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Autore: Meramadia94    27/10/2016    2 recensioni
Riguardando gli episodi riguardo al caso dell'uomo che fischiettava mi è venuta un'improvvisa ispirazione e non ho resistito.
E se quella notte le cose fossero andate in maniera leggermente diversa?
Riusciranno Sato e Takagi a dirsi ciò che provano l'uno per l'altra prima che sia troppo tardi?
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Detective Boys, Miwako Sato, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Wataru Takagi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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'' Sovrintendente...''- fece Chiba -'' i tecnici sono riusciti a recuperare i dati del telefono di Takagi.''
'' Bene.''- fece il commissario -'' E' riuscito a contattare i genitori o altri parenti?''
'' Tra i contatti d'emergenza c'era il nome di una donna, l'ho chiamata, chiedendole di venire qui il prima possibile... era giovane, sembrava sulla ventina dalla voce...''- fece Chiba.
'' Una donna sui vent'anni?''- pensò Sato che parve riscuotersi dal torpore in cui era caduta quando gli eventi avevano preso la piega che tutti sapevano.
'' Spero che non si sia messo in testa di catturare il killer per fare colpo su questa ragazza...''- fece il sovrintendente, in pensiero.
Era proprio vero certe volte... quello che sembrava un ottimo incentivo, il migliore degli incentivi... era anche quello che portava i guai peggiori.
Anche il suo amico Morimura aveva patito lo stesso destino... si era innamorato, fidanzato, avrebeb dovuto sposarsi dopo poco tempo... e per rendere orgoglio sala propria donna dell'uomo che aveva deciso di sposare, si era buttato a capofitto nel lavoro e quello stesso lavoro l'aveva ucciso.
Sperava solo che Takagi non facesse la stessa fine.
Sato non aveva detto niente, rifiutandosi di credere a quanto ipotizzato dal capo... non c'era mai stata una dichiarazione ufficiale tra loro due..  ma se lo erano fatti capire molte volte che l'uno per l'altra... erano più che amici. E lei lo conosceva abbastanza bene per sapere che nei suoi occhi c'era tanta sincerità ed innocenza.
'' Può essere...''- aggiunse Shiratori.
'' Scusate...''- una voce di donna richiamò i poliziotti alla verità.
Si voltarono nella sua direzione e poterono vedere che si trattava di una ragazza, che non vantava più di diciotto anni, sul metro e sessanta, capelli ed occhi castani, carnagione olivastra.
Indossava una camicetta bianca con una giacca rossa, una gonna che le arrivava sino al ginocchio, quadrettata blu e degli stivaletti marrone chiaro.
Aveva un'aria familiare... l'attaccatura dei capelli, il taglio degli occhi...
'' Posso esserle utile signorina?''- le chiese l'ispettore Shiratori.
'' Me lo dica lei...''- fece la ragazza -'' Un collega di mio fratello mi ha chiamata dicendomi che dovevo venire qui il prima possibile... Taru sta bene?''
I quattro uomini si guardarono imbarazzati non sapendo come dire a quella ragazza cosa era successo e che non sapevano da dove cominciare le indagini per ritrovare il poliziotto.
Facevano quel lavoro da anni, ma il momento che odiavano di più era il momento in cui dovevano parlare con i parenti... fare la telefonata che cambia la vita, dire alla famiglia di una persona deceduta o non reperibile, la situazione che si era creata, l'assoluta mancanza di certezze.
'' Ehm.. ascolta, cara...''- fece Sato -'' vieni... parliamone davanti ad una tazza di caffè, ti va...?''


Aprire gli occhi non era mai stato tanto difficile dacchè riusciva a ricordare. Nemmeno dopo aver fatto un pisolino di poche ore dopo un turno snervante al lavoro... nemmeno quando era ragazzino e doveva andare a scuola era stato così faticoso.
Sapeva solo che ad un certo punto si era addormentato... non sapeva quanto tempo era passato... una settimana, una notte, due giorni... l'unica cosa che sapeva era che doveva essere l'alba o come minimo le prime ore del mattino, lo capiva della luce del giorno che filtrava dalla finestra.
Debole, ma filtrava abbastanza per fargli capire che era giorno.
'' Accidenti...''- aveva dormito seduto scompostamente sul pavimento ed ammanettato alla trave di legno per diverse ore e si sentiva tutto un livido.
Un paio d'ore prima era passato a portargli dell'acqua e qualcosa da mangiare e gli aveva liberato i polsi appositamente per permettergli di mangiare qualcosa. Sulle prime si era lasciato prendere dall'orgoglio e si era impuntato sull'idea di non accettare niente da lui per non dargli soddisfazione... ma poi si era reso conto che se avesse deciso di fare l'eroe orgoglioso e fosse riuscito a fuggire, senza forze, probabilmente sarebbe svenuto a nemmeno duecento metri di distanza, Nabei l'avrebbe ripreso prima ancora che potesse muovere un muscolo... e quasi certamente quel posto l'avrebbe visto morto.
Così aveva iniziato a mangiare, lentamente. Poi Nabei lo aveva legato di nuovo.
Eh no, non poteva morirci per davvero lì....  doveva tornare da Sato, alla sua vita, al suo lavoro... inoltre c'era una persona da cui doveva necessariamente tornare.
La sua sorellina più piccola.... aveva solo diciotto anni, e malgrado  fosse maggiorenne nella maggior parte degli stati, nel loro paese era ancora minorenne... e sì, doveva dire che era molto in gamba ed indipendente per la sua età, grazie ai suoi crediti scolastici si era pure guadagnata di andare a vivere in uno studentato... ma era pur sempre una ragazzina. Ed aveva bisogno di lui...
Doveva riuscire a fuggire.... il che non era un'impresa facile. Anche ammesso che riuscisse a liberarsi le mani, rimaneva sempre il fatto che non sapeva da quale parte gli sarebbe convenuto fuggire quando e se ci fosse riuscito a liberarsi. Non sapeva dove si trovava, ma sapeva che la sua prigione era uno scantinato... doveva trovare un modo per studiare la casa e capire quindi da dove sarebbe potuto fuggire.
E al momento non aveva trovato niente di meglio che chiamare Nabei. Si era messo a strillare senza ritegno, ma non perchè si aspettava che qualcuno passasse di lì per puro caso, e magari chiamasse la prefettura più vicina. Il suo scopo era attirare l'attenzione del suo aguzzino.
'' Si può sapere, che hai da urlare?''- fece il killer -'' te l'ho già detto: puoi farti scoppiare la gola se proprio ci tieni, tanto non ti sente nessuno. Quindi? Cosa vuoi?''
Takagi disse la prima cosa a cui aveva pensato per giustificare i richiami rivolti a Nabei -'' Dovrei usare il bagno.''
'' Come prego?''
'' Vorrei rinfrescarmi la faccia ed usare il bagno, se posso.''
'' Non sei in viaggio di piacere, lo sai questo, vero?''  - però dopo un po' decise di accordargli quel desiderio. Si portò dietro di lui e gli slegò le mani -'' Cammina.''- gli ordinò tenendogli sempre puntata la pistola contro la schiena e lo costrinse a camminare per le scale.
Si guardò attorno: era una normale casa e da quanto poteva vedere... la porta da cui erano appena usciti portava ad un piccolo corridoio, in fondo al quale c'era una porta, probabilmente quella del bagno. Alla sua destra c'erano due stanze, l'una di fronte all'altra che quasi certamente corrispondevano alla cucina e alla sala da pranzo.
Alla sua sinistra c'era un'altra rampa di scale che portava al piano superiore, portava alla stanze da letto. La struttura era questa.
'' Ah, a proposito...''- e nel dir così lo spinse contro la parete, puntandogli la pistola alla gola -'' che non ti venga in mente di fare scherzi stupidi... ricordati che qui siamo in mezzo al nulla. Posso ucciderti come e quando voglio e nemmeno far sparire il tuo cadavere sarebbe così difficile.''
Takagi annuì. Ok, adesso sapeva cosa lo aspettava nel caso avesse provato a scappare... ma c'era anche la possibilità che non se ne accorgesse, in fondo.
In ogni caso ci doveva provare.
Annuì, ed una volta che fu solo in bagno aprì il rubinetto ed iniziò a lavarsi la faccia e le mani. Poi si tolse giacca, cravatta e camicia ed iniziò a darsi una rinfrescata, lasciando che assieme all'acqua fluissero anche i pensieri...
Dopo aver usato il bagno, abbassò la tavoletta e si mise in ginocchio sul water per spiare dalla piccola finiestra presente nella stanza. Piccola e stretta, troppo per pensare di poterla usare per fuggire in quel momento, ma almeno il vetro era abbastanza chiaro e pulito da fargli vedere che la casa era praticamente immersa nei  boschi.
'' Con la fortuna che ho, conosce questa foresta come il palmo della sua mano...''- pensò.  Ed in quel caso sarebeb stato facile toglierlo di mezzo e far sparire le prove del secondo delitto di cui era responsabile... però era anche vero che pur conoscendo quel posto come le sue tasche, non sarebbe mai riuscito a prevedere quale direzione avrebbe preso in caso di fuga avvenuta e riuscita...
Per terra notò una spilla per fermare i documenti, dietro al water... istintivamente la raccolse e la infilò nella tasca dei pantaloni.
Non sapeva fino a che punto, ma qualsiasi cosa avrebbe potuto aiutarlo in quel momento.
'' Avanti, sbrigati!!!''- fece Nabei bissando con rabbia sulla porta del bagno.
'' Si...''- fece Takagi aprendo la porta -'' eccomi...''- dopo di che, il suo aguzzino lo riportò nello scantinato dove lo ammanettò di nuovo alla colonna.

Alla fine, in un modo o nell'altro erano riuscite a dirle cos'era accaduto.
La giovane, Sakura Takagi questo era il suo nome, era impallidita come un fantasma quando l'ispettrice Sato le aveva detto che suo fratello era stato preso in ostaggio da un omicida in fuga e che avevano la prova che il poliziotto era stato ferito.
Per calmarsi, le avevano offerto una tazza di caffè ed erano stati in sua compagnia per tutto il tempo.
'' Mi dispiace molto per quanto è accaduto...''- fece l'ispettore Megure -'' Eravamo convinti di aver individuato l'assassino giusto... ci serviva solo la parola del signor Nabei per inchiodarlo... eravamo convinti che fosse il principale testimone , non un carnefice.''
'' E' vero...''- si associò Matsumoto -'' altrimenti, può essere sicura che non avremmo mai permesso ad un uomo solo di avvicinarsi ad un elemento così pericoloso.''
'' Sì, lo capisco perfettamente...''- fece la ragazza, sfregandosi nervosamente le mani contro i lembi della gonna, come per contenere un attacco isterico che minacciava di esplodere da un secondo all'altro.
Sato non riusciva nemmeno a guardarla.
Come poteva dirle che era stata tutta colpa sua se adesso suo fratello si trovava in questo pasticcio? Quasi certamente l'avrebbe odiata... amando Wataru alla follia, in fondo al cuore aveva sempre sognato che un giorno lui le avrebbe chiesto di sposarlo, quando s'illudeva che magari anche loro potevano avere la loro speranza di avere una vita se non normale, almeno... e tenendo conto di quell'evenienza sapeva che avrebbe dovuto conoscere la famiglia del fidanzato... ma non in quel modo.
'' C'è qualche novità, a riguardo?''- fece la ragazza soffiando sul caffè che le avevano offerto per poi berne un sorso, pur sapendo che era come chiedere la luna che ci fossero notizie rassicuranti o meno a poco ore dall'accaduto.
'' Purtroppo, almeno per adesso non abbiamo indizi solidi.''- fece Chiba -'' Il signor Nabei dopo l'omicidio del padre ed il ricovero in ospedale della madre è stato preso in custodia da un collega del padre.
Dopo il compimento della maggiore età è tornato nella casa di famiglia, ma dalle informazioni che abbiamo raccolto è sempre stato molto sulle sue, non ha socializzato praticamente con nessuno ed ha passato la fine dell'infanzia e tutta l'adolescenza chiuso in camera sua.''
'' Quindi, anche se ci fosse un posto in cui si sente tranquillo...''- fece Megure -'' non c'è nessuno che potrebbe saperlo.''
'' Scusate...''- fece Sakura -'' ma non avete appena detto che Nabei è stato affidato alle cure di un tutore legale? Magari lui sa qualcosa...''
Il sovrintendente Matsumoto sospirò.
'' Purtroppo è impossibile.
Lo ha stroncato un male incurabile un mese fa.''
'' Capisco...''- inspirò bruscamente come se volesse trattenere a forza una crisi isterica -'' quindi... non c'è modo di...''
'' Sakura, indagheremo in ogni direzione e ti posso assicurare che lo riporteremo qui, quanto prima...'' fece Megure -'' ad ogni modo, credo sia meglio avvertire anche i vostri genitori...''
'' Non è possibile purtroppo.''- fece la giovane abbassando gli occhi -'' sono morti in un incidente d'auto diversi anni fa... l'unico parente che ho al momento è nelle mani di un assassino. Non ci sono altre persone da avvertire.''
'' Capisco...''- fece l'ispettore Megure incupendosi sempre di più -'' e non c'è un amico, un conoscente, qualcuno da cui puoi andare a stare...''
'' Vivo in uno studentato vicino alla scuola che frequento con altri studenti... senta, invece di preoccuparsi tanto per me, perchè non cerca mio fratello?''
Fu Conan ad intervenire in soccorso dell'ispettore.
'' Scusi, forse c'è un modo per capire dove Nabei potrebbe essere andato, anche se non ha amici che possono saperlo.''
'' Davvero?!?''- fece Sato voltandosi di scatto verso il bambino occhialuto, guardandolo con incredulità, ansia e speranza, il tutto nello stesso sguardo -'' e qual'è?''
'' Beh, è solo un'ipotesi... ma quando è successo il fattaccio era in quinta elementare, quasi sicuramente lo avrà scritto in qualche tema scolastico, fatto qualche disegno... o magari ha scritto o disegnato qualcosa a riguardo negli anni passati...''
'' Non è un'idea insensata....'' - fece Matsumoto -'' in fin dei conti, la maggior parte dei temi che assegnano alle elementari e alle medie, per la maggiore si riferiscono proprio ad argomenti come la famiglia, gli hobby preferiti, le vacanze.... magari da qualche parte è stato scritto, o magari fatto con un disegno....''
'' Purtroppo come idea è difficilmente realizzabile...''- fece Shiratori -'' Nabei ha distrutto tutto quello che lo riguardava,  non si è salvato niente... probabilmente aveva previsto che saremmo andati a cercare in quella direzione.''
'' Ignora una cosa però...''- fece la piccola scienziata -'' i compiti in classe equivalgono a documenti ufficiali, quindi alla fine devono tornare alla scuola che ha il compito di custodirli , non importa se passano anni ed anni.''
'' Quindi il modo di scoprire qualcosa o almeno farsi un'idea se c'è un posto in cui si sente sicuro Nabei c'è...''- fece Megure.
Il sovrintendente annuì.
'' Megure, Eiki Nabei da bambino ha frequentato la Teitan Elementary School. Richieda di esaminare tutto quello che ha scritto o disegnato Nabei... magari troviamo qualche riferimento. Per sicurezza, richieda anche i lavori della scuola media.''
'' Vuole esaminare tutta la carriera scolastica del sospettato?''- fece l'ispettore Shiratori poco convinto di quest'idea.
Commento che gli costò un'occhiataccia da parte della giovane Sakura.
'' Per lo meno, è un punto di partenza... e comunque, se ha un'idea migliore, nessuno le impedisce di suggerirla.''- lo freddò la ragazza con un tono calmo, ma allo stesso tempo pieno di rabbia.
'' Va bene, d'accordo...''- fece l'ispettore più giovane alzando le mani in segno di resa come per volersi difendere da quella frecciata.
'' Lo so che sarà una cosa lunga, ma purtroppo, almeno per il momento è la nostra unica pista...''- fece Megure. Omise appositamente di dire che forse era una pista che nemmeno avrebbe portato a qualcosa, ma sia l'agente Sato che la giovane Sakura davano chiari segni di inquietudine e paura, e non voleva turbarle più di quanto fosse necessario - '' Chiba, per favore... riaccompagna i ragazzi dalle loro famiglie e Sakura allo studentato dove alloggia...''
'' No, non posso andarmene mi dispiace...''- fece Sakura con gli occhi che luccicavano dalle lacrime che scalpitano per uscire dalle orbite e rigarle il viso.
Fu Sato ad intervenire.
'' Sakura, sei preoccupata e lo capisco... ma cerca di ragionare, qui non c'è niente che puoi fare...''
'' La prego, mi lasci stare qui, non posso tornare a casa ad aspettare chissà cosa. Se devo farmi corrodere dall'ansia e dalla preoccupazione tanto vale che lo faccia mentre sono aggiornata di tutti gli sviluppi... per favore.''
Alla fine, tanto disse e tanto fece, che nessuno ebbe più l'energia necessaria per ribattere e convincerla a lasciarsi riaccompagnare al suo alloggio.
Sato le diede una mano, forse perchè era l'unica a capire veramente come la giovane si sentisse...  tralasciando che erano entrambe innamorate, seppur in modo differente, alla follia dello stesso uomo, sapeva per certo che vivere nel dubbio di non rivedere una persona amata fosse anche solo per pochi secondi era un'esperienza terrificante.
'' E va bene...''- fece Matsumoto.
E con quell'ultimo accordo, le ricerche di Takagi iniziarono ufficialmente.
'' Sto arrivando amore mio...''- fece Sato dirigendosi al parcheggio per dirigersi alla vecchia scuola di Nabei assieme all'ispettore -'' ti troverò... giuro che ti ritroverò.''

  
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