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Autore: Shikayuki    24/10/2016    0 recensioni
Partecipante ad "Halloween Party - Contest di Scrittura - Edizione La Grande Zucca" a cura di Fanwriter.it!
Dal testo:
-La scuola vicino la nuova casa ha una squadra di pallavolo molto forte, potresti iscriverti lì!-
-Mmmm…-
Sua madre provava sempre a spronarlo, a convincerlo, ma Kei come sempre scivolava nella vita senza curarsene troppo. Si sarebbe segnato in quella scuola per comodità, non per altro. Forse si sarebbe iscritto nel club di pallavolo, giusto per passare tempo, non per altro. Giocava a pallavolo perché era alto, non per altro. Questo era il suo modo di vivere, o meglio il modo più semplice e lineare che conosceva per vivere.
[Shonen'ai] [KuroTsuki]
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kei Tsukishima, Tetsurou Kuroo
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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DISCLAIMER: purtroppo i personaggi e le ambientazioni non mi appartengono!

• Iniziativa: Questa storia partecipa al contest “Halloween Party – La Grande Zucca” a cura di “Fanwriter.it!”
• Numero Parole: 980
• Prompt/Traccia: 1. Luna rossa





Hands



Yamaguchi aveva pianto quando erano partiti con la macchina, Kei invece no. Kei non piangeva, piangere era per gli sfigati e per i deboli.
Non aveva preso troppo male quel trasferimento, sarebbero andati solo a Tokyo, se avesse voluto in poche ore sarebbe potuto tornare tranquillamente in quella cittadina dove era nato e cresciuto. Forse ogni tanto sarebbe potuto tornare a trovare Yamaguchi, quella presenza che pian piano aveva iniziato ad accettare, anzi, forse quasi ad apprezzare, anche se non lo esternava. Mai.
-La scuola vicino la nuova casa ha una squadra di pallavolo molto forte, potresti iscriverti lì!-
-Mmmm…-
Sua madre provava sempre a spronarlo, a convincerlo, ma Kei come sempre scivolava nella vita senza curarsene troppo. Si sarebbe segnato in quella scuola per comodità, non per altro. Forse si sarebbe iscritto nel club di pallavolo, giusto per passare tempo, non per altro. Giocava a pallavolo perché era alto, non per altro. Questo era il suo modo di vivere, o meglio il modo più semplice e lineare che conosceva per vivere.

In classe erano tutti curiosi del nuovo arrivato, talmente alto da sovrastare tutti quanti, forse solo ‘quello con il nome strano’ dell’altra sezione poteva tenergli testa ad altezza, ma Kei non lo aveva ancora incrociato e neanche ci teneva a farlo. Era silenzioso e non interagiva molto con i nuovi compagni, che comunque non si arrendevano e cercavano di fare amicizia, ignorando il suo carattere acido, prima o poi si sarebbero stufati e lo avrebbero lasciato in pace, o per lo meno così pensava Kei.
Una mano entrò nel suo campo visivo, mentre era impegnato a guardare annoiato fuori dalla finestra. Si voltò infastidito, riservando uno sguardo acido al disturbatore, magari così avrebbe capito di girare a largo. Un ragazzo alto e dai capelli neri acconciati in modo eccentrico gli stava sorridendo in modo felino.
Kei si tolse le cuffie malvolentieri: aveva l’impressione che quel ragazzo volesse proprio parlare con lui e non se ne sarebbe andato solo per uno sguardo storto.
-Ciao! Io sono Kuroo Tetsuroo, terzo anno e capitano del club di pallavolo, piacere!-
-Tsukishima Kei, primo anno.-
-Sei molto alto, ti andrebbe di unirti al club di pallavolo?-
-Ci penserò su, grazie.-
-Ermetico eh? Eppure mi sembra che tu sia un pallavolista!-
Kei neanche gli rispose, si limitò solo a guardarlo infastidito.
-L’ho capito dalle tue mani, sai?-
E così dicendo Kuroo gli prese una mano tra le sue e iniziò a tastargli palmo e polpastrelli. Kei in un primo momento era troppo stupito anche per reagire, ma poi si riprese e tirò via la mano, fulminando l’altro ragazzo con lo sguardo, arrossendo leggermente suo malgrado.
Il moro non si lasciò impressionare, anzi gli rivolse un ghigno un po’ sinistro.
-Allora ti aspetto alla fine delle lezioni, a dopo!-

Kuroo quel giorno lo aveva aspettato davvero alla fine delle lezioni ed ignorando la sua apatia ed i suoi sguardi glaciali lo aveva trascinato agli allenamenti, impedendogli poi in qualche modo di andare via, così Kei scivolò per l’ennesima volta attraverso la sua vita, ritrovandosi invischiato in qualcosa che lo lasciava assolutamente indifferente, per lo meno non finché questa decise di fare un altro passo avanti senza interpellarlo, intrecciando in modo indelebile il suo percorso con quello di Kuroo. Kei scivolò lentamente anche in quella situazione, quasi senza rendersene conto, per lo meno non finché si trovò per la prima volta le labbra di Kuroo sulle sue. Non aveva reagito bene quella volta, anche se qualcosa dentro di lui si era smosso. Qualcosa in positivo, qualcosa in negativo.
Da quando era alla Nekoma gli sembrava quasi di aver iniziato a respirare per la prima volta in vita sua, ed era stato proprio Kuroo a costringerlo a farlo. Con quella divisa rossa addosso era solo un primino molto alto, non troppo talentuoso. Alle medie era il contrario: la sua altezza gli garantiva il posto da titolare e tanto bastava, poi se giocava bene o male andava bene lo stesso. Alla Nekoma invece non funzionava così: lì anche i giocatori in panchina erano necessari, tutti si impegnavano e davano il massimo, anche quell’alzatore piccolino e costantemente distaccato, che sembrava quasi essere lì per caso, ed invece era assolutamente fondamentale.
Kuroo invece era diverso, Kuroo era realmente fondamentale per la squadra, era lui il cuore pulsante che faceva circolare il sangue e l’ossigeno che tanto gli piaceva nominare nel suo discorso d’incoraggiamento pre-partita che Kei trovava assolutamente stupido.
Pian piano aveva dovuto iniziare a prendere la pallavolo sul serio, ad allenarsi dando il massimo, a pensare attentamente ad ogni movimento, per non sprecare nulla. Non era mai stato uno che puntava alla vittoria ma odiava perdere, con tutto se stesso, e soprattutto non voleva essere secondo a nessuno, non più.
Lui, Kuroo e Lev erano diventati uno dei muri più alti e famosi in circolazione, erano arrivati lontano nei campionati nazionali e non avevano vinto veramente per poco. Kei era stato addirittura notato da uno scout per la nazionale giovanile ed aveva preso parte ad un campo apposito, uno dei pochi primini a parteciparvi, un vero onore.
Finalmente si sentiva vivo, eppure aveva iniziato a sentirsi felice solo da quando le labbra di Kuroo avevano iniziato a cercare con insistenza le sue dopo quella disastrosa prima volta, solo da quando quelle mani forti avevano iniziato a stringerlo possessive e lussuriose, mentre quella voce diventava bassa e vibrante.
-Sei la mia Luna, Kei… la mia Luna Rossa.-
Kei era sempre scivolato attraverso la sua vita, ma da quando Kuroo era al suo fianco aveva iniziato a prenderne il comando, a muoversi con le sue gambe, prima adagio e poi sempre più deciso. Non era più facile come prima, ma era giusto, sentiva che era così. Kuroo era diventato il suo punto fisso e Kei non poteva far altro che gravitare intorno a lui, proprio come la Luna intorno alla Terra.



Schecter's corner: Ciao a tutti! Prima volta in questo fandom e parto subito con una delle coppie che shippo meno (vorrei precisare però che non faccio torto a nessuno e in questo contest, da parte mia, ne vedrete di ship per tutti i gusti <3), mamma mia che controsenso vivente! ^^" Comunque, spero che vi sia piaciuta e che se magari state leggendo questo, avete deciso di dedicarmi un po' del vostro tempo e leggere il delirio qui sopra fino in fondo. Beh, in tal caso grazie mille di cuore <3 Se volete magari lasciare un commento siete ben accetti, le critiche costruttive sono il pane quotidiano per me <3

  
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