Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: Victoria73    30/10/2016    7 recensioni
Isabella e Edward non si conoscono, ma hanno bisogno l'uno dell'altro: i loro affari potrebbero risollevarsi solo con un accordo speciale.
Appena decidono di metterlo in atto , Edward si chiede come farà a vivere ogni giorno con quella donna senza sedurla.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Regalami una favola Ciao a tutti sono tornata con un altra storia spero piacia lo so forse nn sono molto belle ma sapete sono le mie prime storie, spero di migliorare con questa pero sapete nn mi voglio arrendere perche mi piace scrivere e poi mi piaciono questi personaggi che sono di stephenie Meyer e poi mi sono appassionata ai due attori .
Ciao a presto e spero vi piacia.


----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------



Capitolo 1

Edward Cullen era solo a un terzo della relazione quando l'interfono prese a squillare, per la seconda volta in cinque minuti.
Lui si lasciò sfuggire un gemito di irritazione e fece cadere la stilografica sul piano della scrivania.
Di nuovo suo padre.
Nessuno altro sarebbbe mai riuscito ad aggirare i rigidi controlli della signora Davis, il rottweiler umano che curava le sue Pubbliche Relazioni durante la visita agli alberghi della catena Cullen in Australia.
Ed era una vigilanza necessaria, considerato che lui doveva concentrarsi sull'esame dello scarso rendimento della proprietà familiari prima di ritornare a Roma, quella notte stessa.
Era stato molto chiaro .
Niente telefonate.
Tantimeno telefonate di rimprovero da parte di suo padre, per via di certe foto pubblicate il giorno prima in una rivista di gossip.
Suo padre, Carlisle Cullen , non perdeva occasione per esprimergli quel che pensava della fama di dongiovanni e delle sue frequentazioni femminili.

"Puoi trovare di meglio che non modelle o stelline dle cinema" gli diceva.

"Qualcuna che abbia grinta , e intellingenza... una donna che sappia mettere a frutto tutti i tuoi soldi."

Emma e kristen avrebbero anche potuto offendersi.
Dopotutto, era solo un luogo comune che modelle e stelline del cinema fossero senza cervello .
Di sicuro , però, avevano dimostrato di essere molto gelose l'una dell'altra, dal momento che nessuna delle due aveva apprezzato le foto.
In ogni caso, Edward preferiva lasciar perdere l'argomento.
Nonostante le pressioni di suo padre , non cercava una moglie , e non voleva una famiglia, almeno per il presente.

Che diamine aveva solo trentadue anni!
La spia dell'interfono ricominciò a lampeggiare.
Lui soffocò la frustazione e solevò la cornetta.

"Dica a mio padre che lo richiamerò più tardi, quando avrò finito di leggere questa benedetta relazione."

"Mi dispiace, signor Cullen... ma non è suo padre."

Lui ascoltò, sorpreso.
Dov'era finito il tono da generale d'armata in azione di guerra?
Per la prima volta dal momento del suo arrivo, la signora Davis gli sembrò titubante.

"C'è qui una signorina..."

Edward serrò i  denti .
Non aveva tempo da perdere .
Doveva riportare la compagnia dei Cullens Hotels, orgoglio di tutta la famiglia ,all'antico splendore.
Lo doveva al nonno, che da un piccolo albergo a Napoli aveva iniziato a creare quella splendida catena di hotel di lusso sparsi per tutto il pianeta.
E lo doveva a suo padre, che da qualche  mese  si era ritirato nella campagna toscana per combattere la sua difficile battaglia contro un male ritenuto un tempo incurabile.
Una signorina?

"
Le avevo detto: niente telefonate."

" Ma non è al telefono."
La signora Davis tradi un sospiro.

"È qui.. Dice che si tratta di una questione urgente, e che lei di sicura sarà contento di vederla."

Edward si appoggiò all'indietro, contro lo schienale della poltrona girevole.
Tamburellò le dita sulla scrivania.

"Chi è?"

Intanto, si  sforzò di riflettere.
Emma era in  Texas, per girare il suo prossimo film, mentre Kristen si trova in Marocco, per un servizio fotografico di Vogue.
Entrambe avevano giurato di non volerlo rivedere mai più, dopo quella faccenda delle foto, e di conseguenza lui non aveva informate del suo viaggio in australia .

"È Isabella Swan, della prestigiosa Compagnia Swan. C'è una delle Maisons Swan anche poco lontano da qui, all'angolo con la..."

"Conosco le Maisons Swan" tagliò corto lui .

"Che cosa vuole?"

"Dice che ha un affare da proporle , un'occasione unica, che sicuramente lei si pentirà di non aver colto , devo farla entrare?"

Isabella, in piedi vicino alla scrivania dell'ufficio, trattenne il fiato e strinse tra le dita il materiale che aveva raccolto in fratta e furia, prima di precipitarsi li a chiedere un colloquio.
Doveva vedere Cullen.
Il futuro delle Maisons Swan e di tutto il personale dipendeva da lei.

"Le dica di prendere un appuntamento " replicò secca la voce dentro l'interfono.

"Sarò di ritorno fra un paio di settimane , approfitterò della pausa pranzo per lavorare. Può farmi avere un caffè e qualcosa da mangiare?"

La signora Davis prese nota, mentre la voce del principale si dissolveva in una scarica elettrostatica.
Rivolse a Isabella un sorriso partecipe.

"Mi dispiace, cara, di solito non lo interrompo mai, ma pensavo che si sarebbe incuriosito.
Dovrai tornare un'altra volta , credi che ti sarà possibile?"

Isabella scosse la testa e si morse un labbro.
Due settimane erano troppe.
Le rimanevano solo due giorni per risolvere la faccenda .
Quarantotto ore per convincere qualcuno a investire nella Maisons Swan, qualcuno che capisse la situazione e non ne approfitasse.
Qualcuno che fosse l'opposto di Aron Volturi, un avvoltoio che speculava sulle vendite di immobili di pregio per frammentarli e ricavarne appartamenti.
Entro due giorni il tempo dell'offerta pubblica sarebbe scaduto e, a meno che lei non trovasse un cavaliere dalla luvente armatura, Volturi avrebbe avuto partita vinta nell'aggiudicarsi l'acquisto, la famiglia di Isabella avrebbe perso tutto ciò per cui aveva sempre lavorato, e almeno duecento dipendenti fedeli e affezionati sarebbero rimasti senza lavoro.
Ma Volturi non sapeva ancora con chi aveva a che fare.

"
Devo assolutamente vederlo oggi" sospirò Isabella.
Si scostò , e mosse qualche passo sulla moquette color amaranto, cercando una soluzine , mentre la signora Daphne parlava con la caffetteria.
Forse aveva sbagliato qualcosa, pensò Isabella.
Sfogliò rapidamente la cartella di documenti messi insieme in fretta, non appena aveva saputo che Edward Cullen era in visita nel loro emisfero.
Magari , ta quei dati scaricati da Internet c'era la chiave di ciò che serviva...
I fogli si schiusero sopra alla pagina patinata di una rivista.
Sotto al titolo, Playboy a cinque stelle, c'erano due fotografie di Edward , al braccio di due donne diverse.
Donne molto belle, bionde e e giovanissime...
Entrambe lo guaedavano con espressione adorante.
Il titolo gli si accordava alla perfezione, come la camicia di seta candida sotto allo smoking, in una delle due foto.

Edward Cullen era un uomo di stradinaria prestanza fisica.
I suoi occhi verdi la guardavanno dalle foto, contornati da ciglia cosi folte da fare invidia a qualunque donna.
Le labbra, forti e ben disegnate, alludevano a misteriosi segreti , e il mento squadrato lasciava intuire un'innata attitudine al comando.

Anche senza tutte le sue ricchezze, Edward Cullen era uno schianto.
Con le ricchezze...be', di sicuro non gli mancavano le pretendenti.
Buona fortuna a tutte , pensò Isabella , amara.
Non avrebbero avuto vita facile, sposando un Playboy .
La vita di sua madre le aveva insegnato almeno questo...
Ma qualunque fossero i suoi sentimenti , aveva bisogno di lui.
O meglio , dei suoi soldi.
E ne aveva bisogno adesso.
Fece dietrofront.

"Aspetterò" dichiarò in tono deciso.

" Dovrà pure uscire, prima o poi".

La signora Davis fece una piccola smorfia e si guardò intorno.
Non c'era nessuno, oltre a loro .
Si sporse in avanti .

"Io devo uscire per qualche minuto" sussurrò, in tono di cosprazione.

"Da un momento all'altro arriverà il carrello con il pranzo.
Mi auguro che tu non voglia fare niente di sciocco,mia cara."

Isabella senti salire alle labbra un sorriso .
Il primo sorriso assolutamente genuino da quando aveva appreso le condizioni finanziarie della Swan, tre mesi prima .
E il sorriso era tutto merito di Daphne Davis , che molti anni prima era stata segretaria di suo padre.
Lei aveva capito di essere protetta da una buona stella fin da quando l'aveva riconosciuta, seduta li alla scrivania.
Daphne si era immediatamente alzata e l'aveva stretto forte in un abbraccio, come se lei fosse ancora una bambina.

Di sicuro, anche per una segretaria di grande esperienza come lei , lavorare con Edward Cullen non doveva essere una passeggiata.
A giudicare dalla telefonata di poco prima il principale usava modi piuttosto sbrigativi, se non apertamente sgarbati, mentre Daphne era impeccabile, come sempre .
Suo padre l'aveva sempre considerata efficiente e gentile al massimo grado.
Era chiaro che Cullen non la meritava.

"Io?"risposi Isabella , soave.

"Qualcosa di sciocco?  Assolutamente no."

Qualche minuto più tardi Daphne si alzò con un pacco di carte tra le mani, e Isabella capi che il carrello del pranzo era arrivato da un momento all'altro.
Avvertì una scarica di adrenalina , e si rese conto di quanto la segrataria stesse rischiando per lei.

"Daphne , non voglio che tu perda il posto per me..."

La signora Davis alzò le braccia.

" Chi può mai dirlo , cara?"

Le si avvicinò e le strinse una mano sul braccio.

"Magari , alla fine lui mi rigrazierà.
E comunque , vado in pensione la prossima settimana .
Che cosa può fare?
Licenzarmi?
Ho dirottato le chiamate dell'esterno nella sala ctocopie, dove sarò per almeno mezz'ora.
Cosi , nessuno vi potrà interrompere."

Isabella fece appena in tempo a mormorare qualche parola di rigraziamento, prima di vederla sparire.
Trenta secondi più tardi un giovane inserviente sbucò dall'ascensore, soingendo un carrello.
Si avvicinò alla scrivania della signora Davis e si guardò intorno perplesso, non vedendola.
Alla fine, mise a fuoco Isabella.

"L'ordinazione della signora Davis " annunciò , in tono incerto.

"Si, grazie" replicò lei.

" La signora torna subito, lascia pure li."

Lui annui e, apparentemente soddisfatto, tornò verso l'ascensore.
Scomparve, in un brusio sommesso di porte scorrevoli e cavi  che rientravano in funzione.
Isabella riprese rapidamente fiato e si alzò da una poltroncina di attesa.
Ora veniva il bello.












   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Victoria73