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Autore: amai_pinku    27/10/2016    2 recensioni
< Come ti vedi? >
Oikawa non riesce a rispondere a quella domanda perché semplicemente non riesce a vedersi.
Se guarda il suo riflesso nello specchio vede solo una macchia rosa.
Niente occhi, o un naso, o una bocca.
È solo nulla perciò non si vede e nonostante si sforzi continua a non vedersi.
Un po' come Hajime.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hajime Iwaizumi, Tooru Oikawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Masks


< Come ti vedi? >

Oikawa non riesce a rispondere a quella domanda perché semplicemente non riesce a vedersi.
Se guarda il suo riflesso nello specchio vede solo una macchia rosa.
Niente occhi, o un naso, o una bocca.
È solo nulla e non si vede e nonostante si sforzi continua a non vedersi.
La mattina si alza controvoglia, si lava, mangia, indossa la divisa che la sera prima aveva accuratamente piegato e riposto nell'armadio.
Dopo apre le ante del mobile color panna e si ritrova davanti un'infinità di maschere.
Ogni mattina, addirittura ogni ora, sceglie una maschera da indossare. Sono tante e tutte gli stanno piuttosto bene.
Quella mattina decide di prendere la maschera del “diciottenne felice” perché è così che deve apparire al mondo.
All'inizio la maschera era solo una, faceva capolino piano e lo tentava con soavi parole, dopo sono diventate due, poi tre fino a quando ha perso il conto.
Oikawa è così bravo a vivere con le sue maschere addosso che ora non riesce più a vedersi il volto.
Che colore sono i suoi occhi? Quanto sono lunghi i suoi capelli?
Ha un naso schiacciato oppure allungato? Le sue labbra sono carnose?
Non lo sa, o meglio non se lo ricorda, perché le sue amate maschere gli hanno fatto dimenticare, e piano piano gli hanno tolto anche la vista.
Ormai quando Oikawa si specchia non sa più cosa vedere, forse proprio perché non indossa nessuna maschera.
Gli succede anche la notte, quando è da solo nel letto, ed è strano perché gli viene da piangere senza un motivo preciso, e più non vorrebbe piangere e più piange.
Quindi si ritrova abbracciato ad un cuscino e si addormenta con gli occhi rossi e le sopracciglia aggrottate.
Ma non è un problema per Oikawa, è solo la notte che è stupida e gli fa fare cose altrettanto stupide, il giorno invece indosserà la sua maschera e nessuno si accorgerà di niente e continuerà ad essere il solito Oikawa allegro e a tratti infantile.
Deve essere così.
Neanche i suoi genitori si stanno accorgendo di questo suo male interiore, che ogni giorno lo consuma un po' di più.
E lui si ritrova sempre più spesso a pensare alla morte, e poi si maledice perché non dovrebbe davvero fare pensieri del genere.
Eppure non ci può far nulla, perché è una tristezza costante, che non lo abbandona mai, e lui lo sa che le sue maschere prima o poi finiranno per incrinarsi.
Non possono salvarlo per sempre.
Hajime può salvarlo, effettivamente lui è davvero l'unico che di certo riuscirebbe a dargli una mano.
Ma adesso non può parlargli o ascoltarlo, è in un luogo distante e si deve accontentare solo d brevi “chiacchierate”.
Gli fa male.
Gli fa male perché Iwaizumi sta male e rischia di morire da un momento all'altro e lui si sente così dannatamente impotente che gli viene da urlare.
Perché l'unica cosa che può fare e guardarlo immobile in quel letto bianco dell'ospedale, e se non fosse per quelle strane macchine attaccate al suo cuore quasi non saprebbe dire se fosse ancora in questo mondo.
Allora mette la maschera del “va tutto bene” perché c'è già Hajime che soffre tanto, non può abbattersi anche lui.
Lui è il capitano, deve mostrarsi forte. Lo deve anche per Iwaizumi, e per i suoi genitori e per lui stesso.
Non vuole cadere in quel baratro buio fatto di depressione.
Però, per una volta, non è così facile.
E si ritrova a vomitare dopo i pasti, non sa bene il perché, forse è un modo come un altro che il suo corpo mette in moto per ribellarsi a questa situazione.
Vomita, ma si allena sempre di più e gli sembra piuttosto normale che il ginocchio sia ceduto.
Oikawa vuole giocare.
Vuole giocare con Hajime.
Nonostante i medici gli dicono che il ginocchio non guarirà mai del tutto e che quindi non gli garantirà una carriera da professionista, e che Iwaizumi si trova più di là che di qua, Oikawa vuole dannatamente giocare insieme a lui.
Perché lo ama.
È semplice.
Ama la pallavolo, ma ama di più Hajime.
L'unica cosa positiva in tutto questo è che lui lo sa.
Hajime sa che lo ama, glielo ha urlato e l'ha anche dimostrato con i fatti.
È ironico pensare che la notte più bella della sua vita sia stata seguita da quella più brutta.
È stato come se la sua seconda nascita fosse stata subito seguita dalla sua prima morte.
Un incidente.
Una macchina ha preso in pieno il suo Iwa-chan.
Per i medici a quest'ora dovrebbe essere già morto, e invece gli rimane qualche giorno, forse settimana, di vita.
È in coma da otto gironi e ogni secondo è una lotta contro la morte.
Il suo Hajime è sempre stato un combattente.
Oikawa lo sa anche quando il sole tramonta e lui gli tiene la mano in quella stanza che sa di disinfettante.
Lo sa anche quando ha gettato a terra la sua maschera, e non sa più cosa vedere nello specchio, ma non gli importa perché finché vede il volto di Iwaizumi, per lui va bene.
Non lo vuole perdere. Si sente talmente egoista, ma è la pura e semplice verità e non lo vuole perdere perché una vita senza Hajime gli fa male.
Solo il pensiero gli fa contorcere lo stomaco.
Una vita senza Hajime non c'è.
Piange perché ha paura, perché è solo e perché non vuole vivere una vita così.
Nemmeno le maschere lo aiutano, non riesce più ad indossarle perché sente che il cuore è stato corroso dentro.
Sente come se qualcosa opprimesse il suo petto ed è una sensazione bruttissima perché quasi non riesce a respirare e si sente morire e forse è tutto quello che dovrebbe fare.
Forse morire è la soluzione.
All'improvviso si alza.
La macchina fa un rumore strano.
Viene travolto da delle infermiere che non rispondo alle sue domande confuse.
Cosa sta succedendo al suo Hajime?!
Sta bene?

< Cosa succede? > chiede spaventato
< Esci ragazzo >

Ma lui non è un ragazzo.
È il nulla, una semplice macchia rosa.
Il nulla è la privazione dell'esistenza.
Proprio come Hajime.
Come lui.
Lo spettacolo è finito








Angolo autrice
Ok, il di ho provato a scrivere qualcosa di allegro su di loro, ma non ci riesco! È più forte di me!
Questa cosa brevissima e no sense è uscita nel giro di 10 minuti, e non so davvero cosa sia.
Ceh seriamente che qualcuno mi illumini ahahah
Credo che sia la pazzia che mi gioca brutti scherzi XD
Anyway, sapere cosa ne pensate mi renderebbe davvero contenta!
Anche se la prossima volta cercherò davvero di scrivere una cosa più allegra che non implichi come al solito la morte XD
Grazie anche a chi solo leggerà

K













 
   
 
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