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Autore: Word_shaker    31/10/2016    2 recensioni
Speciale di Natale della fanfiction "Stubborn in Love", che prevede lo sviluppo del pairing "Jane Foster x Tony Stark".
"Tony non vedeva l’ora di osservare silenziosamente la reazione della sua amata nel guardare il dono che avrebbe ricevuto: una catenina argentata alla quale era appeso un grazioso seme d’arachide in oro bianco. Lei adorava il burro d’arachidi, e la cosa non era mai stata un mistero.
Jane, dal canto suo, aveva rimediato un regalo fantastico - o meglio, aveva rimediato un regalo che lei riteneva fantastico -: un maglione verde che raffigurava una renna dal naso rosso. Il naso era in rilievo e, se premuto, il maglione cominciava a riprodurre la canzoncina su Rudolph. Le sembrava un gesto simpatico, e immaginava che il suo fidanzato ne avrebbe riso."
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James 'Rhodey' Rhodes/War Machine, Tony Stark/Iron Man
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Roberto 
per i suoi diciannove anni.
A Patatony, Federico, Danila, Perla e Alessia,
perché se lo meritano.

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Jane Foster aveva sempre provato dei sentimenti contrastanti verso la festività del Natale: se da un lato le lucine colorate le ricordavano l’infanzia e le cene davanti al camino con tutti i membri della sua famiglia, risvegliando in lei lo stupore di bambina che non l’aveva mai abbandonata, dall’altro il Natale le ricordava la strana convenzione - o imposizione? - sociale di passare quel giorno con qualcuno a cui si vuole bene, magari ingozzandosi di cibo. Da quando suo padre era morto, non aveva più passato un Natale in famiglia: sua madre si era trasferita a Londra e andava a trovarla alla fine delle feste per risparmiare sul biglietto aereo, i suoi zii avevano cominciato a telefonare per farle gli auguri, piuttosto che guidare per chilometri e chilometri per trascorrere in po’ di tempo insieme a lei, e i suoi cugini erano, ormai, tutti felicemente sposati.
Aveva provato, un paio di volte, ad organizzare qualcosa con Darcy ed Erik, ma con scarsi risultati. Anche loro avevano una famiglia con cui passare il Natale, dopotutto.
Anche Tony Stark non amava molto il venticinque dicembre: non aveva dei bei ricordi delle feste in famiglia, ma il suo spirito da festaiolo e la sua vivace immagine pubblica - abitudinariamente - quasi lo obbligavano a partecipare a innumerevoli festini di lusso dei quali avrebbe dimenticato tutto il giorno dopo. 
In quell’occasione, era solito pranzare da solo con una birra ed un menù doppio di Burger King, guardare la TV accanto all’albero di Natale, fare alcune ricerche… Nel migliore dei casi, Rhodey passava a fargli gli auguri nel pomeriggio e si fermava a chiacchierare un po’ con lui - e, la maggior parte delle volte, gli andava bene così: preferiva trascorrere quel giorno in casa da solo con la sua Intelligenza Artificiale piuttosto che contemplare il triste fatto di avere soltanto un ospite. Era pur sempre uno scienziato. I numeri erano importanti, eccome.
Pepper era riuscita - almeno in parte - a cambiarlo. I Natali con lei erano stati meno sedentari e solitari, e sarebbero tornati gli stessi Natali di sempre se Jane non fosse piombata nella sua vita. 


Il 2016, infatti, fu l’anno in cui entrambi cambiarono il modo di vedere quella festività tanto ostile: stavolta, i due passarono il Natale insieme - per non dire che finalmente trovarono un po’ di tranquillità dopo il grande tumulto del Nobel: al fatidico dieci dicembre erano seguiti interviste di coppia, conferenze stampa, annunci… Grazie ai paparazzi, adesso avrebbero potuto riempire un intero album fotografico. In tutto quel caos asfissiante, però, erano riusciti a comprare i regali di Natale e a trovare del tempo per restare soli al fine di “coltivare il loro - solido - rapporto”.
Tony non vedeva l’ora di osservare silenziosamente la reazione della sua amata nel guardare il dono che avrebbe ricevuto: una catenina argentata alla quale era appeso un grazioso seme d’arachide in oro bianco. Lei adorava il burro d’arachidi, e la cosa non era mai stata un mistero.
Jane, dal canto suo, aveva rimediato un regalo fantastico - o meglio, aveva rimediato un regalo che lei riteneva fantastico -: un maglione verde che raffigurava una renna dal naso rosso. Il naso era in rilievo e, se premuto, il maglione cominciava a riprodurre la canzoncina su Rudolph. Le sembrava un gesto simpatico, e immaginava che il suo fidanzato ne avrebbe riso.


I festeggiamenti erano cominciati il pomeriggio del ventiquattro dicembre: dopo aver posizionato tutte le decorazioni sull’albero di Natale, i due avevano pensato bene di dimostrare che alcune cose - al contrario del Natale - non vengonsoltanto una volta all’anno; per la precisione, si erano applicati ad alcune avvincenti dimostrazioni sotto l’albero, davanti al camino, in camera da letto e sul bancone del minibar. Date queste premesse, non avrebbero più avuto motivo di odiare il giorno che sarebbe seguito - e a ragione.
Poiché quell’anno simboleggiava l’addio alla solitudine di entrambi gli scienziati, anche James era stato invitato al pranzo di Natale. Aveva accettato molto volentieri perché non aveva mai fatto qualcosa del genere con Tony, e poi Rhodey adorava Jane: aveva avuto modo di osservarli durante alcuni party e nelle pause tra una conferenza e l’altra, e poteva dire che il rapporto fra lei e il suo migliore amico era composto da seri dibattiti scientifici, adorabili bisticci e lunghe ore passate a “fare pace”. Erano sinceri l’uno con l’altra e non avevano paura di essere se stessi. Non l’aveva mai visto né sentito così sereno, e questo gli faceva molto piacere. Inoltre, dopo il trauma subito in primavera, entrambi avevano bisogno di dimostrare a se stessi che sarebbero rimasti gli amici di sempre, nonostante tutto. 
Due ospiti, poi, sono sempre meglio di uno.


La mattina di Natale, l’astrofisica si svegliò nel letto del magnate. Lui stava ancora dormendo. Da quando stavano insieme, Tony non aveva più avuto gli incubi… Ma era ancora presto per dichiararli ufficialmente scomparsi. Anche se fossero tornati, lei sarebbe rimasta lì per scacciarli, come la più brava e paziente delle eroine. Non c’era nessun pericolo, adesso.
Non aveva voglia di alzarsi e di prepararsi per un pranzo con la sua nuova famiglia. Sapere che F.R.I.D.A.Y. avrebbe provveduto alla cucina la consolava, dato che, se fosse toccato a lei preparare l’arrosto, avrebbe bruciato tutto - libro di cucina compreso, ma per disperazione -. Così, sorridendo, si alzò a sedere e cominciò ad osservarlo.
«Jane?» bofonchiò lo scienziato ad occhi chiusi.
«Sì?» rispose lei con il tono più innocente che le riuscì.    
«Mi stai fissando» commentò con la voce impastata dal sonno.
«Non è vero!» si affrettò a negare, grata del fatto che lui non avesse ancora aperto gli occhi; ma quel momento di gloria durò poco: Tony, infatti, ne aprì uno di scatto e, sfoderando un piccolo ghigno, confermò la sua tesi.
«Ah no?».
Lei aveva cercato di distogliere lo sguardo in fretta, ma l’uomo era stato più veloce. 
«E va bene, ti stavo guardando! Perché non posso farlo?» ammise con un tono leggermente lamentoso.
«Se devi guardarmi dormire, non farlo da seduta. Mi metti ansia!» spiegò ridacchiando, per poi afferrarle una mano e trarla a sé. Anche Jane rise. 
«Buon Natale, Tesoro» disse sorridendole.
«Buon Natale» sussurrò accarezzandogli il pizzetto con la punta delle dita.
«Andiamo a prepararci. Per quel che ne so, Rhodey è al piano di sotto che cerca di immaginare che cosa stiamo facendo».       

In realtà James non era ancora arrivato, ma correre a prepararsi fu una scelta saggia, dato che ebbero giusto il tempo di darsi una sistemata prima che il colonnello si presentasse in salotto con un paio di vistose buste in mano.
Si recò da loro ancheggiando, talvolta cercando un sostegno con una mano. Ormai ci era abituato. Il suo sorriso, malgrado tutto, trasmetteva una gioia sincera.
«Sai, Rhodey, la paralisi ti ha reso più sensuale. Muovi i fianchi meglio di una ballerina del Carnevale di Rio».
Nonostante il commento divertente e un po’ pungente, Tony si avvicinò all’amico per fargli da sostegno, noncurante delle storie che avrebbe fatto. Si potevano dire tante cose di lui, ma non si poteva negare che fosse premuroso.
«Vorrà dire che dopo dovrò esibirmi per Tony Stank!» esordì lui, divertito. Non aveva ancora dimenticato il breve episodio con quel bizzarro postino della FedEx.
«Ciao, James» intervenne Jane tendendogli la mano per salutarlo.
«Jane! Ti trovo davvero bene!» esclamò stringendole la mano.
Ovviamente, il quadretto fu completato da F.R.I.D.A.Y., la quale annunciò:  «La tavola è apparecchiata con le apposite decorazioni, Signore. Fra quattro minuti e quarantatré secondi servirò la prima portata. Avete il tempo di lavarvi le mani e cominciare una frivola conversazione».  

Il pranzo cucinato da F.R.I.D.A.Y. fu così abbondante che una buona metà del tacchino fu congelata nella speranza di essere consumata entro il giorno dopo; lo stesso accadde con i dolci natalizi, le patate, il polpettone e gli strudel.
«Ti avevo chiesto di cucinare per tre persone, non per un esercito, rossa!» ricordò Tony ad alta voce dopo aver sbottonato i pantaloni per prendere un po’ d’aria.
Jane e Rhodey risero, dopodiché, leggermente curioso di scoprire che cosa gli avessero regalato, il magnate batté le mani ed annunciò: «Credo che sia arrivata l’ora dei pacchetti!»; così, pieno di entusiasmo, portò le buste di Jim sulla tavola e l’astrofisica, nel frattempo, corse a prendere i suoi regali. Non conosceva James molto bene, per cui aveva pensato che un’anonima sciarpa grigia fosse l’ideale. Le ricordava War Machine.
Ad essere sinceri, Jane non sapeva fare regali: conosceva benissimo i gusti altrui, ma finiva sempre per acquistare e regalare qualcosa che sarebbe potuto piacere a lei piuttosto che al destinatario. 
Una volta tornata in salotto, osservò la scena in silenzio: Rhodey aveva regalato al suo amico un papillon bianco e la targa di un’automobile che recava la scritta: “Tony Stank”.
«Non me ne libererò mai, vero?»
«Mai».
Jim, invece, stringeva orgogliosamente fra le mani una pistola costruita apposta per lui. Quello era il regalo di Natale di Tony. Ci aveva lavorato su per ore e si era impegnato moltissimo per creare qualcosa di efficiente ed innovativo. Inutile dire che lui aveva apprezzato il pensiero, e non poco.
«Vieni, Jane. Apri il tuo regalo» la esortò lo scienziato mentre le porgeva una piccola busta bianca. L'astrofisica, tutta contenta, consegnò un pacchetto verde a James e ne posò un altro sul tavolo.
«Questo è per te» gli disse prima di aprire la bellissima confezione destinata a lei. 
Tony si godette la celestiale visione di una Jane Foster pazza di gioia. Dopotutto, lei era un’amante dei regali originali e delle cose che luccicano.
Missione compiuta”, si disse. Il suo sorriso era la cosa più bella e preziosa del mondo.
Nessuno le aveva mai regalato una collana per Natale - tanto meno una collana che la rappresentasse così tanto, seppure a modo suo. 
Per dimostrare la sua gratitudine, aspettò che lui le infilasse la collana per poter riempire il suo viso di baci - cosa che fece ridacchiare l’amico, il quale, nell’attesa, aveva scartato la sciarpa grigia.
«Grazie, Jane! Mi piace molto! Grigia mi mancava…» confessò con un grande sorriso.  


Il maglione fu una sorpresa a tutti gli effetti per Tony: non l’avrebbe indossato in pubblico neanche sotto tortura e odiava il naso della renna. Il colore, però, non era poi così male.
«Allora? Ti piace?» gli chiese, trepidante.
«Wow… Sì, mi piace! È così simpatico…». 
La smorfia quasi disgustata che assunse tradì il commento appena fatto, ma Jane non se ne curò. Sapeva che, prima o poi, avrebbe trovato il modo di considerare quel maglione divertente - o meglio, ci sperava -.
«Su, indossalo!» lo incalzò emanando gioia.
«Sì, Tony, perché non lo indossi?» intervenne Rhodey sfoggiando un piccolo sorriso di scherno.
Il magnate avrebbe voluto sprofondare. In quel momento, si ritrovò a pregare con tutte le sue forze che Jane non gli facesse esibire quell’obbrobrio in pubblico. Senza fare troppe storie - pur assumendo la smorfia di un bambino imbronciato e perplesso -, lo indossò.
A quel punto, l’astrofisica - non senza un certo palese entusiasmo - premette il naso di Rudolph e lasciò che la canzoncina sulla renna dal naso rosso invadesse l’aria.
Rhodey scoppiò a ridere fragorosamente. Forse quel giorno sarebbe passato alla storia come la fuga definitiva della dignità di Tony Stark.
Due cose erano certe: James non avrebbe mai dimenticato quella scena, né avrebbe smesso di riderci su, e Tony, per amore - e non soltanto per paura di essere mandato in bianco -, avrebbe sopportato questo ed altri regali osceni.
Malgrado avesse ricevuto in dono degli oggetti discutibili, quello fu il Natale più bello della sua vita. Finalmente aveva capito che cosa significa avere una famiglia.

   
 
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