31 Ottobre, 11 gradi.

Una notte fredda e umida, con una leggera nebbia che offuscava lievemente la vista. Un giovane ragazzo camminava con passo rilassato nel suo quartiere, verso la fontana dove si metteva ogni notte almeno un'ora per rileggere il suo manoscritto finito circa una settimana fa; in quel luogo trovava la tranquillità e il silenzio che gli servivano per poter correggerlo al meglio visto che la settimana prossima lo dovrà presentare ad una casa editrice importante. Uscì dal porticato per dirigersi verso una strada asfaltata che lo condusse nella piazza; al centro vi era un enorme fontana maestosa in marmo, con all'interno una statua a forma di collina color grigio chiaro. Davanti la collina più alta, vi era una testa umana con i capelli ricci e la bocca spalancata coperta dal tettuccio, mentre dalla collina più bassa i bambini si divertivano a salirci e scivolarci essendo liscia come uno scivolo: infine, sempre sopra la collina più alta vi era una statua di un centauro senza braccia. 
Dopo averla ammirata due minuti circa, si sedette sul bordo freddo della fontana tirando fuori dalla cartelletta che aveva in mano il suo manoscritto e la penna rossa per correggere errori e fare eventuali correzioni; un gelido vento si alzò piano scompigliando i capelli del ragazzo che si stava concentrando al massimo per fare un ottimo lavoro.

Ma da li a poco, sarebbe successa una cosa che non si sarebbe mai dimenticato. 

 

" Cosa ci fa questo ragazzo nel cuore della notte in giro? Vedo che è molto concentrato sul suo lavoro, mi risulterà tutto più facile. " pensò un'ombra da dietro un pilastro, osservando il ragazzo concentrato. Corse dalla parte opposta passando sotto un porticato grigio spegnendo i lampioni appena vi passò accanto, per poi fare un balzo e calarsi delicatamente sulla statua del centauro senza farsi notare: cosa che gli riuscì magnificamente. Osservò per diversi minuti la sua preda cercando di scovare se avesse dei poteri o se fosse anche lui una specie particolare, ma non notò nulla così decise di partire all'attacco: si scagliò sul ragazzo scaraventandolo a terra finendoci sopra, il ragazzo preso alla sprovvista si terrorizzò non riuscendo a vedere il volto dell'aggressore, cosa che durò poco: difatti il peso sopra di lui lo voltò per ritrovandosi faccia a faccia e ne rimase shockato da ciò che vide.

- C-c-chi sei? - chiese il ragazzo.
- Sono colui che porrà fine alla tua vita. - disse l'altro per poi continuare:
- Non sai che in questa notte i vampiri escono per uccidere le loro vittime? -
- S-s-sei un vampiro? - cercò di chiedere mantenendo la calma.
- E' una fortuna aver incontrato una preda così bella e candida. Addio piccolo. - disse il vampiro scagliandosi sul collo del ragazzo.

Con una mano gli tenne fermi i polsi mentre con l'altra gli girò la testa così da avere il suo collo candido in bella vista, appoggiò i canini appuntiti e con uno scatto di due secondi li infilò nel collo strappando un urlo di dolore al ragazzo sotto le sue grinfie; i canini erano arrivati fino in fondo cominciando a far sgorgare il sangue mentre lo succhiava avidamente sentendo l'energia del corpo sotto di lui svanire piano piano ed entrare nel suo. 
Il ragazzo sofferente continuava ad urlare e chiedere aiuto invano; con le poche forze che aveva, cercò di spintonare il corpo sopra di lui ma ormai non sentiva più nulla, aveva la vista annebbiata finendo col vedere tutto bianco e infine, non respirare più. Era morto. Era morto tra le braccia del suo aggressore. 
Il vampiro lo guardò tra le sue braccia senza vita e, prima di andarsene, dovette compiere un altro atto disumano; dalle sue mani apparvero degli artigli affilati con i quali aprì bene gli occhi della sua vittima e infilò le dita per poter cavarglieli. Si sentiva eccitato e appagato nel compiere quel gesto. Lasciò il corpo senza vita steso a terra tornando sopra la statua, contemplando il tesoro che aveva tra le mani.


Chi l'avrebbe mai detto che la mia prima preda di quest'anno fosse un Kuruta.
Finalmente, anche gli ultimi paio di occhi scarlatti sono miei.