Serie TV > Xena
Ricorda la storia  |      
Autore: Farfan05    27/10/2016    1 recensioni
Il Solstizio d'inverno è alle porte e Xena e Gab devono oltrepassare le montagne. Al di la dei monti le aspetta il regalo che Xena ha voluto organizzare per Gab, ma le due sono sorprese da una forte tempesta di neve. Ce la faranno a raggiungere il villaggio e a festeggiare il loro primo Solstizio insieme?
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Gabrielle, Xena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il cielo era diventato scuro all'improvviso, e un vento gelido spazzava via tutto quello che incontrava sul suo cammino. I delicati fiocchi di neve che avevano rallegrato il cielo per tutta la mattina avevano lasciato il posto a nuvoloni neri, che non preannunciavano nulla di buono.
Si stava avvicinando una tormenta di neve e l'aria si faceva sempre più fredda e pungente.
Un soffice manto candido ricopriva ogni cosa, e quell'atmosfera ovattata e quasi irreale era turbata solo dal rumore delle folate di vento. Si potevano intravedere delle impronte nella neve. Due lunghe file di impronte, vicine, che si dirigevano verso la foresta.
Sarebbe stata una lunga notte.
La notte più magica dell'anno, da passare al calduccio insieme alle persone care, loro l'avrebbero trascorsa cercando di attraversare le montagne.
"Brrrr... Senti che freddo! E sembra proprio che peggiorerà!" disse Gab, avvolta fino al naso in un pesante mantello.
"Vedrai, tra poco troveremo un riparo e accenderemo un bel fuoco per scaldarci. Resisti ancora un pò." la rassicurò Xena, che doveva anche preoccuparsi di tenere saldamente le briglie di Argo, spaventato per l'avvicinarsi della tormenta.
Il vento soffiava sempre più forte. Anche gli alberi più maestosi erano costretti a piegarsi come fili d'erba al passaggio di ogni folata. E come se non bastasse, aveva anche ripreso a nevicare. Ormai la visibilità era ridotta a pochissimi metri.
Xena e Gab si strinsero l'una all'altra, avanzando faticosamente in mezzo alla tormenta. I loro passi si erano fatti lenti e pesanti...
"Non ce la faccio più... Ho i piedi letteralmente ghiacciati... Di questo passo non riusciremo mai ad attraversare la montagna..." si lamentò nuovamente la fanciulla.
"Non possiamo fermarci qui. Senza un riparo finiremo congelate prima che faccia notte! Coraggio! Resisti! Ti prometto che tra un pò ci fermeremo." e così dicendo la strinse ancora di più a sè.
Più cercavano di avanzare e più il vento le spingeva indietro. In mezzo a quell'aria gelida ogni fiocco di neve sembrava si tramutasse in uno spillo, pronto a ferire le guance già arrossate delle due. Anche il povero Argo era ormai stremato.
"Non sarà facile trovare riparo..." pensò Xena, cercando di non far intuire la sua preoccupazione a Gab.
Poi d'un tratto notò una piccola insenatura, tra le radici di un grande albero. Non era granchè come rifugio, ma almeno avrebbero potuto riposarsi per un pò, in attesa che la tormenta si placasse. "Vieni, fermiamoci qui."
Gab si rannicchiò come meglio potè nell'insenatura, rabbrividendo. Il tronco e le radici offrivano un pò di protezione, e le grandi fronde dell'albero avevano impedito il depositarsi della neve. Per il momento non c'era di meglio... Argo fù legato saldamente ad una delle radici.
Xena prese una coperta e si sistemò di fianco a Gabrielle. L'abbracciò, cercando di scaldarla. La fanciulla ricambiò quel gesto con un sorriso.

Xena non era affatto tranquilla. Sapeva benissimo che avrebbe dovuto cercare un rifugio più confortevole per trascorrere la notte ormai alle porte. Quell'insenatura era solo un riparo di fortuna, capitato nel momento giusto. Ma non avrebbero resistito per molto...
Ad un tratto notò che Gab aveva chiuso gli occhi. "Hei, sveglia! Non vorrai dormire qui?" le disse sgranando gli occhi.
"Sono stanchissima... Ho sonno... Lasciami riposare un pò..."
"Sveglia! Non devi addormentarti!" e cominciò a squoterla, dolcemente.
"Fammi dormire solo un pò, ti prego... Poi ripartiremo..." e il suo respiro si fece profondo.
Questa volta la guerriera non fù così dolce: un sonoro schiaffo echeggiò in mezzo alla foresta. Gab era incredula, con gli occhi spalancati per lo stupore: "Che ti prende? Sei impazzita?"
"Perdonami, ma non devi dormire. Sarebbe la fine... Devi rimanere ben sveglia e cercare di scaldarti, in qualche modo."
L'amazzone non riuscì a replicare nulla di fronte all'espressione quasi terrorizzata della sua Xena. Non l'aveva mai vista così...
"Farò come vuoi... Cercherò di rimanere sveglia..." le disse.
Xena mise le mani sulle guance di Gab: "Brava. Vedrai che troveremo un altro posto per passare la notte. E riusciremo a trovare anche qualcosa da mangiare." le disse sorridendo.
"Si..."

La guerriera si guardò intorno. Doveva assolutamente trovare un posto più decente. Al più presto. Tra poco sarebbe stato completamente buio, e avrebbero avuto ben poche speranze di passare la notte indenni, con quel clima.
"Ascoltami bene..." disse. "Adesso andrò a cercare un altro rifugio e appena lo troverò tornerò a prenderti."
"E mi lasci qui da sola?"
"Tornerò presto vedrai. E' l'unica soluzione possibile."
"Stai attenta, ti prego. Comincia a far buio..."
"Non preoccuparti. Saprò cavarmela.". Poi prese le mani di Gab e le strinse nelle sue: "Promettimi una cosa..."
La fanciulla guardò negli occhi la guerriera.
"Qualunque cosa accada, non devi addormentarti. Per nessun motivo..."
"Ma..."
"Promettimelo!" la interruppe Xena, e le strinse ancora più forte le mani.
Passarono qualche istante a guardarsi negli occhi. "D'accordo, te lo prometto... Tu però torna presto..."
"Il prima possibile..." e le diede un leggero bacio sulle labbra.
Avvolta nel suo pesante mantello, prese una grossa bisaccia vuota che era annodata alla sella di Argo. Poi diede una pacca affettuosa al suo fedele amico, e rivolse ancora lo sguardo alla sua Gab.
Si scambiarono un sorriso, e poi Xena scomparve nell'oscurità della foresta.

 

Erano trascorsi solo pochi minuti da quando Xena se n'era andata, ma sembrava già tantissimo tempo. Tutto intorno a lei era silenzio, interrotto solo dal rumore del vento attraverso i rami degli alberi. Si sforzava di guardare oltre il buio che avvolgeva ormai ogni cosa. Sperava già che la sua compagna fosse di ritorno... Le palpebre diventavano sempre più pesanti... Le immagini che i suoi occhi potevano ancora catturare si facevano sempre più offuscate...Sentiva che stava per cedere...
Ad un tratto sentì qualcosa arruffarle i capelli, e trasalì. Alzò lo sguardo e vide il muso di Argo, che le sbuffò sul viso. Gab sorrise.
"Grazie! Meno male che ci sei tu a tenermi sveglia..."
"Ti va di ascoltare una storia, mentre aspettiamo Xena?". Gli occhi dolci dell'animale sembrarono annuire. Allora Gab cominciò a narrare uno dei suoi tipici racconti pieni di avventure e coraggio, nei quali ci sono villaggi da salvare e tiranni da sconfiggere, fanciulle da liberare e divinità che si divertono a giocare con il destino degli uomini. Ma soprattutto racconti nei quali i cattivi vengono sempre sconfitti, e l'amore ha sempre la meglio sull'odio.
"Chissà, magari da quest'avventura ne verrà fuori un bel racconto. Che ne dici?" Il cavallo scrollò la sua criniera dorata e sbuffò nuovamente.
Gab si strinse nella coperta e alzò gli occhi al cielo. Non si vedeva nemmeno una stella. C'erano solo buio, vento e neve. E il freddo ormai la faceva da padrone: quasi non riusciva più a muovere le gambe e i piedi sembrava non ci fossero nemmeno più.
"Xena dove sei? Perchè non torni ancora?" disse sottovoce. ma si udiva solo il rumore del vento.
"Non riesco più a stare sveglia... Mi dispiace... " le sue palpebre cominciarono a chiudersi, nonostante gli sforzi per non addormentarsi. "Non posso mantenere la promessa che ti ho fatto... Perdonami..." disse con un filo di voce. La testa si piegò da un lato, appoggiandosi al tronco dell'albero, e la fanciulla cadde in un sonno profondo, mentre il vento le scompigliava i capelli.
E questa volta nemmeno Argo riuscì a svegliarla...

Nel frattempo Xena vagava nella foresta, lottando contro la tormenta e contro il tempo. Da abile guerriera solitamente non si sarebbe fatta spaventare da una simile situazione, ma stavolta la posta in gioco era molto alta... Il suo pensiero era costantemente rivolto a Gab: "Resisti. Tra un pò sarò di ritorno."
Come prima cosa si preoccupò di trovare dei rametti asciutti, che sarebbero serviti per accendere almeno un piccolo fuocherello. Fortunatamente sapeva dove cercare. Non era la prima volta che affrontava emergenze come quella. Scrollò via la neve da un cespuglio secco, molto fitto di rami. Tolti quelli in superficie, ormai fradici, si mise a raccogliere i rametti centrali, che erano rimasti all'asciutto. Ce n'erano abbastanza da riempire tutta la bisaccia che si era portata dietro.
E il primo problema era risolto.
Adesso occorreva trovare del cibo. Però era impensabile riuscire a scovare qualche animale... Serviva qualcosa di nutriente e allo stesso tempo facile da trovare. Delle bacche per esempio. Unite alla frutta e al latte che già avevano potevano costituire un pasto quasi completo. Si mise a cercare. Fortunatamente con un piccolo tronco era riuscita a ricavare una torcia, e la ricerca sarebbe stata più facile.
In poco tempo riuscì a raccoglierne molte; tante da riempire l'altra bisaccia, che portava a tracolla.
E anche il secondo problema era risolto.
Mentre si preparava a riprendere il cammino notò, a poca distanza da lei, una parete rocciosa. Senza accorgersi era arrivata al limitare della foresta, ai piedi della montagna. Ebbe un'intuizione: "Chissà se..." e corse a perlustrare la roccia. Dopo qualche minuto di ricerca il suo viso si illuminò: "Ha, lo sapevo!" disse soddisfatta di fronte all'entrata di una caverna.
Non era grandissima, ma abbastanza spaziosa per farci entrare anche Argo. Posò nella grotta le bisacce. Così il cammino di ritorno sarebbe stato più facile.
"Aspettami Gab. Stò arrivando." e si diresse velocemente nella direzione dalla quale era giunta.

Non sapeva perchè, ma mano a mano che si avvicinava verso il luogo dove si trovava la sua compagna, sentiva farsi più forte una strana sensazione. Un'inquietudine che quasi le faceva mancare il fiato. Accelerò il passò, poi si mise a correre.
Un grido le si spezzò in gola, senza poter uscire.
"Gab! Hei, sveglia!" ma la fanciulla non rispose. Xena la scosse, la schiaffeggiò ma... nulla.

E la neve continuava a scendere.

 

La situazione era grave. Non c’era un minuto da perdere. Gab era quasi assiderata per il troppo tempo trascorso al freddo senza muoversi. Bisognava scaldarla al più presto, prima che fosse troppo tardi…
“Vieni qui, mi serve il tuo aiuto.” Disse ad Argo. Il muso dell’animale si chinò verso Xena, e i suoi occhi sembrarono scusarsi per quello che era accaduto a Gabrielle.
“Non preoccuparti, lo so che non è stata colpa tua. Però adesso devi dimenticare la stanchezza e il freddo, e aiutarmi a portarla al riparo.”
La guerriera avvolse Gab nella coperta e riuscì in qualche modo ad adagiarla in groppa ad Argo. Poi prese le briglie e si incamminò in direzione della grotta.
Il vento era calato un po’, e questo rendeva le cose più facili.

Finalmente arrivarono alla caverna. Xena appoggiò delicatamente Gab al suolo, e si mise subito ad accendere un fuoco, proprio di fianco alla sua compagna. In poco tempo la piccola grotta fu illuminata e riscaldata da uno scoppiettante fuocherello. Poi si inginocchiò di fronte ai piedi della fanciulla, le tolse i calzari e cominciò a massaggiarglieli, per riattivare la circolazione.
“Ma senti qui… Sono ghiacciati… Mi dispiace di averti fatto sopportare tutto questo. Il nostro primo Solstizio insieme, come coppia… Avrebbe dovuto essere una notte meravigliosa e invece, guarda come siamo ridotte…” e diresse lo sguardo verso la chioma bionda, che faceva capolino dalla pesante coperta. Poi avvicinò un po’ i piedi di Gab al fuoco, in modo che prendessero più calore possibile. A questo punto bisognava solo aspettare che si svegliasse.
Nel frattempo prese alcune erbe da una delle bisacce, e le mise in un piccolo tegame. Dopodiché riempì il tegame di neve: in mancanza dell’acqua era l’unico modo per preparare un decotto, e lo mise a scaldare.
Trascorse un po’ di tempo, e pian piano le guance della fanciulla ripresero colore. “Il peggio è passato…” pensò, e si dedicò nuovamente al decotto, assorta nei suoi pensieri.
“Ti prego, non dirmi che stai cucinando tu…” disse una voce, debolmente. Xena si girò, con un sorriso, e le passò una mani tra i capelli dorati. “Come stai?”
“Adesso va meglio.”
“…Per un attimo ho pensato di averti perduta…”
“Anch’io…”
E si scambiarono un sorriso che valeva più di mille parole.
“Te la senti di bere qualcosa?” disse Xena.
“Anche se ti dico di no, me lo farai bere comunque, vero?”
“Ormai dovresti conoscermi! Dai, ti farà bene.” Versò il contenuto del tegame in una ciotola e gliela porse. La fanciulla si sedette, avvolgendosi la coperta intorno alle spalle. “Uh! Dall’odore direi che non è un granché!”
“Bevi…”
“Ok., scherzavo!”
Rimasero in silenzio per un po’. La guerriera osservava divertita le smorfie sul viso di Gab mentre cercava di mandar giù l’infuso. Aspettò che l’ebbe finito, poi le si avvicinò; le mise un braccio intorno alle spalle e la tirò a sé. “Ora va meglio?”
“Decisamente si…” e appoggiò le ciocche bionde sull’armatura lasciata scoperta dal mantello.
Dopo qualche minuto Xena disse, in un sospiro: “Scusami…”
Gab la guardò con aria interrogativa.
“Lo sai. Avrei voluto che questo Solstizio fosse speciale. E invece…”
“Smettila di rimproverarti. Siamo qui insieme, e siamo sopravvissute alla tormenta. E’ questo quello che conta.”
“D’accordo. Ma non potrò darti il mio regalo. Ed era importante per me…” In momenti come questo Xena faceva vedere tutto il suo lato più dolce, e sembrava una persona totalmente diversa dalla guerriera imbattibile sempre pronta ad andare da chi chiedeva aiuto. La fanciulla la guardò teneramente.
“Ti manca non aver mai festeggiato il Solstizio, vero?”
“Non saprei. Non me lo sono mai chiesta. Sono dovuta crescere in fretta, e forse non ho mai avuto il tempo di chiedermelo.”
Gli occhi di Gab divennero lucidi, ma si trattenne.
“E’ un vero peccato… Io ho ricordi bellissimi legati ai Solstizi trascorsi con la mia famiglia…” poi esitò. Non sapeva se continuare oppure fermarsi: non avrebbe voluto rattristare ancora di più la sua Xena.
“Coraggio, continua. Mi piace starti ad ascoltare.”
“Sicura?”
“Certo, non preoccuparti.”
“Ok. Io e mia sorella eravamo sempre le più impazienti. Ogni anno non vedevamo l’ora che arrivasse questo giorno. Facevamo giochi, ci scambiavamo piccoli regalini, e poi andavamo in cucina ad aiutare nostra madre. Cucinavamo sempre qualcosa di speciale per il Solstizio!” Xena la guardava, compiaciuta: adorava sentirla parlare con tanto entusiasmo.
“A proposito. Qual’era il mio regalo? Se ormai non puoi più darmelo tanto vale che me lo dici, no?” e le diede un colpettino col gomito.
“Eh no! Questo mai! Rimarrà un segreto!”
“E dai. Non è giusto!” e fece finta di fare l’offesa, girando le spalle a Xena. Quest’ultima sorrise, le mise le braccia intorno alla vita e l’abbracciò. Le diede un leggero bacio sull’orecchio e le sussurrò: “Per quel che mi riguarda, il regalo più bello che potessi mai sperare di avere è già qui, tra le mie braccia. E non chiedo altro.”
Gab arrossì: “Questo è il Solstizio più meraviglioso della mia vita. Grazie…”
Rimasero qualche minuto così, senza parlare. Poi notarono che non si sentiva più il rumore del vento. Si avvicinarono all’entrata della grotta e davanti ai loro occhi si presentò uno spettacolo splendido: le nuvole erano scomparse, e il cielo era costellato da una miriade infinita di stelle, e la luna faceva la sua bella figura in mezzo ad esse. Il cielo era diventato così luminoso che la neve sembrava essersi trasformata in un tappeto di diamanti, quasi accecante.
Le due donne si strinsero l’una all’altra, piene di gioia nel cuore.
“Una rappresentazione teatrale…” disse Xena.
“Cosa?”
“Il tuo regalo… Era una rappresentazione teatrale che si svolgerà nella città dietro a queste montagne…”
Gab sorrise: “Felice Solstizio, Xena…”
“Anche a te…”
E un bacio suggellò la magia di quel momento.
Nessuno sa dire con certezza quanto durò quel bacio. Alcuni dicono solo pochi istanti; altri dicono tutta la notte. Ma io so che quel bacio dura ancora adesso, fino all’eternità.

FINE

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Xena / Vai alla pagina dell'autore: Farfan05