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Autore: EragonForever    25/10/2016    3 recensioni
Sono passati ormai quattro anni dalla partenza di Jamila per il suo addestramento solitario. Ma ora è ritornata più forte che mai, pronta a proteggere Konoha da una duplice minaccia. Ichiru, fratello di Ideki, ed è pronto a sfoderare la sua vendetta e Shyra, un'oscura entità pronta a scatenare la sua ira verso Konoha per via di un passato che odia
Riuscirà Jamila a combattere questi nuovi nemici e a proteggere coloro che ama?
Preparatevi a scoprirlo in questa nuova e avvincente avventura nel magnifico universo di Naruto.
La leggenda di Jamila continua.
STORIA REVISIONATA
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kiba Inuzuka, Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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- Questa storia fa parte della serie 'Le Cronache di Jamila'
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Capitolo 37: "Il tempo delle lacrime è finito, ora è arrivato il momento di agire"

Il viaggio di ritorno a Konoha fu tranquillo come quello di andata, ma durò un giorno in più per via delle soste a causa del caldo insopportabile. Arrivarono al confine nel pomeriggio del quarto giorno, entusiasti per la missione portata a termine con successo. Ma quando giunsero a destinazione il loro cuore perse un battito: da Konoha si alzavano colonne di fumo nero e l'odore di bruciato misto a quello del sangue raggiunse le loro narici ai piedi della foresta. Subito allora iniziarono a correre a perdifiato verso il Villaggio. Non appena giunsero ai cancelli con il fiatone per la corsa sgranarono gli occhi nel vedere il terribile spettacolo che si presentò loro davanti: Konoha era quasi completamente distrutta, o almeno la maggiorparte. Con passi incerti varcarono la soglia, camminando atterriti per la via principale. Videro il via e vai del corpo medico, i cadaveri che pullulavano le strade misti tra ninja e civili, donne e bambini orribilmente sfigurati, l'odore di putrefazione era talmente forte che dovettero coprirsi naso e bocca, gente che piangeva chi non c'era più, case arse dal fuoco, altre danneggiate. L'Accademia era distrutta in più punti, inagibile da ogni punto di vista, così come la Centrale di Polizia. Il Palazzo dell'Hokage fortunatamente non aveva subito gravi danni e restava ancora in piedi. Non riuscirono a dire una parola da quanto fossero terribilmente sconvolti. Avevano lo sguardo basso quando all'improvviso si sentirono chiamare e Sakura li raggiunse trafelata.

"Ciao ragazzi ... ben tornati. Seguitemi, Tsunade vi spiegherà ogni cosa.", disse con il fiatone.

Seguirono l'amica fino all'ufficio dell'Hokage dove la donna li attendeva ansiosa. Nel vedere i loro sguardi spenti però capì subito come si dovessero sentire e abbassò lo sguardo.

"Immagino che vogliate sapere quello che è successo.", esordì.

Loro annuirono senza dire nulla. Tsunade allora sospirò e poi iniziò a raccontare.

"E' successo due giorni fa. Avevamo ricevuto la notizia che i villaggi vicini erano stati attaccati da un esercito di mercenari molto probabilmente al servizio di Ichiru. Purtroppo però non sapevamo dell'esistenza anche di una terza fazione, e avendo mobilitato già la maggior parte delle truppe per soccerrere i villaggi colpiti, non abbiamo avuto modo di difenderci a dovere quando questi ci hanno attaccati. Siamo stati colti alla sprovvista, perché a causa dei due attacchi ai villaggi vicini siamo rimasti del tutto sguarniti. Abbiamo provato in ogni modo a cercare di fermarli, ma siamo stati sopraffatti e quello che avete visto ne è il risultato ..." raccontò, la voce leggermente tremante, per poi tornare seria "Comunque, com'è andata la missione? Ha accettato?"

"Si ... ci darà il suo appoggio.", mormorò Rayal con un filo di voce.

"Bene, potete andare ...", li congedò Tsunade.

Loro fecero un cenno di assenso e poi tornarono a casa. Fortunatamente non era stata danneggiata. Nessuno ebbe il coraggio di dire o fare qualcosa, troppo scossi dall'accaduto. Più tardi però decisero di passare il tempo per conto loro, così Jamila andò da Kiba nella speranza di distrarsi un po', mentre Ren e Rayal restarono a casa. Non appena lo vide li corse incontro, saltandogli al collo, felice che fosse ancora vivo. Lui in risposta la strinse con forza al suo petto per poi baciarla con foga e lei ricambiò subito il gesto.

"S ... sei vivo ... meno male ...", sussurrò poco dopo, trattenendo le lacrime.

"Si tranquilla ... sono qui ... sono qui.", mormorò lui.

Era felice di averlo al suo fianco. Volle piangere ma si trattenne. Ora era Jonin, doveva mostrarsi più forte in certe situazioni. Così li prese le mani e lo guardarono negli occhi con decisione.

"Senti, è molto probabile che abbiano bisogno d'aiuto, non è che verresti con me a darmi una mano assieme agli altri?", chiese poco dopo.

"Certamente"

Così assieme a Kiba andò a chiamare i suoi compagni e fece loro la stessa proposta, che accettarono subito. Il gruppo allora andò nell'ospedale che avevano improvvisato poichè quello attuale era inagibile. Arrivati si divisero i vari compiti per dare tutto l'aiuto possibile. Ad un certo punto però Jamila si ritrovò chiamata nella tenda dove erano tenuti i bambini. Le si strinse il cuore nel vederli così sofferenti e impauriti. Mentre controllava la situazione venne chiamata ad assistere un bambino che purtroppo aveva un braccio e una gamba rotti mentre la testa era fasciata. Aveva uno sguardo colmo di terrore ma lei li accarezzò la guancia con affetto e sorrise.

"Tranquillo piccolo, ora mi prenderò cura di te, non temere.", lo rassiccurò, mentre li toglieva la fasciatura dalla testa per pulire la ferita.

Lui in risposta si sforzò di abbozzare a un sorriso nel vedere come lo accudiva. Jamila sentiva le lacrime premere per uscire ma si trattenne.

Non posso piangere ora, il tempo delle lacrime è finito, ora è arrivato il tempo di agire. Sono una ninja e devo comportarmi come tale. Devo essere forte, devo esserlo per coloro che amo pensò tra se e se.

Non appena ebbe finito di occuparsi del piccolo fece per andarsene ma lui le prese un lembo della sua gonna e allora si voltò. Il bambino allora le sorrise con gratitudine.

"Grazie ...", mormorò.

"Non c'è di che piccolino. Come ti chiami?" chiese lei con dolcezza.

"Shirou Xiao-mei e tu?"

"Jamila Komamura piacere mio"

"Piacere.", fece lui.

Si strinsero la mano. Poi nella tenda entrò una donna che doveva essere sua madre e non appena lo vide lo affiancò, stringendogli una mano.

"Come stai tesoro mio?", chiese.

"Bene mamma, la signorina Jamila si è presa cura di me.", rispose.

La donna allora la guardò con gratitudine.

"Grazie.", la ringraziò.

"Si figuri"

Poi se ne andò. La giornata trascorse intensamente e il gruppo arrivò a sera che era a pezzi. Quella notte dormirono tutti insieme, felici di essersi resi utili.


 


Angolo dell'Autrice

Salve gente sono tornata!

Perdonate l'assenza ma il capitolo 36 mi ha proprio sfinito, spero che ora posso andare. In questo capitolino invece si vede una nuova maturazione da parte della nostra Jamila, grazie ai suggerimenti della mia amica KakashinoSharingan che mi ha dato una grossa mano. Spero che troviate la cosa di vostro gradimento. La storia ahimè sta per giungere al termine e un pò mi dispiace perchè tra tutte le mie opere JAMILA è quella che finora mi è riuscita meglio.

Ringrazio KnightofFire, KakashinoSharingan, TotalEclipseOfTheHeart, AkaneChan95 e Eco per le loro recensioni e i loro consigli. Vi anticipo soltanto che dal prossimo capitolo in poi la storia sarà mooolto movimentata. Detto questo vi dico solo ... alla prossima avventura!

Saluti EragonForever! (Capitolo leggermente sistemato)

 

   
 
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