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Autore: Fluke    23/10/2016    0 recensioni
Di fronte alla prospettiva dell'esistenza di infiniti universi, ne immagino uno, più gentile, dove i personaggi la cui precoce departita mi ha strappato un pezzetto di cuore, sono destinati a vivere per molto, molto tempo. Ma cosa succede quando questi personaggi sfiorano l'universo originale, quello che li ha visti vittime di un destino non meritato?
Genere: Angst, Commedia, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Remus Lupin, Sirius Black, Un po' tutti | Coppie: James/Lily, Remus/Ninfadora
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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-Sto per morire.

Lily sussura quelle parole stringendo contro le labbra la nuca del figlio.

Sente l'odore dei suoi capelli, fini e morbidi e non può fare a meno di pensare al pomeriggio appena passato, James sulla vasca da bagno che gli faceva il bagnetto.

James...

Le lacrime iniziano a scorrerle liberamente sulle guance.

-Sto per morire. Sto per morire. Sto per morire.

È stato tutto inutile, alla fine.

L'Ordine della Fenice, la guerra, gli amici morti, i funerali di ragazzi troppo, troppo giovani per morire...

Le scale stanno scricchiolando.

...tutto il tempo trascorso in casa, nascosti come animali, a un passo dall'esaurimento nervoso...

A un tratto Lily si ricorda dell'Incanto Fidelius. Dell'unico modo in cui può essere infranto.

Un peso le sfonda lo stomaco.

"Peter. L'hanno preso. L'hanno torturato. È morto pure lui."

Harry strilla, spaventato quasi quanto lei dal rumore delle porte spalancate e sbattute. Lily si morde la lingua per evitare di singhiozzare e culla piano il figlio.

Sente che sta per crollare. Sta per lasciarsi prendere dal panico.

Peter. Morto.

I passi sono sempre più vicini.

James. Morto. Il cadavere dev'essere in salotto.

C'è silenzio, ora. I passi si sono fermati.

Lily trema come una bambina, e all'improvviso si sente bambina, perché ha così paura...sta morendo di paura e vuole la sua mamma e il suo papà che le dicano che andrà tutto bene, vuole Tunia che la abbracci...e James...

Perde un battito quando lo sente trafficare con la serratura.

Lily. Morta. Nel giro di un minuto.

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.

Lussemburgo, 2002

 

La signora finisce il proprio racconto con un respiro profondo, intrecciando le mani in grembo.

Nonostante ormai sia abituata a rivelare tutto quanto anche nei minimi dettagli, le ci vuole sempre un istante per recuperare totalmente il controllo.

Alza lo sguardo verso la giornalista, e nota con sorpresa che ha il volto sepolto tra le mani. Un tremito le scuote le spalle. 

-Mia cara?

La ragazza alza di scatto lo sguardo, rivolgendole uno sguardo sconvolto.

-Mi scusi, è sicura di sentirsi bene?

Lily non sa cosa rispondere. Si accorge solo in quel momento delle lacrime che minacciano di scenderle dal volto.

 

James inizia a tamburellare annoiato le dita sul tavolo. Lily potrebbe giurare che il motivetto è una canzone di Britney Spears, ma non è dell'umore per scherzarci sopra.

Entrambi sono seduti al tavolo della cucina, uno di fronte all'altro, in un silenzio dato dall'assenza di Harry (che fortunatamente passa il pomeriggio dal bambino dei Baldwin, Josh) e reso ancora più teso dal fatto che James non schioda nemmeno per un secondo lo sguardo dal volto di Lily, che tenta di ignorarlo giocherellando con la bustina di thé ancora immersa nella tazza.

-Sai, puoi anche chiuderti nel tuo sciopero della parola, ma come minimo potresti ringraziarmi per lo sforzo che ho fatto a preparare il thé.

-Hai messo dell'acqua in un pentolino, Potter.

-E se non l'avessi fatto, non avresti quel meraviglioso thé davanti agli occhi!

Lily rivolge uno sguardo seccato al marito prima di tornare a guardare la propria tazza, torva, cercando di cogliere il proprio riflesso.

Quasi sobbalza quando sente la mano di James coprire la sua.

-Com'è andata l'intervista?

Lei lo guarda un attimo, tentata di dirgli tutto. Finisce con l'alzare le spalle.

-Era con una sopravvissuta all'Olocausto, giusto?

-Non sono sicura di volerne parlare.

-Non penso tu abbia molta scelta, considerando che sei scoppiata a piangermi addosso non appena sei entrata a casa.

Lily sospira.

Non può parlarne. Non saprebbe neanche come farlo, senza sembrare un'idiota..

James le stringe la mano, incoraggiante.

-Okay, andiamo per gradi, va bene?

Lily alza le spalle, indifferente.

-Allora...oggi avevi la Grande Intervista per il tuo Primo Articolo Importante, giusto? 

Lily annuisce.

-Bene. Era una sopravvissuta all'Olocausto, da quello che mi ricordo. Conoscevi già la sua storia?

-Più o meno...ho letto un paio di articoli sul suo conto e basta.

-E lei si è arrabbiata?

Lily schiocca la lingua, irritata.

-Certo che no...mica sono andata senza sapere il suo nome, diamine...

-Sto andando per tentativi! Quindi...vi sedete e..cosa? Non le sono piaciute le domande?

-No, no...per quello, mi ha solo chiesto di lasciarle carta bianca...voleva parlare a ruota libera...

James sospira.

-Insomma, la tizia non è il problema.

Lily scuote la testa.

-Assolutamente. Lei è stata...fantastica. Sono io che...che...

Sbuffa, irritata, iniziando a ruotare nervosamente la tazza di thé che ha davanti agli occhi.

-Non...non lo so, okay? Non ho la più pallida idea di quello che è successo. Non so più nemmeno se il giornalismo è davvero il mio campo, James. C'è, l'ho dovuta salutare in tre secondi per poter scappare in bagno a piangere! Ti sembra...professionale? Normale?

James la fissa, serio.

-Dipende tutto da che tipo di storia ha appena ascoltato.

Aspetta un secondo prima di andare avanti.

-Di cosa avete parlato?

Lei fa un gesto con la mano, come a scacciare una mosca molesta.

-Un mucchio di cose... il periodo subito dopo le leggi razziali, il trasferimento nel ghetto, le retate dei nazisti..in una dei quali suo padre è stato ucciso. E poi...boh, altro.

-E suppongo che sia quell'altro ad averti scossa.

Lentamente Lily annuisce.

-È stato un aneddoto particolare. Dopo la morte di suo padre...qualche mese dopo, sono iniziati i primi sequestri, le prime deportazioni, e una notte hanno bussato alla loro porta. Volevano svuotare il ghetto una volta per tutte. Sua madre ha preso lei, insieme ai suoi due fratellini, e li ha nascosti tutti sotto il letto. Quando i nazisti sono entrati ha raccontato di essere la sorella della proprietaria della casa, che era scappata insieme ai figli qualche giorno prima. L'hanno interrotta a metà racconto sparandole in testa. Uno dei fratellini si è messo a gridare...a piangere, e i nazisti hanno trovato anche loro.

-E...li hanno deportati?

-Non quello che piangeva. Era troppo rumoroso e troppo piccolo. Hanno ucciso pure lui e hanno preso lei e il fratello di dodici anni.

James la guarda con gli occhi spalancati, passandosi una mano sulla bocca.

-Cristo...

-E da lì...diciamo che la storia non è migliorata, ecco. Ha voluto insistere sui particolari del viaggio in treno, sulle baracche del campo, sulle torture, sugli odori che c'erano...

Lily si passa stancamente una mano sugli occhi.

-Dio, James. Credevo di esserci, tanto era minuziosa. Era come se ci fossi stata...

Lui le stringe più forte le dita.

-E...per un attimo mi sono vista fare la stessa cosa...nascondere Harry, proteggerlo, senza poter fare affidamento su di te..ho sentito quel panico, James...

Non riesce a fermare le lacrime che iniziano a scorrerle sul viso.

-Va tutto bene, Lily.

-E..adesso c-capisci? Era la mia prima storia importante! La prima! E n-non riesco neanche a-ad assumere il controllo della situazione, dannazione...

James la lascia sfogare un po', poi si alza dalla sua sedia e si avvicina a lei.

La stringe forte contro di sé.

-Lily?

La voce di lei, tra la faccia premuta contro il petto di lui e il pianto, suona attutita.

-Mmh.

-Sei una giornalista fantastica, Lily. Davvero...i tuoi articoli sono delle bombe. Te lo giuro, e anche questo sarà una bomba, soprattutto perché ti sei lasciata prendere tanto...è solo stata una storia pesante, ed è la tua prima esperienza con qualcosa di questa portata. Ti ha toccata, è normale...insomma, sei umana! Mi sarei sorpreso se fossi rimasta indifferente!

Finito di parlare, si stacca da lei e le si inginocchia davanti.

-Sta di fatto che ora sei a casa. E passeremo una serata fantasticamente normale. Vado a riprendere Harry da casa di Josh, ordiniamo una pizza e poi ci guardiamo per l'ennesima volta Il Matrimonio del Mio Migliore Amico. E vedo di comprare un pacchetto gigante schifose patatine al formaggio che mi fanno dubitare del mio amore per te.

Di fronte all'espressione stoicamente drammatica di James, Lily non può fare a meno di sorridere.

Solo ora sente il peso della giornata alleggerirsi un po'.

Sente il sollievo di avere il marito accanto, la mano intrecciata alla sua.

Di avere la certezza di poter abbracciare Harry, non appena tornerà a casa.

Casa.

Per un attimo si sente gli occhi gonfiarsi ancora di lacrime.

Le ricaccia indietro con un respiro profondo, e preme con forza le proprie labbra su quelle del marito.

-Ti amo. 

-...se solo avessi saputo al liceo che Julia Roberts ti rendeva così zuccherosa, Evans..

Lei lo spinge bonariamente e lui ridacchia, perdendo per un attimo l'equilibro.

-Anch'io ti amo. Tanto. Tantissimo. Così tanto che a volte non riesco neanche a crederci.

Si rialza e le prende il viso, delicatamente. La osserva con uno sguardo serissimo, quasi critico.

-Certo che però sei davvero orrenda quando piangi.

Lei gli tira un pugno sulla coscia, senza riuscire a trattenere un ghigno.

  
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