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Autore: Prongs4    25/10/2016    1 recensioni
"Nulla sarà più come prima, Narcissa".
Le mormorò di nuovo Lucius, a tarda notte, al caldo della loro alcova.
Era stato più pensieroso del solito quel giorno, più malinconico. L'età avanzata gravava su di lui, che appariva ora più saggio, venerando.
"Noi saremo gli stessi, e torneremo eternamente nei medesimi luoghi, come fantasmi inquieti" ribatté lei.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy | Coppie: Lucius/Narcissa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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"Nulla sarà mai più come prima, Narcissa"

Il lamento di Lucius la raggiunse puntuale, come ogni giorno da diversi anni ormai.
Era tutto cambiato, tutto diverso, tutto peggiore… la lista dell'insoddisfazione di suo marito era infinita.
"Lo so, tesoro" gli rispose come sempre Narcissa, accondiscendente.
Desiderava tuttavia che Lucius tacesse, affinché le sue osservazioni rassegnate non osassero insinuarsi nella purezza della sua mente.
Per lei nulla era davvero cambiato.

Il tramonto che si stagliava davanti a loro nel cielo era lo stesso di sempre, si diceva infatti lei.
Il paesaggio spigoloso del Wiltshire, alto e diritto con le grandi siepi che cingevano il vialetto, faceva respirare la stessa aria limpida e chiara, mai pesante, sempre leggiadra.
La lieve brezza che frusciava a contatto con i suoi lunghi capelli portava il medesimo vago profumo di fiori.
La mano di Lucius nella sua, forse leggermente irruvidita dal tempo, era sicura perché riconosciuta, morbida, non più elettrica al tatto, ma fonte di un maturo languore, caldo e torbido, e intimo.

Sarebbero potuti essere passati mille anni come uno.

Lo studio al piano di sopra poteva essere occupato da Abraxas Malfoy, intento ad organizzare la prossima caccia al drago, o poteva essere vuoto - come era effettivamente in quel momento - immobile, silenzioso: era lo stesso. L'odore di libri e di freschezza non sarebbe mai cambiato, e le eleganti poltrone di pelle di drago sarebbero rimaste sempre poco confortevoli.
 
Non vi era periodo che Narcissa preferisse, lì a Malfoy Manor, della fine dell'estate.
Il crepuscolo che le sembrava di palpare ad ogni ora del giorno era il giusto contrappasso per la fulgidezza delle loro vite dorate.
 Anche se, come i loro capelli, così anche la brillantezza della loro reputazione era andata diventando più opaca - preferendo il più discreto argento allo sfavillante oro.

Eppure Narcissa sapeva che di lì a poco, non appena le nuvole fossero diventate di una tonalità di viola più scuro, la mano di Lucius si sarebbe allontanata dalla sua, per posarsi leggera sul suo fianco. La sua voce strascicata l'avrebbe accarezzata con un sussurrato: "Rientriamo?"

Al suo cenno silenzioso Lucius l'avrebbe stretta a sé più forte e lei avrebbe languidamente appoggiato la sua testa sulla spalla forte di suo marito. Sarebbe rientrata in casa, e all'ingresso avrebbe guardato come sempre la foto dei suoi genitori incorniciata in bella mostra. Narcissa conosceva e gradiva persino la morsa allo stomaco che l'avrebbe colta riguardando quelle vecchie foto.

Poche ore dopo avrebbe acconciato i suoi lunghi capelli in una folta treccia; il nastro sarebbe stato dello stesso verde regale. Le braccia di Lucius, suo Morfeo, suo Cupido, avrebbero mantenuto lo stesso incastro perfetto su di lei, la bella Psiche.

Tutto venne come sempre: la mano sul fianco, la domanda sussurrata.

Sarebbero rientrati in casa, e Narcissa per quanto ne sapeva avrebbe potuto ritrovarsi davanti, sui grandi cuscini vicini al caminetto, il caschetto biondo e gli occhioni grigi e luminosi del suo piccolo Draco. O sarebbe stato invece il viso di quella che era stata sua suocera, Rosalie Malfoy, ad accoglierla, chiedendole se volesse restare a cena?

Non avrebbe fatto differenza. 
Le guance di Narcissa si sarebbero deliziosamente colorate di rosa in ogni caso.
Il marmo bianco avrebbe certamente riflesso il suo viso sottile: non importava se la giovinezza aveva smesso di baciare il suo bel corpo, ormai Narcissa aveva capito che i suoi rigogliosi capelli biondi e i suoi splendenti occhi azzurri erano stati piacevoli suppellettili, regali sovrastrutture che coronavano una costituzione della più preziosa porcellana ossea che vi fosse.

Che importava del tempo corrodente? Che importanza aveva il mondo esterno - con un nuovo ceto sociale in ascesa, e le goffe mani di borghesucci con i guanti troppo stretti o troppo larghi?
Nelle sue vene scorreva nientemeno che l'ambrosia degli dei! Ed essa è eterna e imperturbabile, è rinvigorente e forte, è immune al tempo, alla sporcizia, al degrado, all'ingiuria!

Lucius e gli altri Malfoy potevano anche sentire il bisogno di qualcosa che rappresentasse la loro potenza, che simboleggiasse il loro status di purosangue - che fosse la ricchezza, o il timore e il rispetto negli occhi di chi li guardava, poco cambiava. Ma per i Black era sempre stato diverso, e Narcissa non faceva eccezione.
Nulla al di fuori di se stessi gli era necessario.

È tutto pleonastico, tutto non essenziale!, avrebbe voluto potergli dire Narcissa.
È la nostra linfa la nostra fonte di coraggio, il nostro respiro miracoloso, la nostra pelle che si sfiora...

"Nulla sarà più come prima, Narcissa".
Le mormorò di nuovo Lucius, a tarda notte, al caldo della loro alcova.
Era stato più pensieroso del solito quel giorno, più malinconico. L'età avanzata gravava su di lui, che appariva ora più saggio, venerando.
"Noi saremo gli stessi, e torneremo eternamente nei medesimi luoghi, come fantasmi inquieti" ribatté lei.
Non ricevette risposta.
Narcissa chiuse gli occhi, sopraffatta dal sonno.
Il giorno dopo non li avrebbe riaperti.
Non lì, non a Malfoy Manor, non cullata dalle braccia di Lucius.
Tutto sarebbe ricominciato, in un sempiterno ciclo vitale.

*Angolo autrice*
L'ispirazione per questa storia - se di storia si può parlare, essendo priva di una vera e propria trama - mi è stata da alcune considerazioni fatte con la mia beta riguardo la vita e le idee dei Malfoy dopo la seconda guerra magica.
Per Lucius, come credo di aver fatto capire, immagino sia stato un periodo particolarmente duro: prima braccio destro del signore oscuro, poi "rispettabile" e ricchissimo affarista, aveva infine visto nella seconda ascesa di Voldermort la sua possibilità per arrivare ancora più in alto. Poi tutto era crollato, e si era trovato con una pessima reputazione e privo di credibilità. Ecco perché negli ultimi anni me lo figuro malinconico e lamentoso. Narcissa al contrario aveva subìto questo crollo a partire dalla fuga di sua sorella Andromeda fino all'incarcerazione di Bellatrix; non dico che si fosse abituata, ma aveva già avuto il suo momento di angoscia più profonda. 
Quanto al finale: sì, una lettura letterale suggerisce che Narcissa sia morta, ma volevo trasmettere soprattutto un messaggio allegorico con quest'immagine, quasi di un "eterno ritorno". 
Non è la mia fic migliore, ma trovo davvero interessante la tematica e spero che per voi i lettori sarà lo stesso, e che avrete voglia di dirmi come immaginate questo periodo della loro vita.
Grazie mille a chi ha letto e a chi vorrà riempirmi di gioia con un commento! :)
Prongsina
  
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