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Autore: nikita82roma    27/10/2016    1 recensioni
Kate sta per tornare al distretto riprendendo ufficialmente il suo ruolo di capitano e separarsi da sua figlia e da suo marito sarà più difficile di quanto pensasse. Non appena rientra al distretto le si presenta subito un caso scottante che tratterà in prima persona: il figlio di un famoso narcotrafficante di origine venezuelana è il colpevole di alcuni efferati delitti di giovani donne. Si troverà davanti a decisioni difficili e a dover combattere una battaglia alla quale è impreparata che la metterà davanti a nuove e vecchie paura, a dover scegliere ancora una volta quale direzione dovrà prendere la sua vita...
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Quasi tutti, Rick Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Nel futuro
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- Questa storia fa parte della serie 'Always Together'
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Kate aveva cominciato a tremare. Rick vicino a lei teneva l’orecchio vicino al telefono per sentire cosa si stessero dicendo e si sentì gelare il sangue nell’udire la voce fredda di Campos.

- Campos, io sono stata di parola. Ti prego, lascia andare mia figlia.

- Perché dovrei farlo? Mio figlio è morto per colpa tua…

- Lei non c’entra nulla, ti prego… Se pensi che sia colpa mia prenditela con me, ma lei lasciala stare.

- Se lo facessi mi toglierei gran parte del gusto… Avrai presto mie notizie, Jefa… Non fare scherzi… Tu figlia è ancora viva…

Lo sguardo perso nel vuoto di Kate ed il suo tremore che non accennava a smettere fecero destare Castle realmente per la prima volta da quando si era risvegliato dopo il rapimento. Fu come se qualcuno avesse tolto il manto di doloroso ed angoscioso torpore che aveva investito tutti i suoi sensi. Vedere sua moglie di nuovo fragile ed impaurita fu la scossa di cui aveva bisogno. Starsi a compiangere, passare le ore a guardare le foto e i video non serviva a nulla. Stavano soffrendo, avevano paura, ma dovevano reagire, lui doveva farlo. Invece da quando si era risvegliato aveva passato le ore solo a colpevolizzarsi, compiangersi, crogiolarsi nel dolore e nei ricordi. Aveva allontanato anche Kate non permettendole di starle vicino come avevano bisogno di stare, come se facesse una gara a chi stava peggio e si isolava di più. Era la prima volta che stavano affrontando qualcosa del genere insieme e non lo avevano ancora fatto, insieme. Erano due persone che soffrivano da sole per la stessa cosa.

Strinse Kate a se trascinandola letteralmente fino al divano dove la fece sedere sulle sue gambe, continuando a tenerla tra le sue braccia. 

- Calmati Kate… Calmati amore… 

Da quanto tempo non aveva più una crisi di panico? Rick la cullava nello stesso modo in cui cullavano Lily perché Beckett in quel momento era totalmente indifesa, proprio come una bambina. Si era appoggiata a lui, nascondendo il volto sul suo collo e stringendogli le braccia intorno alle spalle.

- Ha detto che si sarebbe fatto sentire. Kate, ascoltami, devi stare calma adesso. Se ti vuole parlare ancora vuol dire che non farà del male a Lily.

Rick accarezzava la schiena di Kate aspettando che calmasse il suo pianto e che la sua crisi passasse. Aspettava tenendola stretta a se, ascoltando il suo respiro diventare sempre meno ansioso e le sue braccia rilassarsi dalla stretta intorno alle spalle. Beckett alzò la testa per guardarlo e si perse nei suoi occhi blu dove trovò di nuovo quella luce che aveva cercato tante volte in quei giorni, dove sapeva che poteva ripararsi da tutto. 

- Non devi fare tutto da sola Beckett, non sei sola. Siamo insieme, ok? Io e te, come sempre. - Rick le asciugava le lacrime dal viso mentre lei annuiva - È più difficile e fa più paura, ma Kate noi ce la faremo, lo sai questo, vero? Noi ce la facciamo sempre, siamo una bella squadra, lo siamo da sempre, anche se tu non lo vuoi ammettere però  io lo so che lo hai pensato anche tu dall’inizio perché faticavi a resistere al mio rude fascino!

Riuscì a strapparle un sorriso alla fine e lui sorrise con lei, togliendole dal volto le ultime lacrime.

- Come fai Castle?

- A fare cosa Beckett?

- A farmi sempre ritrovare la speranza.

- Perché se non avessi sempre avuto la speranza che tutto sarebbe andato come volevo con te, mi sarei arreso tanti anni fa Kate. Ti ricordo sempre che non sei stata facile da conquistare. 

Kate sorrise di nuovo tornando ad appoggiarsi al petto di Castle, aveva bisogno di sentirsi protetta come solo lui sapeva fare, accogliendola tra le sue braccia.

- La riporteremo a casa Kate… 

Rimasero così a lungo, riscoprendo la forza che riuscivano a darsi a vicenda. Insieme erano più forti, lo sapevano, lo avevano sempre saputo, eppure nelle difficoltà spesso continuavano a voler combattere da soli, per non doversi scontrare con la sofferenza dell’altro, per volersi preservare a vicenda, non capendo, invece, che quello era il modo in cui si facevano più male e che li portava a soffrire di più. Insieme galleggiavano nella tempesta e se le onde li sommergevano riuscivano a riportarsi in superficie e ad evitare gli scogli. Quando Martha ed Alexis tornarono a casa li trovarono così, abbracciati sul divano, stretti uno all’altra, con gli occhi arrossati dal pianto, per quelle lacrime che non sempre erano riusciti a trattenere.

- Ragazzi, cosa succede? - Chiese Martha preoccupata mentre Kate si stava spostando, ma Rick la trattenne con decisione vicino a se. Non doveva andare da nessuna parte, nè vergognarsi di aver bisogno di stargli vicino, tanto quanto ne aveva lui di lei.

- Avevamo un pista, credevamo fosse quella giusta, ed invece è stato un niente di fatto… Ci eravamo illusi per un po’ e poi è stata dura… - disse Rick a sua madre per giustificare lo stato suo e di Kate. In fondo, non era del tutto una bugia.

- Oh Richard… Katherine… - Martha li abbracciò e li baciò entrambi con l’affetto sincero di una madre preoccupata per i suoi ragazzi.

- Cosa succede adesso? - Chiese Alexis

- Adesso proviamo a ricominciare da capo e cercare un’altra strada - disse Kate alla ragazza cercando di farsi forza.

 

- Beckett! - Il suo cellulare aveva squillato e dall’altro capo c’era Ryan che le parlava fin troppo timoroso.

- Capitano, scusa se ti disturbo… Abbiamo appena trovato il cadavere di un uomo dopo una segnalazione anonima e credo che dovresti venire.

Segnò su un foglio di carta che le aveva passato Castle l’indirizzo, andò in bagno per rinfrescarsi il viso, prese le sue cose e si apprestò ad uscire.

- Vengo con te. - Le disse Rick fermandola sulla porta

- Non credo sia il caso Castle.

- Non era una richiesta, Kate. Vengo con te.

Capì dal suo sguardo che non avrebbe desistito ed anche se lei aveva tutti i mezzi per poterglielo impedire in fondo non voleva farlo. Era un tuffo nel passato uscire di casa insieme per andare sulla scena del crimine, qualcosa che da tanto non facevano ma che sembrava come se lo avessero fatto fino al giorno precedente. Prese posto nell’auto vicino a lei, si allacciarono la cintura di sicurezza contemporaneamente, in quel sincronismo di movimenti che non avevano mai perso, che gli era sempre venuto naturale, più di quanto sembrasse normale a chiunque li osservava, come se fossero due marionette manovrate dallo stesso burattinaio. 

Rick guardava Kate correre sulla strada con la sua guida decisa a tratti nervosa mentre fissava l’asfalto e le macchine con lo sguardo attento. Le poggiò una mano sulla gamba, prendendosi una confidenza che raramente si permetteva quando lavoravano insieme, stando sempre ben attento al rispetto dei loro ruoli e del suo soprattutto. Pensò che quella era la prima volta che uscivano per lavoro insieme, dal giorno dell’agguato di LokSat. Istintivamente strinse un po’ di più la presa sulla gamba di Kate che si voltò a guardarlo di sfuggita un paio di volte mentre lui, invece, non riusciva a toglierle gli occhi di dosso, non che fosse una novità, in quella situazione, in realtà.

- Tutto bene Castle? - Gli chiese mentre continuava a fissare la strada

- Sì, tutto bene… - La sua risposta fu fin troppo incerta, ma non voleva ricordarle anche quel giorno e lei si accorse della sua titubanza ma fece finta di nulla.

- Perché hai insistito per voler venire?

- Non volevo lasciarti sola. Non adesso. 

Rick si aspettava una ramanzina delle sue, invece Kate appoggiò la sua mano su quella di lui e la strinse per qualche istante prima di portarla di nuovo sul volante.

- Grazie Castle.

- Ni nulla Beckett. - Sorrisero entrambi e forse finsero solamente di essere un po’ più rilassati.

 

Parcheggiò a breve distanza dall’area delimitata dal nastro della polizia nel parcheggio antistante ad un vecchio cinema abbandonato da anni. Due volanti erano poco più avanti, c’era anche la macchina di Javier e Kevin. Uscirono dall’auto e Becektt si incamminò sul marciapiede seguita da Castle.

- Kate! - Rick richiamò la sua attenzione e quando lei si girò le prese la mano e si avvicinò quel tanto che gli serviva per prenderla di sorpresa e baciarla. Un bacio tenero ed inteso che Kate dopo l’iniziale stupore ricambiò, indugiando qualche istante ancora sulle sue labbra dopo che si erano separati.

- Ti amo Castle, ma oggi non ti darò una pistola. - Capì che anche lei si ricordava esattamente quello a cui aveva pensato lui in auto e si incamminarono mano nella mano fino alla zona circoscritta.

- Yo Castle e Beckett come ai vecchi tempi! - Esclamò Esposito

- Perché mi avete fatto venire? - Chiese Kate andando subito al sodo, mentre vedeva Lanie poco distante da loro piegata su un corpo mentre faceva i suoi rilievi.

- Credo che ti interessi, visto chi la vittima. - Rispose Ryan e i due detective si spostarono lasciando il passo e visuale a Castle e Beckett. Kate guardò il corpo da lontano ma lo riconobbe subito quindi portò lo sguardo sui due per avere conferma e di nuovo sul corpo. Kevin annuì

- Sì, Beckett, è l’avvocato Anthony DeVito. 

Kate si avvicinò a Lanie mentre indossava i guanti e vide la grande quantità di sangue a terra ed il corpo dell’avvocato orrendamente mutilato. Si chinò per osservare meglio la scena.

- Gli hanno amputato le mani quando era ancora vivo. E poi è stato giustiziato con un colpo alla nuca, dall’alto verso il basso. - Disse Lanie mostrandole il foro di entrata del proiettile.

- Un’esecuzione. - Constatò Kate rialzandosi guardando Castle e i suoi detective. - Trovato qualcosa?

- Veramente sì, Beckett… C’era un foglio… Era indirizzato a te… - Ryan le porse il foglio dentro una busta di plastica e Kate la prese velocemente, e con altrettanta rapidità tirò fuori quel foglio, mentre Castle si metteva al suo fianco per leggere.

“Questa è la fine che fanno i traditori. Fai la scelta giusta.”

- Chi è Beckett? Che scelta devi fare? - La incalzò Esposito.

- Chi sa di questo foglio? - Chiese Castle perentorio.

- Lo ha trovato Lanie e lo ha dato a noi - Rispose Javier

- Perché facciamo che voi non lo avete mai visto. - Disse Rick prendendo il foglio dalle mani di Kate e mettendolo in tasca della giacca.

- Castle, cosa diavolo stai facendo? Quella è una prova che hai appena inquinato! - Disse ad alta voce Javier facendo voltare uno degli agenti impegnati in altri rilevamenti.

- Abbasta la voce Espo - Lo riprese Kate. - So chi ha scritto quel foglio, so perché DeVito è stato ucciso. Ma non ora e non qui.

- Cosa sta succedendo Beckett? Si tratta di Lily? Campos? - Chiese Ryan

Kate si morse il labbro ed il suo viso si costrinse in una smorfia. Fece segno di sì, annuendo con il capo, mentre Rick le cingeva il fianco avvicinandola a se.

- Ok… questo cambia tutto… - Sospirò Esposito che si allontanò dagli altri tre per andare a chiedere agli agenti quanto tempo ancora gli occorreva per finire i rilievi nel parcheggio davanti a quell’edificio ormai fatiscente.

- Credo che ci dovete dire più di qualcosa. - Disse Ryan ai due guardandoli con aria interrogativa. Rick e Kate si scambiarono un’occhiata d’intesa ed annuirono. 

- Andiamo all’Old Haunt - Propose Castle.

 

Lanie fece trasferire il cadavere di DeVito al laboratorio per fare l’autopsia mentre Beckett, Esposito e Ryan seguirono la proposta di Castle e tutti e quattro si avviarono verso il locale dello scrittore. Era tanto tempo che non tornavano tutti insieme lì e di certo avrebbero preferito andarci in ben altra occasione, ma quello era l’unico luogo che gli era venuto in mente dove potevano parlare liberamente senza temere interruzioni o occhi indiscreti. 

- Cosa credi sia il caso di dirgli? - Chiese Rick a Kate mentre erano soli in auto diretti al pub

- Loro già sanno che ero in contatto con Campos, dovrò dirgli quello che mi ha chiesto e come ho scoperto del tradimento di DeVito. - Rick notò il volto teso di sua moglie mentre guidava

- Hai paura che non capiscano le tue scelte? - Kate si morse il labbro nervosamente. Non si sentiva pronta per affrontare il giudizio degli amici e non sapeva se avrebbero compreso la sua decisione.

- Sono il loro Capitano. Con quello che sto per dirgli perderò totalmente credibilità ai loro occhi e non posso biasimarli.

- Sei anche una loro amica, Kate e loro sanno cosa vuol dire Lily per te.

Castle si rese conto, durante quel breve viaggio nell’osservare il nervosismo di Beckett, quanto quella scelta che aveva fatto era stata difficile per lei, più di quanto pensasse. Vedeva nei suoi occhi fissi sulla strada il suo sentirsi colpevole per qualcosa che non aveva fatto, ma che aveva scelto di fare. Aveva tanta voglia di portarla via da lì, da quel confronto con i suoi amici e colleghi, di stringerla e di dirle che sarebbe andato tutto bene, in ogni caso.

- Io sono orgoglio si te, Kate. Oggi ancora di più e sono orgoglioso di essere tuo marito.

- Perché mi dici questo Castle?

- Perché voglio che tu non lo dimentichi mai, signora Castle. - Le strappò un sorriso tra i sospiri e lei era certa che lui le avesse letto il suo tormento.

 

Parcheggiarono davanti all’ingresso e poco dopo li raggiunse anche l’auto di Esposito e Ryan. Li aspettarono fuori dal locale, appoggiati agli sportelli della vettura di Kate. Non era freddo in quella sera di fine maggio, ma Beckett sentiva il corpo percorso da brividi. Appoggiò inconsciamente la testa sul petto di suo marito che le cinse i fianchi con un braccio, avvicinandola di più a se, poggiando il mento sulla testa di Kate per baciarla tra i capelli. 

- Ehy ragazzi… - Li salutò Ryan quando fu abbastanza vicino. Non si erano accorti che i due detective erano arrivati, si erano nuovamente persi nei loro pensieri.

- Andiamo? - Disse Castle ricomponendosi senza mai lasciare Kate.

Entrarono nel locale, salutarono Brian e Annie ed andarono direttamente al piano inferiore che Rick aveva fatto completamente ristrutturare, era rimasta solo la vecchia scala di legno da quando lo aveva comprato. In un angolo c’era il tavolo da poker dove adesso passava le serate con i suoi amici scrittori ed era lì che si diressero i quattro. Castle andò verso il mobile in fondo alla stanza dal quale prese quattro bicchieri ed una bottiglia di whiskey dalla vetrina dei superalcolici sempre ben rifornita. Aveva bisogno di qualcosa di forte e pensò di non essere l’unico.

Mise i bicchieri sul tavolo e li riempì per metà lasciando poi la bottiglia a disposizione di tutti. Bevve il suo tutto d’un fiato e lo riempì ancora.

- Allora Beckett. Che succede? - Chiese Esposito venendo al punto mentre bevve un sorso di whiskey.

Kate fece un respiro profondo e Rick prese la sua mano sotto il tavolo, stringendogliela. Qualsiasi cosa fosse accaduta, lui sarebbe stato al suo fianco. Sempre.

- Quello che sto per dirvi probabilmente cambierà molte cose, voi potrete prendere le vostre decisioni e fare le vostre scelte. L’unica cosa che vi chiedo è prima di fare qualsiasi cosa, aspettate che Lily sia a casa. Poi vi do la mia parola, che potrete fare tutto, non mi opporrò in alcun modo. - Beckett aveva cominciato quella che le sembrava una vera e propria confessione, solo che era dalla parte opposta rispetto al solito. I due detective annuirono, spiazzati da quella premessa.

- Dopo che Castle è stato rilasciato, Campos mi ha contattato ancora, varie volte. Mi ha mandato foto e video di nostra figlia. Secondo lui avevamo ognuno il figlio dell’altro. Ramon era in carcere per causa mia, così lui ha preso Lily ed ha liberato Castle per dimostrarmi che era solo una cosa tra di noi. Uno per uno, come diceva lui.

- Cosa ti ha chiesto Beckett?

- Dettagli sul trasferimento di Ramon, per farlo evadere. - Guardò i due amici che la scrutavano con uno sguardo che non lasciava trasparire nulla - Io avevo accettato. 

Kate fece una pausa e lasciò che i due assorbissero la notizia, vide nei loro occhi, in quel momento stupore e biasimo, poi proseguì.

- Se volete accusarmi, avete tutte le ragioni per farlo, non ho niente da dire su questo. Non vi chiedo di capirmi. Ero andata a Rickers Island con la scusa di interrogare Reginald Milton per avere più notizie sul trasferimento di Campos ed avevo avuto tutte le informazioni che mi servivano, avevo fotografato il suo fascicolo della prigione per avere più notizie. Avevo chiamato Carlos Campos prendendo tempo, chiedendogli un video di Lily per dimostrarmi che era sempre viva e nel frattempo controllai quelle carte che avevo fotografato. Fu lì che scoprii che era stato DeVito a chiedere la sospensione dell’isolamento di Ramon, isolamento che era stato chiesto proprio per proteggerlo. Così ho chiamato Carlos Campos per avvisarlo del tradimento del suo avvocato e sono tornata al Rickers Island per provare ad impedire il trasferimento, ma era troppo tardi. Ramon era già stato ucciso.

- Cosa è successo con Campos ed il vostro accordo? - Chiese Esposito

- Mi ha chiamato quando ha saputo la notizia. Ha detto che il nostro accordo adesso non aveva più motivo di esistere e si sarebbe fatto sentire lui.

- E Lily? - Chiese ancora l’ispanico

- Nulla, solo che per ora è ancora viva e non dovevo fare scherzi. Sono stati gli uomini di Campos ad uccidere DeVito dopo che gli ho detto del suo tradimento, ne sono certa e quel biglietto ne è la prova.

- Cosa intendi fare adesso Beckett? - Intervenne Kevin

- Aspettare di sapere cosa vuole Campos.

- E poi? - Insistette l’irlandese

- Fare quello che è necessario per far liberare mia figlia. Dopo che Lily sarà a casa, fare quello che è giusto.

- Sei sicura Beckett? Sai cosa vuol dire, vero? - Le disse Esposito. Non sembrava arrabbiato, più preoccupato, anche se la sua voce era asciutta e incisiva.

- Lo so. Non mi importa, non è importante. Nostra figlia lo è, solo lei. Io non vi chiedo nulla, non vi voglio mettere in mezzo a questa storia più di quanto già non lo siate. Vi prego solo di non dire nulla fino a quando non Lily non sarà a casa. 

I due detective si guardarono e poi annuirono. 

- Ok Kate. Qualsiasi cosa per Lily. 

Esposito e Ryan finirono i loro drink, poi salutarono Castle e Beckett dicendo che andavano al distretto per i rapporti su DeVito. Per ora avrebbero indirizzato le indagini sull’omicidio per vendetta, senza forzare troppo la mano. Di dare giustizia a quell’avvocato non ne sentivano per niente il bisogno. Rick li accompagnò fino all’uscita, era ormai ora di chiusura ed anche Brian ed Annie se ne stavano andando dopo aver ripulito il bancone e sistemato le sedie. Castle gli disse che avrebbe pensato lui a chiudere il locale, andò nel retro a vedere se trovava qualcosa per mangiare: trovò dei nachos ci mise sopra abbondante cheddar e chorizo e fece squagliare il tutto pochi secondi al microonde.

Chiuse le imposte e tirò giù la serranda, poi con il suo piatto di nachos e due birre tornò al piano inferiore chiudendosi a chiave anche la porta del sotterraneo alle sue spalle. Trovò Kate intenta a roteare il bicchiere tra le mani guardando il liquido ondeggiare e nemmeno lo vide arrivare con i suoi generi di conforto che appoggiò sul tavolo: Kate sentì solo le mani di Rick spostarle i capelli e poi la sua bocca baciarle lentamente il collo. Avrebbe voluto dirgli di no, che non era il momento nè il luogo adatto, però l’unica cosa che fece fu inclinare la testa per facilitargli il compito.

- Mangiamo qualcosa? - Le chiese sedendosi vicino a lei, prendendo un paio di nachos filanti ed imboccandola. Spostò il bicchiere con il whiskey e le porse una delle due bottiglie di birra tenendo l’altra per se. Mangiarono imboccandosi a vicenda, scambiandosi, in quel momento, più che solo il cibo, era una condivisione totale di quel momento, un prendersi cura a vicenda uno dell’altra. 

- Restiamo qui? - Gli chiese Kate come in una supplica.

- Era esattamente quello che volevo proporti. 

Si spostarono dall’altra parte della stanza, dove c’era un enorme divano letto angolare, molto più grande di quello del loft. Kate gli aveva chiesto più volte come aveva fatto a farlo entrare lì e lui diceva che era una delle sue magie. Non era la prima volta che lo facevano, gli era capitato, alcune volte, quando erano usciti con i loro amici ed avevano passato la serata all’Old Haunt che poi non tornassero a casa, ma decidessero di fermarsi a dormire lì, perché troppo brilli per rimettersi alla guida e perché così potevano sempre approfittare di un po’ di solitudine mai troppo facile da trovare al loft. 

Rick sistemò i tanti cuscini per creare una sorta di nido dove potersi stendere, prese alcune coperte da una cassapanca e poi si sedette vicino a Kate che si lasciò spogliare da suo marito con estrema delicatezza.

- Rick… Non… - sussurrò prima che lui la baciasse e continuò a farlo, dolcemente a lungo. Si spogliò anche lui, poi la prese e la trascinò con se, sdraiandosi tra i cuscini.

- Ti amo Kate. - Le disse tra un bacio e l’altro, mentre la stringeva a se ed erano nudi non solo fisicamente, erano pelle su pelle, erano carne viva e sofferente che si accarezzava e provava a curarsi. Erano baci dal sapore salato delle troppe lacrime versate. Rick prese un paio di coperte avvolse lì i loro corpi già avvolti tra loro. Passarono lì quella notte avvinghiati, stretti più che potevano uno all’altra, sussurrandosi il loro amore tra baci e carezze. Era quello il modo in cui lasciarono che fossero le loro anime ad amarsi.

   
 
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