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Autore: HarleyHearts    25/10/2016    0 recensioni
Lyla ha sempre avuto una vita normale, come tante sue coetanee ventitreenni.
Viveva con la madre e la sorellina minore, in una piccola casetta a schiera a Washington, e divideva le sue giornate tra l’Università e i migliori amici Rebekka e Robert. Andava tutto bene nella sua quotidiana monotonia.
Almeno, era così prima di incontrare in ospedale il nuovo medico pediatra Ciel O’Konnor; 27 anni di pure bellezza canadese, e un passato traumatico alle spalle.
Da quel giorno, da quel lieve sfioramento di mani, tutto è cambiato drasticamente.
L’esistenza di un mondo che credeva impossibile, una guerra sanguinosa che durava da decenni, creature straordinarie... persino Alpha; tutte cose che travolgeranno la sua vita, come un fiume in piena.
Prima storia della serie “Diversi, Simili ed Uguali”
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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capitolo 27
Capitolo 27
Punti scoperti.


Venerdì sera Robert era teso come una corda di violino.
Era a casa di sua madre, insieme a sua sorella Arianne, e da lì a poco il suo ragazzo sarebbe arrivato per cenare insieme a loro.
Sua madre era in cucina, intenta a preparare cibo in quantità industriale. Sembrava che stesse cucinando per un plotone della Marina Militare, per il cenone di Capodanno.
Rie, invece, era insieme al fratello nel salotto dell'appartamento con una bottiglia di birra nella mano; lei era seduta sul divano, mentre il castano camminava avanti e indietro.
- Bobbie, calmati - gli disse la ragazza - Se continui così, farai una fossa nel pavimento - rise.
Robert le lanciò un'occhiataccia, in risposta; era colpa sua se si trovavano in quella situazione.
La ragazza alzò gli occhi al cielo - Non guardarmi così. Te l'ho detto che non l'ho fatto apposta - borbottò - Ti ho già chiesto scusa - pigolò, facendo sospirare il fratello.
Era vero, gli aveva chiesto scusa. Questo però non cancellava l'ansia che lo stava divorando vivo.
L'incontro tra sua madre ed Alberich avrebbe segnato la fine del mondo, o la fine di Robert.
Non c'erano molte alternative.
Quando aveva detto al suo ragazzo che Christine lo voleva conoscere, venerdì sera a cena, aveva segretamente sperato in un suo rifiuto; ma visto che il Karma lo odiava profondamente, non solo Alb aveva accettato l'invito a cena, ma si era anche mostrato sinceramente entusiasta della cosa.
L'unico a non essere al settimo cielo per quella cena era Robert, e nel profondo quella consapevolezza lo faceva sentire uno schifo.
La sua storia con Alberich era nata all'improvviso, così dal nulla, e si era sviluppata in tempi molto rapidi.
Non aveva avuto nemmeno il tempo materiale per assimilare la cosa, che si era ritrovato con un ragazzo al suo fianco ed una cena di "presentazioni" alla mamma.
Il ragazzo non riusciva a togliersi dalla testa l'immensa paura di una possibile rottura tra lui e l'orso-tattoo.
Come tutto era nato all'improvviso, tutto poteva scomparire in un lampo da un momento all'altro.
Per questo Robert era così spaventato, e non voleva far conoscere sua madre al tatuatore; non voleva esporsi ulteriormente.
Odiava farlo, con chiunque. Non voleva che nessuno, se non le persone a lui più vicine, conoscesse i suoi punti scoperti, e la famiglia era uno di quelli.
Il gracchiare del citofono gli fece trattenere il respiro per la sorpresa.
Si voltò fulmineo verso la sorella che, con ancora in mano la sua birra, si stava alzando per andare a rispondere alla cornetta di plastica bianca.
- Sali pure, cognatino. Intanto mando giù la tua dolce metà -
Poteva uccidere sua sorella minore?
L'idea gli era molto allettante, in quel momento.
- Rie... - la chiamò con voce grave e minacciosa, pronto a strangolarla con le mani tese in avanti.
La ragazza, con un ampio sorriso stampato sul volto, gli diede un paio di pacche gentili sul braccio destro.
- Vai, fratellino. Il tuo principe tatuato è appena arrivato a cavallo del suo rombante destriero; non vorrai mica farlo attendere in vano? - ridacchiò lieve, aprendo la porta ed invitandolo a sorpassare la soglia.
Ora ne era sicuro: avrebbe ucciso sua sorella Arianne. Di una morte lenta e sofferta.


La prima cosa che Robert notò, non appena si ritrovò davanti Alberich, fu il suo abbigliamento.
Il tatuatore indossava un jeans nero a gamba dritta, una camicia immacolata bianca ben abbottonata fino al colletto, e su una giacca elegante blu.
I capelli neri erano stati tirati all'indietro e fissati con un po' di gel, e la barba era stata accorciata con cura.
Robert si accorse solo in un secondo momento del mazzo di fiori misti che reggeva nella mano sinistra, ben avvolto in una carta colorata, e della busta rettangolare nell'altra, sicuramente contenente una bottiglia di vino.
- Non dovevi scomodarti - gli disse avvicinandosi, e liberandolo dal peso del vino - È solo una cena - cercò di sminuire.
Alberich in risposta scosse la testa - Non è solo una cena; è LA cena, pulcino. Conoscerò tua madre, e sono davvero agitato - gli confessò, con un ampio sorriso sulle labbra - Non ero così emozionato da quando ho dovuto presentare la mia tesi di laurea -
L'ultima frase prese in contropiede il castano, che si ritrovò a sbattere un paio di volte gli occhi, prima di prendere la parola.
- Sei laureato? - chiese, con evidente stupore.
- - rispose Alb, con semplicità - In Economia. Non te l'avevo detto? -
Robert scosse la testa, sorpreso. Un dettaglio del genere se lo sarebbe ricordato di sicuro.
Più conosceva il ragazzo davanti a lui, più si rendeva conto, per sua grande sorpresa, che Alberich incarnava il suo tipo di uomo ideale, sotto molteplici versi.
Se glielo avessero detto qualche mese prima, sicuramente avrebbe riso in faccia al suo interlocutore.
- Sono comunque molto emozionato di conoscere tua madre - riprese a parlare.
Si portò una mano al collo, e si sistemò il colletto della camicia bianca frettolosamente.
- Come sto? - chiese poco dopo, emozionato.
Sulle labbra di Robert nacque un sorriso spontaneo, intenerito da quella scena.
Lo avrebbe ammesso a fatica, ma quel lato del suo orso-tattoo gli piaceva. Non era il solito Alberich pompato ed arrogante, ma bensì uno più dolce e sensibile. Un lato del corvino che usciva allo scoperto molto raramente.
- Stai benissimo, orso-tattoo - sorrise, depositandogli un bacio a stampo sulle labbra.
Robert si staccò troppo velocemente per i gusti del tatuatore, che in risposta borbottò qualche parola per lamentarsi.
- Andiamo prima che mia sorella venga a curiosare - sospirò il castano, iniziando a salire i primi scalini - Se non la uccido questa sera, non la uccido più -
Alberich ridacchiò, davanti all'espressione imbronciata del suo ragazzo - Tua sorella mi piace; è simpatica -
Robert grugnì una risposta.
Sua sorella era tutto, tranne che simpatica.
- Grazie, cognatino! - la voce di Rie, seguita dalla sua testolina castana, spuntò dallo scorrimano del secondo piano.
- Da quant'è che sei lì? - chiese Robert, incrociando le braccia al petto.
La ragazza parve pensarci un secondo, mentre si grattava il mento con un'unghia smaltata di blu.
- Da un po'... - rimase vaga - Sinceramente speravo in qualcosa di più vietato ai minori, ma mi so accontentare. Siete così dolciosi -
Sì, Robert avrebbe ucciso sua sorella quella sera stessa. Ora ne aveva la certezza.
Alle sue spalle Alberich se la rideva di gusto - Non sei l'unica che ci sperava -
Il castano gli rivolse fulmineo uno sguardo stralunato. Ci mancava solo che Arianne ed Alberich si coalizzassero.
Bontà divina!
- Rie, fila in casa! - le ordinò il maggiore, puntandole un dito contro e fulminandola con lo sguardo.
La ragazza, prima di scomparire dalla loro vista, fece una linguaccia al fratello, che si passò una mano sul viso con fare stanco ed esasperato.
Se c'era qualcuno che ci avrebbe rimesso le penne quella sera, sarebbe stato molto probabilmente lui; non sua sorella.
Non appena i due ragazzi misero piede nel piccolo appartamento, furono investiti in pieno dal delizioso odore delle portate cucinate da Christine.
Anche sua madre si era preparata di tutto punto per quella cena. Indossava un vestito in maglia, di un tenue color lavanda, che scendeva morbido sul corpo magro fin sotto al ginocchio.
I lunghi capelli ricci e castani erano stati rinchiusi da un elastico colorato in quella che sarebbe dovuta essere, in principio, una coda bassa. O almeno era quello che pensava Robert.
La tavola rettangolare della cucina era stata preparata per quattro persone, da Robert ed Arianne quasi un'ora prima, e vi erano state poste sopra alcune della portate.
Il polpettone di carne, al centro della tavolata, i svariati contorni di verdure, al forno e saltate in padella, una teglia intera di pasta al forno e un arrosto di tacchino farcito con crema di castagne e verdure miste.
Considerando che Robert e sua madre mangiavano come dei piccoli pulcini, Rie ed Alberich sarebbero scoppiati come dei tacchini al pranzo di Ringraziamento.
Christine si era fatta prendere lievemente la mano. Giusto un poco.
La donna si pulì frettolosamente le mani con uno strofinaccio color giallo canarino, e raggiunse i ragazzi in salone.
- Tu devi essere il ragazzo del mio passerotto. Io sono Christine; è un vero piacere fare la tua conoscenza - si presentò la donna, porgendo una mano al ragazzo di fianco al figlio.
- Io sono Alberich e il piacere è reciproco, signora - rispose il corvino, stringendole la mano.
Nel frattempo Robert era arrossito, ed aveva lanciato un'occhiataccia alla genitrice.
Doveva proprio chiamarlo "passerotto" davanti ad Alb?
Christine aveva capito il motivo dell'occhiataccia del figlio, e rispose al suo sguardo mettendo entrambe le mani sui fianchi leggermente arrotondati dalle passate gravidanze.
- Non guardarmi così, signorino. Sono tua madre, è mio dovere chiamarti con nomignoli imbarazzanti. Non gli ho mica fatto vedere le foto di quando eri piccolo, e con il sederino all'aria... - gli fece presente lei - Non ancora, almeno -
Quella sarebbe stata una serata tremendamente lunga per il povero Robert. Davvero molto, ma molto lunga e soprattutto stressante. Lo sapeva.
Mentre si spostavano in cucina, Alberich sussurrò qualcosa all'orecchio del castano, e gli diede una giocosa pacca sul sedere, facendolo così arrossire ancora di più.
Sì. Quella serata sarebbe stata davvero stressante per il povero Robert.


L'aria gelida serale colpì in pieno volto Robert ed Alberich, mentre i due uscirono dal portone del palazzo.
- È stata una bella serata, dopotutto - ammise Rob, grattandosi il mento con un dito - Mi aspettavo qualcosa di più... disastroso e imbarazzante. Sono contento che non sia andata così -
Infatti, per grande sorpresa del castano, la cena appena conclusa si era svolta in maniera abbastanza tranquilla.
Persino Arianne si era trattenuta dal non fare troppe battute inopportune.
Alberich si liberò in una lieve risata divertita - Tendi ad essere un po' pessimista, alle volte -
- È vero. Sono un inguaribile pessimista io - ridacchiò il castano, con un'alzata di spalle, prima di stringersi nella giacca.
- Tua madre è una donna davvero fantastica - gli confidò, con una lieve nota malinconica nella voce.
Una nota che non passò inudita dal ragazzo al suo fianco che, preoccupato dal tono usato dal corvino, gli mise una mano sul braccio.
- C'è qualcosa che non va? - osò chiedere, avvicinandosi ulteriormente.
Robert non aveva mai sentito Alberich usare un tono così... malinconico. Si era ormai abituato a sentirlo sempre allegro e malizioso, e vederlo con quella luce spenta negli occhi gli faceva uno stranissimo effetto.
Un effetto che non gli piaceva per niente.
Non avevano mai parlato della famiglia del corvino, ma quel tono di voce face comprendere a Robert che quello fosse un argomento alquanto delicato.
Alberich scosse la testa - Solo un po' di malinconia momentanea. Stai tranquillo, sta già passando - cercò di rassicurarlo, prendendolo per un fianco ed avvicinandolo al proprio corpo.
La vicinanza dei loro corpi, seppur coperti dagli spessi strati dei giubbotti autunnali, riusciva a tranquillizzarlo come nient'altro al mondo.
Anche l'odore di Robert aiutava molto: lavanda misto melo.
Un odore incredibilmente dolce, quasi fin troppo per i gusti medi del tatuatore, ma che sotto sotto gli piaceva da impazzire.
La lieve nota di tabacco, proveniente dal castano vicino a lui, gli fece storcere il naso.
Il suo pulcino non se lo voleva proprio togliere quel vizio.
Si battibeccavano parecchio su quell'argomento; Robert non aveva la più che minima intenzione di mollare le proprie sigarette. Non ci pensava proprio.
- Se vuoi parlarne io ci sono, sappilo -
Le parole di Rob riuscirono a scaldare il cuore del corvino. Erano parole sincere, pensate veramente, e non dette per circostanza.
Purtroppo Alberich non se la sentiva ancora di parlare dei propri genitori con il ragazzo.
Non si sentiva ancora pronto ad aprire quell'argomento tanto delicato per lui e per i suoi fratelli; non ancora.
- Domani mattina a che ora partiamo? - chiese Robert, cambiando volutamente discorso.
Aveva capito che il corvino non se la sentiva di parlargli di quell'argomento e, per non recargli fastidio o imbarazzo, preferì cambiare discorso per alleggerire la situazione.
- Presto - rispose Alberich - La strada sarà lunga, e prima partiamo meglio è. Direi verso le 6:30 di mattina -
Sconvolto, il castano sgranò gli occhi mentre osservava il ragazzo al suo fianco, sperando che si trattasse di qualche scherzo dei suoi.
Rob ci stava sperando sul serio, ma purtroppo l'altro non stava affatto scherzando.
- Le 6:30? - chiese, con un filo di voce lievemente strozzata ed acuta - Di mattina? -
- Sì... C'è qualche problema? - chiese confuso Alb.
Robert scosse la testa, ingoiando la miriade di imprecazioni che rischiavano di uscire dalla sua bocca.
- Assolutamente no - mentì - Allora... ci vediamo domani mattina - il castano cercò di stamparsi in volto un sorriso.
Non voleva rivelare ad Alberich quanto odiasse il campeggio, e il doversi alzare così presto; Robert non se la sentiva proprio.
Il suo ragazzo sembrava tenerci davvero tanto a quell'uscita, e non voleva di certo rovinargliela.
Si trattava solo di un week-end. Un semplice, e banalissimo, week-end.
Avrebbe stretto i denti e sopportato tutto per sole 48h.
Che mai sarebbe potuto succedere di tanto disastroso in soli due giorni?
- Robert? -
- Sì? -
- È vero che odi il campeggio? -
Il ragazzo deglutì a vuoto per l'agitazione - Non direi proprio "odio"... - iniziò, con una piccola smorfia in volto - Diciamo più che non si trova proprio tra le mie attività preferite, ecco -
Robert tirò un sospiro pesante - Chi te l'ha detto? -
- Esplicitamente nessuno - rispose Alb - L'ho semplicemente intuito. Perchè non me l'hai detto? Avrei organizzato qualcos'altro - disse, ponendogli una mano sulla spalla.
Se c'era una cosa che Alberich non voleva fare, nel modo più assoluto, era mettere a disagio il proprio ragazzo.
Non aveva minimamente pensato all'eventualità che a Robert non sarebbe potuto piacere andare a fare campeggio con lui.
Non ci aveva pensato, ed era stato sciocco e superficiale.
Rob si strinse nelle spalle, prima di riuscire a trovare la voce per dargli una risposta adeguata - Eri così entusiasta per questo week-end che non me la sono sentita proprio di dirti quanto odi le attività all'aria aperta. Avrei finito per guastare il divertimento, e non volevo darti questo dispiacere... Mi dispiace - abbassò il capo colpevole.
- Non ti devi scusare - sospirò Alberich - Ho sbagliato io ad organizzare tutto, non chiedendoti niente prima. Sono io quello che ha sbagliato, e che dovrebbe chiedere scusa... Se vuoi posso annullare l'uscita -
Robert, con uno scatto fulmineo, alzò e scosse il capo - Assolutamente no! - affermò, sconvolgendo il tatuato,che si aspettava una risposta positiva.
Si rese conto, solo in un secondo momento, del tono eccessivamente alto che aveva usato e perciò, prima di ricominciare a parlare, tossì un paio di volte per regolare la voce.
- Ti sei fatto in quattro per organizzare questo viaggio, e non sarò io a rovinarlo. Sarà... divertente, fare qualcosa di nuovo -
Il viso del tatuatore si aprì in un ampio sorriso, e dovette fare appello a tutte le sue forze mentali per non stritolarlo in una morsa calorosa, mentre Rob dovette trattenersi del non arrossire come una scolaretto.
Continuava a ripetersi che, il loro, sarebbe stato un week-end tranquillissimo.
Non sarebbe successo niente che avrebbe turbato le loro vite.
Assolutamente no.



ANGOLO DELLA SUPER SCIMMIA:
Manca giusto un'insegna luminosa, che grida "SPOILER/ATTENZIONE" e siamo a posto XD
Penso che sia banale (?) dire che durante il week-end succederà qualcosa, che non dirò cosa, e che voi sicuramente non vi aspetterete mai, perciò penso sia meglio andare avanti...
Lo so che siete turbati per il titolino qui sopra. Ho sempre scritto "L'Angolo della mente malata" dal 2012,e posso capire che vederselo cambiare all'improvviso possa essere leggermente traumatico (lo è anche per me tranquilli).
Lo so. Suona strano.
Soprattutto la parte della "Super scimmia", ma ha il suo perchè e possiede radici antichissime (come il perchè chiamo mia sorella maggiore Carlino).
Magari un giorno vi narrerò le vicende di come io sia diventata una super scimmietta... Un giorno.
Che posso dirvi?
Gli ultimi due mesi sono stati belli tosti per me. Per chi non lo sapesse mi sto "trasferendo" in un appartamento a Milano, insieme a mia sorella maggiore, per questioni di studio. (Lighter, come già detto altre volte, si basa su questa mia esperienza di vita che sto vivendo in prima persona).
Ho iniziato il quinto anno di liceo scientifico, e questo vuole dire MATURITÁ (Depressione is over 9000 e Leopardimispicciacasa )
Settimana scorsa (sabato) ho anche partecipato alla zombie walk che si è tenuta a Milano, come evento promozionale dell'evento in discoteca per Halloween (Monsterland), con il mio cosplay del Joker versione zombie/batarangconficcatoinviso e... sono apparsa con il bel visino inquietante in una foto su "Il Giorno" (hanno fatto un articolo sul evento e caso ha voluto che ci fossi anch'io nella fotina *^*).
Devo essere sincera: mi hanno fatto un botto di foto, di cui il 97% venute un peliiino male. Ma chissene frega :D io sono felicia lo stesso!
Visto che mi è stato chiesto anche su Twitter e Faccialibro lo scrivo anche qui (anche se so che non ve ne fregherà niente XD), il 31 non parteciperò all'evento di Monsterland perchè sarò al Lucca Comics & Games di quest'anno a fare cosplay e a girare come una scimmietta impazzita tra gli stand :3
Per quanto riguarda invece un futuro aggiornamento... non so dirvi niente.
Già riuscire a trascrivere questo capitolo è stato un parto, non voglio nemmeno immaginare come sarà il prossimo. Io cercherò comunque di scrivere nei buchi di tempo libero, e di essere il più possibile disponibile via social.
Se avete domande, teorie, sogni nel cassetto che nessuno vuole ascoltare tranne il vostro amico immaginario Danielo Pablito Esteban Della Rosa Ramirez, non fatevi problemi a scrivermi :3
Mi piace parlare con voi <3 Siete così dolcini <3
Tanti bacini zuccherini a tutti <3
- Harley



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