che fa questa crostata … vero signorina?’ si rivolse alla figlia.
Mentre Regina sistemava le due fette sul tavolo, notò che Juliet osservava un album di foto. E non un album di foto qualunque. Quello in cui erano rinchiusi tutti i momenti più importanti della loro storia e famiglia.
‘Mamma, lo vediamo insieme?’
‘Tesoro ma ancora? Sono mille volte che lo sfogliamo!’
‘Eddai eddai mamma…’ insistette con quegli occhioni azzurri come il mare. E come il padre.
‘Ecco! Questo significa avere un papà che non sa mai dirti di no… quando torna devo farci una bella chiacchierata!’.

Juliet, entusiasta, prese l’album e lo consegnò alla madre. Le due si sedettero sul divano, e mentre la piccola mangiava la crostata, la madre sfogliava lentamente l’album senza prima però rispondere alle mille domande della figlia ad ogni foto che incontravano.

‘E qui dove eravate mamma?’
‘Da Granny tesoro…’
‘Ma non sembra…’
‘Ehm sì tesoro eravamo da Granny… ma …dietro il locale diciamo…’
‘E che facevate dietro il locale? Perché papà ti accarezzava?’
‘E perché papà mi voleva già tanto bene… e mi coccolava un po’! La sua carezza era così dolce che mi faceva passare tutte le paure che avevo…’, raccontò.
‘Come fate con me…’, sorrise la bimba.
‘Esatto come facciamo con te… e funziona non è vero?’
‘Si funziona sempre mamma… ma perché?’
‘Perché le carezze date con amore sono magiche… ricordatelo sempre tesoro mio!’, le sorrise.
 
‘Questa! Mamma mi racconti questa!’, gridò la bimba alla vista di una foto.
Era quella che le piaceva di più. Ogni volta voleva sapere tutti i dettagli.
Era la foto in cui Robin e Regina erano davanti al camino dell’ufficio di lei. Dopo che lei riebbe il suo cuore.
‘Quante volte l’avrai sentita questa storia? Più questa di tutte le altre probabilmente…’
‘E’ la mia preferita…’ disse avvicinandosi alla madre, quando ormai aveva finito di mangiare la crostata.
‘Bè chissà a chi avrai ripreso…’ alludendo a Robin. Infatti quel momento, quella foto era la preferita anche di lui. Il momento in cui la loro storia iniziò davvero.
Regina iniziò a raccontare quel momento. Cosa fosse successo prima e cosa accade quel giorno.
‘Mamma ma è vero che non avevi il cuore?’, chiese la piccola.
‘Sì è vero… ma quel giorno, proprio qualche momento prima, il tuo papà riuscì a riprenderlo e così lo rimise qui dentro…’, indicando con una mano la zona del cuore.
‘E così ti sei innamorata di papà?’
A Regina si formò un sorriso sul suo viso. Ripensava a quei giorni così perfetti con Robin e ora era incredula perché le stava raccontando alla loro piccola, curiosa più che mai della loro storia.
‘Bè a dire la verità, mi innamorai di papà molto tempo prima… qui l’amore crebbe ancora di più… sentivo il cuore battere sempre di più quando ero con lui…’
‘E quando ti sei innamorata di papà?’
‘Come siamo curiose eh…’, scherzò Regina punzecchiandola ancora, come prima.
‘Eddai mamma…’ accennando a piccole risate.
‘Se ti dico un segreto, prometti che rimarrà sempre per noi due?’, abbassò la voce.
‘Si mamma…’ e avvicinò l’orecchio alla bocca della madre.
‘Mi sono innamorata di papà quando ero la regina cattiva… nella foresta incantata…’ sussurrò.
‘Davvero??’ era sorpresa Juliet.
Fino a quel momento immaginava il papà e la madre nelle foresta incantata sempre a discutere. O almeno era quello che le veniva raccontato un po’ da tutti.
‘Ma mamma… litigavate sempre!’
‘Io però lo facevo apposta… papà già lo vedevo bello in realtà!’, continua a dire sottovoce.
‘Papà però ci rimaneva male se lo trattavi così….’
‘Mmm… amore mio sai che non credo? Anche lui mi rispondeva sempre… e forse questa cosa era ancora più bella…’
‘Ma mamma che significa? Non lo capisco…’, facendo sorridere la madre.
‘Tesoro te lo spiegherò quando sarai più grande, o forse lo capirai da sola… con gli uomini alcune volte bisogna fare così…’, e le fece l’occhiolino.

Regina riprese il racconto di quella foto e raccontò anche della storia di Trilli e del leone tatuato.

‘Mamma ma cos’è un’anima gemella?’
‘Wow! Questa non è semplice spiegarla… è complicato ma… ecco, è come la tua migliore amica, ma molto di più. E’ la persona che in questo mondo ti capisce meglio di chiunque altro. E’ chi ti rende una persona migliore. Una volta che incrociamo il loro cammino, ci resta per sempre. Anche quando se ne sono andate. Anche quando sono lontane. E’ quella persona che ti porti con te sempre. In ogni momento. E’ quella persona che ti conosce, ti accetta ed è la prima persona che crede in te, quando nessun’altro lo fa o lo vuole fare…’
Regina notò l’espressione confusa della piccola.
‘Non ti è chiaro forse?’,
‘Mmm… quindi se tu e papà siete anime gemelle non vi lasciate mai più! Vero?’
‘Esatto tesoro… ma anche se ci dovesse succedere qualcosa, saremo sempre l’uno con l’altra…’ sorrise alla figlia.
‘Un po’ come dicono Zia Snow e Zio David? Loro si ritroveranno sempre…’ pensò.
‘Ehm… sì, ecco… non volevo arrivare a dirlo, ma in un certo senso…’, ovviamente Regina ripensava a tutte quelle volte che l’aveva sentito dire dai due e lei aveva quasi la nausea. Ma il senso della frase racchiudeva anche quello che in fondo era accaduto tra lei e Robin.
 
Sfogliarono ancora e ancora. E i racconti di Regina incantavano sempre di più Juliet. Come se fosse la prima volta che ascoltava tutto.
‘Mamma qui eri bellissima…’ indicò col ditino una foto.
Regina sorrise un po’ imbarazzata. Ripensò a cosa accadde quel giorno, o meglio quella sera e non potè fare altro che arrossirsi davanti sua figlia.
‘Sei diventata rossa come il vestito che avevi lì…’, rise la piccola Juliet.
‘Davvero?’, si toccò subito le guance Regina, non rendendosi conto.
‘Papà mi ha detto che quel giorno vi siete dati tanti baci…’
‘Ah davvero? Papà ti ha detto così… e cos’altro ti ha detto sentiamo?’
‘… che ti ha dato tanti baci perché ti amava tanto tanto… poi finisce subito di raccontare perché diventa rosso pure lui!’, disse ridendo.
‘Però è così Juliet… quel giorno papà mi fece sentire tanto tanto amore… ed è stata una giornata che non dimenticherò mai…’, e mentre raccontò lasciò una bacio sulla fronte della figlia.
 
‘Qui invece eravate tristi tutti e due…’, disse Juliet trovandosi davanti un’altra foto.
Erano Robin e Regina sul confine di Storybrooke.
‘Già… eravamo tanto tristi…’
‘Papà stava andando via vero?’, con la vocina triste.
‘E sì… ma lo faceva perché lui è un uomo d’onore. E non poteva lasciare una persona a cui voleva bene…’
‘Ma anche a te voleva bene mamma…’
‘E’ vero… ma in quel momento c’era qualcuno che stava più male di me… ma poi che ti ho detto prima? Le anime gemelle…’
‘…si ritrovano sempre!’, continuò Juliet.
Di nuovo fecero scontrare i loro nasi. Era un gesto che Juliet amava molto fare, lo vedeva sempre con i suoi genitori e di conseguenza lei si divertiva nel riprovarci.
‘Oh andiamo avanti… altra foto…’ riprese Regina.
‘No mamma… va bene così… ora so cosa disegnare!’, gridò.
‘Davvero tesoro?’
‘Si mamma… tu vai via però… voglio farvi una sorpresa…’
‘D’accordo! Ma prima… un bacio alla mamma che ti ha raccontato ancora tutte queste cose…’.
E così la piccola Juliet si avvicinò alla guancia della mamma e le lasciò un bacino.
‘Quanto bene vuoi alla mamma Juliet?’
‘Tanto tanto… così…’ allargando le braccia come fanno tutti i bambini per quantificare il ‘bene’.
 
 
‘Ei eccomi, sono tornato!’, tornò a casa Robin, ‘dove sono le mie donne?’
‘Oh eccoti finalmente… com’è andata amore?’, arrivò subito Regina con un bacio di bentornato.
‘Bene bene… Roland è rimasto con Little John, stasera dormirà con i Marry Man… quando si tratta di escursioni li piace restare nella natura…’
‘Peccato… avevo fatto la crostata di mele…’
‘Ah benissimo… vorrà dire che me la finirò tutta io!’
‘Calma ladro… ricordati che la priorità ce l’ha tua figlia…’, alzando il sopracciglio.
‘Mm… io e Juliet dobbiamo fare un discorsetto direi.. sisi..’
‘A proposito… io e te dovremmo parlare…!!’
‘Mmm…interessante quando vuole parlare la Regina…’ avvicinandosi alla sua donna e prendendola dalla vita.
‘Tu vizi troppo tua figlia… e le dici cose troppe particolari…’, disse con tono di rimprovero ma divertita.
‘Io viziare Juliet?! Nooo… quando mai amore? Io non farei mai una cosa del genere…’, facendo finta di nulla, ‘…e poi, cosa le potrei dire di particolare, sentiamo?’, avvicinando il naso a quello di Regina.
‘Oggi guardavamo l’album delle nostre foto…’
‘Ancora? Ma sarà la millesima volta che lo vede…’
‘Bè era questo quando dicevo che la vizi troppo…’
‘Ma nostra figlia è una romanticona… ama sapere come ci siamo innamorati e tutta la nostra storia..’
‘Si comunque dicevo… cosa vai dicendo su quella foto? E’ una bambina Robin!’
‘Quale foto?’
‘Direi quella in cui tu le hai detto che mi hai dato tanti baci…’, guardandolo fisso negli occhi.
‘Bè perché scusa… cosa ho detto di sbagliato? È la verità o no milady?’ iniziando a guardarle la bocca.
‘Si ma… poi allora perché diventi rosso? cos’è che ti turba ladro?’, sfiorando le labbra di lui.
‘Direi che quello è l’effetto collaterale. Ciò che la sua mamma mi ha fatto provare quella sera… e tutti gli altri giorni…’.
Si guardarono intensamente per qualche secondo, ricordando quella sera, e poi le loro labbra si riunirono in un dolcissimo e passionale bacio. Bacio che durò qualche minuto.
‘Direi che anche questa sera… ho voglia di darti tanti baci...’, disse Robin mentre continua a baciarla.
‘Mmm… non mi sembra una cattiva idea..’ annuì lei.
Poi si staccarono e continuarono a sfiorarsi i nasi.
‘Allora… questa crostata?’, fece subito dopo Robin.
‘Aspetta… c’è qualcosa di più importante prima... nostra figlia ci ha fatto un disegno e per lei oggi è stato un pomeriggio intenso… ecco perché voleva risentire tutta la nostra storia…’
‘Ma davvero? Andiamo allora…dov’è?’
‘E’ nella sua cameretta… non voleva farsi vedere mentre disegnava… ma possiamo andare ora… avrà finito sicuramente…’ sorrise.
 
I due salirono al piano di sopra ed entrarono nella camera di Juliet.
‘Principessa! Eccoci… allora questo disegno?’, disse Robin.
Ma notarono la piccola non era lì.
‘Ma dov’è?’ ancora Robin.
‘Lo so io dov’è… è che tu la vizi troppo te l’ho detto anche prima!’, rimproverava Regina.
E così aprirono la porta della loro camera da letto.
‘Ecco qua… che ti avevo detto!’
‘Si però guarda che amore che è…’, disse un papà innamorato della sua piccola principessa, mentre la guardava.
Juliet era sul letto dei genitori e dormiva. Dormiva beatamente. Robin si avvicinò lentamente al letto e si sedette accanto alla piccola. Dolcemente iniziò ad accarezzarla e a lasciarle dei dolci baci sulla guancia e sulla fronte.
‘La mia piccola principessa che dorme…’
‘Dovevi vederla oggi… era così triste quando non riusciva nel suo disegno… poi però dopo che ascoltò la nostra storia, ebbe come un’illuminazione. E comunque quando sente di noi, le si illuminano gli occhi. Ci vuole così bene…’, raccontò Regina dalla porta.
‘Mai quanto ne vogliamo noi… è la cosa più bella che potessimo fare, non è vero?’ continuò Robin mentre cercava di svegliarla, ‘…non è vero principessa? Ei che facciamo non ci svegliamo più? Qui c’è un papà super curioso del disegno che hai fatto…’
E piano piano con qualche piccola risata, Juliet si svegliò.
‘Papà!!’ gridò e Robin la prese in braccio e le tenne stretta stretta, facendola girare su se stesso.
‘Allora principessa è vero che abbiamo fatto un disegno? Dov’è?’
‘E’ qui papà… sotto le coperte…’
Regina si avvicinò ai suoi più grandi amori, curiosa anche lei di vedere cosa avesse disegnato dopo tutti quei racconti.
‘Oh sono curiosa anche io… vediamo un po’ che hai combinato…’
E da sotto le coperte, Juliet cacciò il foglio del disegno tanto aspettato.
‘Ecco… questo è per voi due…’ consegnò ai suoi genitori.
‘Wow amore… hai disegnato così tante persone…’, notò Robin.
‘E chi sarebbero? Dicci un po’…’
‘Ma siete voi dueeee!!’, gridò indicando il foglio.
‘Noi due?’, confusi.
‘Ma siiii… la mamma mi ha detto che voi due siete anime gemelle… e le anime gemelle si ritrovano sempre e ovunque…’, spiegava Juliet, mentre i due si guardarono stupiti di tutto ciò.
‘Aaah ecco perché hai disegnato questa coppietta uguale tante volte…’ capì Regina.
‘…e praticamente ovunque sul foglio…’ continuò Robin.
‘Oh finalmente l’avete capito!!’ sorrise la bimba, divertita dallo stupore dei genitori.
Regina e Robin erano particolarmente commossi. Si sarebbero aspettati qualunque disegno, ma non di certo qualcosa del genere. A suo modo, la loro bimba li aveva disegnati, proprio come ‘anime gemelle’.
‘Ei, tesoro vieni qui…’ disse Robin con gli occhi lucidi, prendendo Juliet sulle sua gambe, ‘…questo disegno per me e per la tua mamma,’ guardando anche Regina, mentre si avvicinava a loro, ‘.. è il regalo più bello che potessi farci. E’ un disegno davvero speciale.’
‘Si amore della mamma…’ accarezzò Regina di lato, ‘… e devi sapere che tu sei stata il vero miracolo di questo grande amore che ci lega. Tu Juliet sei figlia di queste ‘anime gemelle’… e sii sempre fiera di questo.’
‘Noi ti amiamo tanto tanto Juliet… ricordatelo sempre…’, continuò Robin guardando la figlia con un amore immenso nei suoi occhi.
‘Anche io papà… tanto tanto!!’ ..e la piccola abbracciò forte forte il papà e subito dopo Regina.
‘Benissimo… ora direi che è ora di andare a mangiare quella buonissima crostata che ha fatto la mamma… che dici Juliet?’, fece l’occhiolino.
‘Siiii…la crostata!!’, gridò lei.
‘Eh no… c’è prima un gioco che vorrei fare con papà… oggi non l’ha potuto fare con noi….’, intervenne Regina.
‘Ah sì? E quale Regina?’ non capiva ancora Robin.
‘Ma come? Il preferito di Juliet!’, lanciò uno sguardo verso Robin indicando il lettone.
‘Aaah ma certo…’ capì.
‘Quale gioco…voglio sapere anche io!!’, disse la piccola.
Ma prima che potesse dire altro, i due genitori gridarono insieme: ‘Il solleticooooo!!’, e buttarono nel lettone ancora la loro piccola Juliet che non faceva altro che ridere. Rideva di cuore circondata da quelle due persone che le avevano donato la vita e che l’amavano più della propria.
 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: ValexLP