Piccola
One-Shot. Veramente
piccola. Balzata alla mente in un momento di mancanza
d’ispirazione. Questa
Shot l’ispirazione l’ha portata, e poi
l’ha trascinata via. Come l’onda, che
arriva sulla spiaggia, per poi tornare indietro. Ci tengo, a questa
storia. Era
da tanto che non riuscivo a scrivere qualcosa di decente. Qualcosa che
mi
soddisfacesse, più che altro. Questa, almeno un minimo, lo
fa. Spero piaccia
anche a voi, è per questo che ve la propongo. Fatemi sapere
cosa ne pensate.
Dedicata
a Ryanforever,
Inukag4ever,
Monik
e Beverly Rose
che hanno commentato
– All’amore
pone fine il tempo, non il
cuore. –
Publilio
Siro
– Il tempo è
come un fiume: non risale
mai alla sorgente. –
Antoine
De Rivarol
The
time.
L’unico rumore udibile da
lì
a kilometri, era il rintocco dell’orologio, che scandiva ogni
secondo con una
precisione maniacale. Quell’unico orologio posizionato
malamente sulla parete
spoglia dinanzi a lui, leggermente inclinato.
Non gli era mai piaciuto, a
dir la verità. Anzi, gli dava piuttosto fastidio, con il suo
rimbombare in ogni
parte della capanna, piccola e polverosa.
Chiaramente non aveva
sprecato tempo buttandolo. No: era rimasto lì.
Lì, a ricordargli del tempo che
passava, dei minuti che scorrevano inesorabili, lasciandolo indietro.
Il tempo,
per lui, era sempre stato una terribile seccatura. Sempre in
ritardo, sempre indietro. Lui e il tempo non combaciavano. Non gli
piaceva
avere degli orari, delle date. Era insopportabile sapere già
da principio di
rimanere indietro.
Inevitabile.
Forse, però, il suo era
un
comportamento masochista. Oppure, in quel momento, non sarebbe rimasto
lì, ad
osservare il muoversi ritmico delle lancette, che facevano un giro
completo,
più e più volte.
Un minuto.
Un’ora.
Un giorno.
Una vita.
Il tempo passava, portandosi
via ciò che aveva di più caro.
Era arrivato in ritardo, per
l’ennesima volta.
Non era arrivato in tempo. Lui,
l’aveva lasciato indietro.
Ancora, ancora, ancora.
La stanchezza lasciava il
posto alla disperazione.
Aveva perso la cosa a cui
teneva di più.
Il tempo, con la sua mania di
avere sempre degli schemi, delle regole, l’aveva portata via.
Gli aveva portato via
l’unica
cosa che potesse renderlo felice.
Un amore che, forse,
l’avrebbe
aiutato a stare al passo con le sue paure.
Un amore che, per colpa di
quel maledetto tempo, l’aveva abbandonato.
<< Non ti posso
più
aspettare >>, gli aveva detto, guardandolo negli occhi.
Lui non voleva.
Non voleva vederla andar via.
Non arrivava mai in tempo. Era
una maledizione, la sua. Sempre in ritardo.
A capire, a trovare, a
sperare, a decidere.
Non accettava il tempo che
passava. Non ci riusciva.
Continuava a fissare
quell’orologio,
abbandonato lì da lei.
<< Così so
che ore
sono, anche in questa epoca! >> Aveva spiegato,
sorridendo.
Non capiva ancora a cosa le
fosse servito.
Contava i minuti che la
separavano dal suo ritorno a casa?
Odiava così tanto
aspettare?
Ora lo odiava anche lui.
Ma rimaneva fermo, a guardare
le lancette.
Toc. Toc. Toc.
Ogni secondo, scandito alla
perfezione.
Quel rumore che gli perforava
l’anima.
Piano, piano.
I ricordi che tornavano.
Gli errori che salivano a
galla.
Non era riuscito a decidere.
Non in tempo, almeno.
E lei era andata via.
E lei si era stancata.
E lei l’aveva lasciato
solo,
com’era giusto che fosse.
E lui non era riuscito a
dirle di restare, perché era arrivato in ritardo.
Ancora.
<<
Mi prometti che non butterai quest’orologio? Almeno
ti ricorderai di tutto. E di niente. E poi, ti ricorderà la
mia epoca. In fondo,
anche quella è la tua casa. In cambio ti
insegnerò a leggerlo. Allora, me lo
prometti? >>
L’aveva chiesto, con
gentilezza, mentre lo appendeva alla parete.
Era rimasto zitto. Aveva annuito,
confuso.
Il momento in cui si era
ritrovato faccia a faccia con il suo incubo.
Con la sua prima paura.
Aveva mantenuto la sua
promessa.
Ora era ancora lì, a
guardare
quell’orologio, che sembrava incapace di fermarsi.
Toc. Toc. Toc.
Il tempo non si ferma.
Il tempo va avanti.
Il tempo è crudele.
InuYasha non si muove.
Potrebbe tornare da lei. Andare
là e portarla nuovamente con sé.
Non lo fa.
Perché lui è
sempre in
ritardo.
Perché contro il tempo,
suo
vero nemico, non riuscirà mai a vincere.
– Il tempo porta via
tutte le cose. –
Virgilio
– Ho sciupato il tempo, e
ora il tempo
sciupa me. –
William Shakespeare