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Autore: WarOnMars    01/11/2016    0 recensioni
Dal prologo:
"Se n'è andato con un lieve sorriso, quasi soddisfatto, sul volto. Un sorriso che io, invece, non credo di poter più mostrare. Non adesso che, voltandomi verso la figura al mio fianco, sento un impercettibile -È davvero finita?-
A questo punto... sì, è davvero finita."
Genere: Azione, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clint Barton/Occhio di Falco, Nuovo personaggio, Thor, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo
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  Avete presente quando, la mattina, vi svegliate carichi e pronti ad affrontare una giornata, riposati da quella precedente?
Ecco, la nostra protagonista no... specialmente in quell'istante.
Un dolore lancinante la colpì improvvisamente al basso ventre risalendo dall'addome fino allo sterno, come se la ruota di un grosso tir le fosse passata sopra con tutto il suo peso; un sapore metallico le risalì per la gola riempiendole poi la bocca costringendola ad espellerlo con un colpo di tosse, facendo così aumentare il dolore e lasciando fuoriuscire dalle sue labbra un impercettibile gemito.
Spostò il suo peso sugli avambracci nel tentativo di alzarsi, ma questi cedettero poco dopo rigettandola al suolo come se il terreno bramasse trattenere il suo corpo, costringendolo al suo volere.
Dopo innumerevoli tentativi riuscì finalmente a sollevare le sue pesanti palpebre riacquistando una buona visione, questo fece sì che l'unica cosa che fu in grado di scorgere fosse una folta nube che imperterrita continuava ad offuscarle la vista e riempirle i polmoni. Tossì nuovamente espellendo un'altra volta quello che percepì come sangue. Una macchia cremisi... l'unico colore che riuscì a distinguere nell'inferno intorno a sé. Probabilmente i suoi organi interni si erano arresi ad una forza superiore. Un forte fischio le annullò l'udito facendola sentire come all'interno di una bolla, estranea a tutto ciò che la circondava. Quasi sicuramente una bomba era esplosa a pochi metri da lei.
Volse lo sguardo alla ricerca di quel disturbo e intravide uno scudo incastonato nell'asfalto, un rosso così familiare unito ad un blu così patriottico, al suo fianco un uomo tra le macerie che si contorceva in preda al dolore finché le energie non abbandonarono il suo corpo lasciandolo inerme al suolo.
Poco lontano una chioma scarlatta ricadde tra i detriti schiacciata da un peso maggiore del suo, costringendola a voltare nuovamente lo sguardo al cielo per interrompere quell'enorme fitta al cuore e alla bocca dell'anima.
Non sapeva però che si sarebbe ritrovata davanti uno spettacolo ben peggiore di quello precedente; tra le nubi notò una flebile luce di un azzurro celestiale. L'avrebbe riconosciuta tra mille. Le sue speranze svanirono però quando la vide precipitare ad una velocità sempre maggiore affievolendosi durante la caduta, finché, finita la sua corsa, non si spense preceduta da un leggero tremolio.
Piccole gocce d'acqua bagnarono il viso della ragazza, una lieve pioggia diradò le nubi esprimendo la sua malinconia.
I suoi pensieri vennero interrotti alla vista del Mjolnir che stava per piombare sul suo viso, così, raccogliendo le ultime forze che aveva in corpo, rotolò quanto bastava per evitarlo, difatti, poco dopo, uno schianto le fece intuire il raggiungimento della sua meta. Quello che non si aspettava era di vedere un mantello al suo seguito e un uomo fare la sua stessa fine. Al suo fianco, un viso sempre sorridente la scrutava stavolta con un'espressione angosciata addosso.
Interruppe quel contatto visivo volgendo lo sguardo altrove. Voleva chiudere gli occhi. Voleva finirla. Voleva spezzare quella catena di dolore. Lo scintillio di due occhi azzurri, però, glielo impedirono. Quegli occhi che conosceva fin troppo bene penetrarono nei suoi. Un tonfo le riempì le orecchie, come se le urla, i fischi, i frastuoni fossero improvvisamente svaniti. L'eco del rumore prodotto dalla caduta di quell'arco rimbombò all'interno del suo corpo, un suono impercettibile e assordante al contempo. Quel bagliore si spense proprio mentre rivolse il suo ultimo sguardo a lei. Quell'azzurro ritornò al suo mare. Un lago di sangue si espanse attorno alla sua figura, poi... silenzio. Un silenzio che sentì solo lei. Un silenzio squarciato da un urlo.
Urlo che catturò la sua attenzione distogliendola dai pensieri. Una grossa figura verde venne scagliata verso uno dei grattacieli ancora intatti distruggendone la vetrata, all'impatto venne sostituita da un uomo che crollò insieme a migliaia di schegge di vetro, producendo un suono quasi piacevole. Il corpo nudo finì dritto su un'auto per poi scivolare esangue sull'asfalto. Adesso, la sua tanta bramata pace era stata trovata. Forse era per questo che se n'era andato con un lieve sorriso, quasi soddisfatto, sul volto. Un sorriso che lei, invece, non credeva di poter più mostrare. Non in quel momento che, voltandosi verso la figura al suo fianco, sentì un impercettibile "È davvero finita?".

Già. È davvero finita? È così che finirà tutto? È questo che succede quando si cerca di fare del bene? Allora che senso ha? Si potrebbe lasciare che le cose vadano semplicemente per la loro strada e fregarsene di tutto ciò che ci circonda. Lasciare che il fato compia il suo corso. Lasciare che la linea della vita scorra senza fare il minimo sforzo per avere un futuro migliore. Si dovrebbe smettere di insegnare ai bambini che c'è sempre un lieto fine. Smetterla di illuderli per convincere se stessi che sia così e non il contrario. No, non è così. Non è così semplice. Se lo fosse adesso non saremmo qui a sprecare le nostre vite per un popolo che attende solamente che qualcuno li salvi ripetendosi continuamente che tutto andrà per il meglio vivendo in una bolla, che tanto alla fine non succederà nulla di brutto e forse avrei dovuto fare anch'io così. Restare nella mia bolla. Aggrapparmi alla vita e lasciare che essa facesse tutto al mio posto. Non lottare per qualcosa di meglio. Qualcosa per cui valesse davvero la pena di vivere. Io, però, ho lottato. Ho cercato di avere il meglio. Ho forse sbagliato? È sbagliato cercare la felicità? Perché? Perché tutto è così ingiusto? Perché è finita così? Forse nessuno risponderà mai a queste domande. Terminerà tutto così. A questo punto... sì, è davvero finita.

Quando stava per esalare il suo ultimo respiro, qualcosa la colse alla sprovvista, come una voce nella sua testa. Un eco che le si ripercorse nella mente.

"Vieni con me."


Welcome to my first story!
Lo so, lo so... ha un inizio un po' tragico, ma giuro che poi migliora.
Sta a voi seguire la protagonista in questa fantastica avventura!
Ringrazio 
BishamonYG per il suo contributo.

   
 
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