Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Ricorda la storia  |      
Autore: bambolinarossa98    24/10/2016    3 recensioni
Questa storia partecipa al contest “Halloween Party – La Grande Zucca” a cura di Fanwriter.it
🌸🌸🌸🌸
Si abbandonò contro lo schienale con un sospiro, aggiustando la coperta: erano le due passate, il 31 ottobre era finito da un pezzo lasciando finalmente il posto a novembre. Forse era per suggestione o perché era notte inoltrata, ma Nami sentiva un freddo surreale.
La serata era passata abbastanza tranquillamente, ricordava con un lieve sorriso la battaglia di dolci e la grossa zucca che era stata fatta cadere direttamente sulla testa di Lucci, mandando a farsi benedire lo splendido costume da Fantasma dell’Opera che aveva potuto sfoggiare per poche, brevi, gloriose ore. Avevano ballato, mangiato, fatto Dolcetto o Scherzetto… insomma, le classiche cose che si fanno la notte di Halloween!
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Trafalgar Law
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Prompt 3: Camino
Fandom: One Piece
Personaggi: Trafalgar Law, Nami
Coppie: Nami/Law
Tipo di Coppia: Het
Genere: Sentimentale, Introspettivo, Malinconico
Universo: AU
Rating: Giallo
Note: incompiuta, finale a libera interpretazione.
 
🌟Iniziativa: Questa storia partecipa al contest “Halloween Party – La Grande Zucca” a cura di Fanwriter.it
 
 
Il silenzio regnava sovrano all’interno della piccola stanza circolare, non si sentiva altro rumore all’infuori dello scoppiettare del fuoco nel caminetto unica fonte di luce presente. Nami se ne stava seduta in poltrona davanti ad esso, la gonna del vestito da sposa macchiato di sangue e stracciato era stato sommerso la spessa coperta di paille beige, i sandali col tacco abbandonati all’ingresso, i lunghi guanti retinati poggiati pigramente accanto a sé. La tazza di cioccolata calda era sul tavolino accanto a lei che, abbandonata in poltrona con le mani poggiate sul grembo, guardava il fuoco scoppiettare allegro nel rientro del muro.
Dalla stanza accanto proveniva il ronfare basso e sonoro di Rufy, accompagnato dai borbottii di Usopp e le lamentele di Zoro, fermatisi a casa sua dopo la festa.
Si abbandonò contro lo schienale con un sospiro, aggiustando la coperta: erano le due passate, il 31 ottobre era finito da un pezzo lasciando finalmente il posto a novembre. Forse era per suggestione o perché era notte inoltrata, ma Nami sentiva un freddo surreale.
La serata era passata abbastanza tranquillamente, ricordava con un lieve sorriso la battaglia di dolci e la grossa zucca che era stata fatta cadere direttamente sulla testa di Lucci, mandando a farsi benedire lo splendido costume da Fantasma dell’Opera che aveva potuto sfoggiare per poche, brevi, gloriose ore. Avevano ballato, mangiato, fatto Dolcetto o Scherzetto… insomma, le classiche cose che si fanno la notte di Halloween!
Dei passi la riscossero, facendole voltare leggermente il capo verso la figura ferma sulla soglia: la camicia sbottonata con qualche chiazza di cioccolata e un paio di caramelle sparse qua e là, i pantaloni neri e le scarpe eleganti, il mantello abbandonato sulla spalliera di una sedia.
“Non dormi” notò il ragazzo.
“Nemmeno tu” rispose lei. Law scrollò le spalle.
“È difficile dormire quando si condivide la stanza con quelli là” rispose, indicando con un cenno del capo la stanza da cui era appena uscito “Hanno avviato un’accesa discussione su chi avesse preso più caramelle… e stanno ancora dormendo” sospirò, avvicinandosi e prendendo posto nella poltrona accanto alla sua.
“Hanno un dono naturale per queste cose” sbuffò una risata Nami “Rufy riesce persino a mangiare nel sonno”
“A volte sembra che sia io quello strano” commentò Law, guardando le fiamme lambire i ciocchi di legno in quella che sembrava una lenta ed elegante danza.
Scese nuovamente il silenzio. Nami non osava guardarlo e quell’atmosfera stava diventando opprimente.
“Zoro mi ha detto che con Kuina le cose procedono bene” disse d’un tratto Law. La ragazza s’irrigidì.
“Davvero?” chiese, lapidaria.
“Le relazioni a distanza non sono poi così impossibili, dopotutto” continuò lui, ignorando deliberatamente la tempesta scatenata nel petto della ragazza con quelle semplici parole.
“Non sempre è così” rispose lei, inespressiva; non voleva darlo a vedere ma quella conversazione le stava facendo male. Molto.
Law si voltò a guardarla, serio e freddo come al solito, come quando le aveva detto che a gennaio sarebbe partito per Dressrosa. Cinque anni. Avrebbe lavorato in quell’ospedale per cinque anni.
Come poteva pretendere che lei restasse lì, da sola, ad aspettarlo per tutto quel tempo?
“Non sempre, è vero” concesse lui “Ma a volte si” insisté. Nami strinse le mani tra loro.
“Non è questo il caso” tagliò corto, lei, facendo per alzarsi, ma lui le afferrò il braccio e la costrinse lì dov’era.
“Non è solo questo il problema, vero?” chiese, gelido. Nami non rispose, distogliendo lo sguardo. “Nami!” la richiamò lui e la ragazza si costrinse a mordersi le labbra per non sputare fuori tutto.
Law si alzò in piedi, lei fece altrettanto.
“Ho già detto tutto quello che dovevo dire” rispose “Continuare questa conversazione è inutile”
“No che non hai detto tutto” la rimbeccò lui “Non penserai davvero di potermi mentire così?”
E Nami sapeva che aveva ragione: Law era l’unico che la conoscesse davvero bene, forse anche meglio di sia sorella Nojiko. Abbassò lo sguardo.
“Lo so che verrà anche lei” disse, mantenendo un tono di voce fermo e tranquillo. Law sgranò gli occhi e la lasciò andare “So anche che lei non ha mai smesso di amarti” continuò imperterrita “Mi dispiace, Law, ma non voglio passare la vita ad aspettarti per poi scoprire che mi hai sostituto con qualcun'altra”
“Sai che non succederà…”
“Come posso saperlo?” lo interruppe Nami “In cinque anni possono cambiare molte cose Law, non so nemmeno cosa sarò diventata io per allora…” concluse.
“E quindi?”
“E quindi niente… è meglio finirla qui” disse, decisa.
“Perché non puoi semplicemente venire con me?” ringhiò, frustrato “Perché devi rendere tutto più complicato…”
“Perché la mia vita è qui!” esclamò Nami, alzando la voce di qualche ottava “Là mia vita, la mia famiglia, i miei amici, il mio lavoro… è tutto qui. Non posso abbandonarli, non ho nulla che mi aspetta a Dressrosa”
Di nuovo calò il silenzio, Law fece due passi indietro e si risiedette in poltrona, non facendo trasparire nulla del subbuglio di emozioni che gli attanagliavano lo stomaco. Non disse nulla e Nami non replicò, raccolse la coperta e la sistemò sul divano prima di afferrare la gonna del vestito ed uscire a grandi passi dalla stanza, senza neanche voltarsi indietro.
 
 
(863 parole)
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: bambolinarossa98