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Autore: RedFoxx    27/10/2016    4 recensioni
Il mondo di Naruto viene mescolato con elementi appartenenti a Blue exorcist, sullo sfondo di una moderna Tokyo. Naruto, mezzo demone e mezzo umano, dovrà prendere una decisione e Sasuke lo aiuterà. Forse.
Grazie a chiunque si fermerà a leggere questa ff, in caso contrario sciagura a voi! (cit.)
Pairing: NaruSasu.
RedFoxx
Genere: Avventura, Comico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Vi avevo avvertiti! Vi avevo detto che sarei stata in ritardo negli aggiornamenti 😂 Perdonatemi, ma sono un caso perso! Comunque ecco qua il quarto capitolo! per la vostra gioia (spero) sto già lavorando al quinti capitolo :) Vorrei ringraziare tutti coloro che ogni volta usano un po' del loro tempo per recensire e coloro che hanno messo questa storia nelle seguite, preferite, ecc... Vi lascio al capitolo, buona lettura 😬 

RedFoxx


 

La prima lezione




Uno ad uno i ragazzi in aula si presentarono.

 

«Sono Sakura Haruno.»

 

Era la stessa ragazza che l’aveva aiutato e quando si sedette, si alzò la sua amica bionda.

 

«Io sono Ino Yamanaka.»

 

Si alzò un ragazzo dall’aria annoiata e una strana acconciatura ad ananas.

 

«Shikamaru Nara.»

 

Dietro di lui erano seduti un ragazzo e una ragazza, molti simili. Entrambi avevano lunghi capelli scuri e occhi incredibilmente chiari, tanto da sembrare ciechi.

 

«Neji Hyuga»

 

La ragazza si alzò, tormentandosi le mani per la timidezza.

 

«Hinata Hyuga»

 

Si alzò il ragazzo seduto dietro i due. Era castano e aveva due segni rossi a forma di triangolo su entrambe le guance che gli donavano un’aria bizzarra

 

«Io sono Kiba Inuzuka.»

 

Dichiarò con un gran sorriso e poi toccò alla sua compagna di banco, una ragazza, i capelli raccolti in due morbidi chignon.

 

«Tenten Tamura.»

 

Quando Tenten si sedette, si alzò il ragazzo seduto un paio di banchi dietro a Naruto. Aveva capelli rossi e occhi color verde acqua e un ideogramma tatuato sulla fronte che significava “amore”.

 

«Gaara Sabaku.»

 

Naruto si accorse che era rimasto solo lui, quando vide che tutti nella stanza lo osservavano, e si affrettò ad alzarsi.

 

«Naruto Uzumaki.»

 

Sasuke annuì compiaciuto e battè una volta le mani per attirare l’attenzione di tutti.

 

«Ora che ci siamo presentati tutti, passiamo alla prossima questione. Quanti di voi hanno già avuto la mashou?»

 

Ino, Shikamaru, Kiba e Gaara alzarono la mano.

 

Naruto, non sapendo cosa significasse, chiese spiegazioni.

 

«Cosa sarebbe?»

 

Sasuke spiegò a beneficio di tutti.

 

«Mashou è un termine buddista e letteralmente significa “ostacolo demoniaco”. Chiunque desideri diventare un esorcista, deve passare il mashou. Normalmente le persone non vedono i demoni. Acquisiscono questa abilità dopo esser venuti a contatto fisico con un demone, tramite una ferita o una malattia. Dopo li si vedranno per il resto della vita. Chiunque di voi non li veda, non si preoccupi, rimediamo subito.»

 

Il moro aprì la valigetta, dopo averla posta sulla scrivania ed estrasse una fiala piena di un liquido scuro, quasi nero.

 

«Questa è sangue di Goblin, un demone non troppo pericoloso. È stato reso innocuo, quindi non vi farà venire malattie nè nulla. Serve solo per il mashou. Coloro che devono farlo, vengano qua alla cattedra.»

 

I ragazzi si alzarono e si misero in fila. Sasuke fece cadere poche gocce sulle loro mani, che a contatto con la pelle sfrigolarono e fecero salire un filo di fumo.

 

Ino, seduta nella fila di banchi di fianco a Naruto, si sporse e gli chiese.

 

«Tu non vai?»

 

Il biondo la guardò preso alla sprovvista e si affrettò a rispondere.

 

«Ah no, i demoni li vedo, solo che non sapevo cosa significasse mashou.»

 

«Ah si? E cosa ti è successo? Io ho avuto una malattia demoniaca da piccola.»

 

Naruto si grattò la nuca e ridacchiò nervoso.

 

Io sono mezzo demone, quindi ovvio che li veda.

 

«Si si, anch’io. Brutta roba, sono stato malissimo. Mi sono riempito di bolle.»

 

Fortunatamente per lui, Sasuke mise fine alla conversazione.

 

«Allora, oggi vi spiegherò un po’ come funziona il mondo degli esorcisti. Voi ora sei livello Page, ovvero i gradino più basso nella gerarchia. Siete studenti, quindi dovrete imparare le basi dell’esorcismo e della demonologia. Ci sarà un esame e se lo supererete, diventerete Exwire. Durante questo primo periodo, cercate i capire quale disciplina Meister potrebbe essere più nelle vostre capacità. Una volta diventati Exwire, studierete più a fondo la o le discipline scelte e dovrete superare un esame, per acquisire il titolo di Meister in data abilità. Dopo di che ci sono vari livelli, fino ad arrivare alla carica più alta, che sarebbe il Santo Paladino. Queso titolo viene dato ad una persona alla volta ed è, di norma, l’esorcista più forte di tutti.»

 

Sakura alzò la mano.

 

«Cosa si può scegliere come Meister?»

 

«Ottima domanda. Vi sono cinque differenti discipline: Knight, Dragoon, Aria, Tamer e Doctor. Ogni disciplina ha un determinato stile di lotta. I Knight combattono con le spade; i Dragoon padroneggiano le armi moderne, come pistole, fucili ecc. Chi sceglie come via Aria, userà i versi delle scritture sacre per sconfiggere i demoni. Per scritture sacre non intendo solo la Bibbia, ma anche scritture buddiste o comunque di qualsiasi religione e credo. Ogni demone ha dei versi che sono per lui mortali. I Tamer, invece, evocano e controllano dei demoni che combattano per loro. È rischioso però perché se la volontà dell’esorcista vacilla o i demoni sentono che non riesce più a sottometterli, gli si ritorceranno contro. Essere Tamer è un’abilità innata dell’individuo, non tutti possono farlo. I Doctor invece usano erbe e rituali per curare le ferite causate dai demoni.»

 

Ino alzò subito la mano.

 

«Professore, lei che Meister ha?»

 

«Io sono meister in Dragoon e Doctor.»

 

Naruto sentì le due ragazze bisbigliare.

 

«Sakura, ha due Mesiter! É difficilissimo, di solito si riesce a specializzarsi in uno solo.»

 

«Ino cosa ti aspettavi? É Sasuke-kun! Ovvio che lui è il migliore.»

 

Subito dopo ridacchiarono.

 

Naruto tornò a guardare Sasuke con una sorta di ammirazione. Il moro stava rispondendo ad una domanda di Hinata

 

Due specializzazioni. Avevo sentito che era bravo, ma non credevo così tanto.

 

«Continuiamo. Dopo Exwire, vi è il livello basso di 2° classe e di 1° classe. Seguono i livelli medio e l superiore, sempre di 2° e 1° classe e poi Arc Knights, che sono i quattro esorcisti migliori, subito dopo il Santo Paladino. Prima che me lo chiediate, io sono esorcista di livello medio, 1° classe. Ogni volta che vorrete accedere al livello successivo, dovrete superare un esame. Vi verrà dato, una volta diventati Exwire, un tesserino identificativo, dove verranno riportati i vostri dati e il vostro livello. Verrà aggiornato ogni volta che raggiungere un nuovo livello.»

 

Si avvicinò alla cartina geografica appesa di fianco alla lavagna.

 

«Coloro che controllano e prendono decisioni per il mondo degli esorcisti sono i cinque Kage. Ogni Kage controlla un determinato territorio. Per comodità, si sono divisi per continenti: Eurasia, Africa, Oceania, America e Antartide. La sede ufficiale è al Vaticano, nella città di Roma, in Italia.»

 

Sakura alzò nuovamente la mano e interruppe Sasuke.

 

«Ma i demoni vivono sulla Terra con noi?»

 

«Si e no. Nel senso, Gehenna o Infero, è il mondo del nulla, mentre Assiah è il mondo materiale. I due mondi sono come uno specchio, uno il riflesso dell’altro, ma solitamente non entrano in contatto. I demoni possono manifestarsi solo prendendo possesso di oggetti, animali e persone. Però non tutti possono. Satana, il capo di Gehenna, non può. I Biju riescono a possedere un corpo umano per pochissimo tempo. Ricordate che non sono semplici demoni. Possono essere considerati come il capo e i nobili di Gehenna. Il loro potere è grande, un corpo normale riesce a sopportarlo per poco tempo, dopo il quale sarebbe consumato dalla mole di questa forza. Per farlo, servirebbe loro un corpo “speciale” si potrebbe dire, in grado di non logorarsi.»

 

Naruto, assorto, abbassò lo sguardo sulle sue mani, che in quel momento stringevano con forza la custodia contenente Brisingr. Solo in quel momento realizzò pienamente ciò che significava.

 

Per questo, Kurama, mi hai fatto sopportare tutto ciò.

 

Sentì un’incredibile rabbia montare in lui, tanto che si costrinse a fare respiri profondi per calmarsi.

 

Sasuke vide il cambiamento nel comportamento di Naruto e si appuntò di chiedergliene il motivo, più tardi.

 

«Ora ragazzi, vorrei solo dirvi una cosa: questo è un percorso difficile da intraprendere. Se avete un motivo che vi ha spinto ad intraprenderlo e avete un obiettivo, credeteci fermamente. Vi aiuterà nei momenti più difficili. Prima di andare però, vi consegno il libro di questo corso.»

 

Prese una borsa, nascosta finora dietro la cattedra. Ne estrasse dei libri che appoggiò in una pila ordinata sulla superficie del tavolo.

 

«Uscendo prendete uno. Ci vedremo nei prossimi giorni.»

 

I ragazzi si alzarono, il grattare selle sedie sul pavimento riempì la stanza.

 

«Naruto aspetta. Siediti.»

 

Tutti si voltarono verso l’interpellato, che si sedette nuovamente., imbarazzato dell’improvvisa attenzione.

 

Sguardi curiosi gli furono lanciati dagli altri mentre sfilavano davanti la cattedra per prendere un libro a testa e uscire dalla classe.

 

Quando rimasero solo loro due, Sasuke sospirò, chiudendo con uno scatto, la sua valigetta.

 

«Che succede, carceriere?»

 

All’esorcista scappò un sorrisetto a quell’appellativo.

 

«Qualcuno deve parlarti.»

 

Naruto annuì con il capo. Tornò a fissare la custodia in stoffa, tormentandola con le mani.

 

Sasuke si alzò dalla sedia e andò davanti la cattedra, appoggiandovisi. Incrociò le braccia al petto. Adesso che era in piedi, vide cosa faceva Naruto, prima nascosto dal banco. Vide quanto fosse serio e pensieroso in viso, cambiando espressione ogni tanto, quando un’emozione in particolare prevaleva sulle altre.

 

«Senti, Naruto.»

 

Il biondo alzò il capo, attendendo cosa l’altro volesse dirgli.

 

«Riguardo a prima, volevo chieder...»

 

«Professor Uchiha!»

 

Entrambi si voltarono verso la porta d’ingresso.

 

«Kage.»

 

Tsunade era alla porta e guardò prima uno e poi l’altro.

 

«Naruto, dobbiamo parlare seriamente.»

 

Il ragazzo annuì e appoggiò le braccia sul banco, la spada ancora in grembo.

 

«Devi spiegarci la tua storia, dall’inizio. Dobbiamo capire e inquadrare la tua situazione al meglio.»

 

Il biondo sospirò.

 

«Va bene.»

 

Sasuke si fece improvvisamente interessato.

 

«Di essere un mezzo demone, lo so da poco più di un anno. Prima, la mia vita era totalmente normale. Minato Namikaze e Kushina Uzumaki erano i miei genitori. O almeno, così pensavo. Eravamo una famiglia normalissima, non vedevo i demoni. Una notte, delle persone si sono introdotte in casa nostra. La notte più brutta della mia vita.»


 

 

Flashback

 

 

Minato e Kushina erano inginocchiati a terra. Naruto era tenuto fermo da due persone e continuava a divincolarsi. Erano un gruppo di sei persone e quattro avevano le armi puntate addosso ai suoi genitori. Erano strane, quelle persone. C’era qualcosa di sbagliato, ma non si sapeva spiegare cosa.

 

«Il ragazzo, ci vede?»

 

«No» gli rispose suo padre.

 

Quello che glielo aveva chiesto annuì. Estrasse una fialetta contenente del liquido nero.

 

Gli si avvicinò e Naruto si divincolò più forte, il panico che cominciava ad invaderlo, ma la presa degli alti due era troppo salda.

 

L’aprì e lasciò cadere un po’ di gocce sulla pelle del ragazzo. Sentì del fastidio dove erano cadute, ma quando alzò lo sguardo per chiedere cosa fosse, rimase pietrificato. Gli uomini della banda ora mostravano delle corna caprine sul capo e delle code.

 

Non sapeva cosa pensare. Non poteva essere. Forse aveva le allucinazioni. Sembravano i mostri raffigurati dei dipinti

 

«Ora puoi vedere la nostra vera forma, signorino. Kurama ci ha ordinato di portarti con noi. Ma prima, uccideremo questi patetici umani.»

 

Naruto sgranò gli occhi per l’orrore, quando vide che due uomini spararono al petto dei suoi genitori, che senza avere il tempo di emettere un fiato, si accasciarono a terra.

 

Rimase a bocca aperta, incredulo. I due che lo tenevano, lo fecero voltare verso la porta d’ingresso e cominciarono a camminare.

 

«Forza andiamo, Kurama vuole incontrare la sua preziosa prole.»

 

Sentì la sorpresa svanire e la rabbia crescere.

 

«Lasciatemi...»

 

disse con meno convinzione di quanto avrebbe voluto.

 

Sentiva ancora nelle orecchie lo scoppio degli spari.

 

«Forza muoviti ragazzino, non abbiamo tutti il giorno!»

 

«Ho detto...LASCIATEMI!»

 

Come urlò, liberò tutta la rabbia che provava e inaspettatamente, fiamme cremisi avvolsero lui e i sei uomini. I due che lo tenevano lo mollarono subito, in preda a grida di dolore. Quando vide che anche lui era avvolto dalle fiamme, si spaventò e con le mani, stupidamente, cercò di togliersi il fuoco di dosso. Successivamente si rese conto che non sentiva dolore, non sentiva bruciore. Si voltò giusto in tempo per vedere i sei bruciare e polverizzarsi.

 

Un silenzio irreale scese nell’abitazione. I corpi dei suoi genitori giacevano vicini, macchie rosse sui petti. Il pavimento del salotto era ricoperto di cenere.

 

Le fiamme si spensero anche su di lui. Si inginocchiò di fianco ai corpi di Minato e Kushina. Vedendoli così, immobili, realizzò a pieno ciò che era successo.

 

Morti.

 

Gli si riempirono gli occhi di lacrime e cominciò a piangere, senza ritegno. Prese la mano di sua madre e se la portò al petto. Pianse tanto da farsi mancare il respiro e il naso e le labbra cominciarono a pizzicargli. Si costrinse, per quanto gli fosse possibile, a prendere dei respiri profondi. Quando si fu calmato abbastanza, lasciò la mano di Kushina. Diede un bacio sulla fronte ad entrambi, si diresse all’ingresso, prese la giacca e uscì di casa, correndo in strada.

 

Sentiva il bisogno di correre, di annullarsi nella fatica. Corse perché voleva allontanarsi da quella tragedia, dalla fine della sua vita. Corse perché tutto ciò che era successo non aveva senso.

 

 

Fine flashback.

 

 

«Poco dopo, Kurama mi trovò nuovamente. Mi disse che era il mio vero padre, che aveva fecondato un ovulo di mia madre a sua insaputa. Da quella volta, sono cambiato. L’ho notato mentre viaggiavo per il mondo. Ho acquisito una forza straordinaria, i mie sensi si sono acuiti e se mi ferisco, guarisco molto velocemente. Gli unici poteri che si sono manifestati sono le fiamme, ma non so controllarle ancora bene. So solo che devo stare attento alle mie emozioni e non perdere il controllo. Mi sono sempre chiesto il perché di tutto ciò, ma dopo ciò che hai detto oggi, Sasuke, non ho dubbi.»

 

Naruto finì di raccontare, serio in viso. Gli occhi azzuri, leggermente lucidi al ricordo dei suoi, si volsero verso i due, per vedere le loro reazioni.

 

Tsunade lo stava studiando, cercando di cogliere ogni minimo particolare. Sasuke lo osservava con una luce strana negli occhi.

 

«Vuole il tuo corpo.» sussurrò Sasuke.

 

La donna annuì.

 

«Essendo un mezzo demone, il tuo corpo non è completamente umano e quindi dovrebbe sopportare facilmente il suo potere. Kurama vuole manifestarsi nella sua piena potenza su Assiah.»

 

Naruto li guardò, non sapendo cosa dire. Vide che entrambi guardavano un punto senza realmente vederlo, persi nei loro pensieri. Poi Sasuke si riscosse e chiese ad entrambi:

 

«E come mai non è ancora successo? Mi spiego, anche se non riuscivi a vedere i demoni, comunque lo sei sempre stato per metà e sempre lo sarai. Ergo, avrebbe potuto possederti in qualsiasi momento della tua vita.»

 

«Uchiha, non nel territorio dell’Accademia. Il perimetro è controllato da protezioni. Nessun demone, di nessuna specie può entrare, a meno che non sia qualcuno dall’interno a farlo entrare. Ma fuori di qua… Naruto, sai spiegarcelo?»

 

Il biondo annuì e fece uscire dalla camicia una collanina, alla quale era attaccato un ciondolo rettagolare azzurro, come i suoi occhi.

 

Tsunade gli si avvicinò ed esaminò la pietra con occhio critico.

 

«Dove lo hai preso?»

 

Naruto alzò le spalle.

 

«Non ne ho idea. Ce l’ho da quando ne ho memoria. Mia madre un giorno mi disse che me lo aveva regalato un lontano zio.»

 

La donna si rivolse a Sasuke.

 

«Uchiha, tu hai capito cos’è, vero?»

 

L’esorcista annuì, un’ombra di comprensione sul viso.

 

«é un manufatto incredibilmente raro. Impedisce ai demoni di prendere possesso del corpo di chi lo indossa. Non ne ho mai visto uno, pensavo fossero andati rotti tutti.»

 

«Esattamente. Forse ho un’idea di chi potrebbe avertelo dato. Dovrò fare una telefonata. Comunque Naruto bada bene. Non dovrai mai manifestare la tua vera natura in classe. Vorrei ricordarti che oltre ai cinque Kage, coloro che sanno chi sei realmente, si possono contare sulle dita di una mano. Letteralmente. Non tutti sarebbero d’accordo con la decisione presa. Ricordati che non tutti sono tolleranti. Kurama ha ucciso molte persone, lasciando una scia di rancore e di rabbia non indifferente. Se già i demoni ti danno la caccia, figurati se ci si aggiungono alcuni esorcisti. Quindi, non estrarre la spada in presenza di altri studenti per nessun motivo. Per finire, tieni sempre la collana. Nel perimetro dell’Accademia puoi anche toglierla, ma se esci di qua, indossala.»

 

«E se vengo attaccato? Se devo difendermi? Mi lascio uccidere? Almeno tutti questi problemi si risolverebbero.»

 

«Finchè sei all’interno dell’Accademia, non ti succederà nulla. Inoltre ci sono i professori a proteggere te e gli altri studenti. Tu impegnati in tutte le discipline che ti verranno insegnate. Non dovresti contare unicamente sulle tue fiamme.»

 

«Lo farò.»

 

Sasuke liberò le braccia e strinse il bordo della cattedra, ai lati del suo corpo.

 

«Ma quindi quella? Da dove salta fuori?»

 

Tsunade, spostò il peso sull’altro piede e incrociò le braccia, sotto il seno.

 

«Giusto. Mentre Uchiha ti cercava, non l’avevi mai mostrata.»

 

Naruto diede un rapido sguardo alla spada ancora sul suo grembo.

 

«Infatti ce l’ho da poco. Gentile omaggio di Kurama.»

 

«Non essere così sibillino, spiegati meglio.»

 

Naruto spiegò ai due la discussione avuto a Gehenna con Kurama.

 

Sasuke scosse la testa.

 

«Tu avresti un anno per decidere? Perché non subito? Che senso ha? Se tu scegliessi umano, non potrebbe può avere il suo lasciapassare per Assiah.»

 

«Quante domande! Non lo so. Non so cosa dire. Non so le sue intenzioni e sinceramente non le voglio neanche sapere per il momento.»

 

La donna li guardò entrambi. Uchiha aveva la fronte corrucciata e poteva sentire fino a lì i pensieri che scorrevano veloci e gli ingranaggi del suo cervellino. Il biondo invece aveva un’espressione indecifrabile e guardava il moro in attesa di ipotesi o rivelazioni di qual si voglia genere.

 

Che coppia di svitati.

 

«Be ragazzi, non ha senso arrovellarsi con questi pensieri in quel momento. Ci penseremo con calma. Un motivo ci dovrà pur essere. Ora scusate, ma ho da fare»

 

Tsunade si diresse alla porta, ma prima di uscire, si voltò nuovamente.

 

«Ah Naruto! So che hai avuto problemi per il pranzo.»

 

Gli lanciò una tessera, che il ragazzo prese al volo.

 

«Con quella potrai prendere qualsiasi cosa dalla mensa, basta che la mostri alla cassiera. Altrimenti, se preferisci, puoi acquistare gli ingredienti al supermercato e usufruire della cucina nel vostro dormitorio. Bene, ora è davvero tutto. Buona giornata, ragazzi.»

 

I due la salutarono e rimasero da soli nell’aula.

 

Sasuke prese la sua valigetta e gli porse l’ultimo libro rimasto sulla cattedra, quello destinato a lui. Naruto lo prese e si affrettò a riporlo nello zaino, insieme alla tessera.

 

«Se dici, siamo in tempo per fare un salto al supermercato e comprare qualcosa.»

 

«Va bene Teme, ma ti avverto: sono un mezzo disastro in cucina! Dovrai pensarci tu!»

 

L’esorcista ridacchiò. Chiuse la porta e tirò fuori un mazzo di chiavi, cercando quella giusta.

 

«Va bene dobe!»

 

 

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