Storie originali > Storico
Segui la storia  |       
Autore: Emilia Zep    24/10/2016    1 recensioni
Plymouth 1715, il mercante Edward Knightley torna da un viaggio nel Nuovo Mondo riportando con sè, oltre al carico di zucchero, una ragazza misteriosa che ha chiesto soccorso alla sua nave...
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Epoca moderna (1492/1789)
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

“Ah!” sorrise miss Dougal dopo un breve momento di esitazione e lanciò un’occhiata divertita alla spada di legno che Peter aveva sguainato contro di lei “Devo quindi presumere che voi siate…”
Guardai mio fratello con una punta d’ansia e mi chiesi se sarebbe andato avanti
“Il Capitano Jack Pugno di Ferro, terrore dei sette mari “continuò Peter con decisione
“Però!” commentò Elinor con una punta di ironia
“E adesso attaccherò la tua nave!” proseguì Peter. Gli lanciai un’occhiata come a dirgli che ora stava davvero esagerando “Non hai scampo!” Gridò brandendo la spada di legno  “All’arrembaggio all’arrembaggio!”
Elinor raccolse un’altra spada di legno dalla cesta dei giochi e sorrise “Non credere che io ammaini la bandiera, pivello!” Disse provocatoria “Darò ordine ai miei uomini di resistere all’abbordaggio!”
Mio fratello rimase spiazzato “Voi siete….”
“Il Capitano Johnson al vostro servizio, orgoglio della marina mercantile britannica. Vi darò filo da torcere, signor Pugno di Ferro!”
“Nessuno può battere il Capitano Jack Pugno di Ferro!” gridò mio fratello e le si fece incontro con la sua spada di legno. Miss Dougal, con apparente noncuranza, parò il colpo e, quasi pigramente, con tre mosse veloci, disarmò Peter che si ritrovò entrambe le spade puntate alla gola.
“Ehi” gli disse un po’ sorpresa  “Devi imparare meglio, sai?”
Mio fratello restò interdetto “Ed ora?” chiese
Miss Dougal lo guardò dritto negli occhi con un sorrisetto “Ed ora ti puoi scordare il mio bottino,” rispose beffarda. Poi di colpo assunse un’aria lugubre, quasi volesse spaventarlo davvero “ Ora verrai con me in Inghilterra dove sarai impiccato di fronte alla folla esultante perché tu sia di monito a tutti i cani rognosi come te!”
Le vidi qualcosa di oscuro negli occhi e di vendicativo, mentre lo disse. Certamente, per qualche strana ragione, sembrava si divertisse a turbarci. Un attimo dopo era già tornata allegra “Non oggi però” aggiunse sorridendo e, con un lancio, restituì la spada a mio fratello  “ Facciamo che ti insegno a tirare di spada un po’meglio e poi magari ritentiamo quest’abbordaggio, che ne dici?”
Poi guardò verso di me. “E tu?” mi chiese “Come te la cavi?” La domanda mi irritò. Era ovvio che non avessi mai , maneggiato una spada, perché mai avrei dovuto? Eppure quel modo di chiederlo mi aveva quasi fatto sentire manchevole.
“Non ho mai provato” mormorai infastidita
“Molto bene!” Esclamò “Si vede che insegnerò anche a te, altrimenti potrai fare solo l’ostaggio, il che, ti assicuro, non è una parte granché divertente.” mi guardò complice “ Non preoccuparti” disse “ Per come è messo Peter, non ti ci vorrà poi molto a raggiungerlo”
Mio fratello parve punto nell’orgoglio. Da almeno un anno mio padre gli faceva prendere lezioni di scherma dal signor Morris, cosa di cui, a dirla tutta, Peter non faceva che vantarsi.
“Capitano Jack Pugno di Ferro,” gli disse Miss Dougal risoluta ”Siete contento? Avete un primo elemento per il  vostro equipaggio!”
“Non voglio una femmina sulla mia nave!” Protestò Peter con veemenza “Non se ne parla proprio! Portano sfortuna e guai!”. Mi sentii tradita. Era ancora visibilmente offeso e si stava rifacendo su di me.
Elinor alzò le spalle “Meglio così!” rispose senza scomporsi “ Martha sarà dalla mia parte, mi farà da secondo. Così saremo due contro uno!” 
Miss Dougal si mise davvero ad allenarci alla spada, un’ora al giorno nella camera dei giochi. E sebbene avesse i soliti modi scanzonati si dimostrò molto precisa e professionale. Ci faceva provare e riprovare, non facendoci passare nessun errore, insegnandoci trucchi virtuosi, come se davvero non avessimo in mano armi di legno ma sciabole vere e proprie. Con me era particolarmente paziente e incoraggiante mentre si divertiva alle volte a stuzzicare Peter che doveva sembrarle estremamente comico quando tendeva a impermalirsi.
Sia io che mio fratello non facevamo che osservarla stupiti.
“Miss Dougal come avete imparato a tirare di scherma così bene?” 
 “Mi ha insegnato mio padre”  
La risposta ci sembrò ancora più bizzarra “E perché mai?”
Alzò le spalle con noncuranza “Chissà, forse pensava che nella vita non si potesse mai sapere.” Ripose  “ E in effetti “ Aggiunse poi guardandoci negli occhi e riprendendo quell’aria di chi sembra godere nel provocare turbamento “Come pensate che abbia fatto, dopotutto, a scappare dai pirati?”
Trattenemmo il respiro. Finalmente l’aveva detto. Potevamo chiederle tutto ciò che avevamo sempre desiderato. E invece ci riuscì solamente di balbettare “Ma quindi miss Dougal… è proprio vero che voi… i pirati…?”
“Oh sì”
“E… e com’è stato…?”
Elinor fece una smorfia indecifrabile “Ho visto cose” disse lentamente “che vi farebbero tremare le vene ai polsi al solo sentirle”. Mi sentii rabbrividire e mi chiesi se quella specie di divertimento che sembrava avere nello spaventarci non fosse un suo modo di vendicarsi delle violenze che aveva subito in quei giorni di prigionia. Poi scoppiò a ridere, come a mettere in dubbio la serietà di quanto aveva appena detto. Il suo sguardo si fece riflessivo “Noioso” disse scrollando le spalle “E lungo. Molto lungo.”

***

Per giorni non riuscii a capacitarmi di non essere stata in grado di chiedere altro, proprio quando l’occasione si era presentata. Ma contro ogni mia aspettativa l’argomento fu riproposto alla presenza di tutta la famiglia, al pranzo della domenica successiva.  Avevamo diversi ospiti e la signora Williams aveva appena fatto servire il pasticcio di vitello. Il signor Peterson, un fornitore marittimo in affari con nostro padre, sedeva accanto a sua moglie Henriette, una donna lunga e spigolosa quasi quanto lui era tondeggiante. Il Capitano Wilkinson, comandante dell’Amelia era stato invitato insieme a Jasper Really, il suo giovane secondo, mentre un altro paio di ospiti ci avrebbero raggiunti nel pomeriggio.
“E così siete stato nelle Indie anche voi, signor Knigthley” chiese Henriette a mio padre
“Sì, finalmente mi sono deciso!” rispose ridendo “E se fino a poco tempo fa pensavo che il mio zucchero arrivasse direttamente dal mare, ora posso giurare che non è così!”
“Avrete condotto dei buoni affari, immagino” commentò il signor Peterson
“Sì, non c’è male, non c’è male.  Mio fratello Robert mi ha messo in contatto con dei piantatori in Giamaica”
“E il viaggio è andato bene?” si interessò Henriette
“Ottimamente” Intervenne il capitano Wilkinson “Uno dei migliori dell’anno, per quanto mi riguarda”
Miss Dougal alzò gli occhi dal piatto “Dite davvero?” chiese sorpresa
Il capitano Wilkinson la guardò con stupore “Ma certo signorina Dougal… non potreste affermare altrettanto? I venti erano favorevoli, il tempo per lo più clemente  …”
 “Abbiamo perso sei uomini.”
Il capitano Wilkinson parve interdetto “Gli incidenti in marina sono frequenti, miss Dougal” rispose ruvidamente “Sono cose che mettiamo in conto.”
“Sì ma sei uomini su sedici, considerando che il tempo è stato clemente, non vi sembra un’enorme sciagura?”
“Immagino che la vostra sensibilità femminile non sia avvezza a questo genere di cose”
“Quasi sette, contando che il signor Hobbes se l’è vista brutta” rifletté Elinor
“Chi, prego?” chiese sbrigativo il capitano Wilkinson
“Il nuovo mozzo, capitano.” Intervenne con stupore Jasper Really
“Sì” gli si rivolse Elinor “Il ragazzino. Non si chiama Hobbes?”
“Si, certo… so bene chi è Jimmy Hobbes” rispose Really titubante “Ma mi stupisce che lo sappiate voi, miss Dougal”
“Siamo stati sulla stessa nave per quasi dieci settimane!” Ribatté Elinor “Mi sembrava non si reggesse in piedi per la febbre quando ha cominciato a salire sull’albero di maestra, riusciva a stento a tenersi  alla grisella…”
“Un tragico incidente.” Tagliò corto Wilkinson “Siamo tutti addolorati per il signor Hobbes”
“Certo, immagino” Sorrise Elinor “Col maltempo che c’era e i pochi uomini rimasti, non avreste potuto mandare nessun altro. Ecco, forse se il signor Owen non fosse stato trattato così duramente….”
 Wilkinson la scrutò con fastidio “Il signor Owen aveva rubato, Miss Dougal.” Disse risoluto “Com’è giusto che sia è stato punito. ”
 “Mezza galletta. Aveva rubato mezza galletta!” protestò Elinor
“Non credete che il furto vada punito?”
“Certamente, signor Wilkinson, nella maniera più assoluta. Ma la fame è una brutta bestia.”
Il capitano scosse la testa “Ah le donne!” Borbottò “Il mare non è certo luogo di banchetti, miss Dougal.  Bisogna abituarsi a durezza e restrizioni.”
Nostro padre sorrise “E’ una battaglia persa!” Scherzò “Se lo lasci dire da me che ho tre ragazze in casa, la disciplina non fa per loro!”
“E nemmeno le restrizioni” Ridacchiò il signor Peterson che pure aveva una figlia dell’età di Marianne “C’è sempre qualche cuffietta all’ultima moda senza la quale non possono vivere!”
“O forse” Intervenne il signor Really con tatto “ Miss Dougal ha dovuto assistere a fin troppa violenza ultimamente e non ha più pazienza di sopportarne altra.”
Marianne lanciò un’occhiata eloquente a Elinor. Il fatto che il signor Really avesse pubblicamente preso le sue difese era cosa di cui prendere nota immediatamente.
“Abbiamo saputo della vostra disavventura, Miss Dougal”  esordì  Peterson  dopo un momento di silenzio “Il signor Knightley ci ha detto che la nave su cui viaggiavate è stata catturata dal Capitano Hawke.”
Nostra madre diede un colpo di tosse.
Elinor guardò Peterson tranquillamente “Sì, “ disse “proprio così”
“Avrete assistito a terribili abomini” Considerò Henriette con apprensione
“Nella norma, immagino” rispose Miss Dougal
“Avete visto morire molta gente?” intervenne Catherine, aprendo bocca per la prima volta da che era cominciato il pranzo.
Il signor Peterson e il capitano Wilkinson si voltarono verso di lei, come accorgendosi della sua esistenza solo allora. Nostra madre diede un altro colpo di tosse e le lanciò un’occhiataccia.
“ Durante l’abbordaggio sì.” le rispose cordialmente Elinor “Ma la battaglia non è durata a lungo. I nostri uomini si sono arresi quasi subito. Non credo avessero tanta voglia di resistere, in fin dei conti”
“Certo” Bofonchiò il capitano Wilkinson scuotendo la testa “Cos’avevano da perdere?”
“E poi?” Chiese Marianne, sentendosi legittimata dall’intervento di Catherine “Cos’è successo quando vi siete arresi?”
Elinor scrollò le spalle “Nulla. Hanno giustiziato il capitano.” Rispose seccamente.
Tutti la guardammo in silenzio.
Nostra madre si passò una mano tra i capelli “Pover uomo” mormorò.
“E degli altri?” Chiese ancora Catherine “Cosa ne è stato?”
Miss Dougal prese un sorso d’acqua “Alcuni si sono uniti agli uomini di Hawke, i restanti sono stati abbandonati sulle scialuppe.” disse senza particolare enfasi “ Dovrebbero essersela cavata.” mormorò poi, come riflettendo tra sé “Non eravamo così lontani dalla costa”
Il signor Peterson rabbrividì “Destino terribile” mormorò scuotendo la testa “ Che Dio abbia avuto pietà di loro”
 Annuimmo in silenzio.
“Come l’hanno ammazzato?” Irruppe il Capitano Wilkinson “In che modo hanno ucciso il comandante?”
“Un colpo di pistola.” Rispose Miss Dougal guardandolo negli occhi “ Nulla di più. Credo avessero fretta, sembrava volessero ripartire al più presto.”
 “E se invece avessero avuto tempo” Incalzò Catherine “Cosa pensate miss Dougal, l’avrebbero torturato?”
Elinor la guardò incuriosita “Probabile” rispose piano.
Il signor Peterson sospirò “Ci sono arrivate storie tremende sul Capitano Hawke.  Sta diventando un flagello, solo nell’ultimo anno pare che abbia depredato più di quaranta navi. Oltre che efferato deve essere un uomo estremamente dissoluto. Si dice che abbia addirittura l’abitudine di tenere delle prostitute a bordo della sua nave!”
Il capitano Wilkinson scosse la testa “E’ così miss Dougal?”
 Elinor annuì “C’erano in effetti delle prostitute a bordo, sì.” Confermò  “Circa cinque o sei, mi è parso di constatare. Erano loro a portarmi abiti puliti o un po’ d’acqua per lavarmi, quando ero prigioniera.”
“Da non credere” Mormorò nostro padre
“Il capitano Pall, lo conoscete?” Chiese Peterson.  Really e Wilkinson fecero segno di sì mentre miss Dougal si versava un altro bicchiere d’acqua.
“E’ stato preso in ostaggio da Hawke dopo che la sua nave è stata catturata. ”
Elinor alzò lo sguardo
“Pall dice che è un gigante” Continuò Peterson “ Alto più di due metri, con la barba nera e ispida come quella del diavolo.”
Miss Dougal fece una strana espressione “Il signor Pall ve l’ha dipinto così?”
“Non vi trovate d’accordo?” Chiese Henriette
“Be’…” Elinor esitò “Ecco, non l’avrei descritto allo stesso modo, forse” rispose “Se devo essere sincera, mi è parso, invece, un uomo piuttosto ordinario. Ma è anche vero che non ho avuto a che fare con lui molto spesso durante la mia prigionia.” Aggiunse
 
“Miss Dougal” Si fece avanti il signor Really dopo aver lanciato un’occhiata rapida a nostro padre “Non so se il signor Knightley ve l’ha già accennato, ma nel pomeriggio ci raggiungerà il capitano Allen.”
Elinor sbatté le palpebre “Allen?” ripeté
“Sì, John Allen” Spiegò nostro padre “Comanda la Ecuba, una nave della Marina di Sua Maestà.”
“John è un mio buon amico da anni.” Proseguì Jasper Really “E si da’ il caso che da qualche mese abbia proprio l’ordine di inseguire e neutralizzare la nave del Capitano Hawke.”
“Capisco”
“ Nell’invitarlo qui oggi, sia io che il signor Knightley ci auguravamo che aveste voglia di rispondere a qualche domanda. Sapete, qualsiasi informazione su quanto avete visto o udito su quella nave potrebbe rivelarsi estremamente utile per lui e rendere un servizio importante alla marina. Sempre che questo non sia per voi troppo gravoso.”
“Assolutamente.” Rispose Elinor “Per quel che posso, collaborerò più che volentieri.”
Jasper Really sorrise “Avete visto?” Disse rivolto a papà “Non c’era motivo di preoccuparsi”
Nell’attesa ci spostammo in salotto. Marianne fu invitata a suonare il piano e intonare una romanza. Tutti dicevano che mia sorella avesse un vero talento per la musica. Le sue dita viaggiavano sul piano con sicura agilità e nel cantare aveva una voce particolarissima, melodiosa ma anche graffiante, che, come sempre, era riuscita in un attimo a catalizzare l’attenzione degli ascoltatori. Jasper Really approfittò del momento  per avvicinarsi a miss Dougal. A parte me, che ero più interessata alla loro conversazione che al bel canto, erano tutti rapiti dall’esibizione di mia sorella. “E così avete preso a cuore Jimmy Hobbes?” Gli sentii dire mentre si sedeva accanto ad Elinor.
Lei fece un gesto con la mano “Be’, ditemi quello che volete ma io un ragazzino in preda ai deliri della febbre non l’avrei mandato al controvelaccio con la pioggia e quel vento. Senza contare che era la sua prima manovra alle vele.”
Jasper la guardò pensoso, senza dire nulla.
“E tutto perché non c’erano più gabbieri.” proseguì Elinor animata “Ci sarebbe stato Owen, peccato si fosse esagerato con le frustate e l’infezione lo avesse ucciso il giorno prima. Che morte stupida, per una galletta! Io capisco disciplina e restrizioni ma non mi pare che né voi né io, né tantomeno il Capitano Wilkinson  fossimo soliti patire la fame a bordo.”
Jasper Really annuì guardando in basso “Vorrei potermi appellare alla vostra ignoranza sulla vita marinara” sospirò “e dirvi che non sapete di cosa parlate, ma devo ammettere che c’è una parte di me che non riesce a non darvi ragione.”
 “Un’altra parola” lo ammonì Elinor con ironia “E potreste finire ai ferri per insubordinazione.”
Jasper accennò un sorriso
“Be’, forse ” proseguì miss Dougal “ Quando vi toccherà di diventare capitano, c’è speranza che  almeno voi sarete un tipo onesto.”
Jasper Really sorrise  “Me lo auguro “ sospirò.  “Come sapevate” Chiese poi “Che quella dell’incidente era la prima manovra di Jimmy?”
“Parlavamo spesso, mi era molto simpatico.”
“Devono piacervi i ragazzi!” Commentò Really incuriosito “La signora Knightley mi ha detto che vi dedicate molto a Martha e Peter”
Elinor lanciò un’occhiata complice nella mia direzione “Già non sono male i ragazzi Knightley!” Esclamò scherzosa “E anche Jimmy sapeva il fatto suo” Disse poi  “Mi faceva un po’ tenerezza però. Era terrorizzato, la vittima preferita del nostromo” Ridacchiò “Ormai gli allungava qualche frustata senza neanche guardare se per caso ne avesse fatta una giusta!”
“Se ripenso al mio primo viaggio” considerò Really “Devo ammettere che fu terribile.”
“Eravate molto giovane?”
“Quattordici anni. Allora mi imbarcai come mozzo su un mercantile. Poi quando ebbi racimolato abbastanza soldi entrai in marina come allievo ufficiale. E’ lì che conobbi John Allen.”
“E cosa ci fate allora sull’Amelia?”
“La marina militare non faceva per me, temo. Amavo il mare ma non molto la guerra.” disse“ Non che la vita sui mercantili sia poi  tanto pacifica” Aggiunse con un sospiro “come avrete potuto notare.”
“Vi siete imbarcato per scelta o per necessità?”
“Un po’ tutte e due. Credo volessi andare il più lontano possibile da dove vivevo.”
Elinor lo fissò con aria interrogativa ma Really non aggiunse altro.
  “Sapete com’è stato reclutato  Jimmy Hobbes?” gli chiese poi
Jasper scosse la testa
“Due uomini a Bristol l’hanno attirato in un pub con la promessa di non so quale lavoro, l’hanno stordito col rum e in stato di incoscienza gli hanno fatto firmare un contratto in cui si impegnava a prestare servizio sull’Amelia per tre anni a titolo gratuito.”
Really annuì gravemente “So che questa pratica è molto diffusa. Ma spesso né i capitani né gli armatori sanno davvero come vengono reclutati i propri marinai.”
“Dovrebbero informarsi meglio, allora, circa i reclutatori che assumono.” Ribatté Elinor “O forse fare finta di non vedere è più conveniente per loro.”
Mi chiesi se mio padre fosse a conoscenza di tutto questo, se immaginasse che sulle sue navi lavorassero ragazzini imbarcati con l’inganno e in condizioni di schiavitù. Certamente non ne aveva idea, mi dissi.
“Non credo che Jimmy vedrà mai la sua paga” riflettè Elinor “Nelle condizioni in cui è non riuscirà certo a portare a termine i tre anni sull’Amelia. Mi chiedo se riprenderà mai a camminare…”
Jasper restò in silenzio “Avete uno spiccato spirito d’osservazione, miss Dougal” Le disse “Sembra non sfuggirvi nulla. Per questo ho insistito con il signor Knightley per presentarvi John. La signora Knightley , in particolare, era molto preoccupata sull’effetto che avrebbe potuto  farvi il rivangare certi fatti ma mi sembrate molto più forte di quello che pensano.”
Elinor sorrise “I signori Knightley sono molto premurosi” spiegò “Ma a volte mi trattano un po’  come fossi malata.” Guardò Really con aria complice “ Non diteglielo però” sussurrò sorridendo.
“Sarò una tomba!” Rise Really, mentre uno scroscio di applausi segnava la fine della canzone di mia sorella.
                                                                                         ***
Il Capitano Allen si presentò verso le cinque del pomeriggio. Era un uomo robusto e vigoroso ma dal portamento lievemente goffo.  Insieme a lui c’era il dottor O’Malley, un irlandese dall’aria stravagante che prestava servizio sulla sua nave come medico di bordo. Jasper Really salutò entrambi con molta confidenza e notai tra loro un modo di scherzare e punzecchiarsi che me li fece sembrare tre vecchi amici d’infanzia.
Allen non perse troppo tempo in convenevoli. Non appena gli venne presentata Miss Dougal si sedette sulla poltroncina di fronte a lei con una certa aspettativa “Jasper mi ha detto che siete stata prigioniera della New Morning ” Le disse sbrigativo “Avrei alcune domande da porvi, se avrete voglia di rispondermi”
“Ma certo” Rispose Elinor “Chiedetemi pure tutto ciò che volete”
Allen esitò brevemente “Parlatemi di lui” esordì con una lieve attesa nella voce “Morgan Hawke” proseguì “Com’è? Che tipo d’uomo vi è parso?”
“Morgan Hawke” Ripeté miss Dougal
“ Sì, il comandate della New Morning. Ci avrete avuto a che fare, immagino.”
“Be’” rispose Elinor “Come dicevo anche al signor Peterson ho interagito col Capitano Hawke molto poco. Per lo più l’ho visto agire da lontano o ne ho sentito parlare. Mi ha rivolto la parola in una sola occasione, proprio all’inizio del mio sequestro. Un discorso di rito, immagino ‘ Sono Morgan Hawke, capitano della nave. Vi informo che siete un ostaggio di questo equipaggio. Il prezzo del vostro riscatto è tot., è necessario che scriviate qui ed ora una lettera ai vostri parenti più prossimi’. Cose del genere, insomma. Abbiamo anche discusso, a pensarci bene.”
“Discusso, miss Dougal?”
“Sì” rispose Elinor con una punta di fastidio “Non voleva credere che mio padre fosse morto e che non avessi  la più  pallida idea di dove andare a cercare mio zio Ben una volta arrivata in Inghilterra”
“Era vero?”
“Certo che era vero ma non ci credeva. Continuava a dire che non aveva senso che avessi intenzione di attraversare l’oceano per cercare qualcuno di cui non avevo più notizie da anni.  Ecco, se dovessi definirlo in qualche modo direi che era estremamente ostinato.”
John Allen annuì “Sì, questo lo potrei dire anch’io, pur non conoscendolo.” Sorrise “ E lui come  ha reagito alle vostre argomentazioni?”
“Con minacce verbali di vario genere”
“Del tipo?”
“Ha enumerato tutte le cose terribili che mi avrebbe fatto se non mi fossi decisa a collaborare. I dettagli ve li risparmio.”
“E diceva il vero?”
“Be’, non ho voluto appurare, a dirla tutta.” Rispose Elinor “A un certo punto ho pensato fosse più utile fargli credere che avessi un valore economico e così ho acconsentito a scrivere una lettera a mio padre ed una allo zio Ben, inventando l’indirizzo. ”
“E se l’è bevuta?”
“Desiderava proprio bersela, temo. Io avevo provato ad avvertirlo ma non c’era stato verso.”
Allen scosse la testa con mezzo sorriso “E com’è fatto?” Incalzò “E’ giovane?”
“Sui trenta al massimo, direi.”
“Come pensavo” mormorò lanciando un’occhiata al dottor O’Malley “Sarà il figlio, vedrai”
“Il figlio?” chiese Elinor
“La New Morning” spiegò Allen “Ha terrorizzato il mar dei caraibi per molto tempo, in passato. Da qualche anno se ne erano perse le tracce, fino a quando è tornata ad essere operativa ai comandi di Morgan Hawke. Ma, tempo addietro, il suo storico comandante era un pirata conosciuto come White Shark Francis e il cui vero nome era appunto Francis Hawke.”
“Morgan Hawke sarebbe il figlio di White Shark Francis?” Domandò Elinor stupita
“Ne avete sentito parlare?” chiese O’ Malley
“Altroché! Era molto conosciuto da noi, quasi si nominava per spaventare i bambini quando disobbedivano”
Peter ed io, che fino ad allora avevamo ascoltato fingendo di giocare tra di noi,  ci scambiammo un’occhiata eccitata.
“Be’” disse Allen “Non mi stupisce. Per un lungo periodo si era diffusa la voce che facesse un’orribile traffico di bambine. Diversi testimoni hanno raccontato di aver visto sulla New Morning delle prigioniere di appena otto o nove anni”
“Orribile” Commentò Elinor
“Si orribile” Intervenne il dottor O’Malley “Soprattutto perché le bambine in questione avevano la pelle bianca. Ma su ciò che facciamo noi, in tutta legalità, con prigioniere della stessa età provenienti dall’Africa,  purtroppo nessuno ha da dire altrettanto.” borbottò
“Cosa c’entra ora, Patrick?” Protestò Allen “Non è questo il momento.”
O’ Malley scrollò le spalle “Credevo stessimo parlando di traffici orribili”
Elinor gli lanciò un’occhiata incuriosita.
“Comunque sì,” Riprese Allen “Penso che potrebbe essere suo figlio o magari un parente. O, forse, potrebbe trattarsi di un falso nome scelto per omaggiare il precedente capitano. Non sono pochi i pirati che si fanno chiamare in modo diverso da come sono stati battezzati.”
“Oppure potremmo essere di fronte ad un increscioso caso di omonimia!” Propose O’ Malley con una nota ironica
“Già” ribatté Allen “E’ possibile. Ma ditemi altro, miss Dougal. Che tipo vi è parso? Com’è fatto?”
Elinor lo guardò divertita “Capelli neri, qualche anello alle orecchie, altezza media. Abbigliamento semplice.”
“Vi è sembrato un uomo istruito?”
Miss Dougal sorrise “Siete molto interessato ai dettagli sulla sua persona” notò “Volete sapere anche cosa mangia a colazione, signor Allen?” disse scherzando “Quello credo di potervelo dire, visto che sulla New Morning ci tenevano molto ad assicurare le stesse razioni a tutti, quindi immagino fosse lo stesso che davano a me!”
Allen sorrise “Vedete Miss Dougal” Spiegò “Sono stato alle calcagna di Morgan Hawke per più di tre mesi e ogni volta è riuscito a sorprendermi. E’ un marinaio straordinario” Aggiunse con una strana mistura di ammirazione e stizza “Quando penso di stargli dando la caccia di colpo mi accorgo che è lui che sta inseguendo me. La sua nave compare all’improvviso, come un vascello fantasma. L’ultima volta è sbucato dalla nebbia e ci ha fatto fuori trinchetto e bompresso con poche cannonate, è stato incredibile. La nostra nave è più grande e meglio equipaggiata, i nostri uomini sono soldati del re. Eppure lui la spunta sempre.”
Elinor lo studiò “Signor Allen” insinuò con un sorriso “Se non sapessi che siete un fedele servitore della corona, direi quasi che questo Morgan Hawke eserciti su di voi un discreto fascino”
“Lo esercita, altroché!” Esclamò O’ Malley divertito “Dopo l’ultimo scontro gli stavo ancora medicando le ferite e non faceva che ripetermi ‘Quanto è bravo! Quanto è bravo!’”
“Perché lo è!” Si giustificò Allen con veemenza “Diavolo, se lo è!”
“Be’, se può consolarvi” Gli disse miss Dougal “Anche sulla New Morning si parlava molto di voi. Vi maledicevano spesso, signor Allen, credo gli abbiate dato notevole filo da torcere.  Tra l’altro penso di dover ringraziare la vostra presenza se sono riuscita a scappare. E’ stato per non perdere tempo nella fuga che Hawke ha deciso di non attaccare l’Amelia, quando è stata avvistata. Allo stesso modo non ha cercato di tornare indietro a riprendermi, dopo che sono scappata.”
“Perdonatemi miss Dougal” la interruppe Allen “Ma come siete riuscita a fuggire da lì?”
Finalmente glielo stava chiedendo, diedi una gomitata a Peter e mi feci tutt’orecchi.
“Ho avuto fortuna” Ammise Elinor “Una sera avevano ecceduto col tenersi allegri a forza di grog e violini. Dal mio alloggio ho sentito musica fino a tardi. Sapete, nel tempo ero entrata nelle simpatie della mia sentinella, non mi ero mai ribellata e spesso giocavamo a dadi di nascosto - a bordo era vietato. Credo avesse voglia di festeggiare anche lui quella notte, e così quando gli ho proposto di prendere un po’ di grog anche per noi non se l’è lasciato ripetere. E’ andato a prenderlo come un bambino che sta per fare una marachella e, quand’è tornato, pian piano l’ho indotto a ubriacarsi. E’ caduto addormentato come un sasso.  In coperta ho trovato una situazione estremamente favorevole. Due dei marinai di quarto erano ubriachi fradici, un altro faceva parte della ciurma della Victory. Gli ho dato delle monete d’oro che ero riuscita a conservare nascoste nello chignon e mi ha aiutato a calare la scialuppa senza dire una parola.  Non ho idea di come se la siano cavata il giorno dopo, tutti e tre.”
“Non oso immaginare” Commentò Allen
Io non potevo crederci. La mirabolante fuga di Elinor Dougal si riduceva a qualche pirata ubriaco ed uno corrotto? Cercai con lo sguardo la complicità di Peter ma lo vidi tutto preso dal racconto, come nulla fosse.
“In che modo sapevate come raggiungere l’Amelia?” chiese Allen
“Come vi dicevo, l’Amelia era stata avvistata quella mattina ma Hawke aveva deciso di non attaccarla, temendo che voi poteste raggiungerlo. Avevo sentito la mia sentinella lamentarsi con un altro marinaio sul fatto che la decisione non fosse stata messa ai voti. Avevano discusso animatamente sulla questione e nel parlane hanno nominato la posizione dell’Amelia, anche se, devo ammettere, ho vogato piuttosto a casaccio.  Ho avuto davvero fortuna, avrei potuto finire chissà dove e morire dispersa in mare aperto.”
“Dopo quanto l’avete raggiunta?”
“Un giorno e mezzo, credo”
“Perdonatemi se sono indiscreto” domandò Allen “Ma avete subito torture, o sevizie di qualche genere sulla New Morning?”
Elinor scosse la testa “Sono stata trattata con molta civiltà. Ero relegata in una cabina e avevo contatti con poche persone ma nessuno mi ha fatto del male.”
“Vi nutrivano a sufficienza?” Si informò O’Malley
“Sì, credo mi dessero le stesse razioni che destinavano a tutti gli altri.”
“E allora come mai” Chiese Allen “Avete deciso di rischiare una fuga così avventata?”
“Vedete” Spiegò Miss Dougal “Credo che mi trattassero bene perché pensavano di guadagnare meglio restituendomi in buone condizioni. Ma quando avrebbero scoperto che era tutto un bluff e che non c’era nessuno interessato a riscattarmi, cosa sarebbe accaduto? A un certo punto ho cominciato a percepire del malcontento e della sfiducia rispetto all’investimento su di me. Ho orecchiato discorsi, notato atteggiamenti diversi nei miei confronti e ho avuto paura.  Quando ho sentito che c’era una nave inglese così vicina, ho pensato che forse un’occasione del genere non mi sarebbe più capitata e Dio solo sa cosa avrebbero fatto di me, una volta compreso che non sarei stata loro di nessuna utilità”
John Allen annuì “Capisco” disse “Siete molto perspicace, miss Dougal, Jasper me l’aveva detto. Avete per caso intuito altro, in quel periodo, orecchiando discorsi? In che direzione stavate andando, per esempio, o informazioni sulla nave, punti deboli…”
“Be’ la nave è una corvetta,  ma questo l’avrete visto da voi, immagino…”
“Certo” sorrise Allen “Vedo che ve ne intendete però!”
Elinor alzò le spalle “Sono cresciuta su un’isola” spiegò “Vedo e sento parlare di navi da quando ero in fasce, so riconoscere le più comuni”
“Beata voi!” Scherzò il dottor O’Malley “A me sembrano tutte uguali!”
Allen alzò gli occhi al cielo. “E la vostra?” Chiese Elinor  
“Patrick vuoi rispondere tu?” lo prese in giro Allen
“Be’… ha uno scafo, tre alberi…” Rise ‘O Malley
“Un’insuperabile fregata da guerra!” Spiegò John Allen con un certo orgoglio
 Elinor rise “Quanti cannoni?”
“Trentasei” Rispose Allen “E la New Morning?”
“Ventidue, oserei dire.”
“Lo sapevo!” Esclamò Allen “Non sembra ma è così. Hanno dei pezzi da caccia a prua, vero?”
“Credo che abbiate ragione.”
“Punti deboli?”
Elinor sospirò “Ve l’ho detto, sono stata la maggior parte del tempo in cabina, non mi sono guardata molto in giro. Però ho sentito più volte dire che c’era qualche problema alle pompe di sentina o qualcosa del genere, è possibile?”
Allen scrollò le spalle “Sì,” disse “è possibile. Altre falle?”
“Mi spiace” si giustificò miss Dougal “Davvero non ne ho idea”
John Allen le porse un taccuino “Vi dispiacerebbe disegnarmi una piantina della nave? Per quel che vi ricordate, s’intende. “
Miss Dougal si schermì “Sono davvero un disastro a disegnare” disse prendendo in mano il taccuino e cominciando ad abbozzare uno schizzo. Fece diversi tentativi, giustificandosi ogni volta perla sua imprecisione.
 Marianne, che aveva finito di suonare, si avvicinò a noi “Elinor, state facendo un ritratto al Capitano Allen?” Scherzò sporgendosi per guardare i disegni. O’ Malley  sorrise mentre Allen continuò a tenere gli occhi attaccati al foglio dando indicazioni a miss Dougal “Gli interni, potete farmi vedere gli interni?” Diceva animato “Cos’è quella? Una cabina? Ci siete stata? Cosa ci tengono?”
“Signor Really, venite a liberare miss Dougal, vi prego!” Insistette scherzosa Marianne
“John” rise Jasper avvicinandosi “Rilasciatela ora, la starete stremando!”
Allen alzò lo sguardo e incrociò quello di mia sorella “Ve la restituisco subito, miss Knightley, promesso. Abbiate solo la bontà di darmi ancora qualche minuto. Mi manca solo una domanda.”
Mi parve di vedere Marianne arrossire “Che sia l’ultima però!” Sorrise riprendendo il suo tono squillante
“Miss Dougal, se John vi importuna, fatecelo sapere, mi raccomando!” Scherzò Jasper Really
“Ci sono io a controllare!” Rise il dottor O’Malley
Miss Dougal tornò a rivolgersi ad Allen “Ditemi tutto”
“Per caso sapete” chiese lui “Dove eravate diretti?”
“Con l’ultima votazione” rispose Elinor “Avevano deciso che, subito dopo aver ottenuto il mio riscatto, avrebbero fatto rotta per il Madagascar”
John Allen spalancò gli occhi “Davvero?”
“Be’ queste erano le ultime notizie, ormai risalgono a più di tre mesi fa.  Votavano spesso, potrebbero aver cambiato i loro piani chissà quante volte nel frattempo! Ma mi è parso di capire che fosse un loro antico progetto lasciare i Caraibi e spostarsi da quella parte, aspettavano solo il momento giusto… “
John Allen annuì pensoso
“Ma voi piuttosto” chiese Elinor “Perché non siete lì? Cosa ci fate qui in Inghilterra?”
Allen la fissò per un attimo “Dopo l’ultimo scontro ho riportato molti danni, poco dopo abbiamo incontrato una tempesta che ci ha dato il colpo di grazia. Non ho potuto fare altro che rientrare.”
“E adesso?” chiese Elinor “Tornerete laggiù?”
John Allen alzò le spalle “Al momento i miei superiori non sono molto di questo avviso.”
“Come?” si stupì Elinor “Non intendono farvi proseguire la missione?”
“A dire il vero” sospirò Allen e la guardò con una lieve esitazione “La mia missione sarebbe già potuta finire dopo la prima battaglia.”
Miss Dougal lo guardò stupita e notai che anche O’Malley pareva sorpreso.
“E’ stata una mia iniziativa proseguire.” Confessò “Non ho dischiarato di aver già raggiunto la New Morning e ho continuato a inseguirla.”
Elinor parve colpita “E i vostri uomini?” domandò
Allen scosse la testa in silenzio “Non lo sanno” rispose rapidamente. Restò assorto, guardando dritto davanti a sé “Lo prenderò, vedrete” mormorò “Tornerò lì e lo prenderò. Gli sto solo dando un po’ di vantaggio.”
Notai una strana espressione sul volto di O’Malley.
“Bene” disse poi Allen ripiegando con cura i disegni di Elinor “Grazie davvero miss Dougal, per il vostro aiuto. Siete stata molto generosa.”
Non appena Allen e O’ Malley ci lasciarono Peter ed io venimmo subito spediti a letto. Sentii, dal piano di sotto, la voce di mia sorella che era stata invitata a cantare di nuovo. Udii poi la risata grassa del signor Peterson e quella un po’ roca di miss Dougal. La voce di Elinor mi infastidì, sentii di detestarla. Non ci aveva detto che bugie. Quando poco prima aveva raccontato della sua fuga, dov’era finita la parte in cui si salvava grazie al suo talento di spadaccina?  E le cose che aveva visto durante la sua prigionia e che avrebbero dovuto “farci tremare le vene ai polsi”, a suo dire? Niente di vero, non era accaduto proprio nulla di speciale nella sua avventura con i pirati. Non aveva fatto altro che rimanersene chiusa in una cabina a giocare a dadi con uno stupido ubriacone! Bella prodezza! Mi sentii tradita, ci aveva trattato come due ragazzini idioti. Probabilmente non era neanche vero che sapesse combattere. In fondo cosa potevamo saperne? Non usavamo che spade di legno. Che stupida ero stata ad averle creduto!
Mi voltai verso mio fratello in cerca di sostegno “Peter?”
Lo vidi che agitava il lenzuolo come fosse una vela “Non sono Peter, sono Morgan Hawke!” disse.  E questa è la mia crovetta New Mornig!” Esclamò indicando il letto “Volete battervi?”
“Si dice corvetta, non crovetta!” Gli gridai stizzita “Impara almeno a parlare, hai quasi dieci anni! Buonanotte” annunciai  poi seccamente. Mi tirai il lenzuolo fino al naso e mi voltai dall’altra parte.   
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Storico / Vai alla pagina dell'autore: Emilia Zep