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Autore: hele    26/10/2016    1 recensioni
Ron e Hermione si ritrovano intrappolati all'interno di un libro d'amore incantato.
Per uscirne non potranno fare altro che percorrere ad uno ad uno i capitoli del libro sottostando al volere e alle regole imposte dal malizioso libro.
Riusciranno i nostri amici ad avvicinarsi quel tanto che basta per tornare a condurre la loro normale vita nella scuola di magia e stregoneria più famosa al mondo?
[...] - Ma in che cavolo di libro siamo finiti? In un libro di fiabe babbane?-
-Non dire scemenze Ron, un libro babbano non ci avrebbe mai risucchiato!-
-E allora spiegami che diamine di libro è!-
-Un libro ...d'amore-
-CHE COSA??-
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
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Simpatia Simpatia


Ron si diresse con passo spedito verso una porticina che era apparsa nel bel mezzo dell'ambiente etereo non appena il libro ne aveva fatto parola.
Sembrava galleggiasse sospesa nel vuoto.
Il ragazzo strinse la maniglia di ottone e la abbassò, facendo socchiudere la porta che emise un sinistro cigolio.
Tutto si aspettava meno quello che sarebbe successo da lì a poco.
Giusto il tempo di varcare con circospezione la soglia, che la porta si richiuse alle sue spalle con un sonoro SBAM.
Una luce accecante ed un fragoroso frastuono lo colsero alla sprovvista facendolo arretrare rapidamente di parecchi passi.
La porta alle sue spalle era svanita ed il ragazzo capitombolò a terra con le mani premute sulle orecchie e gli occhi strizzati a proteggersi dal quel bagliore brucia-pupille.
Quella che sembrava un'enorme insegna al neon lampeggiava a più non posso, illuminando tutta la stanza, rendendola prima rossa poi rosa, arancio, gialla e verde.
I colori fluorescenti si alternavano al ritmo di un'allegra musichetta suonata a tutto volume da un'orchestra di percussioni e fiati sospesa a mezz'aria, i quali circondavano le lettere sfavillanti di quello che non poteva essere altro che il titolo del capitolo che il ragazzo avrebbe dovuto prestarsi ad affrontare:
SIMPATIA.
Dal soffitto cominciarono a piovere coriandoli e lustrini mentre palloncini dalle mille tonalità sembrava si generassero dal pavimento per andare a scoppiare appena oltrepassata la scritta con un delicato "POP".
Ron rimase lì, attonito, a fissare con la bocca spalancata e gli occhi sbarrati quella chiassosa insegna levitante.
Ad un tratto, all'altezza della sua fronte, si materializzò un calice di spumante che gli sbattè con la base su un sopracciglio.
Un po' del suo liquido gassato si riversò sul naso del mago esterrefatto.

Ma che gioia, quale ebrezza!
Non ti nascondo la mia contentezza!
Finalmente dei giocatori
per generare dei nuovi amori.
Su festeggia con me
che al mondo di meglio nulla non c'è!

Ron spostò lo sguardo dal bicchiere ad un ipotetico soffitto da dove sembrava provenire la voce, ma non c'era nulla, ne un soffitto, ne un interlocutore.

Su su, muoviti ragazzo,
non sarai mica in imbarazzo?
Sono euforico, non ci far caso,
oramai mi ero quasi dissuaso!
Stavo proprio per gettare la spunga
ed ecco ad un tratto la ragazza che tra pensieri mugugna.
Potevo farmela sfuggire ed invece l'ho trovata
Ah che fortuna sfacciata!
Ma dai su! Bevi alla mia
ti divertirai in mia compagnia!

Ron confuso prese il calice ma senza portarlo alle labbra.

Orsù, cominciamo!

In seguito a quello che sembrò un sonoro schiocco di dita, si ritrovò seduto su una sofficie poltrona in velluto rosso apparsa dal nulla.
Non ebbe neanche il tempo di elaborare cosa stesse succedendo che quella cominciò a sfrecciare a tutta velocità in avanti schiacciandolo contro lo schienale.
Dopo qualche secondo si arrestò bruscamente davanti ad un enorme schermo contornato da un sipario spesso e pesante, dello stesso colore della poltrona.
Per poco il ragazzo non fù sbalzato in avanti, ma in compenso, il bicchiere gli volò dalle mani infrangendosi in mille pezzi sul pavimento.
Il libro non si scompose e fece apparire un nuovo flute per il mago.

Benvenuto in Simpatia
nel primo capitolo vige l'allegria.
Sappiamo tutti che se alla vetta si vuole arrivare
stabili basi si devono fondare.
E le fondamenta non sta a me farle
Senza quelle le mie parole puoi anche buttarle.
Ma se i semi, piccolini, son piantati
annaffiarli posso, miei cari innamorati.
E fin qui tutto è stato fatto per bene
tante emozioni avete condiviso voi due insieme.
"Simpatia" sai cosa significa mio caro amico?
dal greco sympatheia... vuoi che te lo dico?
E' un sentimento di estrema unione
solo per chi è affine dalla testa sino al cuore.
Felicità o tristezza, risate o lacrime
non importa, ma che diamine!
Quel che conta è lo spartire
e voi lo avete fatto, non c'è che dire.
I vostri  cuori son vicini
vibrano insieme come corde di violini.
Ma tu mio caro ragazzo sei un po' sbadato
Non te ne accorgi, sembra, del tuo passato!
Come fai a dir la verità ancora non so...
Ma non preoccuparti, la nebbia nella tua testa diraderò.
Ora, quella che è la mia intenzione,
è di ridarti di tutte queste emozioni una visione.
Quindi siediti comodo e resta al tuo posto
Pronto a riscoprire il tuo passato trascorso?

Ed improvvisamente nella stanza scese un buio tenebroso, come se qualcuno avesse spento l'interruttore della luce.
Ron, con ancora il calice stretto nel pugno, non aveva idea di cosa dovesse fare.
Sprofondato nella poltrona, con ogni muscolo del corpo in tensione per il nervosismo, cercava di capire dove quella malevole voce volesse andare a parare.
Non riusciva a capire assolutamente cosa volesse da lui.
Sentimenti, emozioni? e poi perchè diavolo continuava a parlare di innamorati, insomma, chi erano questi innamorati?!
Un vero mistero. Se solo ci fosse stata Hermione ad interpretare quei versi sconnessi!
Nel frattempo l'enorme schermo di fronte alla sua poltrona si accese e... incredibile!
Di fronte a lui si era materializzata  la sala comune dei Grifondoro.
Tutto lì al solito posto ad eccezione di... ma sì, quel tavolo! Lo avevano spostato di lì al quarto anno, quando avevano cambiato la disposizione dei mobili ed ampliato il camino per rendere più accogliente l'ambiente, in previsione dell'arrivo delle scuole partecipanti al torneo Tre Maghi.
Ron poggiò il bicchiere sul pavimento e si alzò incuriosito dalla soffice poltrona. Si avvicinò allo schermo, sempre di più.
Era tutto così reale, così nitido, gli sembrava di essere lui stesso parte integrante dello scenario.
-Cavolo- esclamò stupito quando si rese conto di poter toccare la superficie liscia del tavolo.
Si rigirò su se stesso.
La poltrona ed il bicchiere erano spariti, il sipario anche.
Non c'era più nulla, se non lui nella sala comune dei Grifondoro con il fuoco crepitante e il calore da esso emanato che gli riscaldava la schiena.
Sono tornato ad Hogwarts senza essermente accorto? si domandò tra sè e sè confuso.
Poteva anche essere.  
O magari era stato tutto un sogno? Forse si era addormentato mentre stavano giocando a scacchi? Ma non vi era traccia della scacchiera.
Certo,però, che poteva anche essere... data l'estrema lentezza dell'amico continuamente distratto dalla sorella.
Magari l'avevano portata via loro la scacchiera.
Ma dove diavolo si erano cacciati? perchè non lo avevano svegliato!
Sicuramente ne avevano approfittato per andare a fare i loro porci comodi.
Sarebbe andato a cercarli, ma non prima di aver trovato Hermione.
Cancellò con poche falcate la distanza che lo divideva dal ritratto della signora grassa, ma si trovò costretto ad arretrare di qualche passo quando si accorse che il quadro si stava spostando per far entrare due giovani studenti.
Per poco non gli si slogò la mascella allo scoprire di chi fossero quei due ragazzi.
Lui ed Hermione, poco più che undicenni.
Lei con i suoi capelli arruffati ed informi, lui lentigginoso come pochi.
Lei con una borsa stracolma di libri e almeno altri tre sotto braccio, lui che trascinava la sua di borsa, aperta e rattoppata, sul pavimento. Crosta stava mordicchiano le pagine di un vecchio tomo, forse quel libraccio di storia della magia.
-Perfetto, la sala comune è vuota! Muoviti Ron, lo sarà ancora per poco, sai che è tempo di esami!-
-uffa.. sì, lo so. Il tuo entusiasmo è imbarazzante-
-Ma come fai a non essere entusiasta di mettere alla prova le tue capacità di mago! Finalmente possiamo dimostrare quanto valiamo come studenti!-
-Yu-hu...-
I due ragazzini si sistemarono attorno al tavolo, sparpigliano i libri sulla sua superficie lignea. La stragrande maggioranza erano di Hermione ovviamente, che aveva attinto alla biblioteca ricavando delle letture informative che ci permetteranno di capire meglio gli argomenti come aveva spiegato all'amico.
-Abbiamo già un milione di cose da studiare e te ne cerchi anche altre?-
-Iniziamo con atronomia-  esclamò la maghetta con voce carica di entusiasmo, ignorando le lamentele di Ron.
Il mago sedicenne nel frattempo li guardava con tanto di occhi. Non ci poteva credere.
Pensò a quando Harry gli aveva raccontato del diario di Tom Riddle, quando aveva vissuto il ricordo del malvagio studente tornando indietro di cinquant'anni.
La situazione sembrava così simile.
Si avvicinò di soppiatto alla coppia di alunni, che chiaramente non percepivano in alcun modo la sua presenza, e si lasciò cadere seduto su una sedia all'altro capo del tavolo, continuando a fissarli sbalordito.
Si ricordava vagamente di quel giorno di sei anni prima, si ricordava di come trovava Hermione maledettamente fastidiosa quando era immersa nel suo mondo fatto di libri,  esami e tabelle di marcia da rispettare con rigore, le sue assolute priorità. Lo era ancora, per carità, fastidiosissima, ma ora ci aveva fatto il callo.
Però si ricordava anche che quella fu una delle prime volte dove l'avesse rivalutata.
-No, Ron, stiamo parlando delle lune di Giove, come fanno a non entrarti in testa?-
-Ma hanno nomi assurdi, non è che sia così immediato memorizzarli!-
-Su, da qua, fammi controllare cosa hai combinato. Ma è tutto sbagliato!-
Il ragazzino fece una smorfia che non cercò in alcun modo  di dissimulare.
-Va male Ron, malissimo!- continuò la riccia scansando Crosta che passeggiava indisturbato sui libri -così rischi di farti bocciare!-
-Uffa! Non ti ho chiesto io di aiutarmi-
Ron adulto scosse la testa, ma quanto era insopportabile!
-E il pianeta più vicino al Sole non è Marte! Questo è un errore grave. Mercurio Ron, Mercurio e...-
-Va bene, va bene. E' tutto sbagliato ho capito!  Mi bocceranno, è irrimediabile- replicò infastidito riprendendosi con un movimento brusco la pergamena che Hermione gli aveva sottratto e che continuava a leggere da sopra la sua spalla scuotendo il capo.
-Tu pensa a come fare per prendere Eccezionale in tutte le materie e lascia stare i miei appunti... maledizione!- aggiunse sconfortato.
Lo avrebbero bocciato davvero? E cosa sarebbe successo se fosse stato bocciato in tutte le materie?
Neanche Fred e George erano riusciti a far tanto!
Cosa avrebbe detto sua madre??
Se aveva così tanti problemi con Astronomia come avrebbe fatto con Pozioni? e Trasfigurazione? e Incantesimi... e tutte le altre materie?
Incrociò le braccia sul tavolo e vi appoggiò sopra la testa scoraggiato.
La situazione era disperata.
-Mi bocceranno in tutte le materie- mugungò.
-Non quest'anno Ronald Weasley! Non pensarci neanche!-
Lui roteò la testa sulle braccia per guardarla in viso.
-Su, dai qua, ti correggo io gli appunti! E poi ripetiamo insieme. Basterà che segui il mio programma ed andrai benissimo!Su mettiamoci a lavoro!-
Ron sedicenne si ritrovò a sorridere. Era insopportabile ma era stata sempre pronta ad aiutarlo, sia a lui che ad Harry.
Già proprio vero.
Alla fine quell'esame era andato piuttosto bene, ed anche gli altri.. non si poteva lamentare.
Era stato fondamentale l'aiuto della sua migliore amica.
Continuò a guardarli per un po' mentre la piccola Hermione impartiva suggerimenti e proponeva i suoi appunti e libri di testo al piccolo se stesso.
La sala comune cominciò a riempirsi di studenti ansiosi per gli esami imminenti e proprio quando i due maghetti avevano alzato gli occhi dai libri per salutare un piccolo Harry Potter appena entrato in scena, i contorni delle persone e dei mobili cominciarono a farsi sfuocati e confusi, fino a che tutto si dissolse in una macchia di colore.



Dovete scusarmi, ragazzi, per la brevità di questo capitolo.
Non era mia intenzione farlo durare così poco.
Ma essendo oberata di impegni, essendo lenta, molto lenta, a scrivere ed essendo questo un capitolo nel mio immaginario un po' complesso, ho preferito pubblicare questa robetta che sono riuscita a mettere su.
Non vi prometto un aggiornamento immediato perchè, ahimè, non so quando avrò tempo per scrivere... ho anche un'altra fanfiction (sempre ROMIONE) in corso..e forse tra un paio di mesi (ovviamente spero meno ma mi mantengo larga con i tempi) riuscirò a postare il capitolo conclusivo di quella.
Scusatemi davvero, sono molto legata a questa ff e proprio per questo vorrei dedicargli il massimo impegno.. cosa che al momento non posso fare.
Sono contenta che comunque, nonostante io sia la persona più lenta sulla faccia della terra ad aggiornare ff, stiamo crescendo in numero.
Anche questo mi ha spinto a pubblicare questo breve capitolo.
Spero di ricevere delle recensioni perchè mi fa piacere sapere cosa pensate della storia.
Quindi al momento vi saluto e vi dico (sperandolo con tutta me stessa) a presto!
P.S. se amate le ROMIONE potreste passare anche per "incontri notturni", mi farebbe piacere.
baci.
Hele

























  
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