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Autore: A b y s s    31/10/2016    2 recensioni
Kaito rise, una risata limpida e squillante, che si perse tra le pietre del vicolo in rovina. «Accidenti, è triste davvero. Non possiamo festeggiare e tu hai pure capito chi sono. Ironico» esclamò, portandosi le mani dietro la testa.
Shinichi ruotò il capo verso le stelle, che, smaliziate, occhieggiavano dal blu cupo. «Già...ironico»
[Botta e risposta a 'When a Phantom Dies ' di Zoey Charlotte Baston. Happy Halloween!]
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kaito Kuroba/Kaito Kid, Shinichi Kudo/Conan Edogawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Mask in the Night

 

 

Maschere, maschere, maschere ovunque. Non c'erano altro che maschere, persone che ridevano, giocavano, scherzavano. Nella notte delle streghe, una campana suonava lunghi e pesanti rintocchi crudeli, annunciatori di dolore e tristezza.


Due ragazzi sedevano in un vicolo, per terra, tra nastri neri e rossi, uno vestito di bianco e l'altro di nero pece.


«Sei triste, Kudo?» chiese il ragazzo in candide vesti, lo sguardo rivolto al cielo notturno. Il giovane in nero gli rivolse un'occhiata piena di intenso sarcasmo. «Perché dovrei esserlo, Kuroba? O, come ti chiamavano in giro, Kaito Kid?»


Kaito rise, una risata limpida e squillante, che si perse tra le pietre del vicolo in rovina. «Accidenti, è triste davvero. Non possiamo festeggiare e tu hai capito chi sono. Ironico» esclamò, portandosi le mani dietro la testa.


Shinichi ruotò il capo verso le stelle, che, smaliziate, occhieggiavano dal blu cupo. «Già...ironico»


«Quindi, sei triste?»


Il detective guardo il ladro, con un debole sorriso. «Mentirei se dicessi di no, Kaito» mormorò.


«Oh, beh, allora possiamo passare la notte  a fare i melodrammatici, che dici?» disse l'altro, modulando la voce in un divertito tono sarcastico.


«Ti prego, sarebbe terribilmente noioso»


«Mh, effettivamente...»


Shinichi rise, poi si appoggiò al muro di pietra con aria stanca, mentre i rintocchi iniziavano a risuonare, freddi e precisi. «Devi andare» disse, rivolto a Kaito.


Il ladro gentiluomo annuì, con un sospiro,  e si alzò in piedi, il mantello bianco come un fantasma che volteggiava intorno a lui. «A tra poco, Kudo» esclamò, con un teatrale inchino.


Shinichi chiuse un attimo gli occhi azzurri, e quando li riaprì, Kaito Kuroba era scomparso.


«Che idiota...» mormorò, mentre sulla camicia sbocciava un fiore rosso, impregnando con i suoi caldi petali la casacca nera. «Sono proprio un idiota...»


La notte del 31 ottobre, Shinichi Kudo, il grande detective, si addormentò, sereno. Ma quei grandi e acuti occhi azzurri mai più avrebbero visto la luce del sole. Mai più.

 
   
 
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