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Autore: Eristhestrange    25/10/2016    0 recensioni
Un'alternativa agli eventi di Dressrosa: una prigioniera piuttosto singolare, un accordo a cui non si può sfuggire, un piano da portare a termine. Ad ogni costo.
Genere: Avventura, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Donquijote Doflamingo, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Epilogo

Il bagliore delle fiamme dei falò incendiava con la sua luce tutta la città.

Il fuoco pareva voler raggiungere il cielo con le sue lunghe lingue incandescenti, fino a toccare le stelle che in quella notte scura brillavano come gemme argentee.

Dall'alto anche la luna sembrava essere stata invitata a partecipare a quella grande festa e sorrideva benevola dall'alto, rotonda, come se avesse presidiato al banchetto lei stessa.

Attorno alle fiamme tantissimi fra donne, uomini e persino bambini danzavano al suono dei liuti, dei flauti e dei tamburi che cadenzavano da ore ed ore melodie che trascinavano chiunque in balli festosi.

Alla musica si mescolavano le risa e il chiacchiericcio di tutto il popolo.

Le voci partivano dalla piazza principale e si snodavano ovunque in mezzo agli stretti vicoli grigi della città, entrando nei palazzi, nelle locande e nelle case, ma nessuno era all'interno quella notte.

Tutti erano accorsi in massa per i festeggiamenti e nessuno sognava nemmeno lontanamente di fare rientro alla propria abitazione.

La notizia del ritorno di Eris si era diffusa a macchia d'olio per tutta l'isola ad opera degli uomini del re.

Era bastata soltanto un'ora dopo l'arrivo della ragazza che le campane avevano già iniziato a suonare e l'aria della festa aveva iniziato subito a diffondersi ovunque.

Dalle città limitrofe un afflusso di gente aveva iniziato a spostarsi verso la capitale.

Chi a cavallo, chi sui carri, chi in carrozza, chi in calesse o persino a piedi, tutti percorrevano gioiosamente le strade battute e polverose per essere presenti alla festa.

Nelle città più lontane era stato dato l'annuncio che venissero indetti comunque banchetti affinché tutti potessero gioire dell'evento nonostante la distanza.

Quella notte dunque non solo la capitale era in festa, ma tutta l'isola, sicché dall'alto essa sarebbe apparsa come una macchia infuocata e brulicante in mezzo all'oceano nero.

Sulla rocca che troneggiava sopra la città, l'enorme castello illuminato sembrava il centro nevralgico di quell'inarrestabile frenesia che si dilagava attraverso tutto il regno.

Da lì la gente andava e veniva dalle enormi porte d'ingresso cantando, ballando, portando cibo e bevande senza sosta, ma sempre con un'espressione sollevata dipinta sul volto.

Un estraneo su quell'isola avrebbe facilmente pensato che il modo migliore di cercare il re fosse proprio lì, al castello, dove in un'imponente sala dal lungo tavolo sedesse insieme alla sua corte di fronte ad abbondanti manicaretti, ma chi era del luogo e ben conosceva la vita dell'isola non avrebbe mai varcato la soglia del palazzo sperando di trovarlo lì in una giornata di festa.

Il re e i suoi uomini sarebbero stati irriconoscibili in mezzo alla folla se non fosse stato per i loro volti noti a tutti.

Proprio nella piazza, nel cuore pulsante della capitale, stavano Shanks e la sua ciurma al gran completo.

Seduti, in piedi, con un boccale o un bel cosciotto tra le mani, ridevano, scherzavano e ballavano proprio come chiunque altro.

Gli uomini più fidati del re stavano banchettando assieme ai membri dei clan e a Shanks stesso, che in quel momento se ne stava seduto comodamente su una grossa sedia coperta di pelli e pellicce.

Nell'unica mano teneva un boccale ormai quasi vuoto ridendo e scherzando coi suoi compagni, alzandosi e ballando senza dare troppo peso alla sua posizione.

Anche se era il re e tutti nutrivano verso di lui un profondo rispetto, non davano troppa importanza a quel ruolo di rilievo.

Proprio come la figlia, anche lui era cresciuto lì e tutti lo consideravano come un membro di una grande famiglia che comprendeva tutti gli abitanti di quell'isola.

Era prima di tutto un uomo di Albion, poi un re e solo alla fine uno dei Quattro Imperatori: quell'isola era la sua casa.

"Ti ho sentita!" disse ad alta voce, ridendo, mentre due mani bianche si appoggiavano sulle sue spalle da dietro la sedia "E' impossibile farti una sorpresa! Ce la metto sempre tutta! Uffa, non è giusto!".

Nonostante fosse palesemente contrariata, la voce di Eris era leggera e scherzosa.

Accerchiò il trono improvvisato e si abbassò quel tanto che bastava per guardare in faccia suo padre e sfoderare uno dei suoi migliori sorrisi.

I suoi capelli ricadevano sul volto scompigliati, coprendole le spalle e superando la morbida camicia bianca dalle ampie maniche e la grossa cintola di seta rossa che le stringeva alla vita, per arrivare fin quasi a metà della lunga gonna nera che le lasciava scoperte le caviglie.

Ai piedi non portava più i pesanti stivali, bensì un paio di semplici scarpette nere.

Shanks ricambiò il suo sorriso "Sei brava e molto forte. Ma non ancora abbastanza da avere la presunzione di prendermi alla sprovvista. D'altronde..." sospirò mentre appoggiava il bicchiere su un tavolino vicino "..io ho l'esperienza dalla mia.".

Eris non poté che ridere di gusto davanti a quell'espressione rassegnata ma serena "E questo non può essere che un vantaggio papà!".

Da dietro le sue spalle qualcuno la chiamò con voce squillante "Eris! Pensavo che non saresti mai tornata, ed invece eccola qui, la figlia del Rosso, che balla come una qualsiasi donna del paese in mezzo alle strade!".

La ragazza sapeva già chi potesse aver pronunciato quelle parole, quindi si voltò infastidita rivolgendosi al suo nuovo interlocutore "Perché non ti fai un po' gli affari tuoi, Tristan?".

Un ragazzo dai capelli biondi, con il viso coperto di lentiggini e gli occhi scuri, la guardava beffardo sorreggendosi sulle sue gambe esili "E' così che saluti uno dei membri più illustri del clan del Martello Nero? E' evidente che nonostante le possibilità che hai avuto di imparare le buone maniere tu sia sempre stata una testa calda!".

Non ebbe il tempo di rispondere che una voce cavernosa insorse dietro di lui, scaraventandolo in avanti con una poderosa manata sulla schiena, riversandolo quasi a terra.

Le pellicce che portava sulle sue palle gli ricaddero tutte sulla testa, mettendo in mostra il fisico asciutto

"Taci ragazzo! Sei sempre il solito invadente! Non la lasci mai respirare!".

Shanks, che fino a quel momento se l'era risa sotto ai baffi senza dire nulla, si voltò a guardare l'uomo che era comparso al posto del ragazzino e dopo qualche secondo scoppiò in una grande risata, seguito dalla figlia.

Un uomo molto imponente, di mezz'età e completamente calvo fissava con sdegno da sotto la sua folta barba bionda il ragazzo che si risistemava addosso le pellicce con fare stizzito.

"Non essere troppo duro con tuo figlio, Vorsh! Tristan ha ragione, la mia Eris è sempre stata una testa calda e non posso affatto dargli torto!" disse senza smettere un attimo di ridere, mentre la ragazza raggelò, fulminandolo con lo sguardo.

Per qualche secondo tutti e tre si guardarono seriosi, per poi scoppiare in una sonora risata. Tutti tranne il ragazzo, che li osservava contrariato.

"Papà ha ragione!" asserì divertita "Ma questo non vuol dire che mio figlio debba sempre comportarsi così con te! Bentornata Eris, è un piacere rivederti!" gli rispose l'uomo gioviale, avvicinandosi seguito dal ragazzo imbronciato.

"Grazie Yaarl Vorsh! E' un piacere vedervi qui nonostante veniate da parecchio lontano! Non ditemi che avete preso le navi!" gli chiese sorridente e sorpresa "Proprio così! Non potevamo proprio perderci i festeggiamenti! Si sa che quando il vecchio Shanks organizza una festa non partecipare è un reato vero e proprio!".

A quel punto il re si alzò dal suo scranno sorridendo, per poi andare incontro al mastodontico uomo e assestargli un'amichevole manata sulla spalla che lo fece leggermente barcollare "Vecchio mio! Senza te e i tuoi uomini festeggiare non sarebbe la stessa cosa!".

"Hai fatto le cose in grande, razza di canaglia! Lo sai che si vocifera che tutto questo baccano durerà una settimana intera?" "Cosa? Una settimana intera? Ed io che pensavo di aver detto espressamente 'un mese'!" i due forti uomini si misero a ridere mentre Eris li guardava soddisfatta.

"Hai visto quanto tiene a te tuo padre?" subito dopo il grosso uomo cambiò espressione, accigliandosi ed usando un tono minaccioso, mostrando il pugno con rabbia "Se non avessi già schiacciato quel maledetto verme infido di Dressrosa avremmo indetto un consiglio di guerra e saremmo salpati con quattrocento navi. L'avremmo rasa noi al suolo quella maledetta isola pur di trovarti. Il damerino non aveva la minima idea di chi ha osato sfidare!".

"Su su...calmati Vorsh, adesso la nostra Eris sta bene e quindi dobbiamo festeggiare! Venite! Andiamo a dar fondo alle nuove botti di idromele che ci hanno portato direttamente da Northfield! Giovane Tristan, sarai dei nostri ovviamente!" Shanks iniziò a spingere il grosso uomo sorridente verso il lato della piazza dove erano state stipate tutte le enormi botti di liquore per saziare i presenti ai festeggiamenti.

"Ah ah! Verremo con molto piacere Rosso! Eris, sei pronta a ballare e a bere per un mese intero?" "A dire il vero, Yaarl, partirò domani stesso!" "Capisco...non puoi stare lontana dal mare eh? Piccola peste! Tutta suo padre, vero Shanks? Beh, sento che la mia gola non resisterà ancora a lungo senza idromele, andiamo prima che siano i tuoi uomini ad inaugurare le botti!" il ragazzino lo guardò quasi sconcertato "Una peste? E' il demonio! Per fortuna te ne andrai presto, così non sarò costretto a sopportare la tua presenza troppo a lungo!" "E' stato un piacere anche per me Tristan! Prego Yaarl Vorsh, siete libero di servivi a piacimento! Finché sarò in vita i membri del Martello Nero saranno sempre liberi di estinguere le nostre riserve di idromele!". L'uomo le rivolse un'occhiata perplessa  "Che cosa significa tutta questa formalità?" Eris rispose con un sorriso malizioso "A parere del Burggraaf di Angarth" e in quell'istante rivolse lo sguardo verso Tristan " io non sono abbastanza 'educata' , a dispetto del mio rango, per questo non oso rivolgermi a voi che con il dovuto rispetto, Yaarl!" disse abbozzando un inchino verso il suo interlocutore, il quale parve piuttosto contrariato da quella situazione.

"A quanto pare non sei del tutto estranea alle buone maniere allora..." Tristan teneva le mani incrociate sul petto, osservandola con alterigia "A quanto pare..." lo rimbeccò, sorridendo, la ragazza "...no, Burggraaf Tristan".

"Sei sempre il solito imbecille!" concluse il padre guardandolo torvo. A quel punto Shanks decise di intromettersi nella discussione "Perché non vieni ad assaggiare un po' di idromele Tristan?" "Sono spiacente Maestà, ma io non bevo!" "C'è da ringraziare che sappia almeno combattere questo benedetto ragazzo!! Su vieni!" disse il padre spingendolo con forza verso le botti.

 "E' stato un piacere, Yaarl!" l'uomo, che stava trascinando il figlio, si fermò stupito a guardarla "Ma come? Non vieni con noi?" "Vi raggiungerò più tardi. Se desiderate perdonarmi, ho un paio di affari che richiedono la mia presenza!" rispose abbozzando un inchino. L'uomo lasciò le spalle del ragazzo minuto per avvicinarsi ad Eris "Dai su! Smettila di parlare a questo modo, faccio persino fatica a capirti! Comunque non è un problema, ci tratterremo qui qualche giorno, quindi è certo che ci rivedremo, sempre che tu non voglia evitarci a causa di questo idiota!". La ragazza ridacchiò vedendo l'espressione stizzita sul volto di Tristan "No! Affatto! Anzi, ti prometto che sarò di nuovo qui fra breve...zio Vorsh!". Sentendola pronunciare quelle parole, l'uomo si illuminò e sorrise, sollevandola per la vita e facendole fare un giro completo prima di rimetterla a terra "Oh, eccola qui la mia Eris! Non dare retta a questo spocchioso, vuole solo darsi delle arie!" "Non preoccuparti, lo so già da un pezzo come è fatto!" rispose ridendo, per poi dare un bacio sulla guancia all'uomo.

"Ci vediamo più tardi allora! Divertitevi!" concluse, abbozzando un piccolo inchino e sparendo fra la folla, dando loro le spalle e lasciandoli con un palmo di naso.

Mentre i lembi della sua gonna strusciavano contro altrettante sottane, ventagli, borsette, boccali, braccia e gambe, la sua mente, completamente svuotata, era fissata su un pensiero soltanto.

Intorno a lei la musica iniziava a farsi più alta ed intensa, tutti cominciavano a prendere a braccetto il proprio partner dirigendosi nella piazza centrale per ballare attorno ai falò.

Chi la incrociava la salutava sorridendo, chiamandola per nome, facendo qualche riverenza, ma lei rispondeva con brevi cenni, senza accorciare il suo passo affrettato.

Percorse le vie della città in festa, salendo e scendendo per le strade sterrate e polverose colme di gente proveniente da tutta l'isola; pian piano le case si fecero più rade, gli spazi più aperti e le persone sempre meno, finché non arrivò ai piedi di una collina erbosa, lontana da tutto.

Salì senza alcuna fatica, ritrovandosi in pochi minuti sulla cima.

Da lassù poteva vedere da un lato la città in festa, dall'altro la costa che si estendeva ai margini dell'isola e davanti a sé il mare nero, illuminato da una luna enorme ed argentea.

Si avvicinò al bordo del promontorio roccioso e si sedette sul ciglio della rupe, contemplando l'orizzonte davanti a sé.

Quando appoggiò le mani sul prato notò che erano diventate bianche come la neve.

Se si fosse potuta specchiare nell'acqua, che ora era qualche decina di metri sotto i suoi piedi, avrebbe visto nel riflesso un viso pallidissimo, solcato da vene azzurre, e un paio di occhi color ghiaccio.

Rimettere la gemma semplicemente nell'elsa della spada non aveva funzionato, come aveva previsto.

La sua unica speranza ora rimaneva il viaggio ad Alabasta, ma quanti dubbi ancora rimanevano irrisolti nella sua mente...

Non aveva idea di chi fosse quel vecchio, prima di tutto. Come sapeva di potersi fidare? Era il frutto della sua immaginazione e stava per fare l'ennesima sciocchezza partendo per una missione così pericolosa? Era certa che ci fosse sicuramente del vero in tutto quello che il Sacerdote le aveva detto fino ad allora, altrimenti non si sarebbe potuta spiegare il ritrovamento dell'Artiglio dell'Alba, ma non era certa di nient'altro.

Inoltre cosa ne sarebbe stato di Doflamingo? L'avrebbero condannato a morte? E i Cappello di Paglia? Erano ancora sull'isola?

Guardò il cielo con un'espressione supplichevole, come a chiedere una risposta nelle stelle che inevitabilmente non trovò.

Ricordò l'ultima sera a Dressrosa, dove, prima di vedere Sabo, aveva incontrato Nico Robin.

Era stata lei a tenere custodita la Gemma per tutto quel tempo.

Quando era partita da Punk Hazard le aveva lasciato il suo cappotto contenente il prezioso cimelio, sicura che le sarebbe stato restituito, e così fu.

Si erano salutate in fretta, ma Eris aveva avuto modo di consegnarle una lettera destinata a tutta la ciurma.

Sospirò, intrecciando le mani l'una con l'altra, per poi rivolgersi al cielo nuovamente.

La brezza marina e fresca le scompigliò i capelli rossi, facendoli svolazzare dietro le sue spalle.

"Ce la farò, lo giuro. Sto venendo a trovarti, ti prego, dammi la forza di continuare, mamma".

 

 

"Cari amici,

mi dispiace non essermi potuta fermare più a lungo ma il mio rientro a casa non poteva più aspettare. Non so da dove cominciare a scrivere questa lettera, ci sono moltissime cose che vorrei dirvi.

Ho avuto modo di ringraziare i Tontatta di persona a palazzo e sono stata davvero felice di constatare che Manshelly è sana e salva e che si sta occupando dei feriti con uno spirito così gioviale ed ottimistico.

Mi sono congedata anche dalla famiglia reale, quella vera, che adesso regnerà in pace su Dressrosa, anche se ci sarà un lungo lavoro da fare per ricostruire l'isola e riportarla al suo antico equilibrio.

A questo proposito, credo che io e mio padre potremmo fare qualcosa per accelerare il processo, ma questo è tutto da decidersi quando sarò finalmente a casa.

Non conosco molto bene né Riku né Rebecca, tuttavia mi sembrano fatti della stessa pasta di Viola e mi è dispiaciuto non poter parlare con loro più a lungo.

Viola non voleva che io partissi visto ciò che è successo, ma le ho assicurato (e vi assicuro) che sono in perfetta forma e che non ci saranno intoppi durante il mio viaggio.

L'unica cosa che mi agita è che Doflamingo sia ancora in vita, non lo posso negare.

Avrei preferito vedere il suo cadavere che sapere che è vivo  e in mano alla Marina per giunta! Ho timore di quello che potrebbe ancora fare quell'uomo. Forse è stata la mia prigionia e ciò che è avvenuto negli ultimi giorni a suggestionarmi così, tuttavia credo che non saremo al sicuro da lui totalmente finché non verrà ucciso.

Vorrei poter dire che aspetto con ansia la sua sentenza di morte, ma purtroppo so che sarebbe una vana speranza.

So che non accadrà ed io ho molte altre cose per la testa al momento.

Probabilmente ho  trovato qualcuno che mi aiuterà ad utilizzare la Gemma e non vedo l'ora di incontrarlo.

So che non sarà facile e che incapperò sicuramente in qualche guaio, ma mi assumerò tutti i rischi necessari pur di mettere fine ai miei problemi.

La cosa positiva è che finalmente potrò tornare nella mia terra natale.

Riguardo a questo, mi spiace non aver avuto l'occasione di ringraziarvi per aver aiutato mia cugina e mio zio.

Sarei intervenuta io stessa ma in quegli anni non avevo nessuna occasione di mettermi in contatto con il resto del mondo, inoltre sono certa che loro non mi avrebbero mai coinvolta nei loro piani per evitarmi un'ulteriore sofferenza.

Come voi ben sapete, sono due persone davvero meravigliose e se possono ancora vivere sereni è tutto per merito vostro.

Grazie per aver salvato la mia terra e quel poco di famiglia che mi resta, nonché me.

Porterò i vostri saluti a mio padre, sarà felice che finalmente abbiamo avuto l'opportunità di conoscerci! Ovviamente mi ha parlato di te, Luffy Cappello di Paglia. Era da tanto tempo che desideravo incontrarti.

Spero che quando ci rivedremo sarà in circostanze migliori.

Non dimenticherò che vi devo più di un favore; se avrete bisogno di me contattate mia cugina, lei è l'unica che possa avere un diretto contatto con me.

Avrei lasciato la mia vivre card se l'avessi avuta con me, ma sono certa che avrò modo di consegnarvela un giorno o l'altro.

Vi faccio i miei auguri e spero che la Marina non vi metterà troppo i bastoni fra le ruote quando ve ne andrete di qui.

Buona fortuna ragazzi, è stato un piacere.

Eris

 

Angolo dell'autrice:

Ciao a tutti! Sono giunta infine alla conclusione di questa storia. Come avete potuto comprendere è un finale sospeso in realtà e ho tutta l'intenzione di continuare a scrivere delle vicende di Eris. Non ho molto da dire se non grazie! Veramente grazie a tutti quelli che hanno seguito questa storia, a chi ha letto, a chi ha recensito,a chi mi ha supportata (e sopportata) durante la stesura dei capitoli. Spero di aver catturato in qualche modo la vostra attenzione e la vostra curiosità e che leggerete anche il seguito! Ancora grazie di cuore e a presto!

   
 
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