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Autore: Dubhe_And_Learco    01/11/2016    0 recensioni
Entrò nella prigione una figura incappucciata che Dubhe riconobbe all’istante, infatti, lo guardò con occhi adoranti, non riusciva a credere a quel miracolo....“ ciao Dubhe, ti ricordi di me?” Disse la figura, quando Dubhe risentì dopo tanto tempo quella voce dolce e severa allo stesso tempo disse stupita e spaventata “ Sarnek??”
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Emerso. A sentire il nome di suo Marito, Dubhe, che era rimasta priva di sensi fino a quel momento, aprì gli occhi di scatto e cominciò a contorcersi e dibattersi come se fosse impazzita, cominciò a gridare con tutto il fiato che aveva in corpo "Learco no lasciatelo stare Vi prego non fategli del male!" continuava a urlare più forte che poteva dibattendosi cercando inutilmente di liberarsi, mentre gli altri assassini tentavano di tenerla ferma "Learco, Learco, Learco”, mormorava lei come una cantilena. Poi qualcuno le premette una pezza bagnata con uno strano liquido dall'odore pungente e immediatamente Dubhe perse i sensi. Danar era la guardia del mimetismo, i bottoni della sua casacca erano gialli. Era un ragazzo sui venticinque anni con un talento innato per il mimetismo. Era l'assassino più silenzioso dell'intera Gilda, nessuno riusciva mai a sentirlo arrivare, inoltre gli bastava ben poco per potersi nascondere perfettamente in qualsiasi luogo. Danar aveva la pelle di un colore abbastanza ambrato, gli occhi nocciola e i capelli scuri, era ritenuto attraente dalla maggior parte delle donne che abitavano la Gilda, postulanti comprese. Era il modello del perfetto assassino, ma in realtà non credeva realmente negli obiettivi della Casa, se avesse potuto, se ne sarebbe andato molto tempo prima, ma due motivi glielo impedivano; la consapevolezza, essendo nato e cresciuto nella Gilda, di non essere assolutamente capace di vivere una vita normale, e il secondo, il più importante per lui, sua sorella, Azula. Dubhe riprese i sensi e non appena realizzò dove si trovasse le prese un terrore puro, anche se cercava di sforzarsi di non mostrarlo, non poteva apparire debole di fronte a quelli che ora considerava a tutti gli effetti suoi nemici. Vide entrare una giovane guardia che subito si portò un pugno al petto quando vide Yeshol "Tay Lee, grazie per essere venuta" disse la suprema guardia in tono scocciato e impaziente "Che c'è? Non vedi l'ora di vedermi soffrire?" chiese Dubhe seccante e subito ricevette un doloroso pugno sullo zigomo da Leshar che di certo non era un tipo che ci andava leggero. Yeshol continuò come se niente fosse "Ho bisogno che controlli le sue condizioni di salute in modo da capire quanto possiamo spingerci senza ucciderla" disse in tono serio, come se torturare una persona fosse la cosa più normale del mondo "Si mia guardia" rispose semplicemente la ragazza, si avvicinò a Dubhe leggermente nervosa, conosceva perfettamente ogni singola parte del corpo umano, perciò non era un compito difficile per lei, ma la presenza di Yeshol la metteva in soggezione. Si scostò qualche ciuffo che le cadeva sugli occhi, fece un respiro profondo e cominciò; tastava il corpo di Dubhe con due dita e riusciva a capire perfettamente le sue condizioni, "Non penso che abbia alcun problema, sta benissimo" disse quando stava ormai per finire, "Forse potrete spingervi quanto vorrete" aggiunse, ma questa volta a voce più bassa date le occhiate di fuoco che la ladra le lanciava. Poi quando cominciò a tastarle il ventre la sua espressione cambiò "Cosa c'è!?" chiese impaziente Yeshol, Tay Lee deglutì, non sapeva se poteva rivelare un dettaglio del genere, era troppo pericoloso."Allora!?" la esortò Yeshol, la ragazza prese coraggio "È incinta!" disse tutto d'un fiato, Dubhe sgranò gli occhi "Che cosa...?" mormorò sconvolta "Non può essere!" esclamò ma soprattutto che cosa avrebbero fatto a quel povero bambino, il suo bambino, quasi non poteva credere a quelle parole, le venne da piangere e mentre piccole lacrime le scendevano lungo il viso, dimenticò per un momento lo spavento e la tristezza per lasciare il posto ad un briciolo di felicità, lei e Learco avrebbero avuto un figlio, un piccolo sorriso le si formò sulle labbra. Yeshol rimase un attimo sorpreso, ma poi assunse un'espressione di crudele entusiasmo "Può tornarci molto utile, perché se le torture non dovessero bastare..." disse afferrando il mento della ragazza per costringerla a guardarlo negli occhi, lo strinse con forza in modo da farle male "beh sapremo come ricattarti" un ghigno crudele gli si disegnò sulle labbra, Dubhe per un istante tremò. Dopo poco cominciarono a torturarla, frustandola o bruciandola con ferri roventi, e nonostante le grida che lanciava per il dolore atroce, la ragazza si costringeva a non cedere "Farai quello che la Gilda ordina?" chiedeva Yeshol e lei continuava a rispondere con un secco "No!" Yeshol dava il segnale a Leshar che continuava a provocarle dolore. " il padre è Learco?" ora la domanda era cambiata, vedendo che non collaborava, la suprema guardia aveva deciso di minacciarla dicendole che avrebbe ucciso la persona che amava, per questo voleva che gli dicesse chi era, ma lei non lo avrebbe mai fatto. Leshar si fermò per un momento, se avesse continuato senza darle un po' di tregua, avrebbe rischiato di ucciderla, Yeshol si era avvicinato con sguardo truce "Tanto troverò il modo di farti desistere!" disse, poi infilò un coltello in una delle tante ferite che si era procurata e lo rigirò per provocarle dolore, Dubhe urlò "Basta!" mormorò, "Vi prego basta!" era esausta, non poteva resistere ancora "Oh mia cara, ma può finire tutto, basta che collabori" disse in tono viscidamente mieloso "No, no, no... " mormorò " Dubhe, mi costringi a farti del male, lo capisci? Sarebbe così facile collaborare... " aggiunse, ma Dubhe non desisteva "No?" chiese la suprema guardia, assunse un falso sguardo triste "Mi costringi purtroppo... Leshar, uccidi il bambino" disse semplicemente, sarebbero bastati pochi colpi ben assestati allo stomaco e Dubhe lo avrebbe perso, Leshar fece per avanzare "No! Vi prego! No! Lui non c'entra! Prendetevela con me torturatemi ancora ma lui no!" gridò la ragazza in preda alla disperazione, la suprema guardia fermò per un istante Leshar in modo che lei dicesse ciò che Yeshol voleva "D'accordo! Farò ciò che volete!" disse senza pensare, l'uomo sorrise truce "Non ho sentito bene" la esortò a ripetere "Avete vinto!" gridò, "Farò ciò che volete!" mormorò tristemente. L'avevano trascinata in cella letteralmente, lei non era in grado di camminare e i due assassini che la conducevano volevano divertirsi e quindi la bastonavano ogni volta che cadeva o che non riusciva a proseguire. La sbatterono in cella e uno dei due, con l'alito che puzzava di alcol, le si gettò addosso cercando di spogliarla, ma l'altro, con un po' più di buon senso, se così si poteva dire, lo convinse a desistere "Lasciala stare, ci siamo divertiti abbastanza" disse ridendo, così la lasciarono in pace, "Ti è andata bene per questa volta" disse l'assassino ubriaco "Però quanto sei bella" commentò baciandola mentre lei cercava di respingerlo. L'altro lo tirò via "Dai smettila che siamo in ritardo agli allenamenti!" disse ridacchiando, "Uffa da quando sei responsabile?" commentò sbuffando l'ubriacone, poi finalmente uscirono e si chiusero' la porta alle spalle. Dubhe era al settimo cielo per la notizia che le era stata annunciata però si maledisse perché si era fatta catturare in quel modo assurdo non gli era mai capitato di non accorgersi cosa succedeva intorno a lei. Era capitato per la prima volta che si era addormentata profondamente troppo profondamente per i suoi gusti. Scoppiò a piangere - non riuscirò mai ha perdonarmi per quella mia debolezza non dovevo addormentarmi dovevo impedire che mi rapissero, dovevo impedire che Learco mi difendesse, dovevo impedire che fosse ferito per colpa mia, mi ero svegliata nel preciso istante in cui lo avevano ferito alla gamba, rivedeva ancora l’immagine di quando lui cadeva a terra sfinito e dolorante, in quell’istante lei si era alzata lanciando un coltello, cercò il pugnale ma non lo trovò, lo vide piantato nella carne di Learco com’era potuto succedere? Si addormento piangendo in preda ai ricordi di quel giorno. Learco si svegliò di soprassalto gridando il nome della moglie, due ragazze entrarono correndo nella camera del giovane re spaventato “Signore tutto bene ?” Il giovane re era confuso, non ricordava molto bene ciò che era accaduto, però aveva ancora nella testa l’immagine di Dubhe che cadeva a terra con un pugnale conficcato nel fianco, però lei nonostante il dolore al fianco lo guardava con amore e dolore. “Si tutto bene... sono stato ferito?” una ragazza rispose “Si lei è stato ferito alla coscia destra signore”. Il re alzò un po' la coperta per vedere la coscia, la garza era ancora bianca, “ok, venite qua ad aiutarmi per favore” disse Learco spostando le lenzuola. “Signore non può alzarsi dal letto la gamba non guarirebbe mai!!” disse una ragazza “Non m’interessa devo salvare Dubhe!!! Ora venite qua e aiutatemi per favore” disse Learco deciso in quel che faceva, le due ragazze aiutarono il giovane re ad alzarsi dal letto.
   
 
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