Anime & Manga > Capitan Harlock
Segui la storia  |       
Autore: Lady Five    26/10/2016    5 recensioni
Dopo la fine della brutta faccenda di Noo, l'equipaggio dell'Arcadia, finalmente riunito, riprende la solita vita vagabonda nello spazio. Con qualche piccolo cambiamento.
Ma la “routine”, per quanto piratesca, non si addice proprio ad Harlock e alla sua ciurma. Così, un po' per caso, un po' per scelta, si lasciano trascinare in una nuova avventura, sulle tracce di un antichissimo mistero e di un'oscura profezia. Con esiti assolutamente imprevedibili.
Genere: Avventura, Commedia, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harlock, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 

Il giorno dopo arrivò la risposta della professoressa Jones.
Diceva che avrebbe aspettato Harlock su Tortuga1, dove lei già si trovava. Toccava a loro, adesso, comunicare quando sarebbero arrivati, in modo da poter combinare l'incontro.
Harlock sulle prime rimase stupefatto. Si sarebbe aspettato che Clarice fosse sulla Terra, o al limite su qualche sperduto pianeta a caccia di antiche civiltà... non in un covo di delinquenti di ogni risma!
Poi però capì...
Clarice non poteva non sapere che lui era un ricercato. E che sarebbe stato troppo rischioso per lui incontrarla in un luogo controllato dal Dipartimento per la preservazione della quiete spaziale. Aveva quindi scelto un posto sicuro. Come avesse scoperto dell'esistenza di Tortuga, restava per lui un mistero, visto che la gente onesta difficilmente viene a conoscenza di certe cose. Ma Clarice Jones non era una persona comune... E quell'attenzione che aveva avuto nei suoi confronti ne era l'ennesima dimostrazione. Harlock ne fu quasi commosso.
Yattaran e il resto della ciurma, invece, interpretarono quel fatto come una conferma che Clarice fosse una bella piratessa o qualcosa del genere, con cui il loro capitano in passato avesse avuto una liaison. E il capitano glielo lasciò credere.
Poi però iniziò a preoccuparsi. Si chiese se Clarice si trovasse lì da sola o in compagnia del marito. In ogni caso, a causa sua, una signora perbene di una certa età era costretta a soggiornare in mezzo a contrabbandieri, ladri, donne di malaffare e furfanti di ogni tipo! È vero che lei non era una sprovveduta, durante le sue spedizioni, secondo quanto gli aveva raccontato, si era trovata spesso in situazioni difficili e se l'era sempre cavata. Ma ora non era più tanto giovane! Decise di chiedere al suo amico Jack2 di tenerla d'occhio, senza farsi beccare, naturalmente. Lei non avrebbe gradito essere trattata così.
Prima di fare rotta su Tortuga, però, dovevano fare una scappata sulla Terra a recuperare Mayu. Erano iniziate le vacanze estive, la sua figlioccia era stata promossa a pieni voti, riempiendolo di orgoglio. Ma poi avevano litigato di brutto (che novità!), perché lui non le aveva dato il permesso di andare in campeggio con alcuni suoi amici della scuola (tra cui il famoso Han!), ritenendola ancora troppo piccola per quel tipo di esperienza. Kei aveva perorato la causa della ragazza, ma Harlock era stato irremovibile. In realtà, l'età c'entrava poco o nulla. Il vero motivo era che non intendeva lasciare la sua bambina tutto quel tempo a contatto con quel bellimbusto, e senza alcun controllo! E i suoi timori riguardavano ben altro genere di esperienze! Era riuscito a rabbonirla soltanto promettendole di portarla per almeno due settimane su Ombra di Morte. E ora, come avrebbe preso quel cambio di programma? In più, non è che Tortuga fosse proprio un posto adatto a una ragazzina! Anche se sospettava che le sarebbe piaciuta molto, purtroppo.
Kei glielo fece notare.
“Avevi detto a Mayu che l'avresti portata in vacanza, non a incontrare una vecchia sconosciuta” lo ammonì con voce severa.
“Lo so. E manterrò la promessa. Si tratta solo di rimandare di qualche giorno. Anzi, credo che a Mayu farebbe bene conoscere una persona come la professoressa Jones! Scoprirebbe che esistono altre cose, oltre alle feste, ai vestiti e ai... ragazzi!”
L'ultima parola l'aveva pronunciata a denti stretti e Kei non poté fare a meno di sorridere. Però poi tornò alla carica.
“Sei ingiusto con lei! Mayu è una bravissima ragazza, ha sgobbato tutto l'anno sui libri, e comunque è giusto anche divertirsi un po', alla sua età! Sei tu che sei un troglodita e non hai fiducia in lei! Non oso pensare a come la tratteresti se fossi davvero suo padre!”
Kei aveva ragione, lo sapeva benissimo anche lui. Ma proprio ancora non ce la faceva ad accettare quella specie di distacco, anche se era consapevole della sua ineluttabilità.

“Se sono al corrente dell'arrivo di una terrestre di una certa età? Diavolo se lo sono! Quella matta ha messo sottosopra mezza Tortuga!”
Harlock era nella sua cabina e stava parlando con Jack sul suo canale privato. Sorrise tra sé e sé. Le sue preoccupazioni si erano rivelate del tutto superflue.
“Dovevo sospettarlo, che era amica tua! - continuò il vecchio filibustiere - Beh, allora, che cosa vuoi che faccia?”
“Volevo chiederti di controllare che fosse tutto a posto e di metterti a sua disposizione se avesse avuto bisogno di aiuto, ma... vedo che non è necessario. Comunque tra pochi giorni arriveremo noi.”
“E meno male! Non intendo averci a che fare, con quella lì!”
“Ma cosa avrà mai fatto di così terribile?” chiese Harlock sempre più divertito all'idea di una matura signora che metteva in riga un'intera comunità di delinquenti.
“Beh, è arrivata con una serie infinita di valigie e bauli, ha sbraitato subito perché non riusciva a trovare un mezzo di trasporto adatto, poi perché nessun albergo qua aveva camere abbastanza grandi da contenere tutto... sai, non è che su Tortuga arrivino molti turisti! Alla fine, con grande sollievo di tutti, ha affittato una piccola casa in periferia... Ha preso anche una guida perché l'accompagnasse in giro alla ricerca di non si sa bene cosa, si è scandalizzata perché qui non ci sono biblioteche e archivi... no, dico, dove pensava di essere? Insomma, si può sapere chi cavolo è e che cosa c'entra con te?”
Il capitano registrò che Clarice era lì da sola. Si chiese perché, con una punta di inquietudine.
“È una lunga storia, Jack. Te la racconterò quando ci vediamo. Forse. Stammi bene, vecchio mio!”
“Vecchio sarai tu!” si congedò Jack con uno sberleffo.
Harlock chiuse la comunicazione scuotendo la testa.
Cara professoressa Jones... vedo con piacere che non sei cambiata affatto!

Dopo la veloce sortita sulla Terra per prelevare Mayu, l'Arcadia si diresse verso Tortuga in modalità in-skip.
Mayu non ce l'aveva più con Harlock per la storia del campeggio... ma non per i motivi che sperava lui. In realtà, gli raccontò Kei con l'aria di sottintendere “io te l'avevo detto”, aveva litigato con Han perché l'aveva beccato a fare il cascamorto con altre ragazze, e intendeva fargliela pagare, anche se non aveva ancora deciso come. Intanto, si erano leggermente lasciati3 e, per tutta l'estate, aveva deciso che avrebbe scritto solamente a quell'altro, che le stava ancora appresso...
“Cosa vorrebbe dire leggermente lasciati?” chiese preoccupato. Non era sicuro di voler sapere la risposta.
“Ah, non ne ho idea! Dovresti chiederlo a lei!”
Lui si passò le mani tra i capelli, sconsolato, e aprì la seconda bottiglia della serata. Non voleva sentire altro. Anzi, chiese a Kei di non toccare più quell'argomento con lui d'ora in poi. Non lo reggeva! Che se la sbrigassero loro due, visto che ora sembravano intendersi a meraviglia! Quasi quasi rimpiangeva quando le sue due donne non si sopportavano!
Come se non bastasse, come Harlock aveva temuto, quando la ragazzina seppe della loro prossima meta, manifestò un entusiasmo che lui giudicò eccessivo... Ma avrebbe dovuto aspettarselo: era da tempo che gli chiedeva di portarla lì e lui aveva sempre accampato un sacco di scuse per evitarlo... Doveva assolutamente fare in modo che non se ne andasse a zonzo da sola e si cacciasse in qualche guaio... tipo invaghirsi di un avanzo di galera...
Quando l'Arcadia atterrò nell'astroporto di Tortuga, Harlock mandò un messaggio a Clarice sul solito canale per avvisarla del suo arrivo. La professoressa gli spiegò dove si trovava la sua abitazione e gli disse che l'avrebbe atteso lì.
La ciurma avrebbe avuto la libera uscita, a turno, come al solito. Il capitano affidò Mayu a Kei, Meeme e Masu (l'unica che gli dava qualche garanzia, in verità), con l'ordine tassativo di non perderla mai di vista e di portarla in giro esclusivamente nei quartieri frequentabili della città. Speriamo bene, si diceva, mentre, con una navetta, si dirigeva all'appuntamento con la sua vecchia amica.

Il navigatore lo condusse facilmente all'edificio indicato da Clarice, appena fuori dal centro abitato. Scese dal mezzo e osservò preoccupato una specie di catapecchia di legno dall'aria precaria, in stile vecchio Far West terrestre, come molte costruzioni su Tortuga, chissà perché4.
Salì rapidamente i pochi gradini scricchiolanti che conducevano al portico e bussò all'uscio, augurandosi che non crollasse al semplice tocco della sua mano. Era stranamente emozionato e non riusciva a capire bene la ragione. Forse perché, di tutte le persone care del suo passato, Clarice era l'unica sopravvissuta?
La porta si spalancò quasi subito e lui si ritrovò all'improvviso stretto in un abbraccio a cui non era affatto preparato.
“Franklin!5 Ragazzo mio! Come stai?”
Clarice si staccò da lui e gli sorrise.
“Fatti guardare! Ehi, non mi ricordavo fossi così alto!”
Harlock le sorrise a sua volta, posandole le mani sulle spalle.
Non era cambiata poi molto, Clarice. Non era mai stata una bellezza in senso classico, ma aveva un fascino tutto particolare, dato probabilmente da un'intelligenza fuori dal comune, dalla vivace curiosità, dal suo carattere forte e deciso, ma nello stesso tempo dolce e femminile. Era abbastanza alta e, con l'età, si era solo leggermente arrotondata. I capelli erano grigi, tagliati in un corto caschetto dall'aria sbarazzina, e i suoi scintillanti occhi grigioverdi, dietro gli stravaganti occhiali, erano quelli di sempre. Dimostrava meno anni di quelli che doveva avere.
“Io sto bene - rispose Harlock con la sua voce profonda e gentile, appena venata di commozione - E lei come sta, professoressa?”
“Oh no, ti prego, non chiamarmi così! Non sono più la tua professoressa da un pezzo! Sono Clarice, e basta! Ma entra, caro. Posso offrirti un caffè?” gli chiese strizzandogli l'occhio.
Entrarono in una specie di soggiorno ampio e luminoso, anche se malridotto e ammobiliato alla meno peggio. Ma Clarice non pareva curarsene e si diresse verso la piccola cucina a vista, mettendosi ad armeggiare con una vecchia moka, che Harlock riconobbe subito. La donna aveva compiuto numerose spedizioni e viaggi di studio in Italia, piccolo Paese dove però era concentrata una notevole quantità di siti archeologici e opere d'arte, e, tra le altre cose, si era innamorata del caffè del posto. Così, aveva comprato quella caffettiera e se la portava dietro ovunque, insieme a pacchi di miscela, per non restarne sprovvista nemmeno nei posti più assurdi. Ed evidentemente aveva mantenuto quell'abitudine. Il capitano si intenerì, perché aveva imparato da lei ad apprezzare quella bevanda particolare, il cui profumo lo accoglieva sempre appena entrato nella sua bella casa. Si sentì come se si fossero incontrati il giorno prima.
“Eh, come vedi qui è molto diverso da dove eri abituato a vedermi - esclamò, come se gli avesse letto nel pensiero - Ma va bene così, il posto è tranquillo e spazioso, e soprattutto costa poco. E poi è solo per breve tempo! Prova a sederti su quella poltrona, dovrebbe reggerti! Sei proprio diventato un gran bel pezzo d'uomo!”
Harlock divertito si sedette lentamente ma, malgrado il sinistro cigolio, la poltrona rimase integra.
Avrebbe voluto chiederle molte cose, ma non sapeva da dove cominciare. Si guardò in giro. Ovunque erano accatastati libri, fotografie, cartine, quaderni... Clarice era una studiosa vecchio stampo, diceva che le piaceva toccare le cose, che l'archeologia si fa sporcandosi le mani, affondandole nella terra, che gli oggetti possono raccontare la loro storia solo se li puoi osservare direttamente... quindi usava poco computer, tablet e altri mezzi altamente tecnologici, se non era necessario. Anche in questo non sembrava cambiata. E anche in questo era simile a lui.
Harlock, ricordando anche quanto gli aveva detto Jack, si chiese perché avesse portato con sé tutta quella roba, se non aveva intenzione di fermarsi a lungo.
La donna posò su un basso tavolino sbilenco due tazzine spaiate e una zuccheriera e si sistemò su una sedia di fronte a lui.
“Mi 'spiace, non ho niente per correggerlo.”
“Non fa nulla, grazie. Il profumo è sempre delizioso.”
Bevvero il caffè in silenzio, assaporando l'aroma e i ricordi che inevitabilmente evocava. Rammentò che anche sull'Arcadia per un po' avevano avuto una caffettiera di quel tipo6, ma poi un giorno si era rotta e nessuno si era preoccupato di ricomprarla.
“Dov'è tuo marito?” le chiese a un tratto Harlock. Aveva quella domanda in testa da troppo tempo.
Clarice sospirò e un'ombra di tristezza oscurò i suoi occhi chiari.
“Mio marito è morto molti anni fa, caro.”
Il capitano trasalì.
“Mi dispiace davvero. Com'è successo?”
“Disperso in missione. È stato poco dopo la fine della guerra contro gli Illumidas. Lui e altri ufficiali avevano deciso di restare nell'esercito. Credevano che così sarebbero riusciti a proteggere meglio la popolazione dai soprusi di quei disgraziati. Ma naturalmente sono andati subito in rotta di collisione con i vertici umanoidi e... guarda caso, un bel giorno sono stati spediti in un posto lontanissimo chiamato, mi pare, Strega dello Spazio7, per una missione segreta. Da cui nessuno di loro è più tornato.”
Harlock era scioccato. Sarebbe potuto capitare a lui, se fosse rimasto.
“Ma è terribile! Conosco quel posto. È un vero e proprio inferno, è quasi impossibile uscirne vivi! Ma.. cosa hanno detto le gerarchie?”
“La versione ufficiale è che l'astronave ha avuto un guasto tecnico sulla via del ritorno ed è esplosa. Naturalmente né io né le mogli degli altri militari coinvolti ci hanno creduto. Cioè, forse è andata così, ma non si è trattato certo di un incidente. Beh, mi conosci, non ho lasciato nulla di intentato, ho rotto le scatole al mondo intero, ma non c'è stato nulla da fare. C'era il segreto militare, ho sempre sbattuto contro un muro di gomma. Quando c'è una dittatura, non hai sponda da nessuna parte. Non esiste libertà di parola, di stampa, di opinione. La polizia non è dalla tua parte. E i politici terrestri erano soltanto dei tappetini degli Illumidas! A nessuno importava sapere la verità!”
Clarice aveva abbassato lo sguardo e stretto i pugni.
“Il mio Hector non meritava quella fine!”
Harlock le prese le mani tra le sue. Anche lui si sentiva ribollire dalla rabbia.
“No. Non la meritava. È stata un'orribile ingiustizia! Non c'era nessun bisogno di sabotare l'astronave. Aver mandato lui e gli altri ufficiali laggiù è stato condannarli a morte certa.”
Avrebbe voluto chiederle perché non si era rivolta a lui, ma si rese conto subito che era una domanda stupida. Avevano già perso i contatti tra loro da un pezzo, e lui a quel tempo era già un disertore, un fuorilegge, e si trovava lontano dalla Terra, chissà dove... Se avesse solo potuto immaginare...
“Cosa hai fatto dopo? Come te la sei cavata?”
Clarice alzò di scatto la testa.
“Mi sono dovuta rassegnare. Ormai Hector non c'era più. Mi sono dedicata al lavoro. In università avevo ancora degli amici, e così ho potuto proseguire le mie ricerche. Quelle non davano fastidio a nessuno. E mi hanno salvato dalla disperazione.”
Ad Harlock si strinse il cuore. Sapeva che Clarice era una donna forte e coraggiosa, ma doveva aver comunque passato dei momenti molto bui.
“Dimmi di te” gli disse a bruciapelo. Lei era così: in qualsiasi situazione, aveva la rara capacità di interessarsi alle persone, di ascoltare davvero e di entrare in sintonia con gli altri, chiunque fossero.
Harlock rimase un po' spiazzato. Lo imbarazzava sempre parlare di se stesso.
“Beh, chi sono e cosa faccio immagino tu lo sappia già...”
“Certo che lo so! Ma so anche quello che hai fatto per proteggere la Terra dalla minaccia delle Mazoniane, mentre il nostro governo fantoccio pensava solo a giocare a golf e riempirsi la pancia! Perfino gli Illumidas, appena hanno fiutato il pericolo, se ne sono andati in tutta fretta, abbandonandoci al nostro destino! Penso si siano pentiti abbastanza presto di aver conquistato un pianeta ormai senza più risorse e abitato da gente senza spina dorsale! E pensare che i nostri politicanti da strapazzo si sono pure presi il merito della loro partenza!8 Franklin, io non ti ho mai biasimato per la tua scelta, anzi, ti ho ammirato. Sei sempre stato uno spirito libero. Se Hector e io avessimo potuto immaginare come sarebbero andate le cose, avremmo seguito il tuo esempio. So anche quello che è successo alla tua ragazza e immagino abbia avuto un peso non indifferente nella tua decisione. Ora sai che ti posso capire profondamente.”
Harlock era sempre più colpito. Clarice sapeva di lui molto più di quello che credesse, e molto più di quanto lui sapesse di lei. Entrambi avevano perso tragicamente il compagno della propria vita. Un'altra cosa che li accomunava.
“Ma ora? Ti sei sposato? Hai dei figli? O... hai una donna su ogni pianeta? Non so come vive un pirata dello spazio, in verità, quindi perdonami se ti faccio delle domande un po' sciocche.”
Clarice probabilmente voleva solo distogliere i loro pensieri dai ricordi tristi, ma il risultato fu che il suo antico allievo arrossì come uno scolaretto.
“No... cioè, sì... Insomma, da qualche tempo ho una compagna, un ufficiale del mio equipaggio. Non ho figli miei, ma una specie di figlia adottiva... è la bambina di una coppia di miei carissimi amici rimasta orfana da piccola. Mi sono sempre occupato io di lei, quindi... è un po' come se fosse davvero mia. Ecco... mi piacerebbe fartele conoscere.”
“Ma certo! Bene, sono contenta che tu non sia rimasto solo! È importante avere accanto qualcuno che ci vuole bene.”
Harlock fece uno dei suoi sorrisi a mezza bocca. Ma ora c'erano ben altre questioni di cui gli premeva parlare.
“Clarice, mi hai contattato su un canale che un tempo usavo per comunicare con un vecchio amico … Qualcosa mi dice che non è un caso, ma... perché mi hai cercato proprio ora? Non che mi dispiaccia, beninteso, ma mi chiedo a che cosa ti serva un vecchio fuorilegge come me.”
La donna intanto si era alzata portando via le tazzine, poi era tornata a sedersi, guardando Harlock con aria molto seria. I convenevoli erano finiti. Era giunto il momento di rivelare il motivo del loro incontro.

 




 

 

1 Tortuga è una luna artificiale,una specie di “porto franco”, diventata punto di ritrovo per tutti i criminali del cosmo. C'è in quasi tutte le mie fanfiction sul Capitano.

2 Anche lui è ormai una presenza fissa nelle mie storie, mi ci sono affezionata!

3 Sms realmente ricevuto dalla mia amica da parte della figlia... a tutt'oggi ce ne sfugge il significato.

4 In effetti molti pianeti dove finiscono i Nostri hanno questa ambientazione... sarà la nostalgia di Matsumoto per “Gun Frontier”?

5 Sì, lo so che questo nome non c'entra con questo Harlock...ma lasciatemi divertire un po'!

6 In “SSX - Rotta verso l'infinito” compare più volte, già a partire dalla prima puntata.

7 “Arcadia della mia giovinezza”

8 Questo è uno dei miei tentativi (non so quanto riusciti) di collegare le varie serie animate.

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Capitan Harlock / Vai alla pagina dell'autore: Lady Five