Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: xlambertx    26/10/2016    0 recensioni
Dove Harry è un essere sovrannaturale che si nutre di sogni.
Ma se Louis si infatuasse di quello strano individuo che vede ogni notte, poco prima di svegliarsi?
Genere: Fantasy, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Zayn si diresse verso il ragazzo, iniziando improvvisamente a sorridere. "Sembra un bambino a cui è stato regalato un giocattolo nuovo" si ritrovò a borbottare Louis, sarcasticamente, per nascondere quanto in realtà lo sollevasse sapere che il suo migliore amico aveva trovato qualcuno con cui stare dopo la sua partenza. Sì, perché lui, al contrario del suo amico, aveva sempre saputo di non essere adatto alla vita che faceva in quel paesino. Non gli era mai andato a genio il fatto che le voci circolassero, aveva sempre trovato irritante che non appena qualcuno credeva di sapere qualcosa di compromettente su qualcun'altro spargeva le presunte informazioni, trasformando quella persona in un reietto. Louis sapeva che probabilmente, rimanendo lì, sarebbe diventato come loro, e lo odiava, quindi aveva scelto l'opzione più semplice. La reputava anche quella che lo avrebbe soddisfatto di più, quindi non aveva trovato difficile auto convincersi che sarebbe stato meglio per tutti. L'unico problema era che non riusciva a immaginarsi senza Zayn, e, ancora meno, immaginava Zayn senza di lui. Temeva che il suo amico lo avrebbe seguito a Miami solo per non restare solo, e ora Louis sapeva che, forse, avrebbe potuto avere un buon motivo per restare lì.

Louis si accorse di essersi perso, per l'ennesima volta, nei suoi pensieri. Sentì Liam dire "E così ho fatto suonare l'allarme, dato che vi avevo visto parecchio annoiati" per poi cambiare discorso, parlando di cose stupide che il ragazzo dagli occhi azzurri non aveva certo voglia di approfondire. Fece invece scorrere il suo sguardo per terra: lattine mezze accartocciate, rovinate ancora di più dalla massa di studenti incuranti che le calpestavano ogni giorno, sigarette mai finite, buttate nell'erba, che facevano mettere le mani nei capelli a Zayn ogni volta che le vedeva e lo facevano urlare "Che spreco!" diverse volte, degli stivaletti marroni, che secondo Louis di sobrio avevano ben poco, l'ombra dell'edificio e... stivaletti marroni poco sobri? Louis si avvicinò ad essi e notò, con suo grande stupore, che era un modello maschile. Si chinò per raccoglierli, cercando di capire a quale dei suoi compagni potessero appartenere quando sentì una voce roca urlare "Hey! Quelli sono miei!". Girò la testa, ma non vide nessuno. Decise di dare la colpa al sole, che in quel momento era veramente cocente, e all'afa che lo stava asfissiando. Il ragazzo dagli occhi azzurri sapeva di essere stato al sole per pochi minuti, ma già si sentiva sudaticcio e puzzolente. Si alzò dalla posizione rannicchiata che aveva assunto e tornò verso i due ragazzi, che ancora stavano chiacchierando amabilmente. Louis faticava a credere che i due si conoscessero soltanto da poche ore, specialmente perché conosceva fin troppo bene Zayn. Il suo amico era quasi sempre scortese o impacciato con gli sconosciuti e, benché fosse quasi un controsenso, al ragazzo dagli occhi azzurri piaceva non sapere quale Zayn si sarebbe trovato davanti. Il fatto che fosse così sciolto fece però provare a Louis un malessere quasi fisico. Un senso di pungente e insensata gelosia dominava le sue azioni, insieme al pensiero che nessuno avrebbe potuto avvicinarsi al suo migliore amico, senza pagarne le conseguenze. Il buon senso di Louis però era vivo e vegeto, e gli ricordava sempre che Zayn non era di sua proprietà, ma che era grande e vaccinato, e , soprattutto, libero di compiere le sue scelte. Nonostante tutto si avvicinò al migliore amico, e gli cinse le spalle con le sue braccia, tentando di far capire a Liam di non prendersi troppe libertà con Zayn. Questo messaggio probabilmente sarebbe passato se il ragazzo dagli occhi azzurri fosse stato più alto, massiccio e inquietante dell'amico, cosa che, ovviamente, non era. Probabilmente quella pelle candida, quella corporatura minuta ma formosa nei punti giusti e quegli occhi furbi e pieni di vitalità non avrebbero spaventato neanche una formica, ma Zayn, capendo le sue intenzioni, voltò la testa e gli sorrise, continuando a parlare. Quando Louis iniziò a sentire caldo si staccò, e fece di nuovo scorrere lo sguardo per il prato. I rifiuti erano ancora al loro posto, in mezzo ai fili d'erba che ondeggiavano al vento, un pallone, che prima non c'era stava rimbalzando vicino alla ringhiera che delimitava il confine di quel carcere, meglio conosciuto con il nome di "scuola", gli stivaletti erano sempre lì, ma dall'ombra da cui era venuto fuori Liam si intravedeva, sbiadita, la siluette di un ragazzo alto e snello. O almeno, di quello che sembrava un ragazzo alto e snello, di cui, in realtà Louis vedeva solo le gambe e il fondoschiena che, doveva ammettere, lo attirava molto. Il resto del corpo del ragazzo sembrava fondersi con l'ombra, in una maniera innaturale. Quasi mistica. Camaleontica. Era come se quelle splendide gambe non si evolvessero in un busto tonico, ma sbiadissero lentamente, mano a mano che si saliva.
Questo suscitò una profonda curiosità in Louis, che decise di aprire bocca, per la prima volta, in quella conversazione, incurante dei discorsi che stavano facendo gli altri due ragazzi. "Liam, chi è quel ragazzo nell'ombra? Quello laggiù" disse, e indicò il punto in cui scorgeva quelle gambe. Liam impallidì e si irrigidì, quasi come se stesse cercando di nascondere qualcosa, poi si sciolse e chiese a sua volta "Di chi parli? Non vedo nessuno lì..." e Zayn lo sostenne "Lou, sicuro di stare bene? Non c'è nessuno a parte noi, il che è piuttosto strambo dato che Liam ha fatto scattare l'allarme. Anche se, in effetti, ha suonato per poco, quindi magari le classi non erano ancora uscite e i professori hanno pensato fosse uno scherzo per cui hanno subito ripreso le lezioni..." e, in effetti, guardando meglio, neanche Louis vedeva più niente. "Sarà stata solo una mia impressione..." borbottò, non del tutto convinto. Si disse che ci avrebbe riflettuto meglio dopo, e che probabilmente avrebbe, di nuovo, dato la colpa al clima. Quando spostò lo sguardo su Liam, però, notò che il ragazzo era a disagio, i suoi movimenti erano attentamente calcolati, e le sue parole sembravano pesate. "Oh, la campanella sta per suonare" disse in quel momento Zayn. "Sì, sarà meglio che rientriate." gli rispose Liam, avvicinandosi per baciarlo sulla guancia. Louis si riscosse "E voi?" chiese "Cioè, tu. Volevo dire tu. Non rientri?". Liam scosse la testa, per poi dire schiettamente "La mia sorellina ha un colloquio con il passato, devo accompagnarla" e mettere su un sorriso enorme. Louis sapeva bene quanto potesse essere problematico gestire delle sorelle minori, dopotutto sembrava che sua madre si divertisse a sfornare pargoletti che non facevano altro che mangiare, dormire e, soprattutto, piangere. Doveva ammettere, però, che vederli crescere era bello, e che a volte davano delle grandi soddisfazioni.
Nei successivi tre secondi Louis fu parecchio confuso. Liam non c'era più, ma, al suo posto, c'era il professor McCall, che li stava praticamente trascinando dentro la scuola. Il ragazzo dagli occhi azzurri cercò di schiarirsi le idee: da quanto aveva inconsciamente afferrato Liam si era allontanato verso l'ombra in cui era prima, poi il professore di storia era sbucato dalla porta antincendio gridando e li aveva avvicinati con faccia furiosa; a quel punto gli aveva afferrato le t-shirt e li aveva spinti verso la scuola. Be', forse si era perso più di tre secondi.
Presto si ritrovarono dentro l'aula da cui erano precedentemente stati cacciati, sotto lo sguardo indagatore del professore e quello annoiato della preside. Louis aveva sempre stimato quella donna. Era un'esplosione di energia incatenata in un corpo minuto. Era creativa, originale, disponibile e divertente, ma, al contrario di quasi chiunque altro in quella città, sapeva stare al suo posto. Era capace di vivere la sua vita senza intralciare quella degli altri.
"Mi scusi, a breve avrei una riunione per stabilire le gite delle terze dell'anno prossimo, le dispiace riassumere velocemente il problema?" saltò su la donna, mentre il professore temporeggiava. "Sì, certo signora" esclamò McCall, per poi assumere un tono contrito "Vede, preside, questi due buzzurri si sono presi gioco dei miei sentimenti per un lungo lasso di tempo, fino al momento in cui mi sono sentito costretto ad allontanarli dall'aula. Come lei ben sa da qualche anno ho dei problemi in famiglia e questi due idioti si permettono di ridere e scherzare allegramente sulla mia triste situazione! Io sto per divorziare da mia moglie, capisce? E loro si prendono gioco dei miei sentimenti, non che io li sbandieri ai quattro venti, sia chiaro, da anni, ormai! In ogni caso quando sono andato a richiamare questi...individui per permettere loro di rientrare in aula e seguire la lezione, visto che sono un uomo di grande garbo, ho scoperto che si erano liberamente allontanati dalla stessa. Ho deciso di non interrompere la lezione per rispetto dei compagni..." a quel punto la preside lo bloccò. "Quindi lei non solo ha ripetutamente parlato dei suoi problemi personali in classe, ignorando il compito che è tenuto a svolgere, ma ha anche permesso che due diciassettenni vagassero senza alcuna supervisione, liberi di fare qualunque cosa loro ritenessero degna di interesse? Per fortuna i due coscienziosi ragazzi hanno solo pensato di fare un giro nel cortile, ma se si fossero fatti male Dio solo sa a cosa saremmo andati incontro." la donna strepitò gesticolando ampiamente, per poi riprendere la calma e girarsi verso i due ragazzi, dicendo dolcemente "E, per quanto riguarda voi due, avrete un'ora di punizione nel pomeriggio. Mi dispiace, ma non potete allontanarvi dall'aula, neanche nel caso in cui un professore vi mandi fuori dalla stessa. È chiaro?" Louis e Zayn annuirono "E ora, se volete scusarmi, devo lavorare. Buona giornata, ragazzi" concluse la preside prima di voltarsi e uscire elegantemente dalla classe.
Non appena i tre non sentirono più il ticchettio dei tacchi della donna, l'insegnante si asciugò le lacrime dagli angoli degli occhi e poi assunse un'espressione maligna. "Perfetto. Io passerò meno tempo con quella donna che sono costretto a sopportare tutti i santi giorni, e voi due, mocciosi, avrete il pomeriggio rovinato. Si può desiderare di più?" disse, per poi scoppiare in una risata sguaiata. Zayn scosse il capo e si alzò, presto seguito da Louis. Appena usciti dalla classe si precipitarono verso i bagni. Zayn tirò un pugno alla porta non appena furono entrati, poi iniziò a gridare imprecazioni per il male che si era procurato da solo. Louis, invece, si appoggiò al muro coperto di scritte , scuotendo sconsolatamente la testa. Gli era già capitato di dover scontare delle punizioni con il professor McCall ed erano sempre uno strazio. Di solito i ragazzi passavano l'intera durata del castigo a fissare le lancette (che sembravano dimezzare la loro normale velocità) e a fingere di ascoltare le parole di scherno rivolte loro da Raphael McCall, un chiaro esempio di persona che abusa della propria posizione di superiorità.
Uno sbuffo del suo migliore amico fece voltare la testa a Louis "Stai tentando di imitare un treno a vapore?" chiese, e sorrise quando Zayn lo fulminò con lo sguardo. "Dai, amico, era una battuta..." buttò lì Louis, andando ad abbracciare l'altro ragazzo, il quale ricambiò immediatamente il gesto.
Le due ore successive filarono lisce come l'olio, probabilmente non si era ancora sparsa la voce della punizione dei due ragazzi. Se si fosse saputo del siparietto che avevano avuto con il professore e la preside avrebbero ricevuto parole di conforto da parte di ragazzi di cui, probabilmente, Louis nemmeno sapeva i nomi, ma questo non era accaduto. "Be'" si disse il ragazzo quando si spostarono in mensa "la giornata sarebbe potuta andare decisamente meglio", per poi dar voce ai suoi pensieri parlandone con Zayn, il quale rispose "Già, non vedo l'ora che sia domani" con aria sognante "Cosa succede domani?" chiese Louis. "Niente in particolare, in realtà. Be', a parte... il fratello di Liam! Andiamo, non sei curioso? Penso che Liam abbia alzato un po' le aspettative, perché alla seconda ora lo ha descritto come si farebbe con un Dio greco e mi riesce difficile immaginarlo così bello. Anche se buon sangue non mente, ovviamente." Rispose Zayn, per poi perdersi in uno sproloquio di considerazioni su quanto il fantomatico ragazzo potesse in realtà somigliare a un attore o a un modello.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: xlambertx