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Autore: AllysonTH    30/10/2016    0 recensioni
A volte capita che circostanze diverse portino comunque allo stesso fine: cambiare vita.
Vite parallele che questa volta faranno un'eccezione e si incroceranno, scopriranno che non c'è forza più potente dell'amore.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: Lime | Avvertimenti: Incompiuta
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NdA: Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro. I personaggi sotto citati non mi appartengono.


LOUDER THAN LOVE

“Just trust yourself tonight, for once in your life.”
 
 












Downtown Los Angeles non le sembrava così caotica il giorno in cui si trasferì, bensì lo fosse veramente.
Astrid si sentiva mancare la terra sotto i piedi e le sembrava di roteare su se stessa. C’erano molte persone che stavano passeggiando per la Rodeo Drive e Astrid non poteva più tollerarle.
Erano le cinque del mattino e lei era sola. Sola in mezzo a tanta gente, sola e perdutamente sbronza.
“Attenta a dove vai!” Non riusciva a camminare seguendo una linea retta. Tutto ciò che sentiva erano rumori. Il mormorio frenetico dentro la sua testa sembrava non voler fermarsi mai, e mai avrebbe dovuto uscire quella sera.
Era luglio e faceva veramente caldo. Le sue tempie pulsavano ad un ritmo piuttosto regolare.
 
Dove stava andando?
 
 


 

 















***
 
 
 
 












“Astrid! Tesoro…”  le tremavano le gambe e non riusciva ad alzarsi dal divano. Gli occhi assenti.
“Mamma, tranquilla, non è successo niente.”
“Astrid, non riesco più ad andare avanti. Questa situazione è diventata insostenibile. O ti trovi un lavoro, o… esci e trovati un lavoro Astrid! Qui non riusciamo ad arrivare a fine mese, l’affitto è troppo alto e mi viene da piangere ogni volta che arriva una bolletta, non sapendo scegliere tra la spesa e il gas! Fai qualcosa! Con quei pochi soldi che hai ti stai distruggendo, stai buttando via la tua vita!”
Elsbe era una donna forte. Faceva la cameriera in un sudicio pub di uno dei quartieri più malfamati della città. Guadagnava poco ed aveva una figlia squinternata che non la aiutava.
Astrid aveva diciotto anni e una vita davanti, ma un futuro ombroso dinanzi a lei. Ma non è sempre stato così.
 
 



 




Quando aveva quattro o cinque anni, Astrid amava giocare ad acchiappare le farfalle con suo padre in giardino. Adorava la primavera: l’aria fresca e odorosa dei fiori appena sbocciati e il sole che ti riscalda la pelle.
A Bonn la vita non era niente male, o forse era la condizione dell’essere bambina ed il fatto di non capire la realtà delle cose a rendere tutto così magico. Lei era la piccola principessina di casa, prendeva ottimi voti a scuola, praticava la danza ed era molto educata e gentile con tutti. Mamma e papà erano fieri di lei e sognavano per lei un futuro radioso. Le avevano promesso le migliori università: Humbolt, Jena, Dresda. Un giorno lei avrebbe fatto tutti i test d’ingresso possibili e li avrebbe superati tutti. Avrebbe avuto la libertà di scegliere il meglio per sé.
 



 
 



All’età di dieci anni si capisce quando qualcosa non va, soprattutto se tra i genitori. Pur non volendo capita di ritrovarsi ad origliare una discussione di troppo, parole che non credevi che i tuoi eroi fossero in grado di pronunciare. Per la prima volta Astrid vide un pezzettino del suo mondo staccarsi e crollare nel vuoto.
Poi vennero l’avvocato, il giudice e con loro vennero i pianti, i “voglio stare con tutti e due” urlati singhiozzando e che tutti giudicheranno con “è normale, è una ragazzina, le passerà”.
Astrid non vide più suo padre dal giorno dell’udienza in tribunale. Non la andò mai a prendere all’uscita di scuola, non le telefonò mai e Astrid cominciò man mano ad odiare quello che un tempo fu il suo supereroe e cominciò a non sopportare l’idea di quel che le aveva fatto.
 
 




 





Gli anni volarono e con loro il ricordo sbiadito di una famiglia perfetta.
L’adolescenza di Astrid non fu facile: erano solo lei e mamma Elsbe, che si ammalò di un male incurabile. La vita di Astrid girava intorno alla scuola e alla madre, le è sempre stata accanto prendendosi cura di lei. Astrid con un po’ di fatica riuscì a diplomarsi ma passarono solo pochi giorni prima che l’ultimo tassello del suo mondo fatato crollò e raggiunse gli altri. Elsbe morì ed è come se con lei se ne andasse anche un po’ di Astrid. Proprio perché lei non avrebbe mai voluto abbandonarla. Mai e poi mai.
Nessuno dovrebbe vedere la propria madre stare male per poi andar via. Per sempre. E troppo presto.
 
 
 
 
 

 






***
 
 
 
 
 






Astrid decise di partire e di trovare se stessa. Era sola contro il mondo, quindi che aveva da perdere?
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ho ripreso a scrivere dopo tanto, tantissimo tempo. Sono sicura che ci saranno degli errori/orrori, ma sono comunque contenta perché dopo anni ho ritrovato il coraggio di postare una storia su questo sito.
Un grazie a chi leggerà silenziosamente e grazie in anticipo a chiunque voglia lasciare una recensione. Accetto di buon grado le critiche, sono qui per migliorare!
Un bacio,
Allyson_TH
  
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