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Autore: Kilar_BlueMoon    22/10/2016    0 recensioni
Instagram: @aetarnalumen
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❝Eevee Armor, arrogante, orgogliosa e sicura di se, tende sempre ad avere la meglio rispetto agli altri, ma questo fino a quando non farà la conoscenza di colui che la farà cambiare.
Colui che le terrà testa.
Colui che sfiderà l'impossibile.
Colui che viene da un mondo parallelo.
Colui che nasconde un grande segreto.
Riuscirà Eevee a scoprire quale verità nasconde?❞
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Genere: Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eevee
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Anime, Manga
Capitoli:
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CAPITOLO 11
 
L'impatto della caduta fu molto violento. 
Avevo sbattuto tra le scale e le pareti tutte le parti del corpo, dalla testa alle zampe. 
In particolare, quando terminò la scalinata e atterrai sul pavimento del piano inferiore, poggiai male la zampa anteriore sinistra e sentì un crack alle ossa: urlai e ansimai dal dolore, avvicinando il muso alla zampa. 
Mi raggomitolai e rimasi così per un paio di minuti, cercando di muoverla, però, le mie speranze di non averla rotta furono completamente vane. 
Ogni qualvolta che provavo a farle fare un piccolo movimento, provavo un dolore allucinante.
Fantastico. Adesso se mi trova qualcuno non posso neanche correre. 
Iniziai a provare ancora più paura, non potendo più contare su una zampa. 
Volevo scoppiare in lacrime. 
Mi sentivo dentro ad una prigione. 
Una prigione nella quale sarei morta. 
Mi resi conto di avere una sola chance: se fossi rimasta a piangermi addosso sarei sicuramente morta. 
Decisi di alzarmi.
Più mi avvicinavo alla morte, più mi sentivo viva. 
Ero anche sicura del fatto che Zorua fosse scappato, non avrebbe mai accettato una sconfitta. 
Zorua
Il suo nome mi girava di continuo nella testa, non ne capivo il motivo. 
Non sapevo se quella che provavo era preoccupazione per lui, ma, dovevo ritrovarlo. 
Saremo scappati assieme da lì. 
 
Con affanno riuscii ad alzarmi. 
La zampa dava segni davvero poco rassicuranti: sembrava morta rispetto a tutto il resto del mio corpo ed io non mi azzardai minimamente a poggiarla sul pavimento. 
Mi guardai attorno. 
Un piano immenso, pieno di porte che conducevano ad altre stanze.
Vecchie librerie che dividevano i corridoi e sempre qualche pozza di sangue. 
Infine, negli angoli si nascondevano cadaveri che Dio Arceus solo sapeva come erano stati torturati.
Deglutii ed iniziai ad avanzare piano piano, cercando di fare il meno rumore possibile, talvolta fermandomi dopo qualche passo a causa della stanchezza. 
 
Ad un certo punto sentii qualcosa iniziare a bruciarmi nello stomaco e nella gola, cosa strana visto che la sera non avevo mangiato nulla.
Ci feci poco caso, visto che era l'ultimo dei problemi rispetto a quello a cui stavo pensando e dopotutto non faceva così tanto male. 
Per il momento. 
Mi pentii di aver preso sotto zampa quel problema: era un allarme, un avviso. 
Un qualcosa che voleva avvertirmi del fatto che c'era qualcosa che non andava, ed io ignara, pensai che sarebbe passato dopo qualche minuto. 
 
Solo tempo dopo, sfogliando le pagine di un vecchio libro trovato per terra, mi resi conto di essere stata avvelenata prima che mi svegliassi nella cella. 
I sintomi che avevo erano identici a quelli descritti.
 
Di conseguenza, mi fu facile pensare che nell'edificio si erano condotti anche esperimenti, che per qualche motivo, erano stati rovinati. 
 
 
[Zorua] 
 
Le ore passarono. 
Le ferite aumentarono. 
 
Non ebbi un minuto libero se non quando riuscii a rifugiarmi in un bagno trovato appena in tempo. 
Sentivo una gran nausea dopo tutte le corse che avevo fatto per scappare. 
Però, riuscii a trattenermi. 
Alzando lo sguardo notai uno specchio rotto.
Mi misi davanti e guardai con orrore come ero ridotto. 
Quell'aspetto mi fece ricordare il me stesso di qualche mese prima, con la differenza che in quel momento avevo un occhio completamente andato: rosso sangue, infiammato e praticamente tagliato in due. 
Se provavo a chiudere l'altro, non vedevo proprio nulla. 
Mi ero rassegnato al fatto che non avrei più riavuto la mia vista. 
Sospirai e tornai tra i corridoi. 
 
-Ore dopo-
 
Sbatti violentemente la porta.
Mi sedetti alzando la testa, respirando con affanno. 
Chiusi gli occhi continuando a riprendere fiato. 
-Anf... - 
Mi ritrovai in un probabile sotterraneo del manicomio. 
Un'enorme sala bianca, non rovinata rispetto a tutto il resto dell'edificio.  
Prima di sedermi, notai con la coda dell'occhio che in fondo alla sala c'era un corridoio, con sopra una scritta che diceva "Uscita", non mi sembrava vero. 
Finalmente l'avevo trovata. 
Ma dov'è Eevee? 
Riaprì gli occhi, decidendo di rimanere la fino al suo arrivo. 
Lo so che sei qui, ti sento. 
Solo qualche altro passo, non arrenderti. 
Il silenzio tombale della sala mi faceva sentire ansioso, in quale modo mi sentivo osservato: io stavo aspettando Eevee, ma, qualcun'altro stava aspettando me. 
-Lighter... Finalmente. Da quanto tempo... -
Ringhiai al solo udire quella maledetta voce. 
-Se devi dirmi qualcosa, fatti vedere, e dimmela in faccia- risposi. 
-Okay okay... - sghignazzò. 
La sua aura nera si avvicinò a me, facendomi sentire i brividi alla schiena.
Il suo occhio azzurro mi squadrò. 
-Oh poverino... Che ti é successo?- 
Come se gli importasse. 
Mi stava ridendo in faccia. 
Con le poche forze che mi rimanevano, mi alzai, cercando di affrontarlo con le parole. 
-Ho... Lottato. Sto lottando. Lotterò fino alla fine.- 
-E perché sei qui ad aspettare tutto solo?- 
Con il braccio mi indicò il corridoio. 
-L'uscita é proprio davanti a te. Non avrai un'altra chance. O meglio, non avrai un altro cor- 
Lo interruppi ringhiando più forte. 
-Armor... É lei che stai aspettando. Ho ragione?- 
-Non sono affari tuoi, Darkrai.-
-Oh invece si, io sono dalla vostra parte, non degli Armor. Il patto... Ricordi?-
Alla parola "Patto" nella mia mente iniziai a mettere a posto alcuni pezzi, pian piano stavo ricordando alcuni eventi che mi facevano ricostruire la memoria. 
-Non ho mai detto "Si" al patto. Non é giusto. Non é giusto eliminare un individuo che non ha la minima idea di cosa stia succedendo nel mondo Zarkanio.- 
-Mhh... Perché non lo dici a Zarken stesso che non vuoi accettare?- 
Nell'istante in cui pronunciò quelle parole mi prese per il collo e salí in alto, verso il soffitto. 
Iniziò a stringere la presa, mozzandomi il fiato. 
- L-Lui... Capirebbe...!- tossii -Vuole me... N-Non... Il tuo potere...!- 
Ansimai.
Era troppo potente per me. 
Socchiusi gli occhi.
Lui alzò la testa, ridendo in modo malefico, privo di pietà. 
-Tu?!- Rise ancora -Se solo Zarken ti vedesse in questo momento si metterebbe a ridere! Anzi, riderà della tua morte! Morirai qua dentro, dissanguato e bruciato! Tu, e Armor!-
- F-Fuoco...?! - 
-Le fiamme tra qualche minuto saranno qui, ma forse, non avrai neanche occasione di vederle, buona fortuna Lighter. - sghignazzò. 
La morte in faccia. 
Dopo le sue parole, ricordo, di aver sentito solamente il l'impatto delle cadute. 
Le mie cadute. 
Darkrai, iniziò a scaraventarmi da tutte le parti. 
Mi sentii così debole, non potevo fare nulla. 
Il dolore più atroce era quello alla testa. 
Le prime urla furono le ultime. 
Mi arresi. 
L'ultimo impatto fu quello sul pavimento, perché, proprio in quel momento, anche se le orecchie fischiavano, udii la porta aprirsi, seguito da un urlo disperato. 
Non riuscivo a muovermi. 
Avevo solo gli occhi semiaperti. 
-ZORUA!- 
Darkrai si allontanò. 
-Armor, Lighter, ci rivediamo nel futuro, dovessero passare anni.- 
Furono le sue ultime parole prima di dissolversi, per poi tornare nell'ombra, nel suo regno oscuro. 
 
La mia vista ricominciò ad offuscarsi. 
Vedevo Eevee, in lacrime, che si avvicinava zoppicando. 
Era distrutta quanto me, eppure, continuava a camminare. 
Arrivata, abbassò la testa, strofinando piano il suo muso sul mio. 
-Ehi... Alzati... Zorua...- singhiozzò con le orecchie abbassate. 
Nel mentre le fiamme ci avevano raggiunto. 
Erano ancora fiamme deboli, saremo riusciti ad uscire? 
Ne dubitavo, ormai, il mio corpo non rispondeva, riuscivo a malapena a parlare. 
Ma Eevee non meritava tutto ciò. 
Eevee non poteva morire in quel posto maledetto. 
-V... Vai... Esci... Da qui... - 
Ma Lei, scosse velocemente la testa. 
- No no! Non ti lascio qui!- 
Non la riconoscevo. 
Era così naturale, non le importava del suo amato orgoglio. 
Piangeva. 
Quelle lacrime che finalmente poteva mostrare. 
Da quanto tempo non piangeva? 
-Pe...rchè.... -
Non esitò a rispondermi. 
-Perché siamo amici.- Disse, iniziando a trascinarmi verso l'uscita. 
Quanta forza aveva. 
Nemmeno una zampa rotta la fermava, testarda. 
Dopo qualche metro si fermava per qualche secondo, ma poi ripartiva subito. 
Intanto, le fiamme aumentavano. 
 
Mi aveva portato veramente fuori da lì. 
Riuscivo ancora a respirare, grazie a chissà quale miracolo. 
L'uscita portava a qualche metro dal bosco. 
Fuoco, bosco... Fantastico. 
Eevee mi trascinò vicino ad una roccia. 
-G...grazie... - cercai di dirle. 
Mi guardò. 
-Zorua... Ascoltami. Io... Posso cercare di fare qualcosa... Ma, non ho idea delle conseguenze... - 
Quel tono non mi piaceva. 
Mi stava nascondendo qualcosa. 
Cosa intendeva per "qualcosa"? 
Ecco che vidi la sua fronte emanare una piccola luce, che pian piano iniziava ad espandersi. 
Che cos'era? 
-Io... Non studio solo gli incantesimi dei portali, io- strinse i denti -studio anche un altro tipo di magia. -
Accadde in così poco. 
L'ultimo mio ricordo di quella notte fu solamente che, mentre Eevee era nel mezzo di questo suo incantesimo, sentimmo entrambi, probabilmente, lo stesso dolore alla testa, che ci fece crollare.
Ma, anche se aveva lasciato a metà il lavoro, non saremo più tornati indietro. 
Qualcosa in noi, sarebbe cambiato molto presto.  
 
   
 
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