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Autore: aiko_smith    23/10/2016    1 recensioni
Condivido un piccolo appartamento di Genova con tre ragazzi gay.
Come faccio, vi chiederete. Basta non farci caso.
La mia storia, infatti, non parlerà di me, ma di come questi ragazzi abbiano dovuto affrontare mille e più ostacoli per poter riuscire a sopravvivere in questo nostro infernale mondo.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Scolastico
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Condivido un piccolo appartamento di Genova con tre ragazzi gay.
Come faccio, vi chiederete. Basta non farci caso.
La mia storia, infatti, non parlerà di me, ma di come questi ragazzi abbiano dovuto affrontare mille e più ostacoli per poter riuscire a sopravvivere in questo nostro infernale mondo.

 

Tommaso, Andrea e Filippo, tre giovani gay che frequentano rispettivamente il liceo scientifico, artistico e classico.
Come li ho conosciuti? semplice. Io cercavo un appartamento e loro avevano un letto disponibile.  
è stata dura all’inizio, ma piano piano ci siamo tutti abituati all’idea che io ogni tanto portavo dei ragazzi a casa e loro pure.
Mi ricordo ancora la prima volta che li incontrai. Non mi sarei mai aspettata di finire per scrivere di loro.  
Era inizio agosto. A settembre avrei iniziato il quinto anno dell’artistico a Genova, dove mi ero appena trasferita.
Ci eravamo dati appuntamento in un bar di piazza colombo ed io ero leggermente in ritardo a causa dei treni. Essendo sabato pomeriggio riuscii a riconoscerli tra la miriade di ragazzi che giravano, ma Filippo, con la quale avevo parlato molto nell’ultimo periodo, mi trovò subito. Quando vidi gli altri due, che come Filippo erano dei ragazzi estremamente belli e puliti, senza quell’aria da ramarro che ormai hanno tutti, mi chiesi perché avessero avuto così tanta premura nel vedermi, però i miei dubbi furono chiariti subito quando mi dissero con voce ferma testuali parole ‘La camera è tua. Prima però devi sapere una cosa. Noi siamo tutti e tre gay. Se non sei interessata… mi dispiace di averti fatto fare un viaggio inutile…’ al che scoppiai a ridere. Non lo feci apposta ma mi sembrò una cosa strana e buffa. cercai di darmi un contegno e poi li guardai meglio. Da fuori non si direbbe ma se ci fai caso lo noti che sono omosessuali: Filippo aveva un aria molto curata e i suoi movimenti erano molto timidi e riservati, quasi femminili; Andrea indossava una sgargiante camicia rosa con un pullover blu abbinato benissimo; Tommaso invece sembrava in tutto e per tutto ad un etero ma da come parlava si evinceva quel tenero accento che hanno i gay.
Ovvio tutti questi particolari non li capii subito, mi ci vollero dei mesi per accorgermene.
Dopo che mi ricomposi spiegai a tre ragazzi rimasti a bocca aperta per la mia reazione che l’unica cosa che mi importava era di avere un tetto sopra la testa, senza sapere che di lì a poco quel tetto sarebbe diventato l’unica cosa che avrei veramente chiamato casa.

   
 
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