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Autore: A b y s s    31/10/2016    1 recensioni
Un cielo di tempesta, nella notte delle streghe.
[Happy birthday L]
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: L
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Sad, Cruel Sky

 

 

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«Auguri, Lawliet!»
«Dai, soffia sulle candeline ed esprimi un desiderio!»
Il bambino nell'inquadratura soffiò sulle poche candele accese, con una risatina, e poi infilò un dito nella torta, ritirandolo su coperto di panna, crema e cioccolata. Se lo infilò in bocca, mentre la madre gli si avvicinava, ridendo. «No, Lawliet, che combini?» esclamò, con un tono divertito.
L'inquadratura della telecamera si sollevò, mentre una risata maschile risuonava nella stanza. «Dai, dai, lascialo fare! Dopotutto ora  è grande, non è vero, Lawliet?»
Il bimbo annuì, e si puntò l'indice contro il petto. «Sono grande! Sono cresciuto tre centimetri, papà!»
Ancora risate. «Ma che bravo, il nostro Law, che bravo!»
«Dai, caro, posa quella videocamera e vieni con noi!»
«Lo faccio, lo faccio, tesoro, tranquilla!»
La telecamera venne posizionata in alto, inquadrando il piccolo salottino, e il padre si recava dalla moglie e dal bimbo. «Vuoi aprire il regalo, piccolino?» chiese la donna.
Lawliet annuì, saltellando. «Sì!» esclamò, con un sorrisone.
Improvvisamente, un suono di campanello interruppe la conversazione, e il padre si alzò. «Vado a vedere chi  è. Chissà, magari sono i bambini che fanno dolcetto o scherzetto!»
La donna abbracciò Lawliet, sorridendo, e questi si raggomitolò contro il petto della donna, un'espressione di beata innocenza sul viso.
Un grido squarciò il silenzio, e attraverso la porta che portava all'ingresso, crollò un corpo.
La donna cacciò un urlo orrendo nel vedere il marito privo di vita che cadeva per terra, in un lago di sangue scuro. Velocissima, prese il bimbo, e lo mise sotto il divano. «Resta qui...» sussurrò, per poi rialzarsi in piedi.
Una sagoma scura irruppe nel salotto, una maschera a coprirgli il volto,  e si lanciò contro la donna.
Nonostante la difesa che lei provò ad opporre, cadde anche lei sul pavimento di legno, tinteggiandolo di rosso, gli occhi aperti e vacui.
Un lievissimo singhiozzo uscì da sotto il divano, talmente flebile da rimanere inudito.


L spense il video, distruggendo quell'orribile visione di morte. Rimase seduto sulla sedia, le braccia lasciate pendere lungo i fianchi, i grandi occhi neri fissi sul nero schermo, a guardare solo il suo riflesso poco limpido.
Voltò il capo verso la finestra, osservando la pioggia che cadeva e si infrangeva lungo il vetro, producendo un ticchettio sordo e continuo. Molti lo avrebbero potuto trovare fastidioso, ma a Ryuzaki piaceva. Era, in qualche modo, rilassante. Monotono, noioso, ma rilassante.
I nuvoloni temporaleschi si incendiavano, alle volte, di un lampo azzurrino e biancastro, come se stessero combattendo una dura battaglia.
Si alzò in piedi, avvicinandosi alla finestra. La aprì, e una sferzata gelida lo avvolse completamente, non impedendogli, però, di uscire sulla terrazza. 
L'acqua gli appiccicava l'arruffata chioma corvina alla fronte, scorreva sulla pelle chiara, come lacrime involontarie, inzuppandogli i vestiti e rotolandovi dentro, gelandosi sulla sua colonna vertebrale.
Nell'aria, cupi annunciatori di sciagure, i rintocchi della mezzanotte risuonarono con tutta la loro mostruosa chiarezza.
L non disse nulla. Non pensò nulla. Non provò a nulla.
Non ci riusciva più, ormai. Quella maschera gli si era crudelmente incollata addosso, entrando a far parte di lui, senza più possibilità di strapparsela e gettarla in un vicolo, tornando ad essere quello che era stato un tempo.
Ma c'era veramente stato quel tempo? O era solo una folle e triste illusione di quel mondo malevolo e che odiava i suoi abitanti dal profondo del  suo animo nero.
L rimase a fissare il cielo plumbeo, con occhi grandi e impassibili, lacrime false sulle guance scavate.

Buon compleanno, L.

   
 
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